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La cultura di massa e la presenza visibile degli esseri e delle cose

La cultura di massa recupera un carattere della cultura orale, folclorica o ancora arcaica: la presenza visibile degli esseri e delle cose, la presenza permanente del mondo invisibile. I canti, le danze, i mimi e i ritmi della radio, della televisione, del cinema, richiamano le feste, le danze, i mimi, i ritmi degli antichi folclori. La presenza viva, umana, la diretta espressione dei gesti, delle mimiche, delle voci, la partecipazione collettiva, sono reintrodotte nella cultura industriale mentre erano scartate dalla cultura a stampa. Ma, in compenso, la cultura di massa spezza l'unità della cultura arcaica, in cui tutti partecipavano in uno stesso luogo, sia come attori che come spettatori, alla festa, al rito o alla cerimonia. Lo spettatore non partecipa che psichicamente allo spettacolo televisivo, al film, alla trasmissione radiofonica. All'uomo della festa succede il cosiddetto pubblico, l'audience, gli spettatori. Il legame immediato e concreto diviene una.

telepartecipazione mentale. La cultura arcaica, inoltre, separava i giorni festivi dalla vita quotidiana. La cultura di massa si espande in tutti gli interstizi della vita quotidiana: a differenza della festa arcaica, che spezza il filo dei giorni, essa vi si inscrive. I mass-media tendono ad infrangere la struttura stessa dei rapporti umani della cultura folclorica. La presenza umana nella televisione o nei film è un'assenza umana; la presenza fisica è, allo stesso tempo, una passività fisica. La cultura folklorica era una cultura dell'hic et nunc. Le feste e gli usi locali erano radicati in un territorio e rigidamente situati nel calendario (anniversari, feste sacre o profane). La cultura urbana popolare e soprattutto operaia del XIX e degli inizi del XX secolo conserva alcuni tratti della cultura folclorica. Possiede un proprio gergo e gli spettatori ambulanti che vi si insediano appartengono ancora al vecchio folclore urbano. È una cultura della prossimità,

dei rapporti di vicinato, di parentela e di solidarietà. La cultura industriale disgrega definitivamente le culture dell'hic et nunc. La cultura industriale tende al pubblico indeterminato, non ha radici ma un impianto tecnico-burocratico. In ogni caso, certi temi folclorici sono assorbiti dalla cultura di massa e, con o senza modificazioni, vengono universalizzati. Il folclore del West americano da vita al western, che diviene un tema del nuovo folclore planetario. In altri termini, alcuni temi folclorici privilegiati sono più o meno disintegrati per essere più o meno integrati nel nuovo grande sincretismo. L'hic non viene abolito ma relativizzato. Il nunc diviene un nuovo nunc universalizzato, il nunc della voga, della moda, del successo del giorno, dell'eterno presente. Ma, disintegrando i folclori, la cultura industriale non disintegra l'arcaismo. Cercando il pubblico universale, la cultura di massa si rivolge anche all'anthropos comune.

Al fondo mentale universale che è in parte l'uomo arcaico che ciascuno porta dentro di sé. Così la cultura industriale integra la cultura a stampa e la cultura folclorica, sincretizza in sé i temi e le strutture della cultura a stampa e quelli della cultura folclorico-arcaica. Mette in comunicazione queste due correnti, riversando sia l'una che l'altra nel nuovo grande corso il quale, in certa misura, è la risultante di tale sincretismo.

Capitolo 6: Una cultura del loisir

Il consumo della cultura di massa si inscrive in gran parte nello svago moderno, nel loisir, che non è solo l'accesso democratico a un tempo libero privilegio sinora della classi dominanti, ma è frutto dell'organizzazione stessa del lavoro burocratico e industriale. Il tempo del lavoro si è ristretto sotto la spinta del movimento sindacale e secondo la logica di un'economia che si trova costretta a fornire ai lavoratori non più

soddisfatta e realizzata. Il loisir diventa quindi un momento di libertà individuale, in cui ognuno può dedicarsi alle proprie passioni e interessi personali. Nel loisir si possono svolgere molteplici attività, come lo sport, la lettura, la musica, il giardinaggio, la pittura, ecc. È un momento in cui si può staccare dalla routine quotidiana e dedicarsi completamente a ciò che si ama fare. Tuttavia, il loisir non deve essere inteso come unicamente un momento di svago e divertimento. È anche un'opportunità per arricchire la propria cultura, per imparare nuove cose e per crescere personalmente. È un momento di arricchimento interiore, in cui si può riflettere, meditare e trovare nuove prospettive sulla vita. Il loisir è quindi un tempo prezioso, che va valorizzato e sfruttato al meglio. È un momento di rigenerazione e di crescita personale, che contribuisce al benessere e alla felicità di ognuno.individualmente interessata, come in certi lavori occasionali, oppure di sviluppare le proprie inclinazioni personali, hobby o passioni. Ma soprattutto il loisir apre gli orizzonti del benessere, dei consumi e di una nuova vita privata. La fabbricazione in serie e la vendita rateale aprono le porte ai beni industriali. Il consumo dei prodotti diviene, nello stesso tempo, l'autoconsumo della vita individuale. Il loisir moderno appare come il tessuto stesso della vita personale, l'ambiente in cui si cerca di affermarsi come individui privati. La cultura di massa può essere considerata come una gigantesca etica del loisir. Gioco e spettacolo riempiono una parte del loisir moderno. Niente di tutto questo è completamente nuovo, poiché gli spettacoli, così come i giochi, sono sempre stati presenti nelle feste e negli antichi loisir. Ciò che è nuovo è l'estensione televisiva o teleuditiva dello spettacolo. Le nuove tecnologie creano un ambiente virtuale in cui il loisir si sviluppa in modo sempre più ampio e pervasivo.tipo di spettatore puro, cioè distaccato fisicamente dallo spettacolo, ridotto allo stato passivo di chi sta a vedere. Tutto si svolge dinanzi ai suoi occhi, senza però che egli possa aderire materialmente a quanto contempla. La cultura di massa intrattiene e amplifica questo voyeurismo, a cui fornisce inoltre pettegolezzi, confidenze, rivelazioni sulla vita delle celebrità. Così noi partecipiamo a mondi che sono a portata di mano, ma fuori della nostra possibilità di toccarli. Lo spettacolo moderno al tempo stesso è una grande presenza e una grande assenza. Si potrebbe dire che le telecomunicazioni impoveriscono le comunicazioni concrete dell'uomo con il suo ambiente. Non soltanto la comunicazione con gli altri, ma anche l'essere presenti a se stessi verrebbe a diluirsi, a forza di esser traspostati sempre altrove. Contemporaneamente allo spettacolo, la cultura del loisir si sviluppa nel gioco. Dualismo contraddittorio - perché lospettacolo è passivo, il gioco attivo- e nello stesso tempo complementare,che non soltanto si inscrive nel loisir, ma in parte lo struttura. In effetti una parte del loisir tende ad assumere la forma di un grande gioco-spettacolo. Le vacanze, ad esempio, non costituiscono soltanto degli intervalli di recupero in ambienti naturali ma anche il tempo dei piaceri e dei giochi, sia mediante l'esercizio pudicamente ritrovato di attività ancestrali (pesca, caccia, raccolta) sia attraverso la partecipazione ai nuovi giochi (sport da spiaggia, sci nautico, pesca subacquea). La vita di vacanza diviene così un grande gioco. Parallelamente, il turismo diviene un grande viaggio-spettacolo nell'ambito di un universo dei paesaggi, di monumenti, di musei. Nella corruzione dell'immagine di primo grado (vedere per ricordare) e di secondo grado (fotografare per vedere i propri ricordi) il turismo moderno presenta delle analogie sorprendenti con il cinema, che

èsuccessione di immagini. La differenza tra cinema e turismo è tuttavia essenziale. Il turista non è soltanto uno spettatore in movimento. Rispetto allo spettatore, il turista è, fa e acquisisce.

L’autoimplicazione fisica è al tempo stesso un’appropriazione, vissuta come un’esaltazione, unarricchimento di sé. la complessità del loisir moderno appare nei villaggi vacanze, dovel’organizzazione delle vacanze è razionalizzata, pianificata. I divi propongono il modello idealedella vita di loisir, la sua aspirazione moderna. Vivono secondo l’etica della felicità e del piacere,del gioco e dello spettacolo. La loro personalità fluisce sul duplice registro del sogno edell’immaginario. Il loro stesso lavoro è una sorta di grande divertimento, destinato allaglorificazione della propria immagine. Così vengono a profilarsi le complesse correlazioni tra loisir,la cultura di massa, i

Valori privati, il gioco spettacolo, le vacanze, i divi moderni.

Capitolo 7: I campi estetici

La cultura di massa è senza dubbio la prima cultura nella storia mondiale che sia anche pienamente estetica. La cultura di massa pone l'accento sul godimento individuale del presente. Bisogna analizzare il significato e il ruolo dell'immaginario nel rapporto estetico. L'immaginario è un sistema proiettivo che si è costituito come sistema spettrale e consente l'identificazione magica, religiosa o estetica. Nel rapporto magico o religioso la comunicazione immaginaria agisce profondamente sulla vita: l'immaginario detta i suoi comandamenti. Le potenze di proiezione si expandono su tutti gli orizzonti dell'immaginario. A un massimo della proiezione-identificazione l'immaginario produce miti direttivi che possono costituire veri e propri "modelli di cultura". Inversamente, c'è un optimum proiettivo dell'evasione.

come della "purificazione", vale a dire dell'espulsione-transfert delle angosce, dei fantasmi, dei timori, come dei bisogni insoddisfatti e delle aspirazioni proibite. Esistono campi immaginari comuni, comuni nel senso che i rapporti di proiezione-identificazione possono manifestarsi in modo multiforme. Il campo immaginario comune consente di concepire che un'opera, frutto di condizioni psicologiche, sociologiche, storiche determinate, possa avere un'espansione che ne travalichi l'ambiente e l'epoca. Le opere d'arte universali sono quelle che contengono in sé originariamente, o accumulano in sé, possibilità infinite di proiezione-identificazione. La cultura di massa sviluppa i propri campi comuni immaginari nello spazio: l'aspirazione a un pubblico massimo la spinge ad adattarsi alle classi sociali, alle età, alle nazioni più differenti. Capitolo 8: Simpatia ed happy end L'eroe simpatico è

L'eroe legato allo spettatore tramite meccanismi di identificazione. Questi, eroe-amabile - amante - amato, si insinua nei panni dell'eroe cinematografico. Così, a partire dagli anni Trenta, tra la corrente realista, l'eroe simpatico e l'happy end,

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Publisher
A.A. 2005-2006
17 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Moses di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia del mutamento e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Musso Giovanna.