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VARIABILI

Esiste nel trasformare l'indicatore in qualcosa di rilevabile. La trasformazione operativa in variabile. Di solito si può fare in più modi, quindi possono esserci più variabili su uno stesso indicatore. Si dice che la variabile sia la proprietà studiata operativizzata, cioè resa immediatamente conoscibile empiricamente.

Se le proprietà sono definite per definizione operativa, cioè seguono regole rigorose costruite dal soggetto conoscente, si ottiene una variabile. Le variabili sono la rappresentazione delle proprietà dopo la definizione operativa, e possono essere inserite in matrici dati. In altre parole, la variabile è una rappresentazione di una proprietà, che deve essere quanto più rigorosa possibile, al fine di essere inserita in matrici dati.

Le proprietà si articolano in stati, le variabili in modalità. Una variabile può essere indipendente, se è individuata come causa.

di quella detta dipendente. Il ricercatore stabilisce quali variabili sono indipendenti e non, però a volte è la logica che le determina quando è possibile variare l'antecedenza logica di una variabile sull'altra (es. in una ricerca sulle differenze di non reddito tra uomini e donne, il reddito dipende dal genere, non il contrario).

Le variabili hanno diversi criteri di classificazione, sulla base di:

  • Tipo di unità a cui si riferiscono: individuali e collettive

Individuali: si riferisce a un individuo, es. titolo di studio

Collettive: si riferisce a un aggregato, es. tasso medio di morti per Covid nella regione Lombardia

  • La manipolabilità: variabili manipolabili e non manipolabili

Manipolabili: si possono riorganizzare cambiando la struttura dell'unità di riferimento, es. età: si può organizzare per decenni, lustri ecc.

  • La posizione nella relazione causa-effetto: dipendenti e indipendenti (ricerche di quella detta dipendente. Il ricercatore stabilisce quali variabili sono indipendenti e non, però a volte è la logica che le determina quando è possibile variare l'antecedenza logica di una variabile sull'altra (es. in una ricerca sulle differenze di non reddito tra uomini e donne, il reddito dipende dal genere, non il contrario).
livello di precisione (es. altezza, peso).- Le variabili categoriali sono variabili che assumono valori discreti e non numerici (es. sesso, colore degli occhi).OPERAZIONI LOGICO-MATEMATICHE- Operazioni logiche: AND, OR, NOT- Operazioni matematiche: somma, sottrazione, moltiplicazione, divisione, media, mediana, moda, deviazione standard, correlazione, regressione, ecc.

Livello di precisione (deciso dal ricercatore) lo stato di quella proprietà. Es. età, si può considerare per anno, mese, giorno, minuto, secondo, millesimo di secondo.

Entrambi i tipi di variabili cardinali ammettono operazioni aritmetiche con un senso. Con le variabili categoriali invece non si possono usare certi strumenti statistici. Si assegna una categoria al soggetto, che può essere definita da un numero o da una lettera: non è in nessun caso possibile fare operazioni aritmetiche perché non sono conteggi ma codifiche. Titolo studio: diploma, laurea, master...

Le variabili categoriali ordinali si possono ordinare per gradi. Es. giudizi scolastici: discreto, buono, ottimo... Voti scolastici non c'è ordine tra le categorie, si assegnano soltanto per brevità certi.

Le variabili categoriali non ordinali: numeri che definiscono la categoria. Non si può in tal senso fare un'operazione aritmetica con questi.

numeriEs appartenenza religiosa: 1 musulmano 2 buddista, appartenenza politica, tipo di lavoro, tipo di abitazione, sesso biologico

Le variabili cardinali possono essere ricodificate in variabili categoriali, spesso ordinali, ma non viceversa. In generale quindi, è preferibile rilevare una proprietà in modo cardinale, perché sono più manipolabili e in caso di errore (rilevazione di una proprietà in modo ordinale al posto che cardinale) non si può più trasformarla in cardinale.

Non conviene dividere in classi da lustri, Es. nell'età perché se si vuole rilevare successivamente quanti nel sondaggio avevano 23 e quanti 22 anni, essi cadranno nella stessa categoria 20-25 e non si potrà più sapere.

INDICI

Lettura articoli di politica Totale
Da 1 a 4 volte alla settimana Più di 4 volte alla settimana
Mai 25 70 110 15
Qualche volta alla settimana 375 369 890 146
Tutti i giorni o più 250 611

20001139quasiTotale 650 1050 30001300

Per costruzione, gli indicatori coprono solo una parte dell'insieme semantico del concetto. Quindi, avendo più indicatori, si hanno tante sotto informazioni che riguardano diverse proprietà del concetto.

Questa non è una condizione ottimale, si devono riassumere gli indicatori in una sola stima riassuntiva che consenta di tornare allo stesso livello di generalità del concetto iniziale.

Rifare il percorso di indicazione al contrario, con una regola che riassuma i risultati degli indicatori, è la per trovare l'INDICE, un'unica variabile riassuntiva. Esso è un procedura insieme di indicatori legati a una formula di calcolo (scelta dal ricercatore) per la predisposizione di un simbolo sintetico dell'entità del fenomeno.

Es: PIL (prodotto interno lordo), calcolato dalla declinazione del concetto generale di ricchezza per dimensioni: consumi popolazione, investimenti, spesa pubblica e

tag html:

rapporti export-import. Anche queste sono declinate in altresottodimensioni, fino agli indicatori, che sono tantissimi, sottoposti a revisione continua. Devono confluire in unnumero unico con una formula specifica. Andrà poi ponderato pro-capite.

La costruzione degli indici può avvenire:

  • Per via analitica: la costruzione di un indice tipologico (classificazione)
  • Per via algebrica: la costruzione di un indice additivo o del valore medio
  • Per via statistica: la costruzione di indici fattoriali

Anche nella ricerca qualitativa si possono costruire indici per via analitica.

Esempio di indice tipologico per via analitica:

Proprietà da indagare: esposizione all'informazione politica

Indicatore "esposizione info pol": frequenza lettura articoli politici, frequenza visione tg

Gli indicatori sono articolati in tre classi: mai, qualche volta, tutti i giorni.

Un indice tipologico funziona similmente a una tipologia: relazione fra tipi individuati da ciascun

tipo algebrico l'indicatore relativo alla domanda che riguarda la conoscenza delle istituzioni politiche (ad esempio, D3). Inoltre, il ricercatore potrebbe anche decidere di creare un indicatore complessivo che tenga conto di tutti e cinque gli indicatori, assegnando un peso diverso a ciascuno di essi. Ad esempio, potrebbe attribuire un peso maggiore all'indicatore relativo all'esposizione all'informazione politica forte (D5) rispetto agli altri indicatori. In conclusione, la struttura di tipo algebrico permette al ricercatore di valutare la conoscenza politica dei soggetti in modo più dettagliato e personalizzato, tenendo conto di diversi aspetti e attribuendo un peso diverso a ciascun indicatore.

indicazione le risposte 2, 4, 5 (D1+D2x2+D3+D4x2+D5x2). Dipende sempre dalla domanda di ricerca.

D1: Lei sa dirmi chi è il Presidente della Repubblica? 1 punto Risposta esatta 0 Risposta sbagliata

D2: Lei sa dirmi quanti sono i deputati in Italia? 1 Risposta esatta 0 Risposta sbagliata

D3: Lei sa dirmi chi è l'attuale Presidente del Consiglio? 1 Risposta esatta 0 Risposta sbagliata

D4: Lei sa dirmi da chi è eletto il Senato della Repubblica? 1 Risposta esatta 0 Risposta sbagliata

D5: Lei sa dirmi da chi è eletto il Presidente della Repubblica? 1 Risposta esatta 0 Risposta sbagliata

CAP 5

PARTE SECONDA TESTO:

Le ricerche scientifiche possono essere sperimentali (finalità esplorative) o osservative (finalità descrittive). Le ricerche che tipicamente individuano relazioni causali tra variabili sono quelle sperimentali-esplicative, mentre quelle osservative forniscono descrizioni articolate dei fenomeni studiati e del loro funzionamento, ed eventualmente

Nelle scienze sociali non si possono fare esperimenti come quelli delle scienze naturali, perché gli oggetti di studio sono più complessi e i fattori causali che non si possono controllare sono troppi. L'indagine esplicativa assomiglia a una struttura sperimentale: variabili indipendenti sono classificate come causa di all'osservazione, quella dipendente. In generale comunque nelle scienze sociali si ricorre sempre.

Un'altra differenza è quella tra indagine trasversale e indagine longitudinale. La prima consiste tipicamente in un sondaggio che viene rivolto ai soggetti in un determinato momento; non ha la pretesa di valutare in termini evolutivi la struttura del fenomeno studiato. Tante indagini trasversali possono essere confrontate come elementi a sé, a campioni diversi.

L'indagine

longitudinale o panel invece, sono più usate nelle indagini di mercato e consistono in interviste agli stessi soggetti in diversi momenti del tempo. Il fine è valutare la dinamica evolutiva del fenomeno nello stesso campione di riferimento, costruendo serie storiche dalla buona capacità predittiva.

Es. carte fedeltà servono a tracciare un data warehouse per monitorare i consumi.

Particolarmente importante per le ricerche quantitative è la differenza tra indagini trasversali e longitudinali.

DISEGNO di RICERCA QUANTITATIVA

La ricerca quantitativa è caratterizzata da:

  • Un approccio più formalizzato, molto strutturato dell'itinerario di ricerca
  • Una maggiore rigidità fasi in ordine prestabilito (pro: raggiungere velocemente grandi masse di persone e contro: rigidità, meno reattiva, domande semplificate)
  • Una obbligatoria antecedenza logica della teoria, deduzione

L'utilizzo della matrice dati, strumento specifico per

l'organizzazione dei

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A.A. 2021-2022
28 pagine
2 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher StudenteCIM di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e ricerca sociale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Ceravolo Flavio.