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Il mondo inguaggio
Si interiorizzano, in questa fase, i rudimenti dell'apparato legittimante: il bambino impara perché i programmi sono così, ad esempio si deve essere coraggiosi perché si vuole diventare veri uomini. Nella socializzazione primaria, viene costituito il primo mondo dell'individuo.
La socializzazione primaria comporta una successione nell'apprendimento che è socialmente definita: a 6 anni imparare a scrivere, a 12 imparare il catechismo, ecc... Quello che però in una società è definito infanzia, in un'altra appartiene già all'età adulta.
La socializzazione primaria termina quando il concetto di "altro generalizzato" è ormai instaurato nella coscienza dell'individuo. La socializzazione non è mai totale e non è mai compiuta.
La socializzazione secondaria è l'interiorizzazione di sottomondi istituzionali o fondati.
La socializzazione secondaria è un processo che avviene all'interno delle istituzioni. La sua portata è determinata dalla complessità della divisione del lavoro e della distribuzione sociale della conoscenza.
La socializzazione secondaria consiste nell'acquisizione della conoscenza legata a un ruolo specifico. I ruoli, a loro volta, sono direttamente o indirettamente connessi alla divisione del lavoro.
Durante la socializzazione secondaria, è necessario acquisire un vocabolario specifico legato ai ruoli.
I sottomondi interiorizzati durante la socializzazione secondaria sono in genere realtà parziali che contrastano con il mondo base acquisito durante la socializzazione primaria.
Anche i sottomondi richiedono almeno i rudimenti di un apparato legittimante.
Il processo di interiorizzazione comporta l'assunzione di un'identità soggettiva legata al ruolo e alle sue norme appropriate.
C'è molta variabilità socio-storica nelle rappresentazioni legate alla socializzazione secondaria.
La socializzazione secondaria presuppone sempre un precedente processo di socializzazione primaria.
Il processo di socializzazione primaria e la realtà già interiorizzata tendono a persistere. Per stabilire e conservare la coerenza, la socializzazione secondaria presuppone procedimenti concettuali che integrano differenti corpi di conoscenza.
Mentre la socializzazione primaria non può avere luogo senza una identificazione emotiva del bimbo con le persone per lui importanti, la socializzazione secondaria può anche fare a meno di questa identificazione (è necessario amare la propria madre, ma non la propria maestra).
Si possono verificare delle crisi quando il bimbo scopre che "il mondo" dei suoi genitori non è l'unico esistente.
I ruoli della socializzazione secondaria sono caratterizzati da un alto grado di anonimia (la conoscenza insegnata da un maestro potrebbe essere insegnata da un altro...).
Lo shock è di molto inferiore quando si tratta di distruggere una realtà interiorizzata.
più tardi, rispetto aquella interiorizzata nella socializzazione primaria.- L’individuo crea una distanza tra il suo io totale e la sua realtà da una parte, e l’io parziale legato a un ruolo ela sua realtà dall’altra. Questo è possibile solo dopo che la socializzazione primaria sia stata completata.- C’è una realtà già interiorizzata che ostacola continuamente le nuove interiorizzazioni.- Il fatto che processi di socializzazione secondaria non implichino un’identificazione emotiva fanno sì checontenuti appresi in questa fase abbiano carattere molto fragile. In alcuni casi è d’obbligo mettere a puntospeciali tecniche che producano quel grado di identificazione necessario. Es. se voglio diventare musicista,devo immergermi in questo mondo molto di più di chi studia per diventare ingegnere. Il rapporto con gliindividui della propria comunità diventa, a questo punto, denso di valore,
utilizzano la socializzazione secondaria per interagire con gli altri e apprendere le norme e i valori della società. Questa forma di socializzazione avviene principalmente attraverso istituzioni come la scuola, il lavoro e i media. La socializzazione primaria, invece, avviene durante l'infanzia e coinvolge principalmente la famiglia e le persone più vicine al bambino. Durante questa fase, il bambino interiorizza le norme, i valori e le aspettative della società in cui vive. La preservazione della realtà è un processo attraverso il quale la società cerca di mantenere una certa coerenza tra la realtà oggettiva e la percezione soggettiva di essa. Questo processo avviene attraverso la conservazione e la trasformazione della realtà. La conservazione della realtà si riferisce ai meccanismi attraverso i quali la società cerca di mantenere la stabilità e la continuità delle sue istituzioni e dei suoi valori. Questi meccanismi includono la socializzazione, l'educazione e la riproduzione delle norme e dei valori culturali. La trasformazione della realtà, invece, si riferisce ai processi attraverso i quali la società si adatta e si evolve per affrontare le sfide e i cambiamenti che si verificano nel tempo. Questi processi includono l'innovazione, la riforma e la rivoluzione sociale. In conclusione, la socializzazione e la preservazione della realtà sono processi fondamentali per il funzionamento delle società complesse. Attraverso questi processi, le persone imparano a vivere in modo conforme alle norme e ai valori della società e la società stessa cerca di mantenere una certa coerenza tra la realtà oggettiva e la percezione soggettiva di essa.Servono per riaffermare la propria realtà soggettiva. Le persone importanti nella vita dell'individuo sono i principali agenti per la preservazione della sua realtà soggettiva, le persone meno importanti funzionano come una specie di coro. La relazione tra persone importanti e persone meno significative è dialettica. Per equiparare la forza di un atto di una persona molto importante (es. moglie), ci vuole una quantità maggiore (es. quotidiana del giornalaio) di azioni da parte di una persona meno importante.
Il veicolo più importante per la conservazione della realtà è la conversazione (anche non verbale). La maggior parte della conversazione quotidiana riafferma la nostra realtà, può permettersi di essere non curante perché si riferisce a routines. Quando la routine si arresta, significa che c'è un problema. In mancanza di conversazione può ricorrere ad altre tecniche come la corrispondenza epistolare.
però questa tecnica è meno efficace.
QUELLA DI EMERGENZA
In questo caso il procedimento è il medesimo che per le preservazioni della realtà di tipo comune, solo che le conferme della realtà devono essere esplicite e intense. Crisi della realtà possono essere sia collettivi che individuali e possono essere istituzionalizzati riti collettivi di preservazione della realtà.
Normalmente le trasformazioni vengono percepite dall'individuo come totali, però ciò non è esatto perché la realtà soggettiva non è mai totalmente socializzata e non può essere totalmente trasformata dai processi sociali. Ci sono trasformazioni che sembrano totali, queste si chiamano: R. Queste richiedono processi di ristrutturazioni, simile alla socializzazione primaria, però in questo caso, non si parte da zero. Per raggiungere una ristrutturazione riuscita ci vuole: una disponibilità
di un’efficace struttura di plausibilità (un esempio di ristrutturazione è la conversione religiosa). La struttura di plausibilità (es. comunità religiosa) deve diventare il mondo dell’individuo, soppiantando tutti gli altri, soprattutto il suo mondo precedente. e una disponibilità di un apparato legittimante. La vecchia realtà deve venire interpretata totalmente all’interno dell’apparato legittimante del nuovo mondo. La vita del periodo precedente viene annichilita (es. quando vivevo da peccatore….).nella risocializzazione il passato viene reinterpretato per adattarlo alla realtà presente, con la tendenza a minimizzare le trasformazioni avvenute. La base di realtà della risocializzazione è il presente, della socializzazione secondaria è il passato. 2) INTERIORIZZAZIONE E STRUTTURA SOCIALE La socializzazione avviene sempre nel contesto di unaPrecisa struttura sociale. Una socializzazione riuscita implica un alto grado di simmetria tra realtà oggettiva e soggettiva. Normalmente, non si hanno mai casi limite di socializzazione completamente riuscita o non riuscita in assoluto. Questo ultimo caso si verifica per i soggetti gravemente ritardati (individuo imprigionato nella realtà oggettiva della sua società). Un individuo la cui socializzazione non è riuscita viene spesso definito in un modo preciso: ad esempio lo storpio, il bastardo... Ci sono altri casi in cui:
- La socializzazione non riuscita in un mondo sociale può essere accompagnata da una socializzazione riuscita in un altro mondo
- La socializzazione non riuscita può essere dovuta a un'eterogeneità del personale socializzante, ad esempio genitori italiani e tata musulmana - in tal caso, comunque, il mondo dei genitori predomina - oppure un bambino al quale manca la figura di riferimento maschile
Un'età cruciale, può essersi identificato con dei lati femminili, in questo ultimo caso è necessaria la terapia. Discrepanze, possono avere luogo nella società contemporanea, tra il processo di socializzazione nella famiglia e quello nel gruppo dei coetanei. Potenzialmente tutti gli uomini sono di se stessi. Il bimbo tradisce i genitori quando ruba l'auto e il gruppo dei coetanei quando ruba le caramelle. La possibilità dell'individualismo è direttamente legata alla possibilità di una socializzazione non riuscita. Una socializzazione non riuscita solleva la domanda "Chi sono io?". Il ragazzo può desiderare di diventare ballerino, ma la sua posizione sociale rende sciocca e assurda questa sua ambizione. In tal caso si parla di un'identità dell'immaginazione, oggettivata nella coscienza dell'individuo.
come il suo vero io. Nella socializzazione secondaria non è necessario che l'interiorizzazione sia accompagnata da un'identificazione con le persone importanti, l'individuo può interiorizzare realtà differenti, senza identificarsi con esse. Una società in cui mondi divergenti sono disponibili a tutti su una base di mercato porta l'individuo a recitare diversi ruoli. Ci sarà un aumento della consapevolezza generale della relatività di tutti i mondi, incluso il proprio che viene percepito uno dei mondi e non più il mondo. Una situazione di questo genere non può essere compresa se non la si pone continuamente in relazione con il suo contesto socio-culturale che deriva dalla necessaria relazione tra la divisione sociale del lavoro e la distribuzione sociale della conoscenza. 3) TEORIE SULL'IDENTITÀ L'identità è un elemento chiave della realtà soggettiva e in rapporto dialettico con lasocietà (nasce dalla IDENTITÀ dialettica tra individuo e società).