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La nascita dell'Europa
"Questa nuova potenza va incontro a Roma ed alla sua civiltà, non per distruggerla ma per associarsi ad essa su piede di parità. Così nasce l'Europa." (Koschaker, p. 57)
Sebbene l'idea di impero franco-cristiano (ancora presente nell'843) non permetta ai francesi dell'epoca di considerare straniere le stirpi tedesche, proprio col trattato di Verdun appare il "sentimento, e il desiderio che ne deriva, di una esistenza statale separata", ovvero di un regnum teutonicum (il cui nome appare solo nel X sec.) e di una coscienza nazionale francese "sviluppata poco a poco, benché più in fretta di quella tedesca in relazione al più precoce raggiungimento dell'unità politica" (Koschaker, p. 48).
L'Europa delle nazionalità
"Il Medioevo è cristiano e quindi universale. Naturalmente le nazioni d'Europa esistono già o sono almeno considerate in via di formazione. Ma"
Per l'uomo medievale il contrasto fra cristiani e pagani è molto più importante di quello fra Tedeschi, Italiani e Francesi. Di qui anche la poderosa influenza di fattori universali, quali sono le varie manifestazioni dell'idea di Roma." (Koschaker, p. 87)
La storia successiva alla suddivisione dell'impero carolingio si può esprimere in estrema sintesi (dunque, sicuramente parziale) come un contrasto fra forze particolaristiche e tendenze allosviluppo di poteri centrali di fronte alla sempre più forte dissoluzione dei poteri universalistici di impero e papato "scossi dalla loro grande contesa" (Koschaker, p. 42) che "terminerà solo nel XIV sec. con la disfatta di ambedue" (Koschaker, p. 79): tali poteri centrali sono i futuri Stati nazionali (o regionali, per Italia e Germania) cui in alcune occasioni si frappone qualche tentativo di realizzare unioni più ampie.
"Le radici dei nuovi Stati sono da"
ricercare nella forte posizione del sovrano, nell'accentramento del governo e nel buon ordinamento delle finanze, che erano caratteristici degli Stati normanni, formatisi nell'XI e XII sec. in Normandia, Inghilterra, Sicilia e perfino nello Stato dei Vareghi in Russia.» Lo sviluppo del sistema feudale in Francia e Inghilterra «determinò la formazione di quella piramide feudale al cui vertice sta il re, [dando] a quest'ultimo i mezzi per accentrare a poco a poco lo Stato nella sua persona. In Germania, invece, lo Stato moderno nacque non nell'impero, ma negli Stati territoriali.» (Koschaker, p. 81-82)
- note -
- Per Pierre George (I metodi della geografia, ed. Saggiatore 1974, pp. 9-11 passim) «la geografia è metodologicamente eterogenea. Da un lato si colloca tra le scienze della terra o della natura, dalla mineralogia alla geologia e alla biologia, ed dall'altro tra le scienze dell'uomo, dalla storia alla sociologia, all'economia,
alla psicologia sociale... la combinazione di queste scienze è l'oggetto dei suoi studi [...] in definitiva la geografia è scienza umana, perché non si saprebbe giustificare l'unità di queste ricerche disparate per via dell'identità di oggetto e di metodi, se non le si polarizzasse tutte quante attorno all'azione dell'uomo.
2. Paul Koschaker (1879-1951) è un romanista tedesco che vuole ricostruire "lo sviluppo del diritto romano in Occidente dal Medioevo a oggi" e il testo è stato scritto prevalentemente durante la seconda guerra mondiale: alcune affermazioni possono risultare datate, tuttavia le ritengo stimolanti. L'edizione originale è del 1947, poi ristampata postuma nel 1958.
3. Per Erodoto: "L'Asia ed i popoli barbari che vi abitano i Persiani li attribuiscono a sé, ma l'Europa e tutto ciò che è ellenico viene da essi ritenuto estraneo".
4.
Henri Pirenne: Maometto e Carlo Magno, 1937. La maggiore obbiezione alla tesi di Pirenne consiste nell'uso di fattori esterni per spiegare mutamenti interni dell'Europa occidentale; tuttavia, nel contesto del presente discorso, essa si può considerare come un possibile riferimento.
5. L'indebolimento di Bisanzio consente ai Mongoli di distruggere nel 1237-40 l'Impero di Kiev "escludendo per secoli la Russia dalla civiltà europea [e facendo] sì che questa non appartenesse mai interamente all'Europa" (Koschaker, p. 30).
6. La dottrina dei due poteri, l'auctoritas sacra del Papa e la regalis potestas viene formulata già nel 494 da Papa Gelasio I: entrambi, appoggiandosi l'un l'altro, guidano l'umanità. Tuttavia a fine V sec. quest'idea ha lo scopo di rendere autonomo il pontefice di Roma da Costantinopoli ed è perciò diversa dalla teoria dei 'due soli' di Dante.
7.
«Gli imperatori tedeschi non hanno mai fatto una politica imperialistica in senso moderno, ed il loro impero, anche al tempo della sua più grande potenza sotto Enrico VI [1190-97 ...] non erané per estensione territoriale né per struttura paragonabile con l’impero universale romano, anche se si parla di dominio universale limitatamente all’Occidente»: l’imperatore è «al vertice di una gerarchia in senso feudale», cioè ha una «precedenza di rango» o è paragonabile a una auctoritas (Koschaker, p. 93-95).
8. A mo’ di schema riassuntivo.
L’Impero romano si realizza fra il III sec. a. C. (con le guerre