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Tab. Esperienza scolastica: chiedersi il senso di essere a scuola e sentirsi annoiato
Esperienza Totalscolastica:sentirsiannoiato
Non indica | Mai | Qualche volta | Spesso | Sempre | |||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
Esperienza Non indica | 12,8% | ,2% | ,1% | 1,1% | |||||||
Mai | 28% | 6,9% | 14,5% | 2,8% | ,6% | 24,9% | |||||
Qualche volta | 5,16% | 2,2% | 5,3% | 29,5% | 9,6% | 1,2% | 45,9% | ||||
Spesso | 2,162% | 8,9% | 7,1% | 1,1% | 19,2% | ||||||
Sempre | 1,011% | 2,9% | 3,6% | 1,3% | 9% | ||||||
Total | 11,175 | 630 | 260 | 49 | 112 | 51% | 15,6% | 56% | 23,1% | 4,4% | 100% |
7Star bene a scuola
Considerando i giovani che hanno difficoltà scolastiche e quelli che vivono la scuola con un senso di malessere, ci siamo occupati di minoranze, per quanto cospicue. Guardiamo ora all'altra faccia della stessa medaglia e cioè agli indicatori di "benessere"; infatti, la maggioranza degli studenti a scuola ci sta, tutto sommato, abbastanza bene. Il senso di benessere personale derivante dal fatto di "sentirsi soddisfatto" (sempre, o spesso) è condiviso da una
La maggioranza degli studenti (56%),. Le ragazze sono mediamente più soddisfatte (60,8%) dei loro compagni maschi (54%). La quota più consistente di "soddisfatti" si trova negli istituti professionali, mentre la quota più alta di non soddisfatti la troviamo negli istituti tecnici e, in misura però minore, nei licei. La maggiore insoddisfazione dei liceali può dipendere, come si è già visto prima, dal fatto che questi studenti hanno aspettative e aspirazioni più elevate e quindi sono maggiormente esposti alla delusione. Mentre il ridotto livello di soddisfazione degli studenti degli istituti tecnici potrebbe dipendere proprio dalla natura di questi istituti, lontano dalle soddisfazioni della "cultura", fornite dai licei, ma anche dalle soddisfazioni di natura pratica sperimentata da molti studenti "professionali". Se guardiamo al background culturale della famiglia, vediamo che coloro che si sentonosoddisfazione scolastica basata sull'applicazione pratica delle conoscenze acquisite. Questo aspetto risulta essere particolarmente rilevante per gli studenti, che mostrano un livello di soddisfazione più elevato quando hanno la possibilità di mettere in pratica ciò che hanno imparato. Inoltre, è interessante notare che la soddisfazione scolastica è strettamente legata all'autostima. Gli studenti che si sentono soddisfatti sono il doppio di quelli che si considerano "fallimenti". Questo suggerisce che il successo accademico e l'autostima sono fattori interconnessi. In conclusione, i risultati evidenziano che la soddisfazione scolastica dipende da diversi fattori, tra cui il livello di successo accademico, l'opportunità di mettere in pratica ciò che si è appreso e l'autostima. Promuovere un ambiente scolastico che favorisca questi elementi potrebbe contribuire a migliorare la soddisfazione degli studenti.Scuola come luogo dove si imparano cose che servono e non fine a sé stessa e quindi che trova in sé il senso della propria esistenza. Il mettere in pratica quello che si è appreso è un'esperienza che viene indicata come costante o almeno frequente ("sempre" o "spesso") da una minoranza consistente degli studenti intervistati (il 41,8 %), minoranza che raggiunge, ovviamente, la massima ampiezza nel caso degli istituti professionali (dove sfiora la metà del campione, 48,9 %). L'assenza completa di questo orientamento alla "pratica" e alla "concretezza" è segnalata da un 12 % degli studenti senza apprezzabili differenze tra licei e istituti professionali. Sono gli studenti degli istituti tecnici a segnalare con maggiore frequenza l'assenza di "praticità".
Per il 45% degli intervistati, il "mettere in pratica" è un'esperienza occasionale, che capita loro solo "qualche volta". Questo dato è già di per sé interessante: "il mettere in pratica" non è un prerogativa solo dell'istruzione professionale. È presente, in forme che saranno ovviamente diverse, anche nei licei ed è avvertita come più scarsa negli istituti tecnici. Le differenze però non sono molto marcate e ciò significa che si tratta di una differenza nelle modalità e negli stili didattici, abbastanza indipendente dal tipo di scuola, che alcuni insegnanti adottano regolarmente, altri saltuariamente e altri ancora niente del tutto. Il risultato interessante, e anche un po' sorprendente, è però un altro. Sperimentare la possibilità di mettere in pratica quello che si è appreso agisce come un potente fattore di soddisfazione.Il testo fornito può essere formattato utilizzando i seguenti tag HTML:
dell’esperienza scolastica nel suo complesso. Come risulta dai dati della Tab. la relazione con il grado di soddisfazione è non solo statisticamente significativa, ma piuttosto forte.
Lo stesso vale per il rapporto inverso con l’indicatore “chiedersi che senso ha essere a scuola”. In altre parole, tutti gli indicatori di “benessere” sono positivamente correlati con la possibilità di mettere in pratica quello che si è appreso e tutti gli indicatori di “malessere” lo sono negativamente.
Esperienza scolastica: sentirsi soddisfatto | Non indica | Mai | Qualche volta | Spesso | Sempre |
---|---|---|---|---|---|
Esperienza scolastica: mettere subito in pratica ciò che ho imparato | Non indica | 0,2% | 0,2% | 1,0% | |
Mai | 19,0% | 16,0% | 8,7% | 11,4% | 12,1% |
Qualche volta | 66,7% | 51,7% | 43,1% | 16,5% | 45,2% |
Spesso | 11,9% | 29,4% | 43,1% | 46,8% | 36,4% |
Sempre | 2,4% | 2,7% | 4,9% | 25,3% | 5,3% |
Total | 9 | 42 |
445 550 79 1125100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
Tab. Esperienza scolastica: mettere subito in pratica ciò che ho imparato e chiedersi il senso di essere a scuola
Esperienza Totalscolastica: chiedersi il senso di essere a scuola
Non indica Mai Qualche volta Spesso Sempre
Esperienza Non indica 11scolastica: mettere subito in pratica ciò che ho imparato 75,0% ,4% ,2% 1,0%
Mai 13610,7% 9,9% 16,2% 19,8% 12,1%
Qualche volta 50716,7% 38,9% 45,3% 51,9% 49,5% 45,0%
Spesso 4128,3% 42,5% 38,9% 28,2% 29,7% 36,6%
Sempre 607,5% 5,8% 3,7% 1,0% 5,3%
Total 12 280 517 216 101 1126100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0% 100,0%
Su questo risultato dovrebbero riflettere tutti coloro che nell'insegnamento (e nella formazione degli insegnanti) privilegiano i contenuti disciplinari rispetto alle competenze metodologiche e didattiche. Una didattica attiva, orientata all'apprendere attraverso il fare, dove si può toccare con mano a che cosa serve ciò che si è appreso fa
Evidentemente la differenza nel motivare all'apprendimento e ciò non è legato alla dicotomia per certi versi obsoleta tra scuola di "cultura" e scuola "professionalizzante". Un conferma dall'analisi dei fattori.
L'analisi dei singoli item condotta finora ottiene conferma dall'analisi dei fattori alla quale abbiamo sottoposto la batteria di indicatori sull'esperienza scolastica. Sono stati identificati quattro fattori che insieme spiegano ca. il 52% della variabilità totale.
Il primo fattore che abbiamo chiamato "malessere" comprende i seguenti item: sentirsi stressato, chiedersi che senso ha essere a scuola, sentirsi oppresso al pensiero di dover andare a scuola, sentirsi annoiato. Cresce, ma moderatamente, al diminuire del rendimento scolastico e in presenza di bocciature ed è più alto nei licei e più basso negli istituti professionali (gli istituti tecnici occupano la posizione intermedia).
Non è linearmente connesso al livello culturale della famiglia, ma è più alto agli estremi della scala. In altri termini c'è più malessere tra chi proviene da livelli molto alti oppure molto bassi e si riduce un poco ai livelli intermedi. Il secondo fattore, che abbiamo chiamato "isolamento" comprende i seguenti item: sentirsi isolato dagli altri, sentirsi diverso dagli altri studenti, avere paura dei compagni. È significativamente legato al rendimento nel senso che è più alto per i più bravi e al genere (è più alto per le ragazze). Non ha nessun legame con la classe sociale e il livello culturale della famiglia, e neppure con l'esperienza della bocciatura. In altre parole, gli "asini" non vengono messi al bando dalla classe nella quale restano bene integrati. L'isolamento è un po' più alto nei licei e negli istituti professionali, ma la differenza è.Il terzo fattore, che abbiamo chiamato "benessere", è composto dai seguenti item: mettere in pratica ciò che si è imparato, sentirsi soddisfatto, sentirsi incoraggiato dagli insegnanti, sentirsi ben voluto. Qui il legame col rendimento scolastico è piuttosto evidente (ed anche statisticamente significativo). Non stupisce che se si vuole star bene a scuola è meglio avere buoni voti. Il nesso con il tipo di scuola è debole, ma di nuovo mette insieme licei e istituti professionali (con livelli leggermente più alti) mentre gli istituti tecnici si collocano ad un gradino di "benessere" più basso. È interessante notare che licei e istituti professionali presentano i più alti punteggi sia di "malessere" che di "benessere", negli istituti tecnici c'è invece maggiore livellamento. Tra i vari fattori è l'unico che presenta una differenza appena percepibile.
significativa a seconda dell'area geografia nelsenso che c'è più senso di "benessere" nelle scuole del Sud che non in quelle del Nord.
Il quarto fattore, infine, misura le "difficoltà" incontrate dagli studenti e comprende i seguenti item: non capire le spiegazioni degli insegnanti, avere la sensazione di non farcela, desiderare aiuto per le materia difficili. Questo fattore è ovviamente legato a bassi rendimenti, bocciature e a tutte quelle condizioni che favoriscono l'insuccesso scolastico (bassa classe sociale, basso livello culturale della famiglia). Qui conta molto anche il tipo di scuola: gli studenti che sperimentano queste difficoltà sono molto più frequenti negli istituti professionali che non nei licei. Gli istituti tecnici, ancora una volta, stanno nel mezzo.
Aspetti di soddi