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ERMENEUTICA DEL CALCIO

Lo stadio come sistema cognitivo e normativo

Una partita di calcio è anche un'occasione in cui un'autorità legittima (arbitro) decide istantaneamente, in base a un regolamento ufficiale e soprattutto a un sistema di riferimenti cognitivi e morali più o meno taciti e consapevoli, che possono influenzare lo svolgimento della partita.

Il Regolamento è il risultato delle modifiche apportate in base all'evoluzione storica del gioco; esso prevede, accanto a norme costitutive dettagliate, norme pratiche che includono valutazioni (percettive, cognitive, morali) immediate da parte dell'arbitro. L'intenzionalità è l'aspetto decisivo di questa regola.

Nel calcio, a differenza che nel basket e nell'atletica, le decisioni dell'arbitro restano valide, anche quando sono palesemente errate. Una partita di calcio è caratterizzata dall'irreversibilità: non è modificabile.

La legittimità dell'autorità dell'arbitro non può mai essere messa in discussione. Gli spettatori interpretano ciò che avviene in campo in base alla loro adesione o appartenenza a una parte in gioco (la squadra) e non alla giustizia (formale o informale, tacita o esplicita) a cui è supposta riferirsi l'autorità legittima. L'arbitro è per gli spettatori l'autorità legale ma non legittima. Nello stadio (al contrario dell'aula di un tribunale ...) la contestazione delle decisioni arbitrali sembra essere la norma, e non comporta (entro certi limiti) alcuna sanzione: la contestazione da parte del pubblico è normalmente incorporata nell'evento "partita di calcio", la presenza è legittima. A chi segue la partita in televisione, al contrario di chi la segue nello stadio, il ruolo del pubblico appare del tutto marginale. Il campo da gioco e il campo del pubblico Frame: "cornice"simbolica" che rende unica una determinata situazione sociale, delimitandola rispetto ad altre situazioni. All'interno dello stadio, frame principale o dominante, è possibile identificare altre articolazioni oframes. Si può distinguere tra "cornice pubblica" e "cornice nascosta" (spogliatoi, riscaldamento) di unostadio. Il passaggio da quella segreta a quella pubblica è regolato in modo minuzioso, anche se informale (rito di coesione: urlo corale, parola d'ordine ...). Diversamente dal basket, nel calcio l'espulsione è una circostanza altamente drammatizzata in termini rituali, ha un vero significato di degradazione pubblica (un giocatore espulso deve raggiungere gli spogliatoi). La "cornice pubblica" è a sua volta divisa nella cornice "del campo da gioco" e in quella degli "spettatori". La violazione diretta o indiretta (lancio di oggetti) del campo ha spesso per gli spettatori.Il significato di una giustizia sostanziale, di una vendetta nei confronti dei tifosi nemici oppure dei giocatori della squadra avversaria. L'interazione comunicativa tra giocatori e pubblico costituisce un aspetto essenziale della partita. Non solo il pubblico incita i giocatori, ma i giocatori incitano il pubblico perché li inciti. Interpretazione ed emozione La relazione critica tra le due cornici è costante in ogni partita di calcio. Ciò che muta è la soglia dopo la quale la protesta può dar luogo a comportamenti violenti. La soglia dipende da numerosi fattori (classifica, importanza dell'incontro, precedenti torti, etc.) ma soprattutto da due fattori: una sequenza di gioco prolungata che si conclude con una decisione fatidica e la compressione (isolamento dei tifosi organizzati, solitamente della squadra ospitata) della cornice in cui sono presenti i tifosi stessi. Il grado di violenza dipende soprattutto da un conflitto tra sfere dilegittimità. Il carattere indicale (hic et nunc) delle regole a cui l'autorità è supposta riferirsi per interpretare e decidere, rende il dissenso del pubblico un elemento costante, strutturale di una partita di calcio. Gli spettatori non vanno allo stadio per "assistere" a un gioco, ma per manifestare, in base alla loro identificazione in una squadra, il proprio giudizio su ciò che sta avvenendo in campo. Quanto più uno sport che si svolga in pubblico contiene come suo momento essenziale l'interpretazione, in base a certe norme, di ciò che sta avvenendo in campo, tanto più quello sport sarà suscettibile di provocare nel pubblico dissenso sull'interpretazione, contestazione della legittimità delle norme, proteste, perfino comportamenti violenti. A differenziare il pubblico del calcio da quello di altri sport contribuiscono particolari condizioni storiche o culturali (stampa, media) ma soprattutto la

La struttura formale e la particolare sequenzialità dei diversi giochi. Nel calcio il grado di fatalità delle singole azioni di gioco è più alto che in ogni altro sport di squadra. L'arbitro è solo a decidere.

CAPITOLO III - ECOLOGIA E POLITICA DELLO STADIO

Lo stadio e il suo pubblico

Disposizione degli spettatori:

  • tribune o distinti: appassionati, disposti a spendere cifre rilevanti, esibiscono bandiere e striscioni ma la loro partecipazione si limita in genere agli applausi o a qualche grido isolato; (tribune centrali e d'onore: vip, uomini politici). Impunità in tribuna: attiva e passiva.
  • parterre, spazio recintato che si estende tra il campo e gli spalti: amatori, settore tranquillo, non organizzato, interessato alla prossimità con i giocatori;
  • popolari o gradinate: tifosi in senso lato, fondamentali per la riuscita dello spettacolo costituito dal pubblico, ma diretto dalla curva. Ruolo di interprete e di giudice di parte.

diverse cornici dettano i diversi ruoli, a cui gli attori tendono in linea di massima a conformarsi. I fenomeni di massa come il panico incontrollato sono l'eccezione in uno stadio. Si possono verificare quando la distinzione tra le varie cornici sia confusa o trascurata.

La cultura delle "curve"

Nella curva prendono posto i tifosi organizzati. All'interno della curva i ruoli sono distribuiti secondo una gerarchia di prestigio informale ma rigorosa: capi-coro (capi storici, sincronizzano le azioni della curva e passano quasi tutta la partita con le spalle rivolte al campo), nuclei militanti delle tifoserie, ... La curva è vissuta dagli ultra come il proprio territorio, viene frequentata in base alla fedeltà alla tifoseria ed esistono regole informali ma ferree di inclusione e di esclusione che permettono l'accesso alla cornice della curva.

Il boom delle formazioni ultra avviene in Italia verso la metà degli anni '70, e ciò può

'70 (es. Brigate Rosse, Nuclei Armati Rivoluzionari) o di gruppi politici di estrema destra (es. Forza Nuova, CasaPound); simboli legati alla cultura ultras, come i pugni chiusi, i teschi, le torce e le stelle a 5 punte; riferimenti a personaggi storici o mitologici, come Che Guevara, pantere e leoni; emblemi che richiamano la storia del proprio club, come stemmi, colori e sigle. L'adozione di queste simbologie parapolitiche rifletteva la diffusione di movimenti giovanili extraparlamentari, che si contrapponevano all'istituzione e cercavano di esprimere la propria identità attraverso simboli di ribellione e di appartenenza a una comunità. Gli ultras, infatti, si considerano una vera e propria subcultura, con una propria etica e valori, tra cui la fedeltà ai colori del proprio club. Per gli ultras, il contrassegno della loro identità è fondamentale e non possono accettare quello che ritengono un tradimento della bandiera. Questo può portare a conflitti tra le diverse curve e tribune, dove ogni tifoseria cerca di affermare la propria identità e superiorità. Tutto ciò che può contribuire all'identità della tifoseria, in quanto opposta ad altre tifoserie, viene adottato senza riferimento al significato originario del simbolo. Questo ha portato a una stratificazione degli emblemi adottati, che possono richiamare movimenti estremisti, culture ultras o la storia del proprio club.

‘70 (brigate rossonere);

nomi che si richiamano alla cultura inglese e tedesca con insistenza sui significati dell’eroismo, del combattimento (Vikings, Skins);

spirito goliardico, disposizione al "casino" (Skonvolts, Cirrosi Epatica).

Non solo emblemi dal referente politico opposto coesistono da anni nelle stesse curve, ma spesso nelle stesse denominazioni dei gruppi ultra.

L’uso di canti e cori è stato mutuato dai supporters inglesi. I canti e i cori dei tifosi italiani hanno valore e funzione analoghi a quelli dei soldati in marcia.

La cultura delle curve è uniforme, assolutamente omogenea: avendo senso solo nel conflitto istituzionale fra i tifosi organizzati, il linguaggio verbale, musicale e gestuale è obbligatorio, cioè uniforme, in tutti gli stadi. Uniformità significa condivisione dello stesso rito.

Il conflitto tra i vari tifosi ha senso solo all’interno di una cultura (simbolica, gestuale, musicale) totalmente condivisa.

La cornice dello stadio non solo attrae, trasforma e utilizza i simboli esterni, ma li pone al servizio di riti di opposizione simbolica stabili, uniformi e in certo senso ossessivi. I conflitti tra tifosi non sono sociali ma rituali. L'opposizione simbolica primaria. Ogni generico tifoso di calcio che non tifi per la nostra squadra è passibile di inimicizia, mentre gli ultra delle altre squadre sono passibili di atti di guerra. Gli amici dei nostri nemici sono nostri nemici, e i nemici dei nostri amici sono nostri nemici: logica delle alleanze. Esiste una vera e propria memoria storica che alimenta le inimicizie. I giovani tifosi si abituano a coltivare, frequentando i loro colleghi più anziani, l'avversione per le squadre e le tifoserie nemiche. Mentre le inimicizie possono essere interrotte solo con decisioni vissute come "storiche", i gemellaggi vanno e vengono. Se un giocatore particolarmente amato viene trasferito alla fine della carriera ad un'altra.

squadra(solitamente meno forte), la curva tenderà ad adottare la nuova squadra del giocatore. Se questi si trasferisce per motivi "immorali" (soldi, squadra forte) il rancore può giungere all'aggressione fisica.

Trasformazione dei simboli politici

L'identità dell'ultra appare intermittente (si esprime solo la domenica) e transitoria (dalla curva alla tribuna, con l'età), ma non è labile, non viene rinnegata.

È necessario distinguere tra i simboli politici adottati nella curva e le appartenenze politiche che devono coesistere nella curva. I tifosi subordinano il referente politico a quello dominante nello stadio.

Un aspetto relativamente nuovo alle relazioni tra tifo organizzato e simbologie politiche è costituito dalla comparsa di opposizioni di tipo "razzista" o "etnico", che devono essere comprese all'interno dell'opposizione rituale amico/nemico, e che rientrano nella natura

dell'identità del tifoso l'esasperazione verbale del conflitto e l'uso delle iperboli
Dettagli
Publisher
A.A. 2007-2008
9 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Novadelia di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Genova o del prof Scienze Sociali Prof.