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La famiglia post-familiare: una nuova tipologia di famiglia
La classica divisione di Burgess et al.(1960) tra famiglia istituzionale e famiglia basata sulla companionship (comunità di amicizia) ha lasciato il posto a una pluralità di tipologie di coppie che la diffusione dell'individualismo ha sviluppato modificando l'istituto familiare tradizionale. Beck-Gernsheim (2003), analizzando questo ultimo aspetto, segnala che si sta verificando una transizione verso una "famiglia post-familiare", dove le relazioni tra i membri della famiglia hanno perso la tipologia autoritaria e gerarchica e si fanno di volta in volta più elettive. Negli ultimi decenni è aumentato il livello di autonomia individuale nei progetti di vita, ciò ha modificato i rapporti intrafamiliari ed extrafamiliari. Il rapporto genitori-figli da sempre legato a valori e norme di comportamento che giustificavano l'autorità e l'azione educativa rigorosa dei genitori rivolta agli adolescenti, ed a loro.Il processo di socializzazione e di strutturazione della personalità, oggi assume aspetti più affettivi e protettivi. L'individualismo sta provocando trasformazioni profonde delle istituzioni quali il matrimonio, la famiglia, la scuola che hanno perso il rigore educativo.
La formazione delle giovani generazioni favorisce una "democrazia" nei rapporti che nuoce alla distinzione dei ruoli sia in ambito familiare (genitore amico e fratello), sia in ambito istituzionale.
Diversi fattori hanno determinato l'innovazione dell'istituto familiare: il mutamento del ruolo sociale delle donne, che si sono liberate dei ruoli prevalentemente domestici e familiari ed hanno acquisito ruolo pubblico ed economico; la pianificazione familiare come principio di regolazione del concepimento; la scomparsa.
della famiglia patriarcale, la conseguente affermazione della famiglia "negoziante" e l'apparizione di nuove forme familiari. Ciò non significa che la famiglia sia un'istituzione in crisi, piuttosto che sta assumendo una nuova forma storica. La maggioranza delle persone continua a conferire una grande rilevanza a questa istituzione, Durkheim afferma a proposito dei mutamenti familiari: "La famiglia di oggi non è più o meno perfetta di quella di una volta: è solo diversa perché le circostanze sono diverse." (2)2 Durkheim E. Introduzione alla sociologia della famiglia in Per una sociologia della famiglia. Le relazioni di coppia sono quelle che si sono maggiormente evolute all'interno della famiglia: se fino a qualche decennio fa il rapporto con il coniuge aveva un carattere marcatamente prescrittivo e si stabiliva per tutta la vita, oggi l'esistenza e la durata di questa relazione è molto piùcondizionata dalla reciproca soddisfazione ed accettazione della vita di coppia, in tal senso, i rapporti di coppia assomigliano maggiormente a relazioni di amicizia. Come affermano Berger e Kellner: "Il matrimonio e la famiglia erano in principio di solito incastrati in una matrice di relazioni comunitarie più ampie [...] c'erano poche barriere a separare il mondo della famiglia personale e la comunità più ampia. [...] Nella nostra società contemporanea, invece, ogni famiglia costituisce il suo proprio sottoinsieme segregato." Vi era un più ampio controllo sociale da parte dei gruppi contigui(3). Nella società contemporanea le relazioni coniugali vengono scelte mentre quelle familiari sono "date", i giovani "individualisti" hanno potuto conseguire, rispetto alla generazione precedente, un migliore livello d'istruzione, ed un maggiore livello educativo che porta ad una scelta consapevole del.loro futuro professionale e personale, ad iniziare dalla libera scelta del proprio partner. 3 Berger P.L. e Kellner H. (1974), Marriage and the Construction of Reality. Questo è un effetto positivo del modello educativo più paritario e dialogante che i genitori hanno scelto di instaurare con i figli, fondato sul colloquio e sull'ascolto del figlio adolescente che può affrontare le relazioni extrafamiliari e sociali con una guida di cui riconosce positivamente l'autorevolezza e ne segue i dettami. Tradizionalmente è riconosciuto all'interno della famiglia un maggiore investimento emotivo e maggiori responsabilità alla donna per la capacità di socializzare e mantenere un forte senso di unione, specialmente con i figli. (Becker 1985; Harris, Morgan 1991). 4 L'analisi di Kalmijn (2007), per esempio, evidenzia che in caso di divorzio o di morte della madre, la relazione tra il padre e il/i figlio/i risulta indebolita, considerando ilRuolo di "collante" svolto nella famiglia dalla donna. Il maggiore contributo femminile è riconosciuto anche nei rapporti tra fratelli, i legami sono più stretti tra le sorelle e più deboli tra i fratelli. Le sorelle, nella società moderna, assumono un ruolo importante nell'intero ciclo di vita, preservando i vincoli familiari, prendendosi cura dei genitori anziani e offrendo servizi tangibili ed economicamente rilevanti, inoltre assicurandosi sostegno emotivo e psicologico ai fratelli maschi. Comunque nella famiglia nucleare tipica della società post-industriale i rapporti tra fratelli sono secondari rispetto al vincolo dominante tra i coniugi, e tra genitori e figli. Nel rapporto di relazione tra genitori e figli è fondamentale l'idea di famiglia che il giovane post-adolescente percepisce di "nido".
protetto “dove permanere a lungo .La perdita della gerarchia dei ruoli tra genitori e figli ha favorito rapportiintergenerazionali paritetici ed essenzialmente affettivi .Il modello educativo paritario instaurato sin dalla primissima infanzia hacertamente ripercussioni positive sull’ambiente familiare adattato all’esigenze disviluppo psicofisico dell’adolescente , ma rappresenta anche una perdita di autorità.e credibilità dei genitori,soprattutto della figura paterna .I genitori “si sono trovati smarriti in un nuovo scenario “ dove non potevano essererinnovati processi educativi e di socializzazione primaria validi nelle generazionipassate. Nella famiglia tradizionale oltre al padre ed alla madre erano presenti altrerisorse quali una estesa rete parentale , il vicinato ed il gruppo dei pari chepartecipavano a diversi livelli all’educazione e socializzazione degli adolescenti .La polverizzazione del tessuto familiare ristretto
alle figure genitoriali ed i figli, hanno molto ridotto le tipologie di relazioni interpersonali che gli adolescenti intrattengono, soprattutto per l'esigenza di entrambi i genitori di assentarsi da casa per gran parte della giornata, per impegni lavorativi, o per il tempo libero. L'assenza prolungata di entrambi i genitori costringe i figli, anche in età prescolare, a vivere lontano dai genitori e a relazionarsi con figure extrafamiliari con i nuovi mezzi di comunicazione, televisione, computer ed internet. Queste nuove forme di comunicazione e relazione sono desocializzanti e diseducano ai rapporti umani creando un mondo virtuale totalmente avulso dalla realtà. Soprattutto la figura paterna, tradizionalmente considerata autorevole e di guida morale, ha perso prestigio e nel timore di perdere la relazione affettiva è più incline ad assecondare i desideri dei figli. La madre mantiene il rapporto ancestrale con i figli in quanto procreatrice, mala lontananza da casa le fa perdere il ruolo digestione della "comunità domestica" e di trasmissione di regole e stili di vita. I figli nella famiglia vivono in totale autonomia, slegati da norme rigide di comportamento, organizzano, visibilmente all'interno della casa, spazi di vita personali che spesso li isolano dall'ambiente familiare. I figli sono in relazione con i genitori in un rapporto intergenerazionale trasoggetti alla pari in una continua negoziazione e rinegoziazione di valori e obiettivi educativi. La famiglia non determina e non orienta le scelte di vita dei figli, quasi sempre i figli comunicano le loro scelte che i genitori supportano con impegni economici talvolta gravosi: "non è più la famiglia a determinare le condizioni dei suoi componenti, ma sono i figli che con maggiore frequenza determinano le sorti della famiglia." La tarda adolescenza è un periodo particolarmente complesso per il crescente.scollamento che si verifica tra l'acquisizione della maturità fisica, notevolmente anticipata, e la mancata acquisizione di responsabilità adulte. In assenza di riti chiari di passaggio all'età adulta si identificano momenti socialmente rilevanti, quali la conclusione del percorso scolastico o l'ingresso all'università, l'ingresso nel mondo del lavoro o la ricerca del lavoro, la scelta affettiva premessa per costituire un proprio nucleo familiare. Alla luce del fenomeno, tipicamente italiano, della permanenza del giovane adulto in famiglia, si parla di "famiglia lunga" e di "posticipazione", i giovani sono tenuti ai margini dell'assunzione di responsabilità, e spinti al consumo di beni espressione di uno "status sociale".
Carabetta Carmelo Giovani, cultura e famiglia Franco Angeli editore
I giovani nell'assenza di regole, di vincoli morali ed istituzionali:
famiglia, matrimonio, liberi di seguire le loro inclinazioni, senza impegni lavorativi o di studio, vivono un "Presente assoluto" senza responsabilità per il futuro, tutelati e supportati dalla famiglia percepita come rifugio. La giovinezza non è più un periodo di preparazione in attesa di un futuro da adulti, il suo prolungarsi è segno di incertezza del processo formativo, non si raggiunge l'autonomia economica, le nuove generazioni vivono il perpetuo ruolo di Peter Pan. Ciò che spinge tantissimi giovani a prolungare la permanenza nella propria famiglia di origine è la scelta di preservarsi dalle fatiche e dalle paure che può riservare la società, e spesso cela situazioni di pendolarismo con realtà di semiconvivenza o di vita da single. La condizione giovanile in Italia non è uniforme: per una quota cospicua di ragazzi, soprattutto del Sud, la giovinezza non è affatto una lunga ecomodamoratoria in attesa di assumere ruoli adulti, ma è una stagione breve in