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CAP 1 IN PRINCIPIO ERA IL CORPO

GEORGE GRODDECK afferma che l'infanzia è la cosa più importante della vita dell'uomo,

infatti si raggiunge un tale benessere da non ricordarselo nemmeno, questo tipo di vita è

una vita pre-sociale legata all'ambiente materno come un unico corpo, poi la struttura

sociale rompe questo legame madre-figlio. Questo ultimo processo è dato dall' alterità,

componente indispensabile per la costruzione sociale. Parlando della vita nell'ambiente

materno scopriamo che questa non ha vocazione relazionale, non c'è un "esterno", il

bambino cresce in armonia con se stesso, con la logica del principio di piacere,

consentendo un equilibrio mente-corpo.

GUMPRIT: Il bambino è una persona intensamente corporeizzata, non ha imparato ad

estrarre la mente dal corpo

Per entrare nella società si deve rinunciare alla propria specificità, per l'integrazione

sociale.

Il sociale è un elemento esterno, a cui si arriva attraverso l'educazione, con la formazione

dunque di un'alterità. Nella rottura dell'equilibrio mente e corpo nasce l'esigenza di dare un

senso alla propria vita, si passa così da amore per la vita (narcisismo), all'amore per la

società: un amore di convenzioni, che non nasce da dentro.

Il sociale si forma con il simbolico (linguaggio), così società e linguaggio si confondo, ma

dice PASCAL QUIGNARD: non sono creazioni del singolo individuo. L'uomo diventa quindi

duplice: una parte attaccata alla vita, nell'inconscio, nascosta, e l'altra si lega alla società

(la seconda vince).

GRODDECK: pagina 12

L'ipotesi è che l'uomo sia un essere generico, per natura disponibile, plastico, ad aprirsi

all'esterno, al sociale, ma questo atto è visto come violenza.

Anche la natura viene così creata ad immagine e somiglianza dell'uomo in quanto essere

mancante, l'atto di creazione è infatti l'imposizione delle caratteristiche umane (plasticità)

su tutte le cose o natura in genere. Inizia così la creazione.

MARX dice che il valore di una cosa è il prodotto di un processo in base al quale la cosa

viene separata dal suo ambiente, esempio dell'albero staccato dal suo ambiente per farne

un oggetto di utilità sociale (un atto violento).

Secondo H. ARENDT la creazione del mondo è il prodotto dell'operare umano, come

attività che sottrae la materia alla natura senza resistuirgliela, la violenza è presente in

ogni fabbricazione, e homo faber, il creatore del mondo dell'artificio umano, è sempre stato

distruttore della natura.

Con la scoperta dell'inconscio la mente si svuota della società e si lascia andare al

rapporto con il proprio corpo.

CAP 2 LA VITA PRIMA DELLA CREAZIONE

Per GIORGIO PRODI la nascita dell'uomo coincide con l'adattamento al linguaggio,

perchè questo atto lo separa dal resto del vivente, si sovrappone al corpo creando un

essere sociale.

Per A.GEHLEN l'uomo non ha ambiente, per questo deve aprirsi al mondo: venuto al

mondo. Questo avviene per la sua insufficienza di istinti, per questo si sovrappongono le

istituzioni sociali che offrono sostegno "come territorio troppo mosso perchè si possa fare

reciproco affidamento su di esso" dice GEHLEN. 1

Ma cosa succede prima della creazione?

Con ambiente intendiamo la realtà che protegge la vita stessa, propria di ogni essere

vivente. CRESPI rifletteva sul fatto che la creazione non sia atto di potenza, ma di

abdicazione, se si da spazio a qualcosa che non è Dio, lo si da alla negazione di Dio e

quindi al male. Ancora MARX avvicina il concetto di creazione a quello di alienazione, un

uomo è se stesso solo quando è creatore del proprio essere.

MARX: un uomo che vive nella grazia altrui, si considera un essere dipendente. Si vive

così solo se sono debitore verso l'altro non solo del sostentamento, ma anche quando

questo ha creato la mia vita.

La vita prima della creazione è totale solitudine nel grembo materno, la vera solitudine non

è contro niente, non è contro la civiltà, non è Into the Wild, perchè non c'è esterno, non c'è

sfida. Così prima della creazione c'è il narcisismo. La società non può sostituire

adeguatamente il grembo materno, di qui l'importanza del linguaggio:

NORMAN BROWN dice che il linguaggio ha lo scopo di mettere insieme dentro e fuori.

Nel bambino il parlare è prima di tutto espressione erotica, che cede poi al principio di

realtà. Il linguaggio è prodotto dal conflitto tra principio di piacere e principio di realtà, un

sintomo nevrotico.

Simbolico significa infatti "mettere insieme". Ma anche come osserva SALOMON RESNIK

"lanciare attraverso", ovvero avventura-rischio di cadere nel vuoto, di non trovare l'altro, di

proiettarsi nel mondo.

Il linguaggio ha lo scopo tuttavia di educare alla socializzazione. L'uomo così diventa

appartenente a una cultura, e nascono le differenze. Così si passa all'educazione dello

stare insieme, del dovere di riconoscere i proprio simili come parte della vita, affiora la

presenza di mondi differenti.

PIAZZI dice che la parola "educa", dare un nome alla cose significa porle su piani diversi

rispetto la loro esistenza naturale.

In poche parole il linguaggio costruisce un nuovo mondo.

Nel mondo animale le cose sono conosciute perchè mangiate, assimilate (processo di

incorporazione metabolica), l'uomo sospende questo processo, e lo sostituisce con il

linguaggio collocando le cose in un piano simbolico, ideale.

Nasce la paura della morte:

RESNIK: Accettare uno spazio dove essere, significa anche, accettare uno spazio dove

non essere: l'idea di morte costitutiva della pausa - o piccola morte - respiro che dà senso

al divenire.

Vita e morte diventano due entità separate, nasce così il senso di angoscia, fino a quando

la funzione simbolica creerà una cultura, religione, filosofia… per esorcizzare questa

paura. Se questo processo non funziona la conflittualità aumenta e a volte l'uomo si isola,

si rifugia.

E' necessario dire che originariamente esiste un rapporto tra il pensiero infantile e la

magia…poi si passa ai rituali.

FREUD: pagina 28 2

Si parla di animismo, quando l'uomo è costretto a barattare la propria autonomia con la

dipendenza da fattori esterni

DURKHEIM Poichè gli dei non sono altro che ideali collettivi personificati, ogni

indebolimento della fede testimonia in realtà un indebolimento dell'ideale collettivo, ad

esso può indebolirsi soltanto se la vitalità sociale è a sua volta colpita. In una parola, è

inevitabile che i popoli muoiano quando gli dei muoiono, se gli dei non sono altro che

popoli pensati simbolicamente.

Nascita è biologica, creazione è sociale; il bambino è specie-specificità, l'adulto è un'altra

cosa. Tra questi due ambiti c'è un vuoto, e la parola vuole riempirlo.

Nel mondo non c'è crescita, ma adattamento, che ha tempi diversi dalla crescita naturale,

per esempio le condizioni di sfruttamento che utilizzano la plasticità umana in versione

economica. Possiamo quindi parlare di un vero sé e di un falso sé.

WINNICOTT riconosce un falso self come prodotto inevitabile dell'educazione, e (dice

GREEN) indispensabile alle relazioni sociali civilizzate.

L'adattamento alla società nasconde grandi disagi, e da questo confronto nasce il senso di

inadeguatezza alla vita, da cui può uscire solo attraverso l'indipendenza nei confronti di

aspetti esterni alla vita. Infatti è facile sentire dire che una vita è inutile se non serve più

alla società. L'alterità può affermare, ma anche negare la vita, come ad esempio Anna

Frank che si pone in un contesto dove a priori non potrà integrarsi, è quindi costretta a

nascondersi, ma non nell'inconscio. Lei si estranea e più si estranea e più la vita resta a

lungo dentro di sé. Il diario che lei scrive è una sorta di dialogo con se stessa, mantiene

vivo il ricorso.

La memoria può dare risposte, che la ragione non può dare, solo la memoria può spingere

l'uomo a restituire al mondo la forma di un ambiente.

CAP 3 INFANZIA ABBANDONATA

L'infanzia è un mondo a sé. Non esiste rapporto tra bambino e adulto, sono esseri

completamente differenti. La parola simula il contatto, ma dice GRODDECK che il

linguaggio è un pessimo strumento per entrare in contatto con gli altri. La parola

caratterizza la fase adulta, un crescere dentro le parole, mentre il bambino è unicamente

difesa, una difesa della Madre-ambiente che lo mantiene distante dall'alterità, vede in

questa vita un dato non modificabile. L'unica educazione è quella di riconoscere il primato

della vita sul sociale.

Si pone però il problema dell'altro tipo di educazione, quella della trasmissione culturale,

come elemento decisivo per la costruzione del soggetto in nome della difesa della

differenza tra culture, popoli, razze…

GOUX La trasmissione culturale è sempre stata pensata sul modo della paternità

spirituale, in ultima istanza del tutto solidale con tutto un modo economico di produrre e di

scambiare. Si invoca esattamente, un nuovo modo di creazione e di procreazione.

Creazione che si oppone alla madre, sotto la paternità dell'altro.

L'altro è quindi figura centrale per lo sviluppo umano, quando la madre non c'è più la vita

si rifugia nell'inconscio, ed è qui che la madre-bambino continua ad esistere. 3

Ma come si esce dalla condizione infantile? Attraverso la costruzione di un nuovo sé, con

un netto taglio dell'esperienza originaria

Quando madre e bambino sono una cosa sola, la pelle è ciò che è comune, conio distacco

si parla di "lacerazione della pelle" (ANZIEU), e la pelle non è ciò che unisce, ma ciò che

separa.

DURKHEIM Il sentire comune è la nuova forma-pelle della società, così tutto è per tutti

uguale,e il mondo è il luogo di differenza di valore tra una vita e un'altra, il luogo delle

appartenenze culturali.

L'uomo dovrà quindi amare e sentire con i tempi della collettività, quando l'amore mette in

discussione il valore della differenza diventa pericoloso per la società, diventa dice

PASCAL QUIGNARD "anti-sociale". C'è la presenza di Eros, la forma non sociale

dell'amore, qui gli amanti non st

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A.A. 2013-2014
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher VCaterina23 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia generale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi "Carlo Bo" di Urbino o del prof Stauder Paolo.