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5° CAPITOLO: IL MUTAMENTO SOCIALE
Nel corso del tempo, le società e le organizzazioni sociali possono trasformare l'ambiente sociale degli uomini. Il problema delle cause e dell'andamento di queste trasformazioni è detto "mutamento sociale".
Universalità e limitatezza del mutamento sociale
Il mutamento sociale è un fenomeno universale, ma anche limitato. Sicuramente tutte le società sono soggette a processi di trasformazione, infatti anche le società che sembrano più stabili sono comunque sottoposte a questi processi, solo che essi sono più lenti e durano più a lungo. Al suo interno, alcune società possono mantenersi stabili o anche conoscere un mutamento relativamente forte. Per parlare di stabilità o di mutamento, è importante non solo il riferimento ad un'unità di tempo determinata, ma anche una giusta definizione della struttura delle circostanze di fatto che si.
vogliono studiare.Le società e le organizzazioni consistono in una successione processuale di eventi. Per "struttura" s'intende l'elemento di regolarità che compare in ciascun processo, mentre col termine "processo" si indicano le successioni di eventi consentite dalla definizione di struttura. Quando si parla di mutamento sociale non si intende quella trasformazione costante e processuale che avviene in una società, ma un mutamento che subentri nella struttura delle società, delle sequenze di azioni, delle organizzazioni, dello svolgimento dei conflitti. Universalità del mutamento sociale non significa che ogni struttura della società deve andare incontro ad una trasformazione costante; le strutture consistono di relazioni regolari e di successioni iterative, e perciò, in presenza di un mutamento sociale sarebbe impossibile individuarle. Le regole, nel caso dovessero mutare di continuo, non sarebberopiù riconoscibili come tali. Movimento strutturale: trasformazione dell'ordine relazionale, esistente tra gli elementi di un sistema. Spiegazioni del mutamento sociale Le spiegazioni del mutamento sociale, tramite individuazione delle cause, necessitano del riferimento ad una circostanza che non può mai coincidere col mutamento stesso. Queste cause vengono suddivise nei 2 ordini delle "condizioni endogene" e di quelle "esogene". Si dicono "endogene" le condizioni che già di per sé sono fenomeni sociali e che appartengono a quell'unità o a quella struttura di cui si sta indagando il mutamento. "Esogene", invece, quelle sue condizioni o cause che non appartengono all'unità o alla struttura presa in esame. In questa prospettiva, il mutamento sociale è la conseguenza di una devianza rispetto ad un ideale d'ordine stabile od anche laIl mutamento sociale è il risultato dell'inconciliabilità di 2 fattori. Le "concezioni individualistiche", come ad esempio quella che è alla base della teoria comportamentista, spiegano il mutamento sociale col fatto che:
- un numero critico di individui ha sentito una certa struttura come deficitaria, deludente, incapace di corrispondere in modo adeguato alle proprie esigenze;
- questi individui hanno creduto che la costruzione di una struttura alternativa potesse offrire delle migliori garanzie in questo senso;
- essi hanno avuto la possibilità di realizzare un mutamento strutturale.
In queste concezioni individualistiche, la soglia problematica è formata da questo numero critico di individui e da ciò che essi intendono come soddisfacimento adatto delle loro esigenze. Ma a differenza di queste concezioni individualistiche, i "modelli macroscopici di sistema" richiamano in gioco l'inefficacia e l'inadeguatezza di alcune caratteristiche strutturali.
In questo senso, il mutamento di struttura può subentrare quando:
- certe capacità del sistema non si rivelino sufficienti, e
- esso sia capace di modificare parzialmente la propria struttura, in modo da ovviare alle proprie lacune.
Il punto critico di queste concezioni sta nella giusta determinazione di tali capacità sufficienti, e nella definizione degli scopi di ciascun sistema. Il "modello della diffusione" assume che determinate innovazioni strutturali fossero già presenti all'esterno del sistema, prima ancor di potersi affermare nella società in questione. L'effettiva diffusione di innovazioni strutturali da una società ad un'altra dipende da molteplici condizioni: ad esempio, che l'innovazione offra un contributo alla soluzione di un problema già noto.
Diffusione: è la proiezione in senso orizzontale di determinati caratteri appartenenti a varie società.
Adattamento: è il
mutamento strutturale indotto da determinate influenze di natura ambientale, ed utile a far si che il sistema in questione possa conservarsi ulteriormente.
Il "modello dell'adattamento", invece, parte dal presupposto che le innovazioni strutturali vengano sviluppate dal sistema stesso, in risposta a determinati eventi ambientali, capaci di compromettere la realizzazione dei suoi scopi. Una società tende a trasformarsi, al fine di garantirsi la sopravvivenza dinanzi alle minacce dall'esterno.
Il modello evoluzionistico del mutamento sociale
Quando si parla di mutamento o di evoluzione, bisogna che ci sia un ambito di oggetti di cui si dice che muta. Una teoria sistemica dell'evoluzione parte dal presupposto che tale ambito d'oggetti debba essere concepito come un sistema. I sistemi hanno delle strutture, cioè un determinato ordine interno, che riguarda i loro elementi e che si ripete in modo invariabile. In questo senso, si può parlare di
processi solo in relazione a quella serie di eventi che la struttura permette, senza andare incontro ad un mutamento. Quindi, è possibile parlare in modo giusto di mutamento sociale solo nel caso in cui siano chiamate in causa trasformazioni strutturali. Mutamento strutturale e mutamento sociale sono 2 termini utili a designare una stessa cosa. Una teoria dell'evoluzione sociale ha il compito di indicare quali siano le cause e le ragioni del loro manifestarsi. A tale scopo si distinguono 2 diverse classi di cause: "quelle endogene" e "quelle esogene". Nel 1° caso, all'interno del sistema, si assiste all'emergere di nuovi caratteri, tali da alterare l'ordine intrinseco alla struttura esistente e da spingere verso la costituzione di un nuovo ordine. Il 2 gruppo di cause, invece, è formato da fattori esogeni; li si trova al di fuori del sistema e sono da attribuire all'ambiente. Tale ambiente esercita, sul sistema sociale,Una propria pressione, mettendo determinati problemi che una società deve essere capace di risolvere.
Il mutamento tecnologicoMutamento tecnologico ed evoluzione sociale. Con la tecnologia si intende la totalità dei mezzi materiali disponibili ad una società umana in vista della soluzione dei problemi legati alla sopravvivenza ed alla sussistenza. Lo sviluppo tecnologico permette:
- uno sfruttamento più intenso dell'ambiente naturale e delle sue risorse;
- una minore necessità di spostamenti e migrazioni; esso è il presupposto di un insediamento stabile e continuativo;
- una divisione del lavoro che è molto più perfezionata di quella primaria, basata su criteri di età e di sesso; quindi, ne deriva una differenziazione sociale, fondata su criteri organizzativi e professionali;
- una diminuzione della quantità di tempo necessaria per lo svolgimento di attività produttive a carattere immediato; ne deriva il
formarsi di sfere particolari nel settore della cultura. Cumulazione e ibridazione. Per "cumulazione" si intende la circostanza per cui ogni società, oltrepassando una certa fase evolutiva ed andando incontro ad uno sviluppo tecnologico, conserva qualche elemento della precedente fase, senza che questo assuma un'importanza decisiva ai fini della sua classificazione analitica. Ibridazione: è la compresenza di diverse fasi evolutive nello sviluppo tecnologico di una società. Per "ibridazione" si intende la compresenza di almeno 2 diversi stadi tecnologici nel contesto di una società data. Una società tecnologicamente ibrida può avere diverse fasi di sviluppo secondo delimitazioni territoriali oppure in diverse categorie sociali, indipendentemente dal fatto che le cause possano o meno essere identificate nelle conseguenze di 2 processi evolutivi autonomi e separati. Il mutamento tecnologico può anche svolgersi tramite
Un processo di lenta e graduale accumulazione di innovazioni di non vasta portata, che possono generare un grosso salto qualitativo. Le innovazioni tecnologiche vanno soggette ad un processo di selezione, che deriva dalle possibilità applicative e di consolidamento, dai controlli sociali e culturali. A questo complesso di fattori spetta il compito di decidere in ultima istanza se un'innovazione vada subito accettata, se si tratti di ritardarne l'impiego o se, viceversa, sia preferibile respingerla del tutto.
Differenziazione e sociabilità
Differenziazione. Nelle società umane, al di là della differenziazione naturale, i processi di differenziazione vanno di pari passo con lo sviluppo economico e tecnologico. Mentre la distinzione tra società di cacciatori-raccoglitori industriali rinvia ad un diverso grado di perfezionamento della tecnologia, la distinzione tra società primitive e complesse riguarda, invece, il grado di differenziazione interna.
I primi processi di differenziazione sociale riguardano le diverse classi di età. In base all'età, ogni membro della società può vedersi assegnate diverse funzioni. In primis, la differenziazione sociale assume la semplice forma di divisione del lavoro, che si divide in: - divisione simmetrica del lavoro; - divisione asimmetrica del lavoro, dove lo scambio non avviene tra lavoratori che vengono messi in un rapporto equo, ma la divisione si basa su disuguaglianze di valori, favorevole ora all'una ora all'altra parte. L'asimmetria della divisione del lavoro comporta il fenomeno della "stratificazione sociale". Inizialmente, la tipica forma della stratificazione consisteva nella divisione tra liberi e schiavi. Poi, con l'evolversi delle società, sono subentrate altre forme di stratificazione più complesse. La teoria marxista concepisce la maggior parte delle società come società di classe, nelle quali,durante l'evoluzione storica, il conflitto di classe avviene tra gruppi diversi. Nelle società capitalistiche diventa manifesto ed evidenzia la sua natura economica. I fenomeni di stratificazione sociale, di divisione del lavoro, di nascita e dissoluzione delle classi, del mutamento tecnico ed economico, vanno inquadrati in un contesto più ampio.