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POLITICAL ECONOMY
La political economy si incentra sul ruolo svolto dallo stato;
Lo stato non agisce mai in maniera predeterminata. Il suo intervento è favorito da
strutture burocratiche e leadership orientata allo sviluppo, isolati da interessi di parte.
Critica ad entrambe le teorie precedenti per errori di impostazione omogenei e non capaci
di descrivere processi di differenziazione fra percorsi di sviluppo.
HAMILTON sottolinea gli aspetti che hanno agevolato lo sviluppo economico:
- Appartenenza alla rete familiare, parentale e comunitaria;
- Organizzazione produttiva basata sui networks e relazioni di lavoro a forte impronta
comunitaria;
Lo sviluppo dell’economia globale si accompagna alla differenziazione dei processi di
modernizzazione, alimentata dal quadro di riferimento delle diverse civiltà.
EISENSTANDT pone al centro il ruolo delle elitè politiche, che vestono i panni di
imprenditori istituzionali e si adoperano per lo sviluppo economico.
Sociologia economica
Testo C. Trigilia Volume II Temi e percorsi contemporanei
Capitolo III Lo stato sociale keynesiano e la political economy comparata
STATO SOCIALE KEYNESIANO
C’è stato un riadattamento della teoria keynesiana, nella diffusa convinzione che la
politica della domanda dovesse essere usata per favorire lo sviluppo delle risorse
produttive.
Keynesismo debole alto investimento spesa pubblica
Keynesismo forte attenta alla difesa della piena occupazione
Sviluppo e forte crescita politica di Welfare, che avviene in maniera differenziata a
seconda dei contesti istituzionali;
- Welfare istituzionale-redistributivo (diritti sociali a tutti i cittadini);
- Welfare residuale (protezione sociale solo a chi è sotto il livello minimo di
sussistenza);
- Welfare remunerativo (assicura contro i rischi di categorie socioprofessionali);
La crisi del Welfare si accompagna alla saturazione del mercato dei beni di massa, la
concorrenza di altri paesi industriali, lo shock petrolifero.
STAGFLAZIONE contemporanea presenza di inflazione, rallentamento della crescita e
disoccupazione.
Per l’approccio di Political economy l’inflazione non può essere un errore tecnico di
gestione della politica economica. Nasce la teoria NEOUTILITARISTA e quella di
SOCIOLOGIA ECONOMICA. TEORIA NEOUTILITARISTICA
La politica influisce sull’espansione economica, i fenomeni maggiori si riscontrano in
concomitanza con le scadenze elettorali.
- È possibile far crescere la produzione e l’occupazione attraverso stimoli monetari e
fiscali, che provocheranno una forte inflazione;
- Scarto temporale tra gli effetti espansivi sull’economia e il manifestarsi
dell’inflazione;
- La memoria degli elettori è corta e sono miopi (non valutare le conseguenze
negative di certe politiche nella fase post-elettorale);
POLITICAL ECONOMY DELLA SOCIOLOGIA ECONOMICA
GOLDTHORPE ritiene che l’inflazione derivi da un conflitto redistributivo che causa la
delegittimazione delle disuguaglianze sociali e il cambiamento nei differenziali di potere a
vantaggio del lavoro organizzato.
CONCERTAZIONE basata sul confronto e la partecipazione alle decisioni politiche ed alla
contrattazione in forma triangolare (sindacati - datori di lavoro - governi).
SISTEMA PLURALISTICO caratterizzato da associazioni piccole con interessi specifici e
settoriali. Elevata concorrenza tra le organizzazioni degli interessi che influenzano i partiti
politici.
SISTEMA NEOCORPORATIVO caratterizzato da un piccolo numero di grandi associazioni
di rappresentanza. Si basa su politiche di concertazione (triangolare).
La teoria di PIZZORNO sullo “scambio politico” sostiene che un soggetto (Governo), il
quale ha beni da distribuire, è pronto a scambiarli con un consenso sociale che un altro
soggetto ha la facoltà di dare o ritirare.
Abbiamo due tipi di neocorporativismo:
- Neocorporativismo con organizzazione dei lavoratori forti sindacati forti, che
limitano la conflittualità e livellano le differenze retributive;
- Neocorporativismo con organizzazione dei lavoratori più deboli sindacati
frammentati riescono a perseguire il loro intento attraverso il reciproco
coordinamento.
CAUSE
- La forza delle organizzazioni sindacali (+ deboli - corporativismo);
- Monopolio e centralizzazione della rappresentanza;
- Presenza di partiti di sinistra al governo che mettono in gioco benefici politici per
facilitare la concertazione;
- Radicamento culturale del liberismo;
CONSEGUENZE
- Indebolimento dei sindacati;
- Minor vulnerabilità di imprenditori e governi di fronte alle rivendicazioni sindacali;
- Tensioni interne alle associazioni imprenditoriali;
- Vincoli macroeconomici posti all’azione dei governi, che riducono la possibilità di
ricorrere a benefici politici nello scambio;
Lo stato può intervenire direttamente nell’economia con politiche dirigistiche,
intrattenendo rapporti con le industrie e non i sindacati (bassa inflazione -> bassa
disoccupazione).
Il Neocorporativismo ha riveduto 3 forme di regolazione
RECIPROCITÀ REDISTRIBUZIONE
SCAMBIO DI MERCATO
Vi è una quarta, la CONCERTAZIONE, vicina alla redistribuzione, sostenuta da
associazioni di tipo neocorporativo.
Bisogna distinguere:
FORME DI REGOLAZIONE SISTEMI DI REGOLAZIONE
Regole secondo cui le diverse risorse La specifica combinazione tra le diverse
vengono combinate nel processo forme di regolazione
produttivo
Il reddito prodotto distribuito MICRO mercato, gerarchie, associazioni
I conflitti tra i soggetti controllati
Sociologia economica
Testo C. Trigilia Volume II Temi e percorsi contemporanei
Capitolo IV LA CRISI DEL FORDISMO E I MODELLI PRODUTTIVI FLESSIBILI
MODELLO FORDISTA
Caratteristiche principali:
- Imprese verticalmente integrate, includono diverse fasi di produzione prima
separato tra varie aziende;
- Produzione di massa;
- Manodopera scarsamente qualificata;
Il taylor-fordismo nacque per smussare l’asprezza dei conflitti e garantire la collaborazione
di una classe operaia omogenea.
CRISI
- Saturazione del mercato dei beni di massa;
- Aumento del costo del petrolio e delle materie prime;
- Nuove tecnologie elettroniche;
Specializzazione flessibile: produzione di beni non standardizzati, realizzati con
manodopera più qualificata.
Ciascuna delle imprese di piccole dimensioni che costituisce il distretto si specializza in
una particolare fase o nella produzione di un particolare componente del processo
produttivo, ma solo un numero esiguo di essi ha rapporti con il mercato finale.
Nascono 3 considerazioni:
- Capacità di rispondere in modo flessibile ai cambiamenti del mercato, si basa sui
rapporti di cooperazione;
- La capacità di innovare e migliorare le qualità dei beni prodotti è assicurata da
un’atmosfera industriale;
- Si formano delle “conoscenze tacite”:
La riorganizzazione industriale presenta i seguenti caratteri:
- Separazione tra concezione ed esecuzione;
- Organizzazione interna del lavoro (just in time);
- Potenziamento della collaborazione con i subfornitori;
- Specializzazione flessibile, favorita da mutamenti del contesto istituzionale;
- Potenziamento delle capacità di apprendimento attraverso una più intensa e più
efficace cooperazione tra le varie strutture;
- Maggior apertura alle collaborazioni esterne;
Produzione diversificata di qualità
Grandi imprese producono beni non standardizzati di qualità;
Piccole imprese producono beni non standardizzati in serie più brevi;
ECONOMIA INFORMALE
Attività di produzione e distribuzione dei beni e servizi che sfuggono alla contabilità
nazionale.
Si è in presenza dell’economia informale:
- La produzione avviene in modo che violino la legge e gli stessi beni sono illeciti
(CRIMINALE);
- La produzione di beni leciti avviene in modo che violi la legge (SOMMERSA);
- La produzione di beni, in modo lecito, è orientata all’autoconsumo familiare
(DOMESTICA);
Il contesto istituzionale riguarda le risorse cognitive, influenza le risorse normative. Si
caratterizza come un mediatore essenziale tra domanda e offerta di prestazioni
nell’economia informale.
VIA ALTA alla flessibilità: Dinamismo, innovazione e condizioni di lavoro più favorevoli in
produzioni diversificate e di qualità, incentrata su reti di imprese.
VIA BASSA : Condizioni di impiego e di costo del lavoro per rafforzare la competitività di
prezzo in produzioni di minore qualità, in parte legata all’economia sommersa.
Sociologia economica
Testo C. Trigilia Volume II Temi e percorsi contemporanei
Capitolo V LA NUOVA SOCIOLOGIA ECONOMICA
NEOISTITUZIONALISMO
Per comprendere i costi di transazione non ci si può riferire solo ai fattori ambientali, ma
anche a fattori umani RAZIONALITÀ LIMITATA.
L’azione economica è influenzata anche dall’opportunismo.
Le istituzioni vengono viste come rete di contratti ed il problema per l’impresa è come
minimizzare i costi di transazione e quelli di gerarchia.
LA TEORIA DI WILLIAMSON (MODELLO ECT)
- Il tradizionale scambio di mercato tende a prevalere per quelle transazioni che
comportano bassa specificità nelle risorse;
- Per le transazioni occasionali a più elevata specificità si farà ricorso al mercato, ma
per ridurre i costi di transazione ci si avvarrà di terze parti (arbitri mediatori);
- Quando la frequenza di transazioni a più elevata specificità aumenta, compaiono
strutture di governo più complesse (relational contracting);
- Al crescere ulteriore della specificità delle risorse, la gerarchia appare come la
soluzione più efficiente per limitare i costi di transazione.
Vi sono 2 filoni per la Nuova sociologia economica:
- Approccio delle reti sociali;
- Approccio neo-istituzionalista organizzativo;
GRANOVETTER (APPROCCIO STRUTTURALE E DELLE RETI SOCIALI)
Azione economica radicata (embedded) socialmente in reti.
Ritiene che i soggetti sono inseriti in reti stabili di relazioni personali, capaci di diffondere
le informazioni e di tenere sotto controllo il comportamento degli attori economici.
Tutte le economie sono embedded (incorporate) nelle relazioni sociali.
FORZA DEI LEGAMI DEBOLI
Le informazioni e la fiducia che circolano attraverso i rapporti personali possono limitare
l’opportunismo e facilitare la cooperazione.
COLEMAN pensa al capitale sociale come un insieme di relazioni sociali di cui in oggetto
dispone in un determinato momento, grazie al quale si possono disporre di risorse
cognitive (informazioni) e normative (fiducia).
NEO-ISTITUZIONALISMO ORGANIZZATO
Per i neo-istituzionalisti il fattore culturale contribuisce a defi