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I Paradigmi dei Rapporti Sociali
1. Le cause non individualistiche della divisione del lavoro;
Non si può dedurre la società dall'individuo, "la vita collettiva non è nota dalla vita individuale, al contrario, la seconda è nota dalla prima".
Il comportamento individuale è fortemente condizionato dalle regole sociali che non lasciano molto spazio alla sfera individuale (approccio macro). Dunque dovranno essere analizzate le istituzioni.
La critica dell'utilitarismo si concentra sulle origini e sulle conseguenze della crescita della dimensione del lavoro e vuole dimostrare che:
a) L'inadeguatezza del modo in cui la divisione del lavoro è spiegata dagli economisti;
b) Anche una società altamente differenziata non può fare a meno di istituzioni di natura non contrattuale, cioè di regole morali condivise.
Secondo questo approccio, Durkheim spiega che le cause della divisione del lavoro vanno ricercate sulle
Variazioni che avvengono nell'ambiente esterno. Sono i cambiamenti sociali (es. crescita della popolazione) a modificare la solidarietà, cioè l'insieme delle norme che legano tra loro gli individui e a permettere la divisione del lavoro, quindi il passaggio da società semplici a società complesse.
Nelle società semplici, generalmente di piccole dimensioni, prevalgono insediamenti urbani con scarse relazioni tra individui, con una bassa divisione del lavoro che dunque sarà svolto più in autonomia dai singoli. L'ordine sociale è assicurato dalla "solidarietà meccanica", basata sull'insieme di credenze e di sentimenti condivisi dai membri della società. C'è poco spazio per l'autonomia e per le scelte individuali e il problema dell'ordine è risolto meccanicamente sulla base dell'adesione emotiva a un sistema di valori condiviso.
Prevale il diritto penale.
basato su sanzioni repressive. Le società complesse sono caratterizzate da maggiori dimensioni, da una più elevata densità della popolazione e dallo sviluppo della divisione del lavoro. L'ordine sociale è garantito dalla "solidarietà organica" che alimenta il senso della dipendenza reciproca tra soggetti diversi. La coscienza collettiva indica dei valori di fondo da seguire, lasciando più spazio alle scelte individuali che sono maggiormente compatibili con le esigenze della società differenziata. Si diffondono i valori dell'individualismo. Tende a prevalere il diritto restitutivo, caratterizzato da sanzioni che hanno finalità riparatorie, di reintegrazione di situazioni pre-esistenti. 2. Le condizioni non contrattuali del contratto; Anche quando l'individualismo si è affermato come materia sociale che guida l'azione, non sono venute meno le regole sociali. Se da un lato, nelle società complesse,aumentano le relazioni contrattuali, dall'altro crescono anche le regole non contrattuali, regolate da istituzioni di natura giuridica o morale. L'azione sociale (intervento delle istituzioni) si fa sentire anche nell'ambito delle relazioni contrattuali perché "non tutto è contrattuale nel contratto". La fiducia, ad esempio, è un'istituzione morale e sociale che non è trattabile in un contratto, nonostante sia una componente fondamentale che regola l'azione dello scambio. In definitivo, purché l'ordine sociale possa esistere è necessario porre un freno agli interessi individuali, regolandoli e disciplinandoli attraverso le istituzioni. Le Istituzioni sono il frutto dell'interazione tra individui che si sviluppano per risolvere alcuni problemi della vita collettiva. Una volta affermate, le istituzioni possono agire in autonomia e possono imporsi sugli individui. Secondo Durkheim, le istituzioni nonhanno un origine contrattuale ma laloro esistenza va ricercata in particolari "momenti di effervescenza" (es.Rivoluzione Francese) della società nei quali si fa più intensal'interazione tra individui.
Ciò porta a sciogliere gli interessi individuali e gli egoismi propri delladimensione quotidiana in forti identità collettive. Queste argomentazioni spiegano il superamento del "Dilemma del Prigioniero", quel qualcosa in più di tipo pre-contrattuale è il carattere morale della divisione del lavoro, dei contratti e delle regole che litutelano.
Lo sviluppo della divisione del lavoro si accompagna, nella realtà, a tensioni e conflitti sociali. Essa produce effetti destabilizzanti in due casi ben precisi:
- ANOMIA (Divisione Anomica);
L'anomia è la carenza di norme, lo sviluppo delle attività economicadetermina anomia quando avviene senza un'adeguata istituzionalizzazionee regolamentazione.
forme tipiche attraverso le quali si manifesta:
Le crisi industriali dovute all'espandersi del mercato e dallo scarto tra produzione e consumo (sovrapproduzione o sottoconsumo). Sebbene il mercato tenda a ristabilire l'equilibrio, questo avviene attraverso continui e prolungati fenomeni destabilizzanti delle relazioni sociali (es. disoccupazione);
L'antagonismo tra capitale e lavoro che può riguardare sia il mercato sia l'organizzazione del lavoro. Da diffusione dell'occupazione industriale è avvenuta senza un'adeguata regolamentazione del rapporto di lavoro e ha dunque determinato una parcellizzazione e una riutilizzazione dei compiti determinando disaffezione e portando a conflitti sociali.
292. COERCITIVA (Divisione Coercitiva)
Le regole sono presenti ma non sono adeguate rispetto ai problemi sociali. La divisione del lavoro assume un carattere coercitivo che è causa del male nell'assegnazione dei singoli individui a
Una società basata sulla divisione del lavoro comporta l'assegnazione dei singoli individui a ruoli specializzati, ma questo presuppone un allentamento nella coscienza collettiva, lasciando più spazio alle scelte individuali. Questi ideali entrano in contrasto con le regole pregresse, limitandone la piena attuazione e quindi l'assegnazione dei singoli ai rapporti specializzati finisce per essere imposta, dal momento che non corrisponde più alle vocazioni individuali ma ai condizionamenti esercitati dalla classe sociale di origine. È allora necessario che si modifichino queste regole in modo che nessun ostacolo impedisca agli individui di occupare, nei quadri sociali, il posto che già risponde alle loro facoltà. Solo in condizioni di questo tipo la concorrenza tra i singoli può generare solidarietà. Per la regolamentazione delle ricompense del lavoro.Si intende la forma di divisione coercitiva del lavoro relativa alle ricompense da assegnare a compiti divisi. Perché una società basata sulla divisione del lavoro generi solidarietà è necessario che tali ricompense corrispondano all'effettiva utilità per la società dei servizi prestati, ovvero al valore sociale che ne discende.
Come si misura il valore sociale? Stipulando contratti giusti in cui la remunerazione corrisponde al merito sociale, essa è essenziale per le condizioni morali dello scambio.
Ultime considerazioni su Durkheim:
- Quali rimedi per risolvere i problemi legati alla divisione del lavoro? È necessaria una nuova regolamentazione giuridica e morale delle attività economiche che definisca la divisione del lavoro, cioè dalle istituzioni ad hoc individuate nelle corporazioni. Le corporazioni sono istituzioni pubbliche a carattere obbligatorio, organizzate in modo gerarchico sul territorio e costituite dai
- Come si pone in relazione al pensiero di Marx?
Rapporti tra prestazione e ricompense per i diversi compiti specializzati, che si ispirano a principi meritocratici. Perché il mercato possa regolare le attività economiche, infatti, non basta che ci siano regole giuridiche e morali ma è necessario ridurre gli squilibri di potere tra chi si confronta sul mercato stesso. Ciò è possibile attraverso la presenza e il funzionamento di istituzioni non economiche che favoriscono la distribuzione meritocratica dei ruoli e ricompense.
Karl Marx (1818 - 1883)
Karl Marx nasce in Germania da famiglia ebrea, studia diritto e filosofia. È uno dei fondatori della prospettiva sociologica sull'economia, visto come critica delle teorie economiche, che trascurano il peso della storia e delle istituzioni.
Marx è anche uno dei padri fondatori della Teoria del Conflitto, un approccio che evidenzia l'importanza del conflitto nella vita sociale. I teorici del conflitto hanno un diverso modo di concepire le
scienze sociali vedono le società molto segmentate, criticando la distribuzione della ricchezza, specialmente in una società capitalista (approccio macro-analitico). Usano dunque la scienza sociale per criticare la società e/o la classe dominante, ossia quella che detiene il potere. I teorici del conflitto credono che l'obiettività non esiste e che la conoscenza acquisita da un individuo comporta obblighi sociali, perché coloro che sono competenti in una materia rilevante hanno l'obbligo morale di ristabilire l'ordine in una situazione di caos nella società. Negli stati in cui è stato implementato, il Marxismo è detto "Religione di stato", incontestabile, i critici del marxismo vengono allontanati ed esiliati. Utilizzando un approccio macro-analitico, Marx vuole descrivere, spiegare e