Anteprima
Vedrai una selezione di 13 pagine su 58
Sociologia Pag. 1 Sociologia Pag. 2
Anteprima di 13 pagg. su 58.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sociologia Pag. 6
Anteprima di 13 pagg. su 58.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sociologia Pag. 11
Anteprima di 13 pagg. su 58.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sociologia Pag. 16
Anteprima di 13 pagg. su 58.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sociologia Pag. 21
Anteprima di 13 pagg. su 58.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sociologia Pag. 26
Anteprima di 13 pagg. su 58.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sociologia Pag. 31
Anteprima di 13 pagg. su 58.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sociologia Pag. 36
Anteprima di 13 pagg. su 58.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sociologia Pag. 41
Anteprima di 13 pagg. su 58.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sociologia Pag. 46
Anteprima di 13 pagg. su 58.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sociologia Pag. 51
Anteprima di 13 pagg. su 58.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sociologia Pag. 56
1 su 58
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

La Agency (Agire Intenzionale) contro gli Zombie

Zombie = "persona privata di auto-coscienza, eppure deambulante e capace di rispondere agli stimoli esterni". Come vedremo, parte della teoria sociologica ha un'idea di agire/azione umana e di soggetto agente che sembra analoga alla definizione degli zombie.

Quindi, che cos'è per la sociologia l'agire? E l'agire umano?

Una definizione generale (Emirbayer e Mische 1998), l'agire umano è costituito da tre elementi:

  • Elemento abitudinario (l'abitudine);
  • Elemento proiettivo (orientamento al futuro);
  • Elemento pratico-valutativo (se devo agire perseguendo scopi per il futuro, devo valutare i mezzi).

AZIONE, ATTORI E ATTANTI

Secondo altri (Alexander) l'azione che si situa in un ambiente di una cultura e di una struttura comporta un elemento strategico e un elemento interpretativo. Quando gli esseri umani agiscono pensano a degli scopi e a dei mezzi per

Raggiungerli e devono capire il senso dei comportamenti altrui. Tutto giusto, ma dov'è l'agente? E quali caratteristiche ha, alla fine, l'azione?

Tesi opposta: la "actor network theory" (Bruno Latour): l'azione è ciò che manifesta un potere causale, fa succedere qualcosa, modifica un certo stato delle cose, fa una differenza. Questa differenza così generica finisce con il comprendere sia esseri umani sia esseri non umani. In questo senso, anche entità non-umane "agiscono" (per esempio si dice di un farmaco: qual è il "principio attivo"?). Sono "attanti" (categoria più ampia di quella di "attori") che costituiscono reti, le quali determinano i fenomeni.

Il potere causale è tutto? Non c'è altro? Quindi niente distingue l'azione umana dall'azione in senso più ampio? Umani e non-umani agiscono allo stesso modo e nello stesso senso?

No. L'elemento cruciale: l'intenzionalità L'elemento, il fattore che fa la differenza è l'intenzionalità. L'azione umana ha sempre una dimensione intenzionale, sensata, diretta a uno scopo, creativa, motivata da ragioni. Certi autori l'hanno caratterizzata come "sforzo", che implica il "tentativo" di fare qualcosa e quindi l'agire per un obiettivo. L'azione umana non è soltanto automatica e reattiva. Questo è tipico soltanto degli enti dotati di coscienza superiore e a un certo livello soltanto degli esseri umani. Questa non è un'affermazione in linea di principio, ma in via empirica che osserviamo (magari in futuro sarà diverso). AGIRE E AGENTE L'intenzionalità implica che "dietro" ci sia un agente concreto, un centro di coscienza, esperienza soggettiva, capace di scelte e pretese morali. Le caratteristiche della persona: - capace di

Una prospettiva della prima persona (first-person perspective), modo di guardare il mondo e di dire "io":

  • è dotata di corporeità;
  • è capace di riflessività;
  • matura delle premure (concerns).
La definizione di Christian Smith (What is a person? 2011, p. 61): "Un centro cosciente, riflessivo, corporeo, auto-trascendente di esperienza soggettiva (fa riferimento alla moralità), identità durevole, impegno morale e comunicazione..."

Che cosa fa problema in queste definizioni? Due scuole di pensiero criticano queste definizioni.

POST-STRUTTURALISMO (POST-MODERNISMO)

Il problema è l'idea di "centro" (dell'agire, dell'azione). L'idea dei post-strutturalisti è che non ci sia un'unità del soggetto, ma una frammentazione di posizioni soggettive costruite (il sistema sociale costruisce il soggetto, lo definisce) e adottate discorsivamente a seconda dei...

contesti sociali? Noi crediamo di essere noi, ma nella realtà non ci rendiamo conto che non è vero. Dunque "noi" siamo persone diverse a seconda dei momenti, degli ambienti e delle forme di vita sociale. Non abbiamo identità stabili, non c'è un essere, non c'è un "io". Presentiamo noi stessi a diverse audience, senza un centro che possa essere definito "autentico". E siamo costruiti in un certo modo in funzione di certe esigenze della vita o dei sistemi sociali. Dal punto di vista empirico, certamente molti di noi possono avere un'identità incerta o incoerente, o essere insoddisfatti della propria identità. Possiamo anche non avere premure, o premure ultime, che danno integrità e coerenza alla persona e alla sua vita. MA: - Se con questa critica si nega l'ontologia, il fatto che la persona umana ha una sua autenticità, da dove deriva allora il disagio, per contesti sociali?

esempio identitario?

  • Se non c'è ontologia personale, una costruzione o classificazione vale l'altra. In che senso si può parlare di "oppressione" o "emancipazione", se non esiste un "autentico Sé" da scoprire e da liberare?
  • Quindi, può essere vera la critica di certe forme di "soggettività" oppressive, ma questa stessa critica, per avere senso, ha bisogno di fare riferimento a un'idea di persona umana, dotata di una sua ontologia, di suoi poteri causali, di sue proprietà e qualità autentiche.

LA SVOLTA "PRATICA" E L'AGIRE (seconda critica all'agire intenzionale)

Secondo la teoria della "pratica" (Giddens, in parte Bourdieu, parte del pragmatismo) l'agire umano è in buona parte routine non-riflessiva, non intenzionale, abitudinario (habitus), automatico. Si dice: gli esseri umani "diventano" riflessivi,

entrano in modalità riflessiva solo raramente, quando incontrano un problema che richiede la loro riflessione. Ma in generale agiscono in modo non motivato, automatico, inconscio, in base a stimoli e risposte (gli zombie...). Contro la teoria della scelta razionale e la sua idea che ogni azione sia strategicamente e riflessivamente ponderata come un calcolo esplicito di razionalità mezzi - fini (prima il calcolo, poi l'azione). Ovviamente non riflettiamo allo stesso modo, nella stessa misura su ogni nostra azione. MA: dobbiamo comprendere la differenza fondamentale tra intenzione e attenzione. Esempi: un pugile, un musicista, una routine quotidiana. Un musicista mentre suona non pensa a tutti i suoni che sta facendo, è una conoscenza incorporata. Gli habits diventano qualcosa che ci caratterizza. Quindi: riflessività e intenzionalità o motivazione non sono la stessa cosa. Tra azioni riflessive (seguire

Una lezione) e abitudinarie (fare colazione) c'è differenza di grado, non di qualità. Anche i comportamenti abitudinari sono teleologici. A parte casi eccezionali, che chiamiamo "patologici" - l'incapacità di azioni coordinate a un fine. Infine: a livello macro, le forme di vita sociale contemporanee esigono maggiore riflessività che nel passato, chiamato l'imperativo riflessivo (Archer). La grande complessità e apertura della società pone ai soggetti umani la necessità di riflettere, scegliere, più che in passato.

LA SOCIETÀ GLOBALE, LE SUE STRUTTURE E DINAMICHE (PARTE TERZA)

Globalizzazione e mutamento sociale

LE SOCIETÀ MODERNE

Non è semplice né definire né datare la Modernità: si tratta di un periodo che comincia più o meno nel secolo XVI in Europa e che non è ancora terminato (forse). Possiamo definirla sostanzialmente grazie alle sue tre "rivoluzioni",

ma ogni definizione è aperta a contestazioni. Gli "snodi" della Modernità: - La Riforma protestante affida al singolo individuo il suo rapporto con Dio, senza mediazioni istituzionali (Lutero 1517-1521) - La Rivoluzione industriale (telaio 1787) rende possibile la produzione di massa, l'espandersi del capitalismo e il distacco di azienda e famiglia - Le due Rivoluzioni democratiche (1776 e 1789) introducono i valori di uguaglianza e libertà e istituzionalizzano il cambiamento - L'invenzione della stampa (Gutenberg 1450) - La scienza sperimentale e la matematizzazione del mondo (Galileo 1632) - L'emergere dello Stato moderno e le nuove tecnologie belliche (pace di Westfalia 1648) Differenziazione per funzioni: La forma della differenziazione della Modernità è per funzioni: ogni sfera sociale possiede criteri di efficacia propri, irriducibili a quelli delle altre sfere. Si parla di economia, politica, religione,

arte, educazione, diritto: ogni sfera è indipendente dalle altre e funziona in modo peculiare.

Nelle società arcaiche il re-mediatore ricopre un "pacchetto" di ruoli: politico, militare, giudiziario, religioso. Le persone sono distribuite nelle diverse posizioni sociali grazie ai sistemi di parentela e lignaggio.

La Modernità: sintesi

Economia: Politica:

  • Capitalismo
  • Stato moderno

Religione: Diritto:

  • Riforma protestante
  • Differenziazione per funzioni
  • Individualizzazione
  • Cittadinanza

La "libertà" dell'individuo

Se tutto ciò è vero, l'individuo si trova a occupare posizioni (status) che non solo sono diverse nelle diverse sfere, ma anche indipendenti tra di loro: l'individuo è ora "libero", nel senso che può costruirsi un proprio percorso di vita senza che la società gliene "imponga" uno.

Differenziazione funzionale

Economia: libertà di disporre dei propri beni e della propria forza lavoro

Politica: diritti di cittadinanza, libertà e uguaglianza

Famiglia: libertà di creare una famiglia con chiunque

Religione: credente in relazione diretta con Dio (con o senza una Chiesa)

Ma… l'individuo moderno appare "libero" solo dal nostro punto di vista, così come gli uomini pre moderni appaiono "succubi" della società solo dal nostro punto di vista. Ogni formazione sociale esperisce l'ordine naturale, sociale e cosmico attraverso simboli e pratiche che sono sue particolari, e che hanno un senso peculiare. Esistono modernità multiple, non solo il modello occidentale.

LA SOCIETÀ GLOBALE

I processi di globalizzazione sono plurali e sono economici, culturali, politici, tecnologici (ICT), del plurismo. La nostra società è costruita su una grande interconnessione e interdipendenza globale.

Questo produce una

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
58 pagine
2 download
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher fofy2000 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Maccarini Andrea.