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M-D-M: venduti portando denaro (denaro = denominatore comune a tutti gli scambi → ildenaro in quanto tale serve a niente) → con quel denaro compro merce che non produco: sistema non capitalistico → si investe il denaro → l'attività produttiva in cui si investe produce merci
D-M-D: si ottiene nuovo denaro → il capitalista non ha interesse nel valore d'uso delle cose che produce, è interessato a queste come mezzo per arrivare al denaro che considera un fine → secondo Marx il capitalismo è disumano in quanto non ha un senso: c'è un rovesciamento della realtà → il denaro che non ha un senso perché non ha valore d'uso, diventa un fine, non è più un mezzo per arrivare alla merce → l'opera si chiama "il Capitale" in quanto questo diventa una specie di divinità laica, porta con sé l'idea che la quantità è più importante della qualità.
quali saranno le condizioni e i risultati del suo lavoro. Questa alienazione del lavoro nella società capitalistica è considerata da Marx come una forma di disumanizzazione, in cui il lavoratore diventa una merce e perde il controllo sulla propria forza lavoro. Secondo Marx, il lavoro dovrebbe essere un'attività liberamente scelta e produttiva, in cui il lavoratore ha il controllo sulle proprie capacità e sulle condizioni del proprio lavoro. Tuttavia, nella società capitalistica, il lavoro diventa una merce che viene acquistata e utilizzata dal datore di lavoro a suo piacimento. Questo porta a un'alienazione ulteriore, in cui il lavoratore non ha più il controllo sulla propria forza lavoro e viene sfruttato dal datore di lavoro. Inoltre, Marx sostiene che il salario del lavoratore è sempre inferiore alla sua capacità produttiva, il che permette al datore di lavoro di trarre profitto dalla differenza. Questo sfruttamento viene mascherato dal fatto che il lavoratore vende se stesso come una merce, senza conoscere le reali condizioni e i risultati del suo lavoro. In conclusione, per Marx il lavoro nella società capitalistica è caratterizzato da un'alienazione sia a livello oggettivo che soggettivo, in cui il lavoratore perde il controllo sulla propria forza lavoro e viene sfruttato dal datore di lavoro.esattamente quale sia il rapporto fra ciò che egli fa e ciò che gli viene dato come salario → come si decide il prezzo di una merce? come si decide invece il prezzo della forza lavoro diventata merce? criterio oggettivo dato dalla scuola di economia- teoria del valore lavoro: politica classica (che Marx conosce benissimo e che critica come un meccanismo distorto che tende a spiegare il prezzo delle merci) → il prezzo di un bene corrisponde alla quantità di lavoro necessario per produrlo → per gli economisti classici tendenzialmente il prezzo coincide con il valore (es: se si smette di vendere bottigliette di plastica ne scende il valore) spiegazione di tipo soggettivo che nasce in
- concetto di utilità marginale: risposta a Marx (es: io nel deserto muoio di sete e trovo un mercante che mi vende un bicchiere d'acqua a mille euro, lo compro → trovo un secondo mercante che mi vende lo stesso bicchiere d'acqua allo stesso prezzo ma io non lo compro)
capitale: oligopolio → all’inizio tutti possono entrare nei mercati investendo, poi i mercati diventano sempre più chiusi: da molti capitalisti si passa a pochi perché il capitale da investire diventa sempre più alto (nella definizione D-M-D per poter entrare nel sistema bisogna avere un primo D molto alto) → per Marx si potrebbe passare da una situazione di oligopolio a una situazione quasi di monopolio (es: birra ichnusa è detenuta dalla heineken → il capitalista che ha investito sulla prima birra è stato soppiantato da un capitalista più “forte”) → questo processo va di pari passo con quello della scissione fra proprietà e monopolio: all’inizio del capitalismo c’era la figura del padrone, adesso la proprietà è divisa in quote (es: gli Agnelli oggi possiedono il monopolio della Fiat ma soltanto alcune azioni) → dematerializzazione del capitale: è una grande potenza
astratta non essendocipiù un padrone nell’azienda→ la classe operaia a questo punto anche se diventa padrona del proprio destinopuò o deve far scatenare la rivoluzione?→ perché il particolare coincide con l’universale? perché la Rivoluzione operaiadovrebbe liberare tutti, tutte le classi sociali? perché il proletariato non dovrebbecreare a sua volta una nuova classe dominata? → progressiva pauperizzazione: ipoveri diventano talmente tanti e i ricchi talmente pochi che non è più larivoluzione di una classe contro un’altra classe, è la rivoluzione di tutti contropochi → il meccanismo della storia si interrompe: la rivoluzione proletaria èdefinitiva→ fine dell’800 e inizio ‘900 fase di passaggio (segnata dalla grande guerra)→ si perde la fiducia ottimistica di una creazione di una società perfetta: lesocietà umane adesso sono considerate irrazionali e
utilità, allora non è possibile trovare un senso stabile per la società. Durkheim sostiene che la società si basa su valori e norme condivise, che vanno al di là dell'utilità individuale. 2) Una società è un insieme di individui che vivono in una comunità e condividono norme, valori e istituzioni comuni. È un sistema complesso in cui le persone interagiscono e si influenzano reciprocamente. 3) Durkheim critica l'utilitarismo perché pone l'individuo al centro delle scelte basate sul proprio vantaggio personale. Secondo Durkheim, la società non può essere fondata solo sull'interesse individuale, ma deve avere valori e norme condivise che tengano insieme le persone. 4) Per calcolare l'utilità, Durkheim sostiene che non si può fare solo in base all'interesse individuale, ma bisogna considerare anche l'interesse collettivo e il benessere della società nel suo complesso. L'utilità non può essere determinata in modo oggettivo, ma dipende dai valori e dalle norme condivise dalla società. In conclusione, Durkheim sostiene che una società fondata solo sull'utilità individuale non può trovare un senso stabile e duraturo. È necessario avere valori e norme condivise che tengano insieme le persone e che vadano al di là dell'interesse individuale.proprio vantaggio come riesce a calcolarlo?→ un confronto intertemporale è impossibile: i criteri di vantaggio esvantaggio cambiano
non è possibile calcolare un “vantaggio collettivo” se parto dall’idea di vantaggio→ ognuno ha criteri personali per considerare il proprioindividualevantaggio: ciò che adesso è vantaggioso per me potrebbe non esserlo perun’altra persona (vedi concetto di interventisti e neutralisti: come sicapisce se entrare o no in guerra è vantaggioso per un intero paese?)→ la società ha una sua realtà oggettiva per Durkheim → è reale ed esiste ma stanelle nostre teste: le persone che appartengono alla medesima società lo fannoperché nella loro testa qualcosa li accomuna (concezione laidealista della società:società è un insieme di idee comuni) → le persone che convivono in una societàcondividono alcune idee→ Durkheim
mette questa concezione al centro e cerca di capire quali sono queste idee che, in quanto condivise, formano le società:- Uno psicologo riduzionista spiegherebbe le idee comuni a partire dalla psiche umana. Non crede nella sociologia e la abbatte in nome della psicologia perché non ha senso studiare la società come un insieme di idee.
- Un biologo potrebbe invece non condividere la concezione di psicologia e abbatterla in nome della biologia perché per lui non ha senso studiare il cervello se non come un ammasso di cellule.
- Un fisico potrebbe argomentare col biologo che il suo studio è inutile perché la vita non è altro che un insieme di materia.
- Per Durkheim ci sono diversi livelli di realtà che non sono riducibili l'uno all'altro. Per lui la sociologia è indipendente dalla psicologia: vuole fondare una nuova disciplina e dimostrare che è antiriduzionista.
legittima perché la psicologia non è in grado di studiare quell'oggetto specifico → il sociologo deve studiare una "realtà sui generis", una realtà a modo suo, come se fossero dei fatti → è una cosa che non vediamo ma non significa che non esista → la società esiste ed ha un effetto costrittivo nei nostri confronti, come se fosse un insieme di muri che ci costringe a fare delle cose piuttosto che altre → che cosa significa studiare un fatto sociale? → Durkheim chiama le idee che fondano la società "rappresentazioni" che divide in collettive ed individuali → chiama l'uomo "homo duplex" perché è sia sociale che individuale → le rappresentazioni collettive sono quindi appartenenti alla società e quelle individuali sono proprie di ognuno di noi → le due dimensioni insieme formano la "coscienza individuale" → la "coscienza
collettiva” invece è un insieme di rappresentazioni collettive che fanno siche si formi una società: la sociologia studia la coscienza collettiva→ i nostri comportamenti per Durkheim sono principalmente coordinati con lescelte altrui (es: colazione la mattina → ognuno di noi fa colazione la mattinaperchè una rappresentazione collettiva fa si che per noi questa sia la normalità)→ “La prima opera importante → in questo libro spiegaDivisione Sociale del Lavoro”la natura della società moderna: nel momento in cui abbiamo una coscienzacollettiva comune siamo solidali: solidarietà = esistenza di una coscienzacollettiva, degli individui condividono le stesse rappresentazioni collettive epartecipano nella stessa coscienza collettiva, per questo sono “solidali” →sociologizzazione del concetto di “fraternitè”→ le società premoderne e moderne s