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LA NUOVA FRONTIERA DELL’ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO: MODELLO
TOYOTA
-QUALITA’ TOTALE
-PRODUZIONE “JUST IN TIME”
Il lavoratore domiciliare di fronte ad una macchina, il tempo che risparmiava non lo
dedicava al lavoro ma per il proprio tempo libero. Per un lungo periodo l’economia pre
capitalistica ha funzionato con questo limite che viene superato quando la tecnologia
consente un’automazione crescente. L’unità di fabbrica trasforma il meccanismo. La
fabbrica è un modo intermedio tra il vecchio e il nuovo modo di produrre. La fresatrice
è la macchina che più di tutti incarna questa utilità. C’era bisogno di lavoratori che
possedessero delle competenze non generiche. Emerge la figura dell’operaio di
mestiere (figura produttiva a cavallo tra la dimensione artigianale e …
Dal lato del capitale è un vantaggio il capitale umano qualificato, dall’altro lato
l’operaio di mestiere ricorda ancora come vennero trattati gli artigiani. Erano
caratterizzati da una lunga tradizione. Siamo ancora in una situazione in cui una
parete consistente degli operai è ampiamente qualificato. Essendo il capitale umano
un valore aggiunto, il capitale umano qualificato non è facilmente sostituibile e
possiede una grande capacità rivendicativa (hanno maggiori chance di mantenere il
proprio lavoro e muoversi su più spettri). La saldatura di precisione si spalma in un
ampio mercato produttivo, questa caratteristica rende questa categoria forte. Il
fordismo arriva dall’esperienza americana dove Ford e Taylor rappresentano
organizzazione tecnologica e organizzazione lavorativa. La catena di montaggio
parcellizza, specializza all’estremo il lavoro. Specializzarsi in un segmento molto
semplice perché in questo modo la forza del lavoro viene ridotta al massimo (forza
rivendicativatutti gli operai diventano sostituibili). E’ la più grande trasformazione
del lavoro registrata dalla storia. Il capitalismo diventa razionalizzazione tecnico
scientifica. Abbiamo questo lavoro semplificato, ripetitivo. Possibilità di calare
metodologie di controllo sul processo produttivo. La tecnologia diventa la variabile
indipendente del processo, mentre il lavoratore diventa la variabile dipendente del
processo. La tecnologia prima era un semplice strumento funzionale, mentre ora la
tecnologia non solo è funzionale ma è anche la testa del processo. Prima nella
produzione domiciliare non era possibile controllare la mobilitazione ora il lavoratore
non può fuggire da questa leva. SOTTOMISSIONE REALE DEL LAVORO AL CAPITALE. Il
macchinario ha un tale livello di competenza da subordinare i lavoratori nel processo
produttivo. Questo modello di organizzazione entra ad un certo punto in crisi dopo un
trentennio di evoluzione e crescita. Il benessere diffuso lo dobbiamo a questa fase che
dura 30 anni. Poi si interrompe di fronte a 4 meccanismi che ci qualificano la crisi. 57
1-CONFLITTO SOCIALE E SUL LAVORO modello nel quale prevale incontrastata la
programmazione dal lato della domanda. Logica verticale dall’alto verso il basso,
altamente gerarchizzato. C’è uno stacco sostanziale tra la testa del processo
produttivo e l’esecuzione dello stesso processo produttivo. L’architettura della
fabbrica industriale è fatta strutturalmente con una logica verticalenel momento in
cui si configura un processo produttivo, viene configurato dai manager. Il lavoro più
semplificato più produce alienazionenon è più in grado di ricondurre quello che fa ad
un obbiettivo. Genera alienazione che è un meccanismo di compressione
dell’individualità. I primi resoconti degli anni 70, la gente sbrocca davanti
all’introduzione della medicina sul lavoro. La leva che nel modello fordista
controbilancia è il consumo di massa. Integra il lavoratore nel ciclo dei consumi. Per
un lungo periodo gli operai non sono stati consumatori. Una parte consistente della
classe operaia è stata quasi sul livello di sussistenza. Serviva a questo, il consumatore
va oltre questo livello. Si genera conflitto perché quel tipo di pressione viene a
sviluppare una serie di capacità reattiva (sindacati rivendicativi). In Italia siamo in una
situazione particolare, boom economico tra anni 50 e 60, picco della capacità reattiva
del sistema industriale italiano. Questo ritardo è colmato in pochi anni. Da paese
rurale l’Italia si trasforma in paese industriale in soli 10 anni e con tutte le sue
contraddizioni. Esempio dell’assurdità di alcune strutture in costiera amalfitana, in
Veneto. L’Italia ha grossi paesi idrologici e se si costruisce in maniera dissennata sopra
corsi d’acqua, la natura se lo riprende. La situazione cambia nelle fabbriche italiane a
partire dalla seconda metà degli anni 60, periodo in cui i lavoratori sono subordinati al
padronato. Accade anche un processo decisivo per spiegare la crisi del fordismo,
l’emigrazione di moltissimi italiani da sud a nord, processo di trasformazione sociale e
culturale, 4 milioni di italiani sono partiti da sud a nord, di solito partono i più giovani e
i più motivati, i più giovani vanno nelle fabbriche del nord Italia, all’inizio per questi
ragazzi la vita era difficile (venivano chiamati terroni). Negli anni 60 i lavoratori
meridionali venivano trattati malissimo e nel frattempo questi giovani erano diventati
la spina dorsale del capitalismo italiano. Basta poco poi per far accendere la miccia e
si accende nei luoghi di produzione. Il 68 è legato a questo processo di
trasformazione. Italia dove la piramide demografica era rovesciata, i giovani erano la
maggioranza. Il conflitto operaio sul lavoro diventa molto efficace: perché i sindacati
diventano sempre più forti, inoltre essendo tanto standardizzati basta poco per far
inceppare la linea del ciclo integrato. Non c’era la capacità di rivendicare una volta,
adesso il lavoro è molto più organizzato e rivendicativo. Problemi dal lato die padroni
perché il lavoro diventa altamente più efficiente ed efficace sul lato della
rivendicazione.
Dopo questa ondata di otte verrà promulgato lo statuto dei lavoratori che è la prima
articolazione normativa che viene prodotta in Italia per regolare i rapporti di lavoro
(meccanismi di tutela sia sul posto di lavoro che nella dimensione contrattuale).
L’Italia era rimasta molto indietro. L’articolo 18 sanciva una tutela non indifferente sul
mercato del lavoro, l’obbligo di licenziamento su giusta causa. Tutto questo diventa
uno strumento normativo sul quale verranno costruite le moderne rivendicazioni
industriali. Questa crisi è molteplice, è una crisi che riguarda il mondo del lavoro ma è
una crisi che riguarda anche l’organizzazione dello Stato (crisi fiscale dello Stato).
2-INSTABILITA’ DELLA DOMANDA Keynes il più grande economista del 900 è il
teorico della piena occupazione ovvero lui guarda il processo economico non solo dal
lato dell’offerta ma anche dal lato della domanda. Se prendiamo la contabilità dello
Stato che può essere rappresentata dalla propria domanda aggregata che è l’insieme
di investimenti pubblici, consumi privati ed esportazioni. Keynes dice che non
possiamo pensare di tenere insieme un sistema, bisogna tener presente che il … è
quello dei consumi interni. La ricetta keynesiana è quella del sostegno pubblico, lo
Stato diventa investitore di ultima istanza, nel sistema in cui il sistema economico ha
bisogno di un supporta lo Stato deve supportarla 58
E’ preferibile che un lavoratore lavori ad una buca e poi la ricopra piuttosto che avere
un disoccupato senza reddito. Lo stato è un investitore di ultima istanza. Lo stato può
essere erogatore di salario indiretto (la sanità pubblica). Tutte quelle forme pubbliche
vengono erogate a costi sopportabili per tutta la sanità, se fosse come in America che
non hai la copertura sanitaria sei fregato. In Italia c’è un sistema universalizzato di
sanità di cura per qualsiasi malattia. Il primo motivo di fallimento delle famiglie
americane è il costo dell’istruzione dei figli. Avere sistemi universalistici dal lato della
sanità e dell’istruzione rappresenta una garanzia per il ceto basso/medio, ovvero la
maggioranza. Il meccanismo keynesiano introduce queste forme di tutela. Anche lo
Stato come investitore di ultima istanza entra in crisi. Nella fase alta dello sviluppo il
modello keynesiano prevedeva il deficit spending, quando il sistema economico entra
in crisi questo meccanismo si inceppa.
Il meccanismo sul quale la matrice fordista ha voluto adoperare è l’economia di scala
che consente di abbassare i costi. L’intero sistema entra in crisi quando la domanda
diventa instabile perché cambia la cultura di consumo.
3-CONSUMO E INDIVIDUALIZZAZIONE quando Ford dice ai suoi operai dice
“dovete arricchirvi e comprare la macchina” sta dicendo che vi dovete comprare la
macchina standardizzata che si faceva solo nera, perché sui grandissimi numeri più
sei standardizzato più sei efficiente ed efficace. Ad un certo punto cambia l’abitudine
a possedere redditi stabili e crescenti, la gente manda i figli a scuola, la gente è sovra
esposta ad una cosa che prima era molto limitata, nelle case delle famiglie entra la tv
e l’organizzazione mediale porta con se una cultura del consumo di massa. Il
contadino scambiava il plasticone con il tipo di cucina di forbica perché si credeva
fosse moderno. Incarnava la modernitàentra dentro i meccanismi autorealizzativi del
nostro cervello. Il nuovo contesto è quello che emancipa. Questo processo da un lato
trasforma le dinamiche del consumo di massa, dall’altro produce un consumatore che
è sempre più un individuo. Oggi questo processo è spittissimo. Processo che mette
insieme elementi economici e culturali. Tutto questo porta gli individui a
personalizzare le scelte di consumo. Tutta questa cosa dove vestivano tutti uguali
cambia. C’è bisogno di rispondere con una logica di flessibilità ad un mercato dove la
leva di consumo ha assunto una rilevanza molto forte. Da un lato abbiamo questa
nuova centralità del consumo, dall’altra abbiamo una società che sta seguendo un
processo di individualizzazione. Il modello entra in crisi quindi c’è una fase che
attraverserà il decennio 70-80 dove la crisi inseguirà sé stessa. Processo di transizione
molto importante e doloroso. Ad un certo punto si accende una luce nel modello
fordismo, che inizialmente da una bella mazzata agli Stati Uniti, che cos’è stata la
honda civic? E’ la p