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L’APPROCCIO DELLE RETI SOCIALI

Le azioni che compiamo sono sempre socialmente influenzate, anche se sono individuali: non

basta dare una spiegazione all’azione, ma bisogna vedere dove essa è collocata, in quella che si

chiama rete di relazioni sociali, che influenza le azioni: esse sono delle reti, delle strutture, che

aiutano a capire il comportamento individuale. L’economia aveva una visione iposocializzata,

secondo cui l’uomo agisce secondo una logica razionale (compie le sue scelte senza

condizionamenti esterni), mentre la sociologia aveva una visione ipersocializzata, secondo cui 35

l’uomo si muove in base ai condizionamenti sociali (segue valori e ruoli interiorizzati attraverso il

processo di socializzazione): questo approccio rappresenta una via di mezzo secondo cui esiste un

reticolo che impatta sulle azioni individuali.

Il padre di questo approccio fu proprio Granovetter, il quale sviluppa una teoria mirata a contrastare la

visione iposocializzata degli economisti; gli obiettivi di questa teoria sono:

• mostrare che la realtà è più complessa di come viene descritta dai sociologi prima di lui;

• mostrare che le azioni individuali sono il risultato di relazioni ed interazioni sociali (non

aderisce né alla visione iposocializzata né a quella ipersocializzata); tutti gli individui sono

collocati in una rete di relazioni, la quale quindi è un’istituzione che si pone tra lo Stato (livello

macro) e l’uomo (livello micro). Essa corrisponde ad un livello meso che riesce ad orientare

l’azione individuale.

Il presupposto su cui questa teoria si basa è che non si possono capire i fenomeni economici a

prescindere dagli elementi sociali entro cui quei fenomeni prendono forma: quindi le azioni

economiche sono azioni sociali e le istituzioni economiche (che sono anche sociali) vengono

plasmate nel lungo periodo dalle azioni. Per Granovetter l’azione economica è radicata in un

contesto sociale (embedded), cioè, è socialmente situata, ma del concetto di radicamento ne aveva

già parlato Polanyi. Il radicamento spiega come gli attori sociali (individui) agiscono in un contesto

sociale dove le reti riescono a far capire l’impatto del micro (uomo) sul macro (Stato) e viceversa,

essendo appunto una struttura in mezzo (meso). Per spiegare i fenomeni economici bisogna

basarsi su un’analisi composta da tre livelli:

1. il livello micro, ovvero l’azione individuale, che è stata presa come riferimento finora;

2. il livello meso, ovvero le reti sociali, che generano gli esiti economici;

3. il livello macro, ovvero le istituzioni economiche.

L’obiettivo di questa analisi è vedere l’interazione tra questi livelli per spiegare l’influenza di uno

sull’altro. Il reticolo sociale è il livello intermedio che unisce i due livelli conosciuti finora; è quindi

uno strumento che funge da mediatore fra micro e macro. Per passare dal livello micro al livello

macro serve il concetto di radicamento, che è l’intersezione tra gli aspetti economici e non della

società, incluse quindi le influenze culturali, politiche, religiose (in generale istituzionali): l’analisi

delle reti sociali è fondamentale per capire alcuni fenomeni come la fiducia, il potere, ecc. che

nascono all’interno della società ed impattano sul micro e sul macro, ma che sono fondamentali

nello sviluppo economico. Il punto di partenza dell’analisi è capire le motivazioni dell’azione

economica (come aveva fatto Weber, il quale però non aveva preso in considerazione il livello

meso). Granovetter critica la concezione di azione già presente in economia

(iposocializzata/sotto socializzata) e in sociologia (ipersocializzata/ultra socializzata) perché

entrambe non considerano l’importanza delle relazioni sociali dentro le quali gli individui sono

inseriti; Granovetter, quindi, propone una terza via, quella del radicamento nelle reti sociali: egli

supera quindi la concezione strumentale/razionale dell’azione e considera il contesto all’interno

del quale l’azione si svolge ed è radicata; l’azione economica può quindi essere compresa solo a

partire dal radicamento dell’individuo nella struttura delle reti sociali che lo circondano.

Granovetter identifica due dimensioni del radicamento:

1. radicamento relazionale, che ha e#etti diretti sull’azione economica individuale. Esso

dipende dalla storia della relazione, dalla struttura di aspettative reciproche e dall’identità

degli attori. È tipico quindi delle reti dense e delle relazioni forti;

2. radicamento strutturale, che ha e#etti indiretti sull’azione economica individuale. Esso

dipende dalla relazione che gli attori hanno con altri individui e viceversa;

La struttura dei rapporti sia interni al contesto sia esterni ad esso ha un forte impatto sul

comportamento degli attori. In entrambi i casi è importante la dimensione storica e la ricostruzione

temporale (definita come terza forma di radicamento della rete dallo stesso Granovetter). Granovetter

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individua così tre principi di interazione tra livello micro e macro in cui il radicamento relazionale e

strutturale assumono un rilievo centrale. Per capirli però vanno introdotti alcuni concetti importanti:

• Il primo concetto è quello del network analisys, ovvero la prospettiva di analisi che sposta

l’attenzione dall’individuo alla struttura sociale, focalizzandosi sullo studio delle relazioni tra

le unità che fanno parte di una rete. Il concetto centrale del network analisys è la posizione

che si occupa all’interno di una rete, partendo dal presupposto che la vita sociale è fatta di

relazioni.

• Un altro concetto importante è quella della rete sociale, ovvero l’insieme dei nodi (soggetti

individuali o collettivi) collegati tra loro da una o più relazioni; l’analisi di rete studia le relazioni

esistenti tra i vari nodi. Una rete può essere:

1. orizzontale, quando sono composte da nodi simili (non in posizione gerarchica),

possono portare allo sviluppo della fiducia e generare cooperazione;

2. verticale, quando è gerarchica, è basata sui legami di potere e possono generare

dominio e accondiscendenza;

3. dirette, quando le relazioni vanno da un nodo all’altro;

4. indirette, quando la relazione tra due nodi è mediata dal legame con altri nodi.

Alcune cara eris che delle re sociali sono:

• che è la quan tà e l’intensità delle relazioni, si misura dai legami

densità,

esisten tra i nodi che fanno parte della rete. Se una rete è densa, i legami

sono for e le informazioni circolano;

• che riguarda la sua composizione e la presenza di nodi simili o

omogeneità,

meno all’interno della rete (cara eris che simili o no).

• Un altro conce o importante è quello di che riguarda la posizione dei nodi

equivalenza stru urale,

nella rete, due nodi equivalen hanno gli stessi conta$, le stesse esigenze e gli stessi comportamen e

quindi ci si può sfru are a vicenda.

• Un altro conce o importante è quello di che dipende dalla confidenza, dall’in mità,

forza dei legami,

dal grado di conoscenza ed è una variabile fondamentale quando si studiano le re sociali. I legami

possono essere:

for , che sono quelli più stabili con le persone con le quali si ha maggiore in mità,

- confidenza e frequentazione;

deboli, che sono quelli più occasionali e permea da minore fiducia.

-

La forza dei legami incide sulla circolazione di una serie di informazioni, tra cui le risorse; ma non è

de o dove ci sono i legami for circolano più informazioni, perché nei legami con persone tu e

uguali circolano informazioni limitate.

L’analisi delle re sociali u lizza da che riguardano le relazioni fra i nodi con l’obie$vo di

descriverne le cara eris che. Vi sono diversi principi di passaggio dal livello micro a quello macro:

1. la tanto più le re sono dense tanto più è elevata la fiducia e

relazione tra re , fiducia e norme:

tanto più è probabile che le norme sono condivise e rispe ate. In queste situazioni, dove agisce il

radicamento relazionale, non escludono delle situazioni di frode rese possibili dal confidence

racket: nelle relazioni con legami for , gli individui si fidano, abbassano le loro difese e non

controllano tu o; perciò, si possono instaurare comportamen di confidence racket, secondo cui

qualcuno si potrebbe approfi are della fiducia;

2. la i legami for sono omofili,

relazione tra circolazione delle informazioni e la natura dei legami:

ovvero gli individui hanno a disposizione le stesse risorse economiche. Essi si muovono all’interno

delle stesse cerchie sociali e hanno accesso alle stesse informazioni, mentre i legami deboli danno

accesso ad informazioni più variegate; 37

3. la relazione tra la stru ura della rete e le modalità di circolazione delle informazioni e del potere:

vi è un radicamento stru urale. Quando due re o due nodi non sono collega , c’è un buco

stru urale che è colmato da un legame ponte a raverso cui circola nuova informazione; esso è un

legame debole ed ha un vantaggio compe vo perché è l’unico sogge o che può me ere in

connessione delle par che altrimen non sarebbero collegate tra loro. Per Granove er

nonostante questo buco sia un problema, qualcuno prima o poi occuperà quella posizione di

vantaggio.

Degli esempi di applicazione della teoria delle re sono:

• per gli economis , il mercato del lavoro è un

il mercato del lavoro e l’importanza dei legami deboli:

mercato qualunque dove si scambia forza lavoro con un salario e quindi come in tu$ i merca gli a ori

sono mossi da una logica strumentale (si ha bisogno di un salario, vendo la forza lavoro). Per i sociologi,

il mercato del lavoro è un modo per definire la posizione sociale degli individui all’interno della società

(ogni occupazione corrisponde ad un ruolo). Queste due visioni si basano entrambe sul fa o che si

studiano i singoli a ori, senza considerare le relazioni che essi hanno con gli altri: per la nuova

sociologia economica il mercato è una stru ura sociale e quindi la posizione di un individuo nel

mercato del lavoro deve essere sempre le a in relazione agli altri, il fa o che ci si può spostare

all’interno del mercato presuppone lo studio anche degli altri individui. Gli esi di questa ricerca sono

pubblica in un saggio “ge$ng a job” dove Granove er si focalizza su come le persone trovano lavoro

e come esse vengono a conoscenza di nuove opportunità di lavoro: per prima cosa Granovetter

studiò tutti gli studi analoghi (letteratura), ma nel

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Scienze politiche e sociali SPS/09 Sociologia dei processi economici e del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alefab1234 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Spina Elena.
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