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SVILUPPO LOCALE NELLA GLOBALIZZAZIONE

I rapporti territorialmente squilibrati esistenti all'interno di una stessa realtà statale sono spesso studiati in analogia con le riflessioni sulla modernizzazione che riguardano i trastati squilibri territoriali. La questione meridionale italiana è emblematica di questa analogia. Possiamo affermare che negli anni '50 e '60 le analisi economiche parlano di dualismo nord sud generato da carenze di risorse materiali e umane nel mezzogiorno. L'enfasi posta sui limiti endogeni al Meridione sposa una visione dicotomica del rapporto tradizione modernità e si lega ad un'ottica di intervento di tipo diffusionistico, volta a colmare questi limiti attraverso un insieme di politiche delle infrastrutture, di incentivazione alle piccole e medie imprese e successivamente di industrializzazione per poli di sviluppo. Nella prima metà degli anni '70 matura una prospettiva di analisi più unitaria dei rapporti Nord Sud, si

ricorre alla teoria della dipendenza e dello sviluppo dipendente per interpretare le relazioni tra centro e periferia della società italiana in termini di rapporti di funzionalizzazione del sud allo sviluppo del Nord. Il sud viene visto come fornitore di manodopera per lo sviluppo del nord e come mercato di sbocco dell'industria settentrionale. Nella seconda metà dei '70, si diffonde la convinzione che la teoria della dipendenza non sappia spiegare i nuovi termini della questione meridionale. L'ingente flusso di risorse statali a beneficio del sud e la drastica riduzione dei processi migratori dal meridione verso le regioni più sviluppate, rendono non più proponibile l'idea di un sud funzionalizzato e sfruttato a favore dello sviluppo del resto del paese. Viene coniato per il mezzogiorno il termine di economia assistita. Negli anni '80 alcuni episodi di successo di piccola imprenditorialità locale in varie regioni del sud, pongono il problema.

Dell'estendibilità al meridione del modello di sviluppo per piccola e media impresa tipico del centro nord est del paese (TERZAITALIA). La realtà sociale e politica del mezzogiorno viene considerata pervasa dal particolarismo, nella duplice veste del familismo e del clientelismo, un particolarismo giudicato irrecuperabile alla modernizzazione. Si riprende la variabile parsoniana particolarismo-universalismo, in una prospettiva dicotomica che ritiene possibile la modernizzazione del sud solo attraverso la rottura drastica con la sua tradizione particolaristica. Tale prospettiva è rafforzata dalla ricerca di Putnam sulle diverse prestazioni delle regioni italiane, il quale sintetizza la carenza di spirito cooperativo presente nella società e nella politica meridionale in termini di carenza endemica di K sociale. La ricerca di Putnam ha favorito ulteriori ricerche sul mezzogiorno le quali hanno mostrato un quadro più articolato delle diverse tradizioni meridionali.

individuando la presenza di elementi particolaristici non recuperabili alla modernizzazione, ma anche di elementi particolaristici compatibili con la modernizzazione, come pure elementi universalistici strategici per la produzione dei beni collettivi necessari allo sviluppo. La letteratura meridionalistica più recente ha teso a confluire nel più ampio dibattito sullo sviluppo locale, il quale cerca di combinare analisi del sociale locale, ruolo del sistema politico e processi di globalizzazione. L'intreccio di questi elementi produce un modello di regolazione dell'economia che potremmo definire governance glocale. Essa implica una collaborazione attiva tra istituzioni politiche locali, mondo imprenditoriale e forze sociali che porta alla valorizzazione del capitale di fiducia reciproca in funzione dell'innovazione e dello sviluppo. Il modello locale di sviluppo propone un localismo non autarchico nel quale localismo e globalizzazione entrano a far parte di unprocesso di scambio e arricchimento reciproci. L'operatore pubblico deve esprimere nuove capacità di intervento e dall'altro deve dotarsi di nuovi poteri negoziali con i centri economici, politici, culturali nazionali e internazionali. Cruciale è la presenza di imprenditori in grado di favorire potenziamento del K sociale e di diffondere la fiducia nello sviluppo.
GOVERNO DELLO SVILUPPO
Il legame tra k sociale, sviluppo locale e globalizzazione implica un riferimento alla politica nell'accezione più ampia di governo della globalizzazione. La globalizzazione economica degli ultimi 30 anni si è risolta in una intensificazione del commercio internazionale, degli investimenti diretti all'estero e dei movimenti di K che hanno aumentato le interdipendenze tra le varie economie nazionali. Negli ultimi 20 anni, la globalizzazione è stata supportata da una concezione economica neoliberalista che ha predicato il libero scambio, la liberalizzazione dei

mercati dei k, il trasferimento di attività dal settore pubblico a privato, il pareggio di bilancio e la stabilità monetaria. Questa dottrina dominante nell'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, è stata imposta in modo indiscriminato dal FMI e dalla BM ai paesi in via di sviluppo. Questo ha portato una serie di crisi che hanno indotto a concepire le politiche di apertura commerciale e finanziaria come processi da adottare con gradualità e da tarare sulle caratteristiche socioeconomiche e politiche di ogni paese. L'attuale sviluppo di Cina e India ne è una buona testimonianza in quanto è frutto di politiche di apertura graduali e ben calibrate. Alla fiducia nel progresso, tende a sostituirsi in questo periodo una paura nel progresso senza freni nelle conseguenze distruttive che esso può comportare sull'ambiente e persone.

SVILUPPO ALTERNATIVO
L'idea di sviluppo alternativo nasce come esigenza di sviluppo sostenibile,

per legarsi oggi alle concezioni più preoccupate dei rischi dello sviluppo. Il tema dello sviluppo sostenibile acquista maggiore rilevanza a partire dalla prima conferenza mondiale sull'ambiente organizzata a Stoccolma dall'ONU nel '72. Questo concetto nasce quale opzione per una gestione delle risorse naturali che implichi la garanzia delle loro riproducibilità e del rispetto dell'ambiente. A ciò si è aggiunta l'idea di uno sviluppo equo a livello globale, in grado di garantire pari opportunità di accesso alle risorse ambientali e sociali per tutti. Il concetto presuppone un governo globale capace di distribuire con equità i costi di uno sviluppo sostenibile, senza pretendere che gli ultimi venuti allo sviluppo riescano da soli a cambiare le regole del gioco. Importante in proposito è la proposta di Sen del '99 che guarda allo sviluppo delle capacità umane. Per capacità egli intende la libertà sostanziale delle

persone di realizzare il genere di vita a cui attribuiscono valore. E' un concetto che intreccia quello di benessere e libertà. L'indice di sviluppo umano proposto dall'organizzazione delle nazioni unite che si occupa dei programmi di sviluppo è un esempio della ricerca di nuove misure dello sviluppo sebbene abbia il limite di non tenere conto di una variabile centrale dello sviluppo umano, cioè la libertà. Questo indice combina tre indicatori che sono aspettativa di vita, grado di istruzione e PIL procapite.

LA GLOBALIZZAZIONE ECONOMICA

La globalizzazione economica designa l'intensificazione e l'estensione delle connessioni economiche a livello planetario. Giganteschi flussi di capitale mediati dalla tecnologia digitale hanno stimolato l'interscambio di beni e servizi. Estendendo la propria portata a tutto il mondo, i mercati hanno conquistato il cyberspazio e hanno creato nuovi collegamenti tra economie nazionali e regionali. Grandi

aziende transnazionali e vastissimi sistemi regionali di libero scambio come l'UE sono i blocchi fondativi su cui poggia l'ordine economico globale del 21 secolo. La globalizzazione economica contemporanea può essere fatta risalire alla progressiva affermazione di un nuovo ordine economico internazionale, definito nel corso di una conferenza economica tenutasi verso la fine della 2WW a Bretton Woods. Sotto la guida di USA e UK, le maggiori potenze economiche del Nord Globale abbandonarono le politiche protezionistiche del periodo tra le due guerre, impegnandosi a espandere il commercio internazionale e ad adottare regole vincolanti sulle attività economiche internazionali. Decisero di instaurare un sistema più stabile di cambi, in cui il valore della moneta di ogni stato fosse ancorato al controvalore fisso in oro del dollaro. All'interno di questi limiti, i singoli stati erano poi liberi di controllare e decidere dei loro confini, il che permetteva di.fissare la propria personale agenda politica ed economica. Bret Woods pose anche le basi istituzionali per la nascita di 3 organizzazioni economiche internazionali: - Il FMI, creato per amministrare il sistema monetario internazionale; - La Banca Internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo, poi rinominata BANCA MONDIALE, inizialmente progettata per erogare prestiti funzionali alla ricostruzione post bellica in Europa, successivamente la sua finalità divenne quella di finanziare vari progetti industriali in paesi in via di sviluppo; - L'accordo generale sui dazi e sul commercio, cioè il GATT, sottoscritto nel '47 per promuovere e applicare i patti commerciali multilaterali. Nel '55 nacque dalle sue ceneri l'Organizzazione mondiale per il commercio (WTO). Rimasto in vigore per tre decenni, il sistema di BW contribuì alla costruzione della cosiddetta età dell'oro del capitalismo regolamentato. Anche i partiti più conservatori in UE e USA accettarono qualche versione.dell'interventismo di stato concepito da Keynes. Nei paesi del nord globale i meccanismi di controllo statale sui movimenti internazionali di capitale consentì il pieno impiego e l'espansione dello stato sociale, con un incremento dei W e dei servizi sociali che assicurarono un compromesso tra classi sociali. Tuttavia, nei primi anni 70, il sistema di BW crollò rafforzando alcune tendenze economiche integrazioniste. Nel 1971 il presidente Nixon, di fronte a forti cambiamenti politici che stavano minando la competitività economica delle industrie americane, decide l'abbandono del sistema dei cambi fissi legato al controvalore in oro del dollaro, cioè del dollar standard. Il decennio successivo fu caratterizzato da una forte instabilità economica globale, con elevata inflazione, bassa crescita, disoccupazione, deficit enorme del settore pubblico e due crisi energetiche legate all'OPEC e al conflitto arabo israeliano. A ciò va aggiuntaLa sconfitta elettorale di quelle forze politiche si identificavano con il modello del capitalismo controllato e l'ascesa invece di partiti legati ad un approccio neoliberista alla politica economica e sociale.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
39 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/09 Sociologia dei processi economici e del lavoro

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher gaiacar0 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia economica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Farinella Domenica.