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EVOLUZIONE DELLA RADIO NEGLI ANNI
Di fronte alle nuove forme di comunicazione e ai nuovi media ipertecnologici può sembrare passato il tempo della radio. Eppure la voce che dopo la seconda guerra mondiale entrava nelle case degli italiani (molto prima in quelle dei cittadini di altre nazioni), mantiene la sua forza comunicativa e il suo impatto sul pubblico.
In Italia i radioascoltatori sono ogni giorno quasi 35 milioni (su circa 51 milioni di abitanti). La radio pertanto non è stata scalzata dai nuovi media, come non lo fu dalla televisione. Ma questo non vuol dire che debba rimanere identica a se stessa e non evolversi sfruttando le attuali possibilità tecnologiche. La strada che deve essere battuta e sulla quale pare ci si stia orientando è duplice: da una parte c'è la digitalizzazione della radio e della sua trasmissione, dall'altra ci sono le possibilità di ibridazione della radio con i nuovi media.
Il DAB (Digital Audio Broadcasting)
è una tecnologia sviluppata in Europa per creare servizi in grado di sostituire le bande di frequenza (FM e AM) risolvendone i problemi di trasmissione. Quindi il sistema DAB dovrebbe permettere una costante ricezione del segnale di qualità paragonabile a quella dei CD sia da parte dei sintonizzatori fissi che da quelli portatili (radio portatili e autoradio).
Il DAB, infatti, a differenza degli altri sistemi già esistenti di radio digitale, trasmette non solo via cavo o via satellite, ma anche via etere, cioè attraverso una trasmissione terrestre che può essere ricevuta anche da sistemi mobili.
Altra caratteristica fondamentale del sistema DAB è che sulla stessa banda possono essere trasmessi fino a 6 canali digitali. Quindi suono, ma anche testo, immagini e pagine web.
Esistono già ricevitori DAB sul mercato (autoradio, portatili, hi-fi, schede audio per PC) dai quali si può ricevere tanto il segnale digitale quanto quello analogico (FM-AM).
ma la tecnologia dovrà ancora nei prossimi anni tendere ad una maggiore miniaturizzazioni e all'accessibilità dei prezzi. Ma se la digitalizzazione della radio è ancora una prospettiva la cui realizzazione avverrà nei prossimi anni, presente e attualissima è la questione dell'interazione tra radio e altri media. In particolare l'attenzione è rivolta verso possibili forme di ibridazione tra radio e internet. Ormai tutte le radio italiane, nazionali o locali, hanno un loro sito, ma le possibilità date dalla rete non si limitano a dare ulteriore visibilità alla radio. La vocazione multimediale e multicanale di Internet e la sua potenziale interattività devono essere sfruttate per dare davvero qualcosa di più alla radio. Questa prospettiva di integrazione di mezzi differenti non comporta assolutamente la cannibalizzazione della radio da parte di internet e la sua sostituzione con l'ascolto on-line o con laselezione di brani musicali, chiamata play-list. La diffusione on-line della trasmissione radio e le play-list sono solamente dei comodi e interessanti gadget messi a disposizione dei navigatori/ascoltatori, ma non costituiscono di per sé quel qualcosa di più che la rete può fornire a chi ascolta e ama la radio. McLuhan sosteneva che la radio fosse un medium caldo, perché estendeva un unico senso fino ad un'alta definizione e alla saturazione informativa. Il telefono, invece, fondato altrettanto sulla comunicazione verbale, era per McLuhan un medium freddo perché a bassa definizione e lascia al fruitore grande parte nella costruzione del messaggio. Lo stesso avrebbe detto di Internet. Oggi però ci troviamo davanti all'integrazione e alla ibridazione dei diversi media. Ferma restando la distinzione mcluhaniana, si potrebbe dire allora che il medium caldo che è la radio va raffreddandosi nel suo incontro con internet (e anche con iltelefono cellulare) perché arriva a stimolare una partecipazione attiva da parte dell'ascoltatore, il quale viene spinto a farsi protagonista della comprensione del messaggio radiofonico. Forse allora Internet può stimolare e accompagnare la radio in questo suo processo di raffreddamento, proprio nel consentire all'ascoltatore quella ricerca di integrazione di senso, presentando approfondimenti dei temi trattati in radio o semplicemente collegati, materiale visivo (foto e video) che illustrino tali temi e un luogo dove incontrare gli altri ascoltatori e dar vita a confronti più o meno sollecitati dalla radio.
Dalla radio al web e poi dal web alla radio perché il sito deve essere anche lo spunto per spingere i vecchi e nuovi utenti all'ascolto delle trasmissioni radiofoniche.
Gli 80 anni della Radio Italiana:
Anni '20 L'Uri, Unione Radiofonica Italiana, prima società concessionaria della radiodiffusione in Italia, viene fondata il 27
Agosto 1924 come accordo tra le maggiori compagnie del settore: Radiofono, controllata dalla compagnia Marconi, e SIRAC (Società Italiana Radio Audizioni Circolari). Presidente della Società Enrico Marchesi ex direttore amministrativo della FIAT di Torino. L'unica stazione trasmittente è quella di Roma, posizionata nell'attuale quartiere Parioli, allora ancora campagna. Siamo agli inizi e il pubblico è composto da amatori interessati più allanovità tecnologica del radioascolto che ai programmi veri e propri. Nel gennaio 1925 nasce il Radiorario, settimanale ufficiale dell'URI. L'intento è quello di propagandare il nuovo mezzo e nel contempo di conoscere meglio i gusti e le opinioni di un pubblico ancora da formare. Poco dopo, tra il '24 e il '29, si comincia a trasmettere, oltre che da Roma, anche dalle sedi di Milano (1925) da Napoli (1926) e Torino (1929). Nel gennaio 1928 l'URI diventa EIAR, Ente Italiano per le Audizioni Radiofoniche.Le Audizioni Radiofoniche. L'evento segna il vero e proprio atto di nascita della radiofonia in Italia.
Anni '30 La radio inizia ad imporsi come mezzo di comunicazione di massa. Gli anni '30 sono infatti il momento del vero lancio della radiofonia in Italia. La radio si propone come medium casalingo ed inizia a scandire con i suoi appuntamenti e i suoi suoni le abitudini degli italiani. Attraverso la radio gli italiani diventano testimoni di grandi eventi (le radiocronache sportive, i concerti sinfonici). Al di là delle trasmissioni più propriamente politiche, l'insieme della programmazione è tradizionale e rassicurante, anche se non manca l'attenzione degli intellettuali, in particolare di futuristi come Marinetti. "I Quattro Moschettieri" di Nizza e Morbelli, nel 1934, sono protagonisti del primo successo di massa della radio italiana.
Anni '40: Sotto la pressione degli eventi bellici la programmazione radiofonica si trasforma gradualmente.
Prosa, e musica leggera con le grandi orchestre di Angelini e Barzizza contribuiscono ad alleggerire un clima che si fa sempre più cupo. Ma con l'inasprire del conflitto anche la radio cambia. I programmi nazionali vengono unificati e si intensificano le trasmissioni dedicate alle forze armate.
L'8 settembre, dai microfoni di Via Asiago, Badoglio proclama l'armistizio. Dopo il black-out, la ricostruzione. Si riaffacciano voci familiari insieme a personaggi destinati a tenerci compagnia a lungo.
Anni '50: Lo sviluppo della radio non conosce soste. La radio invade nuove fasce orarie e nuovi spazi e si evolve verso nuove forme di giornalismo anche grazie a strumenti di registrazione sonora più moderni.
È il momento del rilancio anche sul piano culturale (nel 1950 nasce il terzo programma) mentre nel campo dell'intrattenimento non conosce rivali, persino Frank Sinatra si esibisce dal vivo in Via Asiago.
La radio tiene a battesimo personaggi che diverranno
anche popolarissimi volti della tv ed eventi destinati a durare nel tempo come il Festival di Sanremo. Anni '60: La radio affronta nuove sfide. L'avvento del transistor permette una comunicazione sempre più agile. Se la televisione si impone come mezzo destinato al grande pubblico, la radio continua a svolgere il suo compito di modernizzazione, accentuando la sua portata innovativa. Mescola strategie di ascolto di massa a proposte più mirate, collauda spazi di intrattenimento destinati al grande successo come "Gran Varietà" e "La Corrida" e lancia popolari programmi giovanili come "Bandiera Gialla". Anni '70: La radio continua a rivelarsi un mezzo pronto a riflettere l'evoluzione della società, capace di adeguarsi al clima di rinnovamento profondo che si respira nel paese. All'avvento delle radio private Radio Rai risponde con trasmissioni che faranno epoca, indirizzate soprattutto ai giovani: "Altogradimento" (programma demenziale che rivoluzionerà ritmi e forme del comico radiofonico), "Supersonic" e la "Hit Parade".
L'altra trasmissione destinata a creare una lunga abitudine all'ascolto è "Chiamate Roma 3131" (inaugurata nel 1969) che contraddistinguerà la programmazione per oltre tre decenni, e introdurrà la grande novità del telefono e il dialogo in diretta col pubblico.
Anni '80: L'impegno al dialogo con il pubblico si intensifica negli anni '80 con "Radio anch'io" condotto da Gianni Bisiach e con il "Radiodue 3131" di Corrado Guerzoni che dedicherà sempre maggiore attenzione al rapporto con gli ascoltatori e a una riflessione sulla società sempre più approfondita.
In quegli anni la Radio si trasforma anche nell'assetto delle reti. Nascono due canali stereofonici destinati ai giovani, "Stereouno" e "Stereodue".
con proposte musicali più mirate e programmiche fanno epoca. Le nuove tecnologie a fibra ottica consentono, nel 1986, la nascita di Isoradio, il canale dedicato agli automobilisti, trasmesso in isofrequenza, che propone, in tempo reale, aggiornamenti delle notizie sul traffico alternati a una programmazione di musica e notizie. Anni '90: L'impegno al rinnovamento e la differenziazione delle reti secondo aree tematiche distinte contraddistinguere la programmazione di Radio Rai nei decenni successivi. Radio 1 sarà la rete dell'informazione, anche se non mancheranno spazi di approfondimento culturale e intrattenimento musicale, Radio2 la rete dell'intrattenimento, riserverà particolare attenzione alla cultura del mezzo radiofonico proponendo prodotti innovativi, particolarmente adatti a un pubblico giovanile che presto diventeranno programmi cult "Il ruggito del Coniglio", "Fabio e Fiamma","Caterpillar", "Alcatraz" mentre Radio3 confermerà la sua vocazione culturale con un'offerta sempre più ricca di eventi in cartellone, direttamente dalla sua pagina web.