Anteprima
Vedrai una selezione di 3 pagine su 7
Sociologia della famiglia – Approccio Pag. 1 Sociologia della famiglia – Approccio Pag. 2
Anteprima di 3 pagg. su 7.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Sociologia della famiglia – Approccio Pag. 6
1 su 7
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

L'approccio struttural-funzionalista

L'approccio struttural-funzionalista, che si diffuse a partire dagli anni Cinquanta, si differenzia dal precedente principalmente perché l'unità di analisi non è "l'istituzione", ma il "sistema sociale famiglia", concepito come struttura di status-ruoli che devono svolgere funzioni specializzate; il comportamento familiare non è visto come una manifestazione di bisogni naturali ma come risposta a un insieme di aspettative connesse alla posizione che i vari membri occupano nel sistema dei ruoli familiari. Pur non negando il carattere di istituzione sociale della famiglia, esso osserva la rete di relazioni che tiene insieme i membri della famiglia come il prodotto di "aspettative normative partecipate", socialmente condizionate. Questa caratteristica è in qualche modo il corollario dell'assunzione secondo cui la famiglia è un sistema sociale, che deve connettersi funzionalmente a tutti gli altri.

sistema di socializzazione che coinvolge tutti i membri della famiglia. Inoltre, il modello parsoniano prevede una divisione del lavoro all'interno della famiglia, con il padre che si occupa principalmente del sostentamento economico e la madre che si occupa principalmente delle cure domestiche e dell'educazione dei figli. Un altro sistema presente nella società è quello dell'istruzione. Le scuole sono organizzate in modo gerarchico, con insegnanti che detengono l'autorità e gli studenti che devono seguire le regole e rispettare l'autorità degli insegnanti. Inoltre, il sistema scolastico si basa su un curriculum definito, che stabilisce quali conoscenze e competenze gli studenti devono acquisire. Questo sistema di istruzione si basa sull'idea che l'apprendimento avvenga attraverso l'insegnamento da parte degli insegnanti e l'apprendimento da parte degli studenti. Un altro sistema presente nella società è quello del lavoro. Le organizzazioni lavorative sono strutturate gerarchicamente, con dirigenti che detengono l'autorità e i dipendenti che devono seguire le regole e rispettare l'autorità dei dirigenti. Inoltre, il lavoro è organizzato in base a ruoli e responsabilità specifiche, con una divisione del lavoro che permette una maggiore efficienza e specializzazione. Questo sistema di lavoro si basa sull'idea che il lavoro sia un mezzo per ottenere un reddito e contribuire alla società. Infine, un altro sistema presente nella società è quello della politica. I governi sono organizzati in modo gerarchico, con politici che detengono l'autorità e i cittadini che devono seguire le leggi e rispettare l'autorità dei politici. Inoltre, il sistema politico si basa su un sistema di rappresentanza, in cui i cittadini eleggono i propri rappresentanti per prendere decisioni politiche. Questo sistema politico si basa sull'idea che la politica sia un mezzo per governare la società e prendere decisioni che influenzano la vita dei cittadini. In conclusione, la società è composta da diversi sistemi che regolano e organizzano le varie sfere della vita sociale. Questi sistemi si basano su regole, gerarchie e divisione del lavoro, e sono fondamentali per il funzionamento e l'organizzazione della società.

Il sistema di scambio con altri sotto-sistemi, in modo da favorire un buon funzionamento al sistema societario. Come seconda condizione la famiglia, per far fronte alle esigenze adattive poste dall'ambiente esterno, deve suddividere il lavoro fra uomo e donna, supponendo che il ruolo del leader strumentale appartenga all'uomo, e quello di leader espressivo alla donna.

Il terzo approccio, quello dello scambio, ritiene che la solidarietà familiare non può essere basata su una conformità dei ruoli e sul consenso a valori ultimi. Conformità e consenso non possono spiegare come si possa mantenere la coesione, o unità familiare, di fronte a tensioni e conflitti che sorgono durante i processi di adattamento più complessi. Quindi tale approccio ritiene che le strutture familiari e parentali vadano essenzialmente comprese come espressione di forme ristrette, o allargate, di scambio sociale.

Vi sono due maggiori tradizioni riguardo la teoria dello scambio. La

Prima, quella francese, mette in rilievo gli aspetti collettivi e simbolici delloscambio, che assume essenzialmente la caratteristica del dono nelle retifamiliari e parentali. L'altra, quella nord-americana, ritiene che il3 P. Donati, Manuale di sociologia della famiglia, pag. 6011comportamento dell'uomo, anche all'interno della famiglia, vada compreso inrelazione ai bisogni primari e ai processi sociali messi in atto per soddisfarliattraverso scambi basati sulla reciproca utilità dei partecipanti. Siamo davantia due differenti visioni della famiglia, dove nella prima nasce dallo scambiocome espressione di esigenze strutturali e collettive della società, nellaseconda il comportamento familiare deve essere analizzato come un agirevolto alla ricerca di ricompense prevalentemente individuali e strumentali.Ma, in entrambi i casi, la vita familiare, tanto nelle sue premesse quanto nellesue attualizzazioni, viene considerata come uno scambio complesso di

attività mutualmente ricompensanti, in cui ogni membro è tenuto ad accettare un beneficio se e nella misura in cui è disposto a contraccambiarlo verso un altro. In breve, le norme morali familiari vengono indotte dalle azioni che i membri attuano come contraccambio di benefici ricevuti, ma anche come modo per ottenere possibili gratificazioni future.

L'importanza dell'approccio marxista è certamente più storica che teorica, ha avuto molta influenza politica nell'ultimo secolo, ma scientificamente debole. La famiglia, intesa come istituzione sociale monogamica, sarebbe nata con la proprietà privata dei mezzi di produzione, e avrebbe trovato nello Stato il suo garante, così da diventare la base su cui si fonda la disuguaglianza sociale, intesa come sfruttamento delle classi sociali più deboli da parte di quelle più forti, e contemporaneamente uno sfruttamento della donna e dei figli da parte dell'uomo di casa.

Dal

Punto di vista concettuale, Marx, ritiene che la famiglia nasca e stabilisca le sue varie forme di solidarietà interna sulla base dei diversi tipi di divisione sociale del lavoro susseguitesi nella storia, i quali si sovrappongono alla divisione originaria del lavoro, ovvero quella fondata sulla differenza biologica dei sessi. Il nucleo centrale di questa teoria sostiene che la famiglia rifletta sempre in se stessa il modo di produzione dominante che si afferma in una data società posta in una determinata area geografico-culturale.

L'approccio della teoria critica è legato alla nascita e allo sviluppo della cosiddetta Scuola di Francoforte. Il nocciolo di questa teoria sta nel vedere la famiglia come una forma sociale ambivalente, ovvero da un lato è funzionale all'ordine socio-culturale e dall'altro è necessaria alla maturazione dell'individuo. È considerata necessaria per

alcune funzioni primarie, come la socializzazione dei bambini, ma è negativa per gli effetti di conservazione naturale, di autoritarismo e disuguaglianza sociale. Questo approccio si rifà a quello marxista, ma con alcune differenze tra cui una maggiore attenzione ai fattori psicologici e culturali. La famiglia è soggetta a una duplice dinamica storica, da una parte la crescente socializzazione tende a comprimere e negare l'elemento dell'ordinamento familiare, visto dalla società come irrazionale e naturale spontaneo. Dall'altra, lo squilibrio tra l'individuo e le potenze totalitarie della società si acuisce in modo tale da indurre il primo a cercare una sorta di riparo ritraendosi in micro-associazioni, come appunto la famiglia, la cui persistenza autonoma appare inconciliabile con lo sviluppo generale. La Scuola di Francoforte esprime, più delle altre, la coscienza della "tragedia" che la famiglia deve affrontare nella.società moderna, la quale la esalta e la combatte allo stesso tempo. La esalta nel momento in cui in essa vivono motivi di solidarietà ed altruismo, la combatte quando in essa vede quelle spinte conservatrici e repressive che sono alla base dei rapporti di autorità e disuguaglianza sociale. Altro approccio è quello ermeneutico-fenomenologico che pone l'accento sugli elementi significativi e intenzionali, quindi soggettivi e intersoggettivi, della famiglia. Viene enfatizzato il fatto che dire famiglia significa evocare un mondo simbolico che richiede una data interpretazione. Questo approccio non parte da una data definizione rigida di famiglia, anzi fa in modo che questa venga fuori dai mondi di vita quotidiana delle persone, dove si crea attraverso relazioni interpersonali, linguaggi e immagini codificate e decodificate in base agli attori, conversazioni che producono uno specifico "discorso familiare" il quale necessita di una interpretazione, sia daparte5 P. Donati, Manuale di sociologia della famiglia, pag 71 degli attori che degli osservatori. La famiglia è oggetto di una conoscenza sempre altamente soggettiva, e intersoggettiva, che si costruisce proprio in questa realtà che sta fra i soggetti agenti, e attraverso di essa. Quindi non risulta essere tanto un insieme di legami o vincoli sociali, collettivamente definiti, quanto piuttosto un modo di annettere un significato alle relazioni interpersonali. Per questo approccio la famiglia è un "progetto" interpretativo che si fa attraverso le parole, cioè attraverso una pratica descrittiva che genera un discorso da cui prende forma una organizzazione che costituisce quello che noi intendiamo come vita familiare. I limiti di tale approccio risiedono nel rischio di un eccessivo soggettivismo, mentre i vantaggi stanno nel mettere in rilievo che la famiglia umana è tale perché è significativa per i soggetti coinvolti.dalla volontà di condividere esperienze e obiettivi comuni. Questo approccio mette l'accento sull'importanza delle relazioni interpersonali all'interno della famiglia e sulla capacità di adattamento e soddisfazione individuale.dal consenso generato giorno per giorno. Si suppose che in tale modello la divisione del lavoro sia totalmente ugualitaria, spontanea e flessibile. I vantaggi di tale approccio stanno nel mettere in risalto come i modi di vita che emergono siano il prodotto della reciproca interazione fra attori-agenti, che condividono un sistema simbolico nel quale giace l'identità culturale della famiglia. Gli svantaggi invece possono essere sintetizzati in tre punti: a) questo approccio da un contributo minimo al chiarimento dei processi di cambiamento macrostrutturali della famiglia, infatti ponendo l'accento sui fattori soggettivi, tralascia quelli strutturali; b) far dipendere l'esistenza della famiglia da una costante interazione "soddisfacente" rivela l'influenza di una "corrente della felicità" familiare e di coppia che ha influenzato e influenza.
Dettagli
Publisher
A.A. 2012-2013
7 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher flaviael di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della famiglia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Suor Orsola Benincasa di Napoli o del prof D'Alessandro Lucio.