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ANTROPOLOGI ED ETNOLOGI
Negano 1) l'ipotesi di un'orda primitiva che viveva in promiscuità sessuale, cioè loro non negano che la famiglia abbia subito questo processo unilineare ma allo stesso modo negano l'ipotesi che il tabù dell'incesto abbia portato alla nascita delle prime forme familiari. (critica a Morgan e al suo schema evoluzionistico).
Secondo Levi Strass (Stross) fondamentalmente un etnologo ma anche un sociologo a conferma della negazione del tabù dell'incesto egli dice le proibizioni sessuali non hanno né origine naturale né culturale. E neppure possono essere considerate una combinazione tra natura e cultura. Piuttosto esse costituiscono il passaggio dalla natura alla cultura. Anche S. nega la tesi di Morgan che dice che dalla promiscuità al tabù dell'incesto viene creata la prima forma familiare, infatti egli dice che il tabù non è né esclusivamente natura né esclusivamente cultura.
La cultura né è la combinazione di elementi di entrambe, piuttosto le proibizioni devono essere considerate il passaggio dalla natura alla cultura perché il tabù dell'incesto è naturale in quanto universale e culturale in quanto regola. Tuttavia il tabù non è la regola che proibisce di sposare la madre o la sorella ma la regola del dono (non giuridica) e dello scambio che sta alla base dell'esogamia, cioè il matrimonio fuori dal clan. Quando parlavamo della famiglia consanguinea parlavamo di famiglia endogamica, adesso siamo fuori, si sposa un soggetto al di fuori della famiglia quindi all'esogamia. Lo scambio, il dono, è un mezzo per legare gli uomini tra loro, creando nuove relazioni di parentela (collegate al matrimonio) che si sovrappongono ai legami naturali. Il fine sociale del dono scambio è la creazione di sistemi di alleanza (dato politico economico importante dell'esogamia) al di fuori della parentela.
che consente di evitare quei frazionamenti (lo sposarsi all'interno di uno stesso clandi consanguinei isola in clan invece nel momento in cui si esce fuori c'è l'allenaza amplifica il rapporto delle relazioni) che sono insiti nella pratica dei matrimoni tra consanguinei. Ulteriore limite: si critica la tesi che la discendenza patrilineare preceda la discendenza matrilineare. Jacob Bacofen che è uno storico svizzero che tanta poca fortuna ha avuto fino agli inizi del 900 poiché consideravano eresie le cose che lui diceva su questo tema che poi bisogna aspettare qualche psicologo del 900 che ha preso spunto dalle sue tesi. Bacofen aveva preconizzato all'inizio del modo nella fase dell'eterismo per questo può essere considerato un evoluzionista, che corrisponde alla promiscuità sessuale di Morgan fino al patriarcato cioè fino alla civiltà l'esistenza di un'orda sessuale promiscua che toglieva la certezza.patrilineare e quindi portava a calcolare la discendenza in linea matrilineare. Questo autore infatti ha scritto Il Matriarcato in cui spiega tutte le ragioni del matriarcato. Dopo la fase dell'eterismo cioè dopo la fase della promiscuità sessuale secondo Bacofen è esistito il matriarcato. La nascita della proprietà privata induce l'uomo a volere una discendenza sicura (e per questo si lega in maniera esclusiva ad una donna) e questo conduce alla nascita della famiglia monogamica e a calcolare la discendenza per linea paterna. Per la critica il matriarcato non era una tappa obbligatoria dell'evoluzione della famiglia così come la proprietà privata non è sempre legata alla nascita della famiglia monogamica. Quindi si nega l'orda barbarica, si nega il tabù dell'incesto, si nega altresì il matriarcato come tappa intermedia tra l'eterismo ed il patriarcato come nel pensiero di Bacofen tappa intermedia.
nell'evoluzione della famiglia perché per Bacofen era obbligatorio, come lo era per Morgan, la famiglia punalua prima di quella sindasmiana, cioè gli antropologi e gli etnologi criticano proprio la linearità di queste deduzioni. Tuttavia, è vero che altri, come anche i sociologi, sostengono che la famiglia è sempre esistita in alcune formazioni sociali e culturali, ed era prevalente e dominante in alcune, diffusa in altre e emergente in altre ancora. Inoltre, la proprietà privata non è necessariamente legata alla famiglia monogamica. Sociologicamente, si critica l'assunto secondo il quale nella società moderna e contemporanea la famiglia assume una forma nucleare isolata dalla parentela. Quindi, come vedremo, ognuno di questi studiosi appartenenti a discipline diverse critica uno o più aspetti della linea evoluzionistica. Abbiamo visto cosa criticavano gli antropologi ed etnologi, che negavano l'unilinearità, il tabù e la promiscuità.distanza. Inoltre, Litwak sostiene che la famiglia nucleare non ha portato alla privatizzazione delle relazioni familiari, ma piuttosto ha introdotto il concetto di famiglia estesa modificata. Secondo gli studiosi, la famiglia nucleare appare isolata nella società moderna e contemporanea a causa della sua separazione dalla parentela. Tuttavia, Litwak sostiene che nonostante questa separazione, ci sono ancora scambi materiali e relazionali tra parenti, anche in assenza di coabitazione. Pertanto, la famiglia nucleare non è completamente isolata dalla cerchia parentale. In conclusione, secondo Litwak, la famiglia nucleare nella società moderna e contemporanea non ha comportato la privatizzazione delle relazioni familiari. Al contrario, esiste ancora una parentela a distanza che sottolinea la presenza di scambi materiali e relazionali tra parenti.distanza cioè i nonni zii che sono presenti non coabitano ma le relazioni ci sono anche se a distanza, perciò più che famiglia nucleare egli parla di famiglia estesa modificata. René Konig è considerato padre della sociologia tedesca molto caro alla professoressa in una prospettiva storica suggerisce una lettura della famiglia non unilineare e introduce una variabile sociale nel suo modello interpretativo che gli consente di sostenere l'esistenza di uno stretto rapporto tra forme familiari e classi sociali. La famiglia estesa sarebbe tipica delle classi dominanti mentre quella nucleare delle classi inferiori sia in epoca romana che durante il medioevo. Konig, altro sociologo critico della tesi dell'evoluzionismo, critica il principio dell'unilinearità e dice non possiamo dire che la famiglia estesa abbia preceduto quella nucleare, piuttosto io vi dico che c'è una differenza (quindi introduce questa variabile) tra classi.dominanti e classi operaie. Questa variabile sociale verrà ripresa anche da altri studiosi, cioè si mette in evidenza come la variabile città-campagna, allo stesso modo la variabile delle classi sociali. Dunque, nelle classi sociali più elevate c'è una riduzione semplificazione delle forme familiari, secondo la legge della contrazione progressiva di Durkheim, dall'altra a una generalizzazione del modello nucleare tra la classe operaia e media. Gli studi dello studioso tedesco hanno ricevuto conferma dalle ricerche di Barbagli (sociologo italiano che si è occupato molto delle ricerche storiche sulla famiglia nei secoli passati in Italia e in Europa) che ha introdotto nel modello interpretativo della famiglia la variabile città-campagna: modello esteso prevalente in campagna e nucleare in città. Tutte le tesi così come tutte le critiche riguardano l'aspetto generale della tesi primaria, però ognuno degli studiosi.introduce un elemento in più a supporto della sua critica, per esempio Konig dice io non nego la unilinearità della famiglia cioè passaggio dalla famiglia estesa a quella nucleare e monogamica e vi dico in base alle mie ricerche che alcune forme familiari estese è tipica dell'aristocrazia mentre quella nucleare è tipica delle classi sociali subalterne. Altri studi confermati dalle ricerche di Barbagli hanno dato altre interpretazioni introducendo la variabile città-campagna. Storiografia e demografia hanno apportato i maggiori contributi alla tesi evoluzionistica della famiglia. Mark Bloch nega che la famiglia ha avuto queste trasformazioni unilineari ma processi di dilatazione e contrazioni, cioè in certi momenti è esistita la famiglia estesa, in altri invece la famiglia si è nuclearizzata, anche se si ferma dal punto di vista storico all'età premoderna e preindustriale. Cioè leLe trasformazioni della famiglia non segnano un andamento unilineare ma processi di dilatazione e contrazione. La famiglia nucleare non è il risultato di un processo evolutivo per stadi ma solo una tappa nel mutamento ciclico ed è per questo che può essere considerata premoderna e preindustriale. Le ricerche da cui parte Bloch sono ricerche che partono dalla Gallia tra il IX e il XVI secolo. Cosa ha notato? Che fino al IX secolo (certo si è fermato alla Gallia) in Gallia il modello nucleare era quello prevalente, ma a causa delle invasioni mussulmane, ungheresi e scandinave, fino al XIV secolo il modello prevalente divenne quello esteso. Ha notato che per una questione di sicurezza sociale la famiglia in questo periodo si dilatava. Ha scoperto che fino al IX secolo esisteva la famiglia nucleare, dal IX al XIV secolo, in conseguenza delle invasioni barbariche, non esistendo uno stato razionale e un esercito, come facevano a difendersi dalle invasioni? Le famiglie si dilatavano.
si mettevano tra di loro come dei clan per difendersi dai barbari. Secondo Bloch era una questione di difesa sociale che ha portato ad una dilatazione della famiglia allo stesso modo dice Bloch quando sono finite le invasioni è tornata la pace il modello prevalente si è di nuovo contratto in famiglia nucleare poiché non c'era più bisogno di stare insieme per difendersi e quindi poi dal XV secolo in poi si ha la formazione dello stato e quindi dell'esercito. Quindi in assenza di un potere centrale di un esercito nazionale che assicurasse protezione dagli invasori più famiglie si unirono per fronteggiare il pericolo delle invasioni barbariche. Avete notato che ogni studioso guarda da una particolare prospettiva ed introduce una o più variabili. Verso il XV secolo ci sarà quindi un nuovo corso che porterà alla prevalenza della famiglia nucleare quindi avremo processi di contrazione. Una delle critiche più rilevanti allaLa tesi lineare della famiglia, soprattutto per il passaggio dalla forma estesa a quella nucleare, si deve a Peter Laslett (demografo) e al gruppo della scuola di Cambridge negli anni '70 del secolo scorso. La variabile dell'analisi di Laslett è costituita dall'aggr