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REDDITO

Il reddito misura la componente delle risorse materiali che le persone possiedono. Il denaro consente di acquistare un insieme di beni e servizi che hanno ricadute positive sul benessere individuale, pertanto il reddito può essere convertito in benefici per la salute, grazie alle risorse materiali che permette di procurarsi. - Permette di acquistare risorse di migliore qualità (cibo sano, abitazione) - Di accedere a servizi che possono migliorare direttamente o indirettamente la salute (consente le cure sul provato evitando le attese del pubblico) - Promuove l'autostima e la posizione sociale Nella sua forma estrema, la mancanza di reddito si traduce in povertà ed essere poveri amplifica i rischi che la scarsità di risorse economiche ha sulla salute degli individui.

ISTRUZIONE

Rappresenta l'indicatore più utilizzato nello studio delle disuguaglianze di salute, perché in grado di cogliere lo status socio economico dell'individuo sia inetà adulta che nei primi anni di vita. Fornisce le credenziali per accedere alle occupazioni migliori in termini di reddito percepito, minore esposizione ai rischi sul luogo di lavoro, rischi fisici, chimici, ergonomici, psicosociali, ma anche benefici assicurativi. Conoscenze e abilità influiscono sul funzionamento cognitivo di una persona (messaggi di educazione sanitaria, accesso a servizi sanitari appropriati). Riduce la vulnerabilità allo stress (maggior controllo e reti di supporto). OCCUPAZIONE Indica la posizione che la persona occupa nella gerarchia sociale. Si ottiene il reddito. Riflette la posizione sociale. Reti sociali. Ruolo importante nella costruzione dell'identità personale. Riflette specifiche esposizioni ad ambienti tossici o a compiti lavorativi gravosi o pericolosi. Lo studio delle diseguaglianze di salute si è rivelato essere interessante ai fini dell'analisi della collocazione spaziale delle diseguaglianze stesse, degno.

Di nota è lo studio di Atkinson del 2006. Questo studio attraverso la mappatura delle zone della città di Londra per microaree gli epidemiologi hanno appurato che aspettativa di vita alla nascita diminuisce passando da quartieri ricchi a quartieri poveri. Una ricerca simile è stata condotta nel 2004 con riferimento alla città di Torino, Cardano, Costa e Demaria hanno messo in luce che chi nasce nella zona pre collinare di Torino ha un aspettativa di vita di quasi 4 anni superiore rispetto a chi viene al mondo nella circoscrizione operaia delle vallette.

LEZIONE 5

ERVING GOFFMAN

Autore al quale la sociologia deve l'analisi sistematica del concetto di stigma. Ha elaborato la cosiddetta sociologia della vita quotidiana, dell'interazione diretta faccia a faccia, analizzando il comune comportamento e le sue regole. Spesso indica qual è il focus della sua analisi che è il tipo di interazione che comporta un breve periodo di tempo, una limitata estensione.

di spazio e abbraccia tutti quegli eventi che una volta iniziati debbono arrivare a conclusione. L'argomento è costituito dal quella classe di eventi che si verificano durante una compresenza e per virtù di una compresenza. Si domanda come si comportano due persone quando si incontrano, indipendentemente da chi siano o dal motivo per il quale si incontrano. Il presupposto è che gli esseri umani continuamente comunicano con gli altri, non solo a parole o gesti, ma anche con oggetti e vestiario. Gli altri hanno bisogno di informazioni su di noi e noi trasmettiamo immagini di noi stessi ricevendone altre in cambio. Goffman è convinto che l'interazione tra individui avvenga sempre secondo regole precise. Metafora drammaturgica: in una condizione sociale l'attore sociale è sempre intento a porre se stesso in scena sul palco della società, così veniamo a trovare attori, palcoscenici e pubblico. Quello che manca, è un copione fisso.

ma il copione non può essere fisso, in quanto viene scritto nell'atto proprio della relazione

STIGMA: IDENTITÀ NEGATA (1963)

C'è un'interazione alla base, ci sono due attori, un estraneo, qualcuno di cui non sappiamo e poi c'è un noi.

Quell'estraneo potrebbe possedere un attributo che lo rende diverso dal gruppo al quale dovrebbe appartenere, e questa caratteristica è qualcosa di poco desiderabile, qualcosa a cui viene attribuita una connotazione negativa. Se quell'estraneo possiede questa caratteristica negativa, cosa succede? Succede che il gruppo a cui io appartengo, quello del noi, declassa quella persona da normale, completa a persona screditata, non completa.

Quell'attributo, quella caratteristica negativa, attraverso questo processo di declassamento sociale diventa uno stigma, oppure un handicap, una mancanza.

Lo stigma dunque è un marchio, che indica il possesso di un attributo non desiderabile.

La non desiderabilità, la diversità

attributi fisici come indicatori di inferiorità, un certo attributo fisico potrebbe essere stigmatizzato. Tuttavia, se il sistema sociale cambiasse e smettesse di attribuire significato negativo a quell'attributo, lo stigma potrebbe scomparire. In conclusione, lo stigma non è intrinseco all'altro, ma è una costruzione sociale basata sulle regole e le interpretazioni dei rapporti sociali. È importante comprendere che ciò che conta sono le relazioni e il linguaggio utilizzato all'interno di esse, non gli attributi stessi.

malati di HIV come persone viziose, consapevoli e responsabili della loro situazione. Goffman chiarisce che la natura dello stigma va rintracciata nei processi di elaborazione culturale attivati da un gruppo, più o meno vasto, poiché lo stigma viene riconosciuto, deve prima essere reso percepibile al livello collettivo. Lo stigma diventa una prospettiva, un prodotto sociale che ha il proprio detonatore nelle relazioni sociali e ovviamente ogni cultura e ogni contesto sociale affida ai vari e diversi stigmi pesi diversi, più o meno sostenibile da coloro sui quali gravano. Sono le relazioni sociali che producono lo stigma, non c'è stigma al di fuori di una relazione, di un rapporto sociale. Il processo di stigmatizzazione passa dall'attribuzione ad un individuo di una particolare caratteristica (normalmente negativa, su base fisica, etnica, morale) alla quale consegue un atteggiamento di discredito e una serie di comportamenti che possono andare dal mero riconoscimento di

una diversità, all'aderisione, all'esclusione, alla condanna. Il risultato è una situazione sociale in cui l'individuo che ha nella caratteristica è escluso dalla piena accettazione sociale. Le persone che portano uno stigma devono fare i conti con la caratteristica di portare danni quasi in tutti gli incontri che si trovano. La società viene a dividersi in due grandi gruppi: chi appartiene al gruppo del noi (i cosiddetti normali, i non stigmatizzati) e chi appartiene al gruppo del loro (dove stanno gli stigmatizzati). Questa divisione è visibile quando entrambi si trovano nella stessa situazione sociale, in una immediata presenza fisica, da una conversazione alla compresenza in una folla anonima. Lo stigma è quindi un attributo fisico, ad esempio essere senza una gamba, avere la pelle di un colore diverso, di per sé privo di una connotazione, al quale però viene conferito un significato negativo. Lo stigma può

ancheessere un attributo morale (ad esempio alcolista). Può anche conseguire da una condizione di malattia (“il pazzo”). Se lo stigma è ben visibile la persona diventa una persona screditata, appartenente al gruppo dei diversi.Se non è evidente (ad esempio una malattia o una caratteristica che si può coprire) la persona è screditabile, una persona che potrebbe venire esposta in qualsiasi momento. La persona dovrà sforzarsinella gestione delle informazioni relative allo stigma. La gestione dello stigma ha ricadute pesanti sullasalute dello stigmatizzato. LE DIMENSIONI DELLO STIGMA È quindi l’esito di un processo cognitivo di categorizzazione che definisce un marchio, un’etichetta, per descrivere una condizione deviante, identificata dal contesto sociale (normale) deviante vuol dire che esce, che esula dalla normalità. Una situazione che etichetta o che può etichettare l’individuo come imperfetto o imbarazzante. Jones,

Farina e Hastorf (1984) identificano alcune dimensioni dello stigma che influenzano i ruoli e le relazioni loro:

  1. Occultabilità, grado di visibilità o no della condizione stigmatizzata, tanto più lo stigma è evidente tanto più è discriminante, tanto meno è manifesto, tanto più l'individuo può scegliere di tacere evitando le conseguenze del caso pur soffrendo lui stesso
  2. Progresso della condizione, ossia i cambiamenti più o meno intervenienti nel tempo, che possono portare lo stigma dall'invisibilità alla visibilità in un definito arco di tempo
  3. Disturbo/tensione, indica il grado di interferenza dello stigma nelle relazioni tra persone
  4. Qualità estetiche, impatto con cui certe condizioni colpiscono l'aspetto estetico di una persona (paresi, esiti chirurgici in alcune parti del corpo, sul volto, la vitiligine)
  5. Causa dello stigma, importanza di valutare se lo stigma è
congenito o acquisito 6. Pericolo inteso come rischio associato alle persone stigmatizzate, ad esempio chi ha commesso crimini efferati o i malati psichiatrici LINK E PHELAN (2001) – IL PROCESSO DI STIGMATIZZAZIONE Lo stigma si realizza quando convergono alcuni fattori definiti componenti dello stigma stesso.
  1. Identificazione ed etichettamento di alcune differenze (malato di mente)
  2. Attribuzione di stereotipi (malattia mentale = pericolo)
  3. Separazione (“noi” – i normali e “altri” - i pericolosi)
  4. Perdita di prestigio e discriminazione (perdita di status ed esclusione)
  5. Situazione di potere che permette loro di realizzarsi
Le persone sane, i gruppi del “noi”, sono in una posizione di maggior potere verso i malati, in generale verso il gruppo “altri”. Lo stigma moltiplica la fatica, il peso, l’impegno e la sofferenza connessi alla malattia. Alcuni esempi: lebbra, vitiligine, disabilità fisiche, HIV, TBC, epilessia.cefalea cronica, dolore lombare cronico, endometriosi, psoriasi, incontinenza, tum
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
21 pagine
SSD Scienze mediche MED/45 Scienze infermieristiche generali, cliniche e pediatriche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SaraRegaiolo di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di infermieristica in salute mentale e psichiatrica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Verona o del prof Pantalone Marta.