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La tecno-psicologia e l'effetto delle innovazioni tecniche sulla psicologia umana

Allo stesso tempo, un simile approccio presume evidentemente che le stesse tecnologie rappresentino il motore delle dinamiche socioculturali. Per questo de Kerckhove avanza l'idea di una tecno-psicologia, ossia lo studio della psicologia intesa come attributo psichico di individui soggetti storicamente all'azione delle innovazioni tecniche. Essendo noi incessantemente ridefiniti dalle invenzioni tecnologiche, non possediamo un'essenza psicologica invariabile e naturale, ma dipendente dai vincoli determinati dall'ambiente e dalle nostre elongazioni tecniche. La matrice determinista è dunque evidente. Per l'autore, una psico-tecnologia è una tecnologia che estende e amplifica le funzioni senso-motorie, psicologiche e cognitive della mente. Sono artefatti tecnici che penetrano nella coscienza ridisegnandone i contenuti e riassettando le attitudini fisiologiche e sensoriali. Così facendo riformulano l'idea di realtà. Egli si riferisce con

Tale termine, a dire il vero, in particolar modo ai mezzi di comunicazione elettronica che oggi trasformano la nostra identità, ma anche alla scrittura, soprattutto quella alfabetica (psico-tecnologia primordiale), che ha modificato completamente l'uomo. Nella periodizzazione dell'evoluzione storica elaborata da de Kerckhove, fondata sulla nozione di brainframe, proprio il brainframe alfabetico rappresenta il primo anello della catena. La scrittura alfabetica ha contribuito energicamente alla formulazione di uno "spazio mentale occidentale", vale a dire un insieme di modalità di classificazione dell'esperienza e di elaborazione della realtà. L'interiorizzazione della scrittura sotto forma di pensiero è stata resa possibile dalla desensorializzazione del linguaggio, una tra le più importanti conseguenze bioculturali del brainframe alfabetico. Si tratta, in breve, del distacco completo del segno scritto dalla pratica della parola parlata.

ovvero della decontestualizzazione della parolastessa, ridotta al silenzio nella sua rappresentazione grafica fatta di segni combinati in sequenza. Laconseguenza più importante e tangibile dell'imponente trasformazione causata dall'introduzionedell'alfabeto fonetico è stata, secondo de Kerckhove, l'invenzione della prospettiva. La visioneprospettica, per nulla naturale, divide lo spazio in maniera gerarchica, collocando praticamente glioggetti in sequenza temporale, in base a come essi dovrebbero succedersi in una realtà spaziale. Loschema prospettico pone così importanti basi esperenziali affinché le potenzialità del brainframealfabetico possano esprimersi completamente. Il brainframe alfabetico rappresenta dunque, inultima analisi, quella forma mentis che ha orientato la cultura occidentale verso la relativizzazionedella tradizione e la spinta al progresso. L'introduzione dei media elettronici ha comportato, a

Dettadi de Kerckhove, ulteriori effetti psicoattivi e trasformazioni antropologiche oltre che socioculturali. La televisione, in particolar modo, ha favorito lo sviluppo di una nuova tipologia di brainframe, il cervello video (o anche brainframe video o videoframe), che enfatizza il ruolo di ogni schermo visivo nell'elaborazione delle informazioni e nell'organizzazione del nostro sistema nervoso. La televisione, secondo l'autore, stimolerebbe m primo luogo reazioni corporee e sensoriali, anziché cognitive in senso stretto. La velocità con cui si succedono le immagini sullo schermo non consente, infatti, una profonda elaborazione cosciente delle informazioni. La televisione, così, comporta l'abbandono delle caratteristiche individualizzanti occidentali per la partecipazione ad un flusso di coscienza collettiva, ad una psicologia di massa, ad una condivisione immaginaria che rappresenta, in un certo qual modo, un ritorno alle società orali pre-alfabetiche.

Il computer a sua volta, con tutte le sue molteplici utilizzazioni, ha delineato il passaggio dai brainframe di tipo analogico a quelli di tipo digitale. L'uomo si è trasformato, per de Kerckhove, in una sorta di semiconduttore, che associa e sintetizza proprietà psicoculturali dei brainframe precedenti, trattenendo ed elaborando personalmente parte dell'informazione che fluisce incessantemente e copiosamente nel magma generico di espressioni collettive. Con la Realtà virtuale, che fornisce esplicitamente le caratteristiche di una nuova cornice, il cervello cibernetico, si potrà poi concretizzare la possibilità di una condivisione simultanea di coscienza che coinvolga tutte le componenti sensoriali e cognitive. Questa partecipazione cooperativa potrà presto dare il via, per l'autore, alla trasformazione dell'Homo Theoreticus in Homo Participans, il quale potenzia le caratteristiche del precedente in un universo di condivisione.

Totale delle esperienze e dei significati. Traendo ispirazione da Pierre Lévy. ma comunque differenziandosene, de Kerckhove parla di intelligenza connettiva, vale a dire la condivisione di un pensiero collettivo all'interno della rete informatica. Questa forma di intelligenza condivisa, definita connettiva per similitudine con il pensiero umano, è una sorta di intelletto sempre in funzione a cui ci si connette o sconnette senza influire sulla sua integrità complessiva. Si arriva a partecipare insieme ad intenti, progetti, idee, emozioni senza perdersi nel flusso indifferenziato di una indistinta identità complessiva. L'autore indica con il termine webness, la connettività, una delle condizioni ineludibili della crescita culturale, sociale e intellettuale. La sua peculiarità è nella creazione di un nuovo tessuto culturale differente da una semplice somma di saperi. La connettività è la tendenza di entità singolari ad

unirsi in collegamento o relazione. Gli utenti di Internet, come i neuroni cerebrali, operano e generano idee e progetti quando interconnessi, negoziano i significati godendo di una grossa libertà espressiva. Milioni di menti umane possono connettersi alla rete, un cervello che apprende e si struttura incessantemente, senza perdere la propria identità personale e la propria specificità critica. Si tratta di una sorta di estensione smisurata dell'intelligenza privata in forma collettiva. La tecnologia informatica favorisce, comunque, più l'intelligenza che la memoria.

De Kerckhove definisce il principio di astrazione. L'astrazione è definibile come lo scambio dei sensi con il senso, o come lo scambio delle percezioni per i concetti. Per sua natura, l'alfabeto fonemico trasforma la ricca sensorialità della parola viva in altrettanti concetti astratti. E' da notare l'apparizione della prosa, che altro non è che

L'eliminazione dei valori non concettuali dell'enunciato. Va osservata anche la repentina sparizione dell'arte della miniatura delle incisioni nei libri dopo l'invenzione della stampa. Oggi osserviamo anche la risensorializzazione del linguaggio, sia nella pubblicità orale, sia nella retorica tipografica dei manifesti. Ci sono due maniere basilari di considerare l'ordine temporale. anche fuori da qualsiasi riferimento spaziale: una è di riconoscere in esso l'ordine della successione, l'altra di stimarne l'estensione nel tempo e misurarlo, cioè l'ordine della durata. L'ordine della successione consiste semplicemente nell'osservare, riconoscere e registrare il fatto che un oggetto, un suono, o una forma segua a un altro. L'ipotesi di De Kerckhove è che il criterio di analisi temporale intensiva implicito nell'apprendimento e la lettura dell'alfabeto incoraggiano direttamente la mente a

cercareinconsciamente l'ordine di successione nel visibile e, indirettamente, come di conseguenza, avalutare o proporzionare i segmenti, qualunque essi siano, riconosciuti nelle durare (le misure)relative degli oggetti della successione. La televisione, sostiene de Kerckhove, parla essenzialmente al nostro corpo. Le nostre risposte sono soprattutto di tipo sensoriale. Più che afferrare il senso si tratta di afferrare immagini frammentate e metterle in coordinazione con le nostre dinamiche fisiologiche. Nell'adesione smodata alla corrente di pensiero collettivo svaniscono le distinzioni tra il privato ed il pubblico, tra l'interno e l'esterno. La nostra educazione, tuttora fondata sulla lettura, si dimostra il baluardo estremo dell'individualità interpretativa, in attesa del compromesso informatico che unirà la razionalità autonoma alfabetica all'universalità elettronica. Il significato, ovvero il senso che diamo all'informazione,

La lettura si basa in larga misura sull'interazione di immagini all'interno della nostra mente. Per capire le parole che leggiamo, noi le trasformiamo in immagini. Lo psicologo Richard Sinacra ipotizza che la lettura di libri o giornali richieda al lettore di ricreare il mondo del testo nella propria mente, ricostruendo dentro di sé il contenuto dell'informazione. Quando leggiamo, dobbiamo creare un senso interiore. La prospettiva, il brainframe dell'alfabetizzazione, definisce il vostro punto di vista, guardando fuori e guardando dentro la vostra mente. Con la TV, però, il punto di vista è al di fuori, e vi guarda dentro attraverso un fascio di elettroni. La TV è un punto di vista decisamente pubblico ed invita le persone a costruire un senso al di fuori della propria mente: vale a dire, a introiettare dall'esterno immagini interamente precostruite del discorso sociale. Quando il mondo occidentale era regolato solo dai libri, c'erano

un"dentro" e un "fuori" per le nostre esperienze psicologiche. Il dominio esterno era pubblico, collettivo, stabile, affidabile e oggettivo. Il dominio interno della mente, per ognuno di noi, rimaneva privato, personale e soggettivo. I media attivi, come la radio e la televisione, hanno accelerato l'elaborazione di informazioni esterna e cominciato a sfumare le distinzioni tra pubblico e privato. Se la lettura di caratteri a stampa è un'esperienza del tutto privata, ascoltare la radio, guardare la televisione o lavorare con un computer non lo è. La TV fornisce un tipo di realtà mentale al di fuori del corpo e della mente. Mentre guardare la TV, se la vostra mente non si mette a vagare, se non avere in mano il telecomando, le immagini dello schermo si sostituiscono alle vostre. Mentre guardiamo la televisione, ovviamente, dobbiamo ricavare dalle immagini un certo ancorché minimo senso. La realtà psicologica filtrata dallatelevisione non si può in effetti descrivere come oggettiva. Portandoci dentro casa il mondo esterno, la televisione e la radio forniscono oggi un livello intermedio di dibattito sociale, né esclusivamente pubblico, né realmente privato, né tanto
Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
25 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nadia_87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dell'organizzazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Salerno o del prof Ponzini Giuseppe.