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La vita di Karl Marx

La vita di Karl Marx non è stata la vita di uno studioso accademico ma di un attivista convinto seguito nel paese da ogni tipo di forza dell'ordine. Nasce a Treviri in Germania (1818) e si laurea in Filosofia a Berlino. A Colonia esordisce come giornalista, il cui giornale viene soppresso per il suo atteggiamento radicale. Si trasferisce a Parigi dove incontra un'amicizia destinata a durare tutta la vita: Friedrich Engels. Si trasferirà a Bruxelles perché venne sbattuto fuori da Parigi per la sua attività intellettuale e politica, dove scrisse "Il Manifesto del Partito Comunista". Alla fine dei moti rivoluzionari si trasferisce a Londra, dove visse con la moglie e i figli in estrema miseria (morì in miseria), sostenuto da Engels che, invece, aveva origini nobili. Il quadro viene datato sicuramente dopo la sua morte, a dimostrare come lo spirito di Marx viva nell'ideologia degli operai.

1) Marx viene a ripararsi dal

positivismo poiché è erede del pensiero di Hegel;

Hegel era orientato a superare il pensiero filosofico fino a lì (fare una sintesi della filosofia fino ad ora), mentre Marx voleva superare il pensiero di Hegel. La filosofia finora ha cercato di capire il mondo, mentre lui parla di cambiarlo (pratica di cambiamento materiale della società);

L'oggetto della riflessione di Marx è la società che nasce con la rivoluzione industriale ed è affascinato dai movimenti interni di questa società. Egli pensa che il nucleo dell'analisi di questa società deve essere affrontato attraverso un'analisi critica dell'economia politica. Bisogna dimostrare come l'economia politica nasconda i conflitti di quella società. L'economia politica non è altro che un'ideologia che nasconde lo sfruttamento della società, nasconde le ingiustizie che permettono il funzionamento.

dell'ideologia capitalista; 2) Marx: 3 debiti da Hegel e il materialismo storico Slide 51) Dialettica: una forma di sviluppo del pensiero come un dialogo a più voci, dove la prima voce dice una cosa (affermazione), la seconda ne dice un'altra (negazione) e la terza ne fa una sintesi che costituisce il superamento di entrambe; 2) Superamento (Aufhebung): anche qui si fa riferimento ad un processo di tre momenti: un momento di stabilizzazione, uno di crisi e uno dove si supera il primo, lo si porta ad un livello superiore (prassi: cambiamenti sociali). Secondo Marx infatti, la società capitalista ha in sé delle contraddizioni che devono essere superate mantenendone però come presupposti i suoi sviluppi, si passa così ad un livello superiore con il superamento della società capitalista attraverso il comunismo; 3) Alienazione: per Hegel è l'ultimo stadio del processo di oggettivazione tipico dell'uomo che si impegna in.

attività materiali che, producono oggetti sia materiali che immateriali, i quali, una volta compiuti, iniziano la propria vita. L'ultimo stadio di questo processo è quando l'oggetto si separa dal suo produttore e in quel momento avviene l'alienazione. Ma per Marx l'alienazione è un momento separato dall'oggettivazione. Non è inevitabile che gli oggetti dell'attività umana si alienino. L'alienazione è frutto di specifiche condizioni di lavoro in cui si produce l'oggettivazione. Essa si ha quando il lavoratore non può controllare le condizioni o il prodotto del proprio lavoro, ma viene controllato da altri. Mentre Hegel, poi, parlava della possibilità di superamento dell'alienazione tramite una presa di coscienza (l'autocoscienza), quando il lavoratore si rende conto che quell'oggetto è frutto del proprio lavoro e se ne riappropria. Per Marx l'alienazione è superabile,

non tramite un'attività di pensiero, ma tramite un'attività pratica, la riappropriazione dell'oggetto. Il lavoro, secondo Marx, è alienato nel momento in cui sussiste lo sfruttamento, ossia, quando il soggetto che produce non ha il possesso del frutto del proprio lavoro (condizione dell'operaio nelle fabbriche della società moderna industriale). Il punto è che il lavoratore produce per un altro uomo ed in ciò consiste la sua alienazione, poiché il lavoro non è più lapiù alta autorealizzazione dell'uomo ma diviene negazione dell'uomo stesso. Da qui il suo pensiero si discosta dal pensiero di Hegel, per la riappropriazione non basta semplicemente un atto della coscienza, ma vi è bisogno di un'azione pratica, di una rivoluzione. Il materialismo storico, invece, è il pensiero di Hegel ribaltato: la coscienza, le idee, derivano dalle condizioni materiali storicamente.determinati (vi è prima la condizione fisica dei contadini, ad esempio, e poi la coscienza). Marx si basa sulla separazione in due fasi della vita sociale: la struttura (le condizioni materiali) che determina la sovrastruttura (tutto il resto). In particolare, la struttura si compone di due elementi: 1) I rapporti di produzioni. Le relazioni sociali che si sviluppano nel processo di produzione (tra capitalisti, i proprietari delle macchine e del capitale e i proletari che offrono forza-lavoro); 2) Forze produttive: il tipo di economia, sia in termini di quali mezzi e tecniche vengono impiegati; Anche il concetto di ideologia è cruciale nel pensiero di Marx: è una rappresentazione del mondo che deriva dalle condizioni materiali in cui ciascuno si colloca, determinano le idee della visione del mondo che non si dà in forma esatta ma si produce in modo ribaltato, ideologico. È come una camera oscura per sviluppare le foto. Si parla di falsa coscienza necessaria.

intenzionalmente falsa, è una coscienza necessaria del mondo. Ad esempio, nel "18 brumaio di Luigi Bonaparte", Marx, si fa una domanda: Come mai i contadini francesi che avevano tutto l'interesse a fare in modo che i valori della Rivoluzione francese prendessero piede e si attuassero, appoggia invece la dittatura di Luigi Bonaparte? Perché andavano contro il proprio interesse? Per Marx deriva da una visione distorta dei propri interessi: siccome vivono in una condizione di isolamento l'uno dall'altro non si sentono come una sola classe con un interesse omogeneo, ma percepiscono che ogni interesse è in conflitto con l'interesse dell'altro. Avevano una falsa percezione del proprio interesse, ma percepivano giusto andare contro l'interesse dell'altro. Questa è l'ideologia: falsa percezione del proprio interesse, perché si crede che le proprie condizioni valgano in generale. È un autoinganno.

necessario.La critica all'economia politica Slide 6Lo scopo della sua opera "Il Capitale" è quello di indagare Il modo capitalistico di produzione che si è sviluppato per mezzo della rivoluzione industriale europea, ma non equivale a dire industria. Ciò che caratteristica il modo capitalistico di produzione è il capitale: per l'economia politica è l'insieme dei mezzi necessari all'attività produttiva, i mezzi di produzione, come ad esempio, un telaio che viene ad identificarsi con lavoro accumulato, noi abbiamo quel telaio che per servire a noi prima è stato costruito e che serve come mezzo per una successiva produzione. Questa definizione di capitale, per Marx è un'ideologia. Se qualcuno chiede cos'è uno schiavo, l'opinione comune risponderebbe dicendo che è una persona nera. Ma una persona di colora diventa schiavo, non nasce schiavo, diventa schiavo nell'ambito dialcune condizioni storiche. Allo stesso modo il lavoro accumulato non diventa automaticamente capitale, ma lo diventa in presenza di determinate condizioni storico-sociali: Rapporti produttivi: il lavoro accumulato diviene capitale nell'ambito tra capitalisti e proletari; Il rapporto tra questi due soggetti viene mediato dal denaro, dal salario. Per il salario, il proletario vende il proprio lavoro al capitalista, che a differenza dello schiavo è libero, anche se il salario serve solo a farlo sopravvivere; Questo rapporto è orientato a produrre delle merci. Qualsiasi prodotto, una penna, un'automobile, hanno doppio valore: valore d'uso e valore di scambio. Il valore d'uso è legato all'uso che se ne fa, mentre il secondo è legato al costo di produzione; Cos'è il profitto? Il capitalista compra le merci e i propri mezzi ad un certo valore e le rivende ad un prezzo più alto. La differenza tra costi e ricavi

Viene a considerarsi profitto. Quello che valuta l'economia politica è che sia giusto il profitto per chi mette a rischio il proprio capitale. Ma Marx ribatte che questo profitto proviene comunque da una situazione di sfruttamento del lavoro: una volta comprata la merce è la forza-lavoro a fargli acquisire valore in più. La merce-lavoro ha un suo valore d'uso: produzione di valore. Quella forza lavoro viene acquistata secondo valore di scambio, ossia il capitalista paga all'operario quanto necessario perché lui sopravviva. Ma ciò che produce l'operaio è superiore rispetto a quanto viene pagato: egli lavora 8 ore ma ciò che riceve come salario copre soltanto 5 ore. Il resto del lavoro delle 3 ore aumenta il valore della produzione e arricchisce il capitalista. Il plusvalore che costituisce il profitto del capitalista deriva proprio dal pluslavoro dell'operaio. È questo il concetto di alienazione sostenuto da Marx.

Ciò che dice Marx è che l'economia politica si ferma agli scambi del mercato, assume come universali dei rapporti particolari e per questo è un'ideologia, nascondendo lo sfruttamento. Quello che vuole Marx è demistificare l'ideologia ma anche il metodo, la disciplina ma anche il capitalismo che nascondono lo sfruttamento. Ancora sul modo capitalistico di produzione: All'inizio il capitalista possiede un certo ammontare di denaro (D) che investe acquistando delle merci (M), cioè acquistando materie prime, macchinari e forza-lavoro. Facendo lavorare i suoi operai egli ottiene nuove merci che si tramutano in un nuovo ammontare di denaro maggiore rispetto a quello disponibile all'inizio (D'). D - M - D' La differenza tra D e D' costituisce il profitto, che muove il capitalista, è la ricompensa che ottiene per il rischio corso durante l'investimento di capitale. Tra le merci acquistate dal capi
Dettagli
A.A. 2020-2021
70 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher aly_inwonderland di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia della comunicazione e del turismo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi dell' Insubria o del prof Citroni Sebastiano.