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FEMMINISMO
Il linguaggio e il diritto non sono neutri e quindi si cerca di dare voce all’interno
del dibattito, lessicale e giuridico, anche alle donne. Esempio: i titoli vengono
declinati anche in modo femminile (avvocatessa, presidentessa ecc.). Questo
dibattito che è nato all’interno del femminismo nel corso degli anni ha criticato
anche il diritto, da un punto di vista del linguaggio e del concetto. In particolare
si possono distinguere tre ondate di femminismo.
Protofemministe:
- da ricordare è Christine de Pizan, prima scrittrice
europea di professione. Nel primo movimento ci sono stati dei tentativi di
affermare la voce femminile che è abbastanza formalista. Un esempio è
stato quello di Olympe de Gouges (1748-1793), femminista e
abolizionista, che ha riscritto al femminile la “Dichiarazione dei diritti del
cittadino” che proprio a livello di linguaggio era pensato non per un
soggetto neutro, ma per l’uomo cittadino. Infatti il potere era detenuto
dagli uomini e i primi ad ottenere il diritto al voto furono gli uomini di ceti
Olympe de Gouges “Dichiarazione dei diritti
abbienti. Nel 1791, scrive la
della donna e della cittadina” dove pone la società a lei contemporanea
di fronte al ruolo negato nello spazio pubblico alle donne. Tramite il
linguaggio si cerca di affermare la posizione e il pensiero delle donne;
Prima ondata:
- viene definito il femminismo dell’uguaglianza, questo
perché il primo tentativo era quello di raggiungere un’eguaglianza
formale, richiamo all’art. 3 della Costituzione. In questa ondata si cerca di
raggiungere, sia nella pratica sia nelle carte, quell’eguaglianza formale.
Si partiva da una posizione in cui le donne non avevano un acceso agli
stessi diritti degli uomini quindi volevano essere trattate come gli uomini.
In che ambiti? Prima di tutto nell’accesso al diritto al voto. Esempio:
movimento delle suffragette in Gran Bretagna. Il Parlamento britannico
“Representation of the People Act”,
adottò il con cui accordava il diritto di
voto alle donne benestanti con più di 30 anni.
suffragio universale.
Il tentativo era quello di raggiungere il Ovviamente
ogni ondata di femminismo rispecchia poi la produzione di testi
normativi. I testi che rispecchiano le lotte della prima ondata di
l’eguaglianza formale,
femminismo tentato di affermare le donne
chiedono di avere gli stessi diritti degli uomini, di essere trattate come gli
uomini, di entrare nei testi di leggi. Le rivendicazioni di cui si sono fatte
portavoce le donne hanno riguardato la possibilità di conquistare uno
statuto di uguaglianza rispetto alle identità, ai diritti e alle prerogative del
soggetto maschile.
Proprio per questo viene chiamato femminismo dell’eguaglianza
soprattutto in due ambiti:
diritti politici (suffragio femminile):
a) se le donne entrano nelle
assemblee legislative possono affermare i diritti delle donne, finché le
donne non sono rappresentate dovranno demandare agli uomini,
quindi ad un altro soggetto, la possibilità di far capire quali sono i loro
bisogni;
istruzione:
b) le protofemministe che oggi conosciamo sono donne
appartenenti ad un ceto abbiente che avevano la possibilità di
“Una
studiare e quindi di avere accesso all’istruzione. Esempio:
stanza tutta per sé” di Virginia Woolf. In questo libro si parlava di
quanto fosse importante per una donna l’istruzione e l’indipendenza
economica per poterlo fare;
eguaglianza nell’accesso al mercato del lavoro
c) : lotte nel diritto del
lavoro per affermare l’eguaglianza nell’accesso al mercato del lavoro,
donna relegata nelle mura domestiche, pari retribuzione ecc.
Queste ondate non sono omogenee perché in ogni ondata si trovano
orientamenti diversi che hanno arricchito i singoli movimenti. Non
bisogna pensare a dei pensieri statiti anzi ci sono dei dibattiti molto
accessi, già nell’ondata del primo femminismo abbiamo una divisione tra:
femminismo liberale:
1. stessi diritti degli uomini, riconoscimento e
uguaglianza intesa in senso formale. Questo più ispirato ad un
concetto di diritti umani che variano da soggetto a soggetto. Due
autori importanti sono Harriet Taylor e John Stuart Mill. Obiettivo
comune dei due autori è, da una parte, la confutazione della tesi della
pretesa inferiorità “naturale” della donna, sulla base di quanto aveva
Wollstonecraft,
già affermato la e, dall’altra, l’individuazione dei mezzi
e dei modi per superare la condizione di inferiorità e di soggezione del
sesso femminile. La differenza tra i due autori è da vedersi nella
diversa accentuazione con cui viene rivendicato il principio
Taylor un’uguaglianza
dell’uguaglianza, mentre la si riferisce ad
radicale Mill
estesa a tutte le sfere di esistenza della donna, ritiene
invece che, pur con tutti i diritti che le devono essere riconosciuti, la
ruolo specifico:
donna, deve esercitare, come donna, un quella di
garante della famiglia e di custodia della casa e dei figli;
femminismo socialista:
2. più attento al problema delle differenze. Gli
autori principali sono Friedrich Engels, August Bebel e Aleksandra
Kollontaj. Questa corrente accusa il femminismo liberale di non
condizione materiale di subordinazione della
riuscire a cambiare la
donna. Per i socialisti la subordinazione della donna sarebbe finita
Engels,
realmente solo con l’avvento della società socialista. Secondo
il patriarcato, incentrato sulla proprietà privata, ha generato la
subordinazione della donna e della famiglia, unità economica di base,
al dominio maschile.
Seconda ondata:
- dal diritto dell’eguaglianza si passa ad un diritto e ad un
femminismo della differenza. Le donne notano che avendo pari diritti
rispetto agli uomini sulla carta, quindi il raggiungimento di
quell’eguaglianza formale, non era sufficiente nella pratica perché chi si
doveva prendere cura della famiglia restava la donna, chi continuava a
non avere un accesso al lavoro era la donna. Comincia crescere la
consapevolezza che le donne avevano delle caratteristiche che
portavano ricchezza proprio per la loro diversità rispetto agli uomini, ma
questo voleva dire anche bisogni diversi. Questo ha accesso un dibattito
enorme, all’interno della seconda ondata, perché parlare di bisogni
elemento di vulnerabilità.
diversi poteva essere interpretato come un
Esempio: lavoratrice che torna sul luogo di lavoro dopo aver partorito,
quindi lavoratrice madre, il fatto di mettere in luce che ci possano essere
diritti diversi poteva essere strumentalizzato.
Questa cosa non era scontata, quindi il femminismo della differenza non
si accontenta di avere gli stessi diritti degli uomini, rivendica una
diversità in quanto donne. Quindi inizia una contrapposizione tra l’essere
donna e l’essere uomo, il fatto di conoscere la donna, il fatto di conoscere
da un’angolatura diversa la società, il fatto di essere rappresentate nel
diritto in modo diverso rispetto agli uomini, sempre però affermando
pari dignità,
quella richiamando il secondo comma dell’art. 3 della
l’eguaglianza sostanziale.
Costituzione, ossia
È compito dello Stato rimuove quegli ostacoli che impediscono alle donne
di averi un pari accesso.
Da un punto di vista del lessico, all’interno del femminismo, si inizia a
parlare di pari opportunità. Affinché le donne possano esercitare
quell’eguaglianza bisogna che siano crete le condizioni affinché abbiano
pari opportunità. In questa fase di parla di contrapposizione uomo e
donna, hanno anticipato questo pensiero Virginia Woolf e Simone de
Beauvoir. Radicalizzazione del pensiero della differenza:
l’emancipazione è possibile solo attraverso la liberazione sessuale della
donna (“Teoria della differenza sessuale”). Apertura di consultori
femminili, estensione dei mezzi di contraccezione, di legalizzazione
dell’aborto ecc.
Si arriva poi al pensiero di Catherine Mackinnon che ci dice che le
donne sono accomunate dalla permanente esposizione alla violenza
Mackinnon
maschile, laddove maschile per significa non degli individui di
dominio
sesso maschile, ma di coloro che sostengono un sistema di
maschilista, negando la violenza che viene rivolta contro le donne,
perpetrandola, o favorendola direttamente o indirettamente. La tesi
Mackinnon
principale della teoria femminista di è che le categorie uomo
dominio gerarchiche,
e donna sono strutturate intorno a relazioni di sono
il frutto dell’erotizzazione di relazioni di sottomissione; quindi sussiste di
fatto un’identità tra genere e sessualità. Le relazioni di genere non sono
naturali, ma derivano dalla posizione che uomini e donne occupano nel
sistema sociale. Nel diritto si incomincia a nominare la violenza.
Il femminismo della differenza si è manifestato nelle richieste di
trattamento speciale, che realizzasse un’eguaglianza sostanziale
attraverso la valorizzazione delle differenze, mettendo in luce la finta
neutralità del diritto. Rivendicazione dei trattamenti speciali in base al
genere potrebbe comportare un passo indietro, cioè aprire nuovamente
verso le politiche di tutela della donna che hanno caratterizzato proprio
(critica
quella società conservatrice alle rivendicazioni del femminismo
della differenza).
Nel femminismo della differenza si inizia a parlare di azioni positive
soprattutto nel mondo del lavoro. Il piano delle azioni positive viene
obbligatoriamente
presentato dalle Pubbliche Amministrazioni così come
“Codice delle pari opportunità
prescritto dall’art. 48 d.lgs. 198/2006,
tra uomo e donna”, al fine di non incorrere nella sanzione prevista per i
soggetti inadempimenti dal d.lgs. 165/2001 che dispone il blocco
dell’assunzione di nuovo personale, compreso quello appartenente alle
“Azioni Positive”
categorie protette. Il piano delle è un documento
programmatico triennale mirato ad introdurre azioni positive all’interno
del contesto organizzativo e di lavoro che esplica chiaramente gli
obiettivi, i tempi, i risultati attesi e le risorse disponibili per realizzare
progetti mirati a riequilibrare le situazioni di disequità di condizioni fra
uomini e donne che lavorano all’interno di un ente. Esempio: quote rosa.
misure speciali,
Il piano delle azioni positive sono delle pensate per un
bilanciano
determinato periodo di tempo, che una situazione di
scompenso, tuttavia hanno creato diversi dibattiti;
Terza o