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A B

C

A B

Con l’osservazione conosciamo direttamente gli atti=B e l’espressione dei sentimenti=C. Lo stato

psichico/d’animo dei soggetti agenti=A invece sfugge all’esperienza diretta. Il problema perciò si

pone in questi termini: come spiegare B e C, ma soprattutto B, quando non cogliamo direttamente

A? La tendenza degli uomini a voler trasformare le azioni non-logiche in azioni logiche, li induce a

credere che B sia un effetto di C e di conseguenza a spiegare B con C. Tuttavia agendo in questa

maniera essi si dimostrano vittime dell’inclinazione umana alla razionalizzazione o come la

definisce Pareto alla logicizzazione. Pertanto essi credono che i loro atti siano determinati dalle

dottrine invocate mentre in realtà ciò che li determina è A, ossia lo stato psichico o i sentimenti. Gli

uomini, convincendosi dello loro idee, finiscono coll’agire in funzione delle loro razionalizzazioni

portando ad un rinforzamento delle idee stesse, con le quali hanno incominciato a spiegare i loro

atti. Il triangolo della figura presenta le tre serie di relazioni: l’azione dello stato psichico

simultaneamente sulle espressioni e sugli atti; l’azione secondaria delle espressioni sugli atti ma

anche l’azione secondaria degli atti sulle espressioni, cioè sulle dottrine, razionalizzazioni. In

un’altra figura poco più sviluppata Pareto tiene conto non soltanto dello stato d’animo (A) e delle

espressioni (C) ma anche di altri due fattori: il culto (B) e gli atti (questa volta chiamati D).

C B

A D

Considerando certe azioni (D) dipendenti da un atto psichico (A) segue che: il culto (B) non agisce

direttamente su D ma agisce su A e per conseguenza su D; nello stesso modo B agisce anche su C e

viceversa C agisce su B. l’azione della teologia (C) su A è debole e per conseguenza lo è anche su

D. Si commette perciò un grande errore quando si suppone che la teologia (C) sia la causa delle

azioni (D). Di conseguenza la proposizione: “questo popolo agisce così perché crede a ciò” è

raramente vera mentre risulta di maggior verità la proposizione: “questo popolo crede a ciò perché

agisce così”, anche se racchiude anch’essa la sua parte di errore. Le discussioni teoriche (C) non

sono utili direttamente per modificare D ma utili indirettamente per modificare A. Per ottenere ciò

bisogna ricorrere ai sentimenti più che alla logica o ai risultati dell’esperienza. Infatti i

ragionamenti per agire sugli uomini hanno bisogno di trasformarsi in sentimenti. In tale espressione

si trova un cedimento della posizione positivistica ed empiristica di Pareto. Per un attimo ricorda

Comte e la sua Religione dell’umanità e Durkheim con le sue “forme elementari della vita

religiosa”. La forza dei sentimenti ha un impatto enorme sull’azione degli uomini.

Partendo da questa analisi, la sociologia di Pareto può seguire due vie: la via induttiva, seguita da

Pareto stesso nell’opera e la via deduttiva, operata da Aron.

-La via induttiva consiste nel cercare, nella storia delle dottrine, come le azioni non-logiche siano

state conosciute o mal-conosciute. Dopo l’interpretazione degli atti non logici, Pareto fa un’analisi

scientifica delle teorie che vanno aldilà dell’esperienza, concentrandosi per esempio nello studio

delle metafisiche, delle dottrine del diritto naturale, delle teorie pseudoscientifiche. Infine si

perviene allo studio dei residui e delle derivazioni.

-la via deduttiva consiste nell’andare direttamente se non allo stato psichico almeno ad una realtà

vicina ad esso e nello stabilire una classificazione dei residui, che sono le manifestazioni dei

sentimenti e le cause principali delle azioni non logiche.

Residui e derivazioni

I due concetti fondamentali che costituiscono la prima parte del “Trattato di sociologia generale”

sono i residui e le derivazioni, che rappresentano le chiavi stesse del sistema intellettuale di Pareto.

Quest’ultimo elabora una sorta di teoria della natura umana, ossia come essa si manifesta nella vita

sociale. Da questo punto di vista egli distingue un “elemento costante di un fenomeno concreto

considerato” ossia il residuo mentre le derivazioni compongono le “teorie diverse e rigogliose con

le quali gli uomini giustificano gli elementi costanti” cioè i residui.

-I RESIDUI non sono né i sentimenti né lo stato psichico, ma stanno tra il sentimento e le

espressioni o atti di questo sentimento (C e B). Si riferiscono agli istinti dell’uomo, ma non

comprendono tutti gli istinti, perché il metodo seguito permette di conoscere sono quegli istinti che

danno luogo a ragionamenti.

-Le DERIVAZIONI sono il risultato di un lavoro della mente per rendere ragione dei residui stessi.

Al di fuori dei residui esistono anche appetiti (=desiderio di una cosa precisa), gusti (=preferenze) e

disposizioni. Questi tre termini si applicano alla condotta umana nella misura in cui questa è una

ricerca di determinati beni e di certe soddisfazioni più o meno definite. Sono paragonabili agli istinti

animali con la differenza che negli uomini si sono diversificati con lo sviluppo della civiltà.

Pareto inoltre distingue i residui e le derivazioni da un'altra sfera che chiama interessi. La nozione

di interessi risulta dall’analisi economica e deriva dalla prese di coscienza di uno scopo che

l’individuo si propone di raggiungere.

RESIDUI

Pareto a volte si esprime come se residui e sentimenti si confondessero, tuttavia nel suo pensiero

egli fa una duplice distinzione: da una parte i residui si collocano più vicino agli atti o alle

espressioni che ai sentimenti dall’altra i residui non sono realtà concrete, ma concetti analitici creati

dall’osservatore per giustificare i fenomeni. I residui sono le radici comuni di numerose forme di

condotta umana e in quanto tali presentano lo stesso carattere astratto delle radici verbali, che

attribuisce loro lo stesso Pareto.

Pareto distingue 6 classi di residui, poi in ogni classe dei generi e infine divide alcuni di questi

generi in specie. Di queste classi le più importanti sono le prime due, che risultano in

contrapposizione, ossia definiscono tendenze opposte nell'uomo e nella società. Talvolta come nota

Aron in senso critico, sono così importanti che quando Pareto parla dei residui fa riferimento

soltanto a queste due classi.

1.l’ “istinto delle combinazioni” : è la tendenza umana a stabilire relazioni tra le idee e le cose, a

trarre le conseguenza da un principio posto e a ragionare circa il bene e il male. Esso comporta “il

bisogno di sviluppi logici” e si trova quindi alla base di ogni progresso ed innovazione dell’umanità,

di ogni sviluppo dell’intelligenza e della civiltà. Le società più brillanti, che non sono

necessariamente le più morali, sono quelle in cui abbondano i residui della prima classe: l’Atene del

V secolo a.C.; la Francia degli inizi del XX secolo. Questa classe si scompone, a sua volta, in più

generi: il primo, più semplice e più astratto, è l’ “istinto delle combinazioni in generale”, cioè

senza specificazioni; il secondo è l’ “istinto delle combinazioni delle cose simili o contrarie”; il

terzo genere è “il potere misterioso di certe cose o di certi atti”; il quarto è il “bisogno di unire i

residui”; il quinto “bisogno di sviluppi logici”, che comprende la gran parte dei residui, che

determinano le derivazioni e il sesto “fede nell’efficacia delle combinazioni”.

Una condotta logica può avere origine dai sentimenti se per la presa di coscienza delle relazioni

mezzi-fini, il soggetto agente è in grado di prevedere le conseguenze effettive dei mezzi che egli

impiega e di stabilire una correlazione tra il rapporto oggettivo e quello soggettivo. Tuttavia lo

stesso istinto delle combinazioni può essere alla base di condotte non-logiche come la magia ma

anche di ciò che è tipico della condotta logica : ossia della scienza.

2.la “persistenza degli aggregati” : rappresenta la contropartita della prima: se l’istinto delle

combinazioni denota lo slancio verso il progresso, questa classe è quella che esprime la tendenza

dell'uomo all’inerzia, alla conservazione, al mantenimento del legame verso le tradizioni e i costumi

e delle combinazioni che sono state formate, a rifiutare i cambiamenti. Queste due prime classi

formano una coppia di opposti: l’una spinge al mutamento e al rinnovamento mentre l’altra alla

stabilità e alla conservazione. All’interno di tale classe Pareto individua ulteriori generi: come la

persistenza dei rapporto tra vivi e morti o tra un morto e le cose che egli possedeva da vivo (genere

che viene dimostrato dal fatto che molte società seppelliscono i morti con i loro beni). Coloro che

parlano dell’umanità, del progresso della scienza o della storia sono mossi dai residui della seconda

classe, che appartengono al genere “persistenza di un’astrazione” o “personificazione”.

La terza e la sesta classe dei residui sono quelle che Pareto tratta più brevemente e sono le più

semplici.

3. il “bisogno di manifestare sentimenti con atti esterni” : tale bisogno si manifesta attraverso un

atto rituale, come per esempio l’applauso. Non in tutte le società per manifestare la propria

approvazione si applaude: infatti i gesti o rumori cambiano da società a società. La diversità di

queste manifestazioni costituisce l’elemento variabile mentre l’elemento comune, ossia il residuo, è

dato dal bisogno, più o meno forte, di manifestare i propri sentimenti. Di questa classe Pareto indica

soltanto due generi: il primo è il bisogno di agire che si manifesta con alcune combinazioni l’altro è

l’esaltazione religiosa.

4.i “residui in rapporto con la socialità”: comprende i residui che sono in relazione con la vita

sociale, ma anche i residui in relazione con la disciplina, senza la quale la società non potrebbe

sussistere, risulterebbe impossibile. La quarta classe presenta una certa relazione con la seconda

classe, “della persistenza degli aggregati” e da essa emergono i tratti conservatori di Pareto. I

diversi generi che Pareto individua permettono di precisare meglio questa classe di residui come il

primo delle “società particolari” , in cui tutti gli uomini sono caratterizzati dalla tendenza a

costruire società particolari, a creare riferimenti , piccoli gruppi ed associazioni esterne ai

raggruppamenti primari. Queste associazioni tendono a suscitare sen

Dettagli
Publisher
A.A. 2013-2014
15 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher wegobroke di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei processi culturali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Allodi Leonardo.