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SUL GOVERNO.

Nel XIX libro, di difficile classificazione, si parla in particolare di SPIRITO GENERALE DI

NAZIONE, che rappresenta il principio unificatore di tutto il sociale e il collegamento tra la

sociologia politica e le altre due parti del libro, che studiano le cause fisiche e morali.

-Dal XX al XXVI libro: INFLUENZA DELLE CAUSE SOCIALI(commerciali, religiose, n. di

abitanti, ecc) SUGLI USI, COSTUMI E LEGGI.

-ultimi libri: STUDIO DELLA LEGISLAZIONE ROMANA E FEUDALE.

Nel libro XXIX , che è difficile da collegare alle 3 grandi parti dell’opera, Montesquieu si propone

di rispondere alla domanda sulle modalità di redazione delle leggi. Si tratta di un’elaborazione delle

conseguenze che si deducono dallo studio scientifico.

• Teoria dei 3 governi

Secondo Montesquieu si possono individuare 3 tipi di governo:

1)REPUBBLICA.

2)MONARCHIA.

3)DISPOTISMO.

I criteri con cui vengono classificati i tipi di governo sono:

-per definire la natura del governo, che è ciò che lo fa essere così com’è, è necessario individuare

quante persone detengono la sovranità e in che modo la esercitano.

-trovare il principio, ossia il sentimento, che guida gli uomini, che vivono in un determinano tipo di

governo. Tre sono i sentimenti che prevalgono e che assicurano la stabilità del governo:

1)Virtù (Repubblica), propriamente politica, rappresenta il rispetto delle leggi e la dedizione al

bene comune.

2)Onore (Monarchia), è il rispetto di quanto si deve al proprio rango sociale.

3)Timore/paura (Dispotismo). Un regime fondato sulla paura è sostanzialmente corrotto e alle

soglie del nulla politico.

Montesquieu mette in relazione tra loro i diversi regimi politici e l’organizzazione sociale alla loro

base, valutando anche gli aspetti materiali che favoriscono un determinato regime politico rispetto

ad un altro. Secondo il sociologo esiste anche uno stretto e naturale rapporto tra le dimensioni del

territorio ed il tipo di regime politico che vi si instaura (TEORIA DELLE DIMENSIONI):

1)Repubblica=PICCOLO TERRITORIO.

2)Monarchia=MEDIO TERRITORIO.

3)Dispotismo=GRANDE IMPERO.

La teoria di Montesquieu si differenzia da quella di Aristotele, che elaborò dei tipi di regime

soltanto apparentemente di valore generale ma che in realtà presupponevano la città greca come

base sociale.

• Differenze tra i tipi di governo

Il governo repubblicano è quello in cui tutto il popolo (nel caso della democrazia) o una

1) parte di esso (nella aristocrazia) detiene il potere.

La monarchia è quel governo in cui uno solo una persona esercita il potere, secondo però

2) leggi fisse e stabilite.

Nel dispotismo vi è un solo detentore del potere sovrano, senza leggi e senza regole, che

3) determina tutto secondo la sua volontà e i suoi capricci. Montesquieu detesta questo tipo di

governo e da lui nacque l’idea del dispotismo asiatico (è infatti la forma tipica dei paesi

asiatici).

Nelle repubbliche la virtù si risolve in un certo sentimento dell’uguaglianza per cui si tratta

1) di un regime in cui gli uomini si sentono cittadini, il che comporta che essi siano e si sentano

uguali tra di loro.

La monarchia è fondata essenzialmente sulla differenziazione e la disuguaglianza in quanto

2) suppone l’esistenza di gradi, ranghi e distinzioni.

Uno stato prospera solo quando gli uomini vogliono indirettamente il bene della collettività o

quando essendo impossibile la 1° affermazione, i vizi degli uomini cospirano al bene di tutti. In

questa 2° tesi s’inserisce la teoria dell’onore di Montesquieu, dove il bene della collettività è

garantita da qualità minori e persino da atteggiamenti moralmente condannabili. In realtà anche

se i due governi, repubblicano e monarchico, sono diversi nella loro essenza(la repubblica è

fondata sull’uguaglianza e si basa sulla virtù politica dei cittadini mentre la monarchia sulla

disuguaglianza e si basa sull’onore) sono entrambi dei regimi moderati, in cui nessuno comanda

in modo arbitrario e al di fuori delle leggi.

3)Il dispotismo non è un regime moderato ma segna il ritorno ad un’eguaglianza, tuttavia

diversa da quella repubblicana, in quanto non prevede la partecipazione di tutti al potere

sovrano ma al contrario la loro esclusione. Si tratta di un’eguaglianza nella paura e

nell’impotenza. L’unico limite al potere assoluto di chi regna è la religione, che è tuttavia una

difesa precaria.

1)Il modello della repubblica ci è offerto dalle repubbliche antiche, in particolare da quella

romana.

2)I modelli della monarchia sono le monarchie europee, inglese e francese, del suo tempo.

3)Per quanto riguarda i modelli del dispotismo, egli fa riferimento agli imperi asiatici (impero

persiano, cinese, giapponese, delle Indie).

La teoria dei governi di Montesquieu rischia di portare ad una specie di fatalismo, determinismo per

la stretta connessione presente tra regime e dimensione del corpo sociale.

• Montesquieu e la sua società ideale

Durante un soggiorno in Inghilterra Montesquieu studiò ed apprezzò le caratteristiche della

costituzione inglese e ne fu particolarmente attratto poiché capì che il suo scopo era la libertà

politica e ma anche garantire la rappresentanza politica. Per Montesquieu uno stato è libero quando

il potere limita il potere e vi è equilibrio. Il suo modello ideale di società è di stampo aristocratico in

quanto è concepita come articolata in corpi intermedi. L’aristocrazia infatti, secondo il sociologo,

garantisce un equilibrio tra i poteri. La sua concezione aristocratica del potere emerge anche dalla

sua affermazione che il potere del popolo non è la garanzia ultima della libertà. La libertà è

garantita dal fatto che nessun potere deve essere illimitato (ciò rappresenta il tema centrale della sua

sociologia politica).

• Influenze dei libri

I primi libri, almeno quelli dal II all’VIII, sono d’ispirazione aristotelica: vi sono infatti numerosi

riferimenti sotto forma di allusioni o di critiche. Montesquieu li scrisse prima del suo viaggio in

Inghilterra, periodo in cui era sotto l’influenza della filosofia politica classica. I libri seguenti, in

particolare il IX sulla costituzione inglese e la separazione dei poteri, sono stati scritti sicuramente

posteriormente, dopo il soggiorno in Inghilterra sotto l’influenza delle osservazioni fatte all’epoca.

Per quanto riguarda i libri dedicati allo studio delle cause fisiche o morali, probabilmente sono stati

scritti molto tempo dopo i primi libri. Montesquieu è perciò sia un discepolo dei filosofi classici, in

quanto elaborò una teoria dei tipi di governo, e sia un sociologo per il fatto che cerca l’influenza che

il clima, la natura del terreno, il n. di abitanti e la religione possono esercitare sui differenti aspetti

della vita collettiva.

• Libro XI: le considerazioni sull’Inghilterra

In particolare il capitolo VI del libro XI, contenente le considerazioni sulla costituzione inglese, è

stato oggetto di studio degli stessi costituzionalisti inglesi, che hanno interpretato le istituzioni del

loro paese secondo ciò che emerge da tale scritto di Montesquieu. Il sociologo ha scoperto in

Inghilterra uno stato che, oltre la autoconservazione, ha come suo scopo specifico la libertà politica

e l’idea di rappresentanza politica, intesa come un’assemblea eletta dal popolo e composta dai suoi

rappresentanti (diversa dalla rappresentanza politica delle repubbliche antiche dove vi era

un’assemblea del popolo). Questo governo ha la sua fondamentale caratteristica nella dottrina della

separazione dei poteri: -il potere legislativo risiede in 2 assemblee: la CAMERA DEI LORD, che

rappresenta la nobiltà e la CAMERA DEI COMUNI, che rappresenta il popolo; -il potere esecutivo

che spetta al re; -il potere giudiziario. I primi due devono cooperare fra loro al fine di garantire la

giusta applicazione delle leggi. Confrontando i testi di Montesquieu con quelli di Locke sullo stesso

tema, notiamo che esiste una sostanziale differenza di intenzione. Lo scopo di Locke è quello di

limitare il potere del re e nel caso in cui questo superi i limiti, il popolo ha il diritto di reagire.

L’idea di Montesquieu è invece l’equilibrio dei poteri sociali, condizione della libertà politica.

Dalla teoria politica alla sociologia

• Le grandi questioni sul pensiero di Montesquieu

Tre sono le domande di fondo che dobbiamo porci di fronte al pensiero di Montesquieu:

1)In che modo Montesquieu passa dal tipo di governo all’insieme della società?

2)Quale legame c’è fra fatto (=comprensione del tipo di regime e società che abbiamo) e valore?

3)Qual’è il rapporto tra UNIVERSALISMO RAZIONALE e PARTICOLARITÀ STORICHE?

1)Montesquieu si concentra sull’analisi dei materiali fisici/materiali (terreno, clima, ambiente),

sociali (moneta, commercio, n. di abitanti) e morali, come per esempio il fattore religioso che gioca

un ruolo rilevante in quanto elabora modelli culturali che incidono sull’organizzazione della vita

collettiva. Ciò che sta in mezzo fra le forme di governo e la società è l’Esprit général, risultante di

questi fattori, che interagiscono fra di loro e che in Montesquieu ci permettono di afferrare ciò che

costituisce l’originalità e l’unità di una determinata collettività. Lo spirito generale di una nazione è

il modi di essere, di agire, di pensare, di sentire di una collettività particolare plasmata dalla

geografia e dalla storia. È ciò che permette il passaggio dalla sociologia politica alla sociologia

dell’insieme sociale. Inoltre Montesquieu ritiene che il temperamento degli uomini, il loro modo di

essere dipenda dal clima così come la schiavitù, infatti nei paesi più caldi si sopportava questa

forma di essere. Nelle società arcaiche il dominio delle cause materiali prevaleva su quelle morali.

Secondo Aron una questione che Montesquieu non ha colto e che sarà centrale nella sociologia di

Comte è la produttività economica. Infatti egli riteneva che attraverso l’uso di macchinari,

ottenendo lo stesso oggetto ma con tempo minore, fosse necessario ridurre il numero di operai, ma

non considerava il fatto che tali uomini potessero essere impiegati in un altro lavoro aumentando

così la quantità di prodotti disponibili per la collettività. Montesquieu non ha afferrato la portata

economica del progresso scientifico e tecnico e ha tradito aspetti che lo rivelano come uomo

dell’Ancien Regime.

2)Una domanda decisiva per Montesquieu è: “il sociol

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A.A. 2013-2014
13 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/08 Sociologia dei processi culturali e comunicativi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher wegobroke di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia dei processi culturali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Allodi Leonardo.