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Studio sui consumi e fattori culturali
Altri studi collegano direttamente i consumi ai fattori culturali, attribuendo una minore importanza alla competizione per la distinzione e per lo status. L'attenzione delle indagini più recenti, sganciano i gusti dal riferimento alle classi sociali, riconoscendo la difficoltà presente nelle condizioni attuali di consumo di massa di distinguere nettamente, tra "cultura alta" delle classi superiori e "cultura popolare" delle classi inferiori e pongono l'accento direttamente sullo stile di vita, inteso come fonte di identità, come codice simbolico autonomo di identificazione in un gruppo. La nozione di "cultura di massa" ha un carattere descrittivo e insieme valutativo: da un lato descrive le caratteristiche che la cultura assume quando emerge un "nuovo ordine della società", la "società di massa", dall'altro la considera negativamente come cultura degradata rispetto a un modello ideale di "cultura elevata".
La cultura di massa è una forma di cultura popolare che si diffonde attraverso i mezzi di comunicazione di massa, come la televisione, la radio e internet. Questa forma di cultura è spesso associata alla produzione di contenuti di intrattenimento di massa, come film, musica e programmi televisivi, che sono progettati per raggiungere un vasto pubblico.
La nozione di cultura di massa è stata analizzata e criticata dalla Scuola di Francoforte, un gruppo di intellettuali tedeschi che si sono trasferiti negli Stati Uniti a causa delle persecuzioni razziali. Adorno e Lowenthal, due dei principali esponenti di questa scuola, hanno studiato e criticato l'industria culturale, che si basa sui mezzi di comunicazione di massa e che viene accusata di manipolazione e omologazione culturale.
Secondo la Scuola di Francoforte, la cultura di massa promuove la superficialità dei contenuti, la ripetitività degli schemi e la banalità del gusto. Questi contenuti sono consumati da un pubblico di massa e diffusi dai mezzi di comunicazione di massa. Adorno, ad esempio, ha espresso l'idea che la cultura degli Stati Uniti negli anni '40 fosse molto bassa.
Anche Benjamin, un altro membro della Scuola di Francoforte, ha espresso pesanti critiche nei confronti della cultura di massa. Secondo Benjamin, la cultura di massa contribuisce alla perdita di autenticità e alla mercificazione dell'arte e della cultura.
sulla riproducibilità delle opere d'arte, perché impoverisce il gusto, degrada il pubblico. Provocando, una diminuzione della capacità critica, apre la strada al totalitarismo e alla dittatura. Si perde la capacità critica, si passa dalla dimensione culturale alla dimensione sociale. Nella mente dei consumatori passano: dati e contenuti banali memorizzati in modo automatico, impoverimento tacito. La nozione di cultura di massa, che è servita a identificare, in senso molto generale, le nuove tendenze della produzione e del consumo di cultura in una società altamente industrializzata, è però imprecisa e ambigua. Secondo Paul Lazarsefeld, fra il "mezzo di comunicazione" e la "massa" si interpone una fitta rete di relazioni informali che è in grado di mediare i messaggi. L'influenza esercitata dai mezzi di comunicazione di massa avviene in maniera indiretta attraverso i leader d'opinione, i contesti.Sociali e i gruppi in cui l'individuo è inserito.
4. Idea di cultura in tre tradizioni sociologiche
Il delinearsi di un approccio sociologico alla cultura ci porta a studiare tre tradizioni: americana, francese, tedesca, perché vengono ritenute le più vitali, che con maggior consapevolezza hanno affrontato lo studio della cultura anche se all'interno di una più generale teoria sociologica.
La prima tradizione, "la scuola di Chicago", trova uno dei suoi più importanti autori in William Thomas, che con Florian Znaniecki scrisse "Il contadino polacco in Europa e in America", analizzando il processo attraverso cui la cultura di origine degli immigrati polacchi incide sul modo in cui si inseriscono nella comunità di arrivo. Già in questa opera si sente l'influenza sia della psicologia sia dei lavori antropologici di Franz Boas. Diventa cruciale il ruolo attribuito all'interpretazione che l'individuo dà della situazione oggettiva.
in cui si trova, derivante dal suo retroterra culturale. Thomas delinea quella teoria dell' "uomo marginale" che sarà in seguito sviluppata da un altro esponente della "Scuola di Chicago", Robert E. Park, influenzato dal filosofo sociologo Simmel, all'inizio del secolo, identifica i tratti salienti della complessità culturale delle condizioni di vita urbane nella moltiplicazione degli stimoli che bombardano gli individui e nella pluralizzazione dei contatti e delle forme associate in cui ognuno è coinvolto contemporaneamente. La scuola Francese, trovo in Durkheim, l'interprete più significato. Il quale non utilizza il termine cultura, ma quello di "Rappresentazioni collettive" (la cultura è il cemento che mantiene unita una società e le "Rappresentazioni Collettive" sono dei fatti sociali). Si sottolinea la differenza fra oggettività e soggettività. Né l'etica, né la psicologia possonocapire le "Rapp. Collett.", ma solo una scienzanuova, questi fatti sociali sono qualcosa che si impone all'individuo al di fuori del consenso,Durkheim non è interessato alle motivazioni dell'agire. Spiegare la nozione di cultura,intesa, comeidea di dipendenza dalla società (istituzionale),come prodotti di un sistema sociale che diventaoggettivo ( cultura e società non coincidono perfettamente avendo questa dei meccanismi interni eindipendenti), tutti i sistemi di credenze sono il riflesso del mondo sociale ideale di quella societàche hanno connotazioni proprie. Anche se non coincidono,è presente una circolarità tra società ecultura, Durkheim , parla delle credenze a partire dalla società, ma queste poi creano deimeccanismi che si riproducono indipendenti. La terza tradizione, vede come figura influente quelladi Max Weber . Il quale sostiene che gli essere umani sono, esseri culturali in quanto annettonoUn significato al proprio comportamento e le scienze della cultura, non si occupano dell'intera realtà sociale, ma dell'agire sociale "ossia" un agire che sia riferito all'atteggiamento di altri individui, e orientato nel suo corso in base a questo. Nel dibattito metodologico, verso la metà dell'ottocento, Dilthey, differenzia gli studi umanistici (orientati a scovare i meccanismi e le relazioni fra i fenomeni, applicando empiricamente ai fenomeni i risultati) e quelli scientifici (orientati a individuare le leggi universali di funzionamento dei fenomeni). La sociologia per Weber è una scienza comprendente, ma che deve trovare connessioni causali fra i fenomeni. Si concentra sull'agire sociale, come orientati in base al senso intenzionato dell'attore (questo si può cogliere solo attraverso la comprensione "Verstehen"). C'è molta distanza fra l'approccio weberiano e quello di Durkheim (non ha
interesse per il consenso e le motivazioni individuali). Un'altra importante figura, nella tradizione tedesca, è Georg Rimmel, in "La metropoli e la vita dello spirito", la cultura fa parte di un ragionamento molto ampio, di cui l'autore fa un'analisi della società moderna molto approfondita. Quando parla di "sociologia formale", si occupa della forma che le relazioni prendono nella società. Rimmel non ritiene che si possono analizzare rapporti causali, ma connessioni fra i fenomeni. Nella sua prospettiva, fa una distinzione fra cultura ogg. e soggett. La cultura ogg. si erge come qualcosa di inarrivabile all'uomo nella sua totalità. Dissonanza fra la grandezza della cultura ogg. e l'impossibilità della cultura sogg. di avvicinarsi a essa (tragedia della cultura occidentale). 5. La religione come sistema culturale Quando un insieme di credenze riguarda la natura di esseri sovraumani e il loro rapporto con il mondo umano, si parla direligioni presenti nel mondo. Ogni religione ha le sue caratteristiche specifiche e le sue pratiche rituali, ma tutte condividono l'obiettivo di dare un senso alla vita e di fornire un sistema di valori e norme per guidare il comportamento umano. La religione può essere anche un fattore di coesione sociale, poiché spesso le comunità religiose si uniscono intorno a credenze comuni e partecipano a rituali collettivi. Tuttavia, la religione può anche essere una fonte di conflitto, quando le diverse fedi entrano in contrasto tra loro. È importante notare che la religione non è l'unica forma di sistema culturale presente nelle società umane. Ci sono anche altre istituzioni sociali, come la politica, l'economia e l'educazione, che influenzano la vita delle persone e contribuiscono alla formazione della cultura di una società. In conclusione, la religione è un sistema culturale complesso che coinvolge credenze, pratiche rituali e valori condivisi. È importante studiare e comprendere le diverse religioni presenti nel mondo, senza cadere in visioni etnocentriche o giudizi di valore.come parte integrante dell'universo, in cui ogni individuo è collegato agli altri e al divino. Questa concezione è chiamata misticismo. Il modo di ottenere la salvezza varia anche tra le diverse religioni. Alcune religioni, come l'ebraismo e l'islam, pongono l'accento sull'osservanza delle leggi religiose e dei precetti morali per ottenere la salvezza. Altre religioni, come il buddismo e l'induismo, insegnano che la salvezza può essere raggiunta attraverso la meditazione, la pratica del bene e la rinuncia ai desideri materiali. Le religioni universali hanno avuto un impatto significativo sulla storia e sulla società. Hanno influenzato le leggi, le istituzioni sociali, l'arte e la cultura delle popolazioni che le hanno adottate. Inoltre, hanno fornito un sistema di valori e di significato per le persone, offrendo risposte alle domande fondamentali sulla vita, la morte e il significato dell'esistenza umana. In conclusione, le religioni universali sono caratterizzate da un'ampia diffusione geografica e da una visione del mondo e un modo di ottenere la salvezza specifici. Esse hanno avuto un impatto profondo sulla storia e sulla società, fornendo un sistema di valori e di significato per le persone.come contenitore della divinità. Questa concezione del rapporto uomo/dio è chiamata misticismo. In entrambi i casi dio è sempre l'essere perfetto e esterno cui si contrappone l'imperfezione e precarietà dell'essere umano. Che nella tradizione teocentrica è una "creatura peccatrice", in quella cosmocentrica è una "creatura transeunte". Anche i beni di salvezza desiderati, cambiano di conseguenza: nel primo caso si tratta di ottenere il favore di dio; nel secondo caso si tratta di comprenderlo e possederlo dentro se stessi, facendo tutt'uno con lui. Queste diverse concezioni della divinità e del rapporto uomo/dio hanno modellato più in generale l'intero carattere della cultura. Schluchter conferisce alle religioni asiatiche un carattere intellettualistico, non a accessibili ugualmente a tutti. Tuttavia è presente un impronta etica verso l'universalismo della grazia. Se il tratto distintivoPiù rilevante resta il sistema di credenze, la religione è sempre connessa a dei riti, ossia a delle pratiche periodiche volte a commemorare la ricorrenza di eventi mitici. Inoltre, le religioni si sono espresse in precise forme organizzative.