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Comunicazione di massa e cambiamento sociale

Le varie teorie propongono interpretazioni opposte di questo rapporto.

Teoria della società di massa

La teoria sottolinea l'interdipendenza delle istituzioni che esercitano potere e, quindi, l'integrazione dei mezzi di comunicazione nelle fonti del potere e dell'autorità. Il paradigma dominante riflette la visione della società di massa. Questa teoria postula che i media saranno controllati da monopoli e che saranno uno strumento efficace per organizzare le masse sotto forma di spettatori, consumatori, elettori, ecc.

Secondo C.W.M., il teorico più autorevole della società di massa, i media producono una forma di controllo antidemocratico dall'alto.

I nuovi media incoraggiano una nuova visione della società, in contrasto con la tesi della società di massa.

Teoria della dipendenza

La società su ampia scala è dipendente dai media per l'informazione e l'intrattenimento.

RASMISSIONE SO DEI MEDIA PER SCOPI DIM EDIA CENTRALIZZATI DAI MEDIA PERSCALA ATOMIZZZATO UNIDIREZIONALE MANIPOLAZIONE E CONTROLLO

È possibile analizzare i media sulla scorta delle idee di Marx. L’industria dei media corrisponde a un modello capitalistico, con fattori di produzione e rapporti di produzione. I media sfrutterebbero i lavoratori. I mezzi di comunicazione di massa divulgherebbero le idee della classe dominante, negando l’accesso a idee alternative che potrebbero favorire il cambiamento o una maggiore coscienza dei propri interessi da parte della classe lavoratrice. Queste tesi confluiscono in quella denominata economia politica critica.

La teoria marxista postula un legame diretto tra la proprietà economica e la diffusione di messaggi che affermano la legittimità e il valore di una società classista. Questa posizione trova conforto ai giorni nostri nella tendenza a

concentrare la proprietà dei mm nelle mani di imprenditori capitalisti.
7.2 V - Le idee rivedute della teoria marxista, evidenziano gli effetti ideologici
ARIANTI NEO MARXISTE dei media nel riprodurre i rapporti di sfruttamento e nel legittimare la
classe dominante. M 1964, afferma che i mm unitamente agli
ARCUSEfattori dei sistemi di produzione di massa, sono impegnati a vendere o
imporre un intero sistema sociale che è contemporaneamente repressivo e
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desiderabile. Per Marcuse, i media soddisfano falsi bisogni.

Teoria marxista dei media
I IMEDIA OEPRANO MEDIA INCORAGGIANO LA L'ACCESSO
AI MEDIA È NEGATO
I 'MEDIA SONO IN MANO ALLA BORGHESIA NELL INTERESSE DELLA FALSA COSCIENZA DELLA 'ALL OPPOSIZIONE POLITICA
BORGHESIA CLASSE OPERAIA

8 T EORIA FUNZIONALISTA
Il funzionalismo interpreta le pratiche e le istituzioni sociali in base ai bisogni delle società e degli individui
(Merton 1957). Apportati ai media, i bisogni sarebbero quelli di continuità, ordine.

integrazione, motivazione, guida, socializzazione e adattamento. La società è vista come un insieme dinamico dove i media sono funzionali alla continuità e all'ordine esistente. La vita sociale organizzata, richiede il mantenimento di un quadro coerente e completo al funzionamento della società e dell'ambiente sociale. Reagendo ai bisogni degli individui, i media avvantaggiano tutta la società. La teoria struttural-funzionalista si inquadra nelle concezioni pluraliste ed è tendenzialmente conservatrice nella misura in cui considera i media non fonte di cambiamenti ma strumento per mantenere la società così com'è.

La teoria funzionalista della dipendenza (DFR) 1989, considera la dipendenza del pubblico dai media una variabile misurabile empiricamente. Secondo questa teoria, quanto più il pubblico dipende dai media per l'informazione, quanto maggiore è il potere che i media

Le funzioni della comunicazione nella società

Secondo L. 1948, le principali funzioni della comunicazione nella società erano il controllo dell'ambiente, la correlazione delle parti della società nel reagire all'ambiente e la trasmissione del patrimonio culturale. W. RIGHT 1960 aggiunge anche l'intrattenimento.

Le funzioni sociali dei media

8.1 Informazione: Correlazione - socializzare, costruire il consenso. Continuità. Intrattenimento. Mobilitazione - battersi per obiettivi comuni.

La teoria funzionalista dei media serve a spiegare unicamente i fenomeni relativi all'integrazione sociale. F. 1983 propone un esempio di funzione di integrazione selettiva quando traccia un'analogia tra il concetto di D di culto religioso e il rapporto tra riviste femminili e lettrici, basato su un culto della femminilità di cui le redattrici sono le officianti e le lettrici le fedeli. L'analisi funzionalista integrativa dei media sostiene in linea con la teoria critica.

che news e informazione sono sempre mediali. D.K. 1992 sostengono che cerimonie pubbliche e di stato riprese dai media, servono a cementare società altrimenti atomizzate. Per il funzionalismo i media non sono responsabili dell'aumento del crimine. Teoria funzionalista dei media: I media sono funzionali alla società per:
  • L'ordine
  • L'integrazione e adattamento ai cambiamenti
  • La gestione di una continuità del controllo
  • La mobilitazione e la cooperazione
  • La cultura e dei valori
  • La stabilità
Questa teoria orienta la ricerca verso l'analisi empirica della struttura della proprietà e di controllo dei media e verso il modo di operare dei media. L'istituzione media deve essere considerata parte integrante del sistema economico e con stretti legami con quello politico. L'importanza della teoria economica-politica è stata esaltata anche in seguito al.tramonto dell'analisimarxista classica. E' cresciuta un'economia dell'informazione globale. Teoria critica economico-politica: MARGINALIZZAZIONE DELLE IMPORTANZA DELLA ENDENZA DELLE SMD – SVILUPPO ERCIFICAZIONE IMINUZIONE VOCI ALTERNATIVELOGICA E DEL STRUTTURE MEDIALI ' SDELL INTEGRAZIONE DEI CONTENUTI E DEI DELLA UBORDINAZIONECONTROLLO VERSO LA 'GLOBALE DEI MEDIA PUBBLICI DIVERSITÀ DELL INTERESSE PUBBLICO AGLI'DELL ECONOMIA CONCENTRAZIONE INTERESSI PRIVATI Esiste una tradizione tuttora attiva di ricerca, dei legami tra la tecnologia della comunicazione dominante in un'epoca e i tratti essenziali della società. TECNOLOGICO Etichettare questa corrente come deterministica è comunque riduttivo. Il primo importante teorico di questa tradizione è H.M. I il fondatore della scuola di Toronto negli anni dopo la 2° guerra mondiale. Egli interpretava il passaggio dalla pietra al papiro come

Uno spostamento di potere dai re ai sacerdoti. Sono presenti nella sua opera 2 principi ispiratori: LA SCUOLA DI TORONTO

Come nella sfera economica, i mezzi di comunicazione tendono ad essere concentrati nelle mani di pochi. Le dimensioni più importanti di un impero sono spazio e tempo e alcuni mezzi di comunicazione sono più adatti a uno che all'altro.

Il sociologo G. Ouldnert nel 1976 interpreta i cambiamenti decisivi della politica moderna alla luce delle tecniche di comunicazione. Lega l'avvento dell'ideologia alla stampa e al giornale. Determinismo tecnologico: L'ideologia e le tecnologie della comunicazione sono fondamentali per la società. Ogni tecnologia ha forme, contenuti e usi peculiari che influenzano il cambiamento sociale.

Rivoluzioni nella società: R. 1986 individua 3 aspetti delle nuove tecnologie: interattività,

La natura della società è individualizzata e demassificata, con la natura asincrona dei nuovi sistemi di comunicazione dell'informazione. La crescita dell'integrazione e dell'interconnessione, i volumi enormi e la predominanza del flusso delle culture, l'interattività delle convergenze, il lavoro legato alla rete - postmoderna delle informazioni e delle relazioni. La globalizzazione delle attività e la comunicazione di massa e la cultura. Fin dagli inizi della ricerca sulla comunicazione di massa, si è sviluppando una prospettiva culturalista, che ha a che fare con l'idea di testo, e con la costruzione e assunzione di significato di quest'ultimo. Questo approccio vede la cultura come processo dinamico e quindi è in contrasto con i precedenti assunti. L'approccio culturalista comprende tutti gli aspetti della produzione, le forme e la ricezione dei testi e i discorsi intorno ad essi. James Carey

Definisce la comunicazione il processo simbolico grazie a COMUNICAZIONE E CULTURA cui la realtà prodotta, mantenuta, aggiustata e trasformata. L'attributo fondamentale della cultura è la comunicazione perché altrimenti le culture non potrebbero svilupparsi, sopravvivere estendersi verso una definizione di CULTURA. La cultura va cercata in 3 ambienti: la gente, le cose e la prassi umana. Ogni aspetto della fruizione e produzione dei media ha una dimensione culturale.

Storicamente, la prima questione culturale affrontata dalla teoria dei media è stata quella del carattere della nuova cultura di massa resa possibile dalla comunicazione di massa. Trattata in relazione ai contenuti (testi) culturali, si è poi allargata alla pratica dell'uso dei mm, implicando una visione dell'agente come massa.

Un 2° tema chiave riguarda le possibili conseguenze delle nuove tecnologie.

Un 3° tema riguarda gli aspetti economico-politici.

della produzione

organizzata della cultura. Un risvolto importante è la mercificazione della

2.2 T EMI DI RICERCA cultura. Un'altra conseguenza di ciò è l'internazionalizzazione. La tipica

cultura mediale è spesso globalizzata, anche se appare in varianti locali o

nazionali. Ciò ha spinto la teoria e la ricerca a investivare sulle conseguenze

per l'identità culturale e per l'autonomia e peculiarità dei

stili di vita e dei sistemi di valore esistenti. Tra i temi di ricerca per la teoria culturale:

Dettagli
Publisher
A.A. 2011-2012
18 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher nadia_87 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria e tecniche della comunicazione di massa e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Ciampi Marina.