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PROPAGANDA PERSUASIONE
- Comunicazione monodirezionale - Comunicazione bidirezionale
(trasmissione) - Dinamica interattiva, simile a una
- Flusso comunicativo controllato conversazione
dall’emittente - Ruolo attivo del pubblico
- Audience passiva e amorfa - Ruolo del testimone (speaker radio)
Approfondimento sulla società americana nel rapporto tra sfera pubblica e sfera
privata, e nel disordine sociale che a suo avviso la permea.
La analizza, in contrapposizione a Tonnies, come una pseudo-Gemeinschaft
(comunità), in cui la società si riconosce identitariamente nella voce di chi le sta
vendendo qualcosa, una società concentrata su mercato e denaro solamente.
Altri spunti interessanti
- Media come strumenti di monopolizzazione, cornici sociali che legittimano idee
e ne emarginano altre
- I media svolgono una funzione ancillare, ovvero non sono gli unici attori del
processo di manipolazione, ma sono affiancati da relazioni interpersonali,
quadro sociale, ecc.
5. Le teorie dell’influenza selettiva
Attenzione alle variabili intervenienti: la risposta del pubblico ai messaggi mediali non
è guidata dai istinti ma da precisi atteggiamenti -> gli individui hanno differenze
apprezzabili nella struttura cognitiva.
Diversi approcci teorici:
- Teoria delle differenze individuali: matrice psicologica. Gli individui possono
sviluppare strutture cognitive autonome pur condividendo i valori culturali del
proprio gruppo sociale di riferimento.
Importanza del concetto di atteggiamento: già usato dai ricercatori del Payne
Fund (fondo di ricerca sugli effetti del cinema sui minori), è utile a studiare le
predisposizioni dei consumatori.
(a. Differenti strutture cognitive sono il risultato dell’apprendimento
individuale e sociale.)
- Teoria della differenziazione sociale: legata alla ricerca empirica sulle
subculture, studia il fatto che i fruitori selezionino i contenuti in base
all’appartenenza sociale
(b. Le società complesse sviluppano subculture che determinano
l’orientamento ai media.)
- Teoria delle relazioni sociali: ruolo preminente delle relazioni di gruppo,
elemento fondante per la comprensione e l’uso dei messaggi mediali (Two-step
flow of communication).
(b. Nelle società complesse le relazioni familiari/amicali hanno funzione
selettiva fondamentale.)
6. Two-step flow of the media influence: verso il
superamento della sociologia funzionalista dei media
1955: Paul Lazarsfeld ed Elihu Katz pubblicano Personal Influence: The Part Played by
People in the Flow of Mass Communication, in cui elaborano la teoria del two-step
flow, basata sui seguenti assunti:
- Non esiste un flusso unitario di informazioni (o comunque non è l’unico)
che si muove dai media ai destinatari finali
- Il flusso comunicativo segue un percorso in due fasi:la prima dai media agli
opinion leaders, la seconda dalla mediazione operata dagli opinion leaders
al gruppo sociale di riferimento.
Gruppo sociale: concetto ricollegabile a quello successivo di subcultura
Opinion leader: non un individuo dotato di maggiore autorità o potenza economica,
ma membro del gruppo sociale più disponibile all’esposizione ai media e più
competente nell’uso dei media stessi.
Conclusioni e conseguenze. Questa teoria considera l’influenza dei contatti
personali (fattore interveniente) come preminente rispetto a quella dei media, i quali
non sono gli unici responsabili di cambiamenti d’opinione nell’audience. In altre parole,
i mezzi di comunicazione di massa producono influenza selettiva, l’audience ha la
netta capacità di selezionare i contenuti che arrivano.
Two-step flow of the media influence (Gili): avvio di un processo di revisione dei
modelli di influenza mediale e di destrutturazione di un certo funzionalismo
semplicistico, oltre che di rivisitazione di studi sul pubblico e sull’audience.
7. La teoria matematica del’informazione
Teoria non propriamente sociologica, ma annoverabile tra le teorie della trasmissione
per alcuni contatti con le ipotesi funzionaliste.
1948, Claude Elwood Shannon pubblica The Mathematical Theory of
Communication, cercando soluzioni efficaci al miglioramento della comunicazione
telefonica, utilizzando anche gli studi di Norbert Wiener, padre della cibernetica.
Modello di Shannon e Weaver. La comunicazione è percepita come trasferimento di
informazione tra due poli e non come trasformazione da un sistema ad un altro
- Il trasferimento avviene dalla fonte al destinatario
- La ricezione del messaggio non è problematica se non avvengono disturbi
esterni (rumore)
- E’ indifferente che la comunicazione avvenga tra due macchine, due esseri
umani, una macchina e un essere umano
- Il significato del messaggio è sostanzialmente irrilevante.
Capitolo 3 – Il problema degli effetti
1. Le teorie degli effetti
Almeno quattro fasi nel modo di concepire il rapporto tra media e pubblico, cioè tra
media ed effetti da essi provocati:
- MEDIA ONNIPOTENTI. (Inizio Novecento – anni 30)
Concetto di comunicazione univoco e trasmissivo, con ruolo del destinatario
nullo, limitato alla ricezione.
- VERIFICA DELLA TEORIA dei media onnipotenti. (Sviluppo ricerche
empiriche, esempio Payne Fund)
I media, pur provocando effetti, operavano in un contesto sociale in grado di
infuenzare gli effetti
- RISCOPERTA DEL POTERE DEI MEDIA.
Diversa considerazione dei processi sociali attivati dai media. Attenzione
spostata sul cambiamento a lungo termine, sulle variabili intervenienti di
contesto, su fenomeni collettivi come l’opinione pubblica ecc.
- INFLUENZA NEGOZIATA DEI MEDIA.
La comunicazione di massa produce effetti sulla società a partire dalla sua
capacità di fornire significati socio-culturali che vanno interpretati dal pubblico.
Accantonata l’idea dei media onnipotenti, attenzione all’attività dell’audience.
Le teorie degli effetti sono modi di interpretare la comunicazione. Raggruppamento
per aree tematiche omogenee:
- Hypodermic effects: i media producono effetti diretti sugli individui
"inniettando nel corpo sociale" comportamenti e punti di vista. Comunicazione
come trasmissione. (Bullet theory)
- Copycat effects: i media attivano dinamiche di imitazione (variazione della
teoria precedente). Si sviluppa dentro il paradigma funzionalista. È diverso
dall'effetto ipodermico per l'applicazione del modello, si fa rifermento al fatto
che i soggetti copiano i modelli mediali perché sono percepiti come
auspicabili proprio per il fatto di essere contenuti nei media. Parte da un
presupposto comportamentista. L'esistenza di un nesso di causalità tra un
modello vincente e l'imitazione di esso è oggi spesso messo in discussione,
tuttavia bisogna riconoscere che i modelli mediali sono molto forti.
- Inoculation Theory: le audience mediali si desensibilizzano ai contenuti
mediali a causa dell'esposizione ripetuta agli stessi contenuti. La metafora
dell'ago col veleno in questo caso andrebbe rivista coma un ago che contiene
un vaccino. È come se i media ci facessero diventare più cinici, le immagini
mediali diventano un'abitudine (esempio: immagini di violenza che vengono
percepite come sterili, di routine).
- Two step flow theory: fa riferimento al legame indiretto che i media
stabiliscono con i soggetti. L'influenza dei media è indiretta: la mediazione è
effettuata dagli Opinion makers (chi cerca di creare le opinioni) nelle istituzioni
mediali e dagli opinion leadership nei gruppi sociali. Esempio: nella community
di Twitter possiamo individuare dei soggetti capaci di far diventare popolare
qualcosa, di dargli popolarità, generalmente per il suo ruolo sociale (gli
influencers).
- Uses and gratifications Theory: le audience scelgono da cosa farsi
influenzare. I media producono gratificazioni a bisogni sociali.
- Cultivation Theory: il consumo ripetuto di alcuni contenuti mediali
determina la continuazione di attitudini e valori. L'approccio della coltivazione fa
riferimento a un modello di imputazione di contenuti mediali. I media agiscono
strutturalmente per reiterazione perché rispettano determinati generi, in cui la
variabilità è data solo dal contesto specifico ma la struttura formale rimane la
stessa. Basta pensare al telegiornale: le notizie cambiano ma la struttura del
format no, le notizie hanno un ordine che rispecchia le convenzioni sociali, per
cui percepiamo normale e per scontato che si apra con la politica e si chiuda
con lo sport. I media hanno costruito la nostra agenda.
Le teorie sugli effetti si sviluppano dagli anni 30. A partire dagli anni 40-50 sono
formalizzate, dimostrate attraverso strumenti empirici.
Le principali teorie:
AGENDA SETTING. (1972-79, McCombs e Shaw osservarono una coincidenza tra le
graduatorie proposte dai giornali e ciò che i lettori ritenessero effettivamente più
importante, anche se non interessati a tali argomenti es. politica vs. sport.) Fa
riferimento al fatto che i media siano in gradi di costruire la nostra agenda, la
gerarchia dei temi sociali. In conseguenza dell'azione dei media il pubblico è
consapevole, o ignora elementi specifici degli scenari pubblici. La gente tende a
includere o escludere dalle proprie conoscenze ciò che i media includono o
escludono dal proprio contenuto. Il pubblico inoltre tende ad assegnare a ciò che
esso include un'importanza che riflette l'enfasi attribuita dai mass media agli eventi, ai
problemi, alle persone. Sono esclusi gli aspetti valutativi: i media ci dicono su
cosa pensare ma non come pensare.
KNOWLEDGE GAPS. (1970, Tichenor e colleghi) I media svolgono una doppia
funzione: modificano le differenze di conoscenza derivanti da diseguaglianze di
istruzione e posizione sociale garantendo a tutti un flusso costante di informazione e
allargano il divario tra i settori del pubblico richiedendo sempre maggiore
qualificazione e competenza per fruire di informazioni specializzate. Le nuove
tecnologie accentuano tali differenze tra chi può e chi non può accedervi (Crescono i
canali specializzati ma anche chi non può accedervi, e di pari passo si impoverisce il
servizio pubblico).
CULTIVATION THEORY. (George Gerbner, 1976) L'esposizione alla televisione induce
un meccanismo di mainstreaming e nel caso della violenza un differenziale di
coltivazione: Il soggetto fortemente esposto a immagini di violenza svilupperà la
convinzione che nella realtà si sperimenti un elevato livello di violenza e che egli abbia
consistenti probabilità di rimanere vittima. Si determina così uno scarto,
empiricamente rilevabile tra television answer e reality Choice che può quantificare gli
effetti di coltivazione indotti da