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SOCIALIZZAZIONE E RIPRODUZIONE SOCIALE
SOCIALIZZAZIONE: indica a che punto i nuovi nati diventano membri della società. Distinguiamo due processi di socializzazione:
- SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA: è l'insieme dei processi volto ad assicurare la formazione delle COMPETENZE SOCIALI DI BASE; Ricopre i primi anni di vita del bambino.
- SOCIALIZZAZIONE SECONDARIA: è l'insieme dei processi di formazione delle COMPETENZE SPECIFICHE richieste dall'esercizio dei vari ruoli sociali. Inizia dall'adolescenza.
IL PROCESSO DI SOCIALIZZAZIONE TRA NATURA E CULTURA
Quando nasciamo, veniamo al mondo in una società già precostituita. Dunque, ne apprendiamo le sue caratteristiche: è proprio qua il punto!
a. Le CAPACITÀ fondamentali che possiede ognuno di noi, sono contenute del nostro sistema GENETICO.
b. L'APPRENDIMENTO, invece, no! È una caratteristica della SOCIALIZZAZIONE: grazie ad essa noi sappiamo mangiare, leggere e...
Se notiamo infatti, la differenza tra noi è gli animali è proprio l'apprendimento: l'uomo ha sviluppato capacità di apprendimento elevate rispetto agli altri animali. Si può dunque affermare che la DOTAZIONE GENETICA ORIGINARIA condiziona, MA NON DETERMINA, lo sviluppo delle CAPACITÀ INDIVIDUALI FONDAMENTALI.
FASI DELLA SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA
- NASCITA: il bambino appena nato, non ha capacità di influire nel mondo che lo circonda; non ha scelto di nascere e neppure in quale società vivere.
- DIPENDENZA: Chi soddisferà i BISOGNI PRIMARI del bambino diventerà la persona con cui avrà dipendenza; se questa dipendenza gli aggrada, si crea un rapporto di FIDUCIA.
- INIZIO DI SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA: si notano con questi rapporti di fiducia.
- CONTINUO DI SOCIALIZZAZIONE PRIMARIA: iniziano ad innescarsi processi di PREMI e PUNIZIONI, dove ne è fondamentale la COERENZA.
- ALTRO GENERALIZZATO (H.MEAD):
dalla fase primaria alla secondaria, questo PROCESSO CONTINUO DI SOCIALIZZAZIONE, per il soggetto acquisisce un controllo SEMPRE MAGGIORE dello stesso: infatti è l'individuo che solca la propria strada, e non più l'ALTRO GENERALIZZATO.
CAPITOLO UNDICESIMO – STRATIFICAZIONE E CLASSI SOCIALI
STRATIFICAZIONE SOCIALE
STRATIFICAZIONE SOCIALE: è il sistema di DISEGUAGLIANZE STRUTTURALI di una società.
- DISTRIBUTIVO: ammontare delle ricompense materiali e simboliche appartenente a quel tipo di gruppo;
- RELAZIONALE: riguardo alle relazioni di POTERE esistenti tra le diverse classi.
Definiamo perciò STRATO: un insieme di individui che godono della STESSA QUANTITÀ DI RISORSE o che occupano la STESSA POSIZIONE nei rapporti di potere.
CONDIZIONI CHE FAVORISCONO LE DISEGUAGLIANZE (G.Lenski):
- Dimensioni del SURPLUS ECONOMICO;
- Concentrazione del POTERE POLITICO.
Se aumenta uno dei due fattori, a parità di altre condizioni, aumentano
TEORIE DELLA STRATIFICAZIONE
1. TEORIA FUNZIONALISTA (Durkheim)
- Caratteristiche UNIVERSALI;
- La principale necessità funzionale che spiega la presenza UNIVERSALE della stratificazione è precisamente l'esigenza sentita da ogni società di collocare e motivare gli individui nella struttura sociale.
- La stratificazione è NECESSARIA per far funzionare una società.
In sintesi, possiamo semplificare la teoria funzionalista in quattro punti:
a. Non tutte le posizioni e mansioni hanno la stessa IMPORTANZA FUNZIONALE;
b. Il numero delle persone dotate della CAPACITÀ di svolgere quelle posizioni e/o mansioni è LIMITATO;
c. La conversione delle capacità in competenze ha bisogno di un periodo di ADDESTRAMENTO;
d. Per indurre le persone capaci a sottoporsi a questo periodo di addestramento, o meglio, di sacrificio, è necessario dar loro delle RICOMPENSE MATERIALI e MORALI.
2. TEORIA DEL CONFLITTO
La teoria del conflitto
È totalmente l'opposto della teoria funzionalista; chi professa questa teoria nega che la stratificazione sociale è vitale per la società. Le diseguaglianze nascono proprio dal fatto che i gruppi sociali che si avvantaggiano di risorse materiali e morali, sono in grado di difenderle dagli altri gruppi in una situazione di conflitto continuo. Abbiamo due sottocategorie della teoria del conflitto che si rifanno a Marx e Weber. 8. CAPITOLO UNDICESIMO – STRATIFICAZIONE E CLASSI SOCIALI a. TEORIA DEL CONFLITTO secondo MARX - Manifesto del Partito Comunista: la storia di ogni società esistita fino a questo momento è storia di lotta di classi, dall'Antica Roma dove esistevano le classi di Patrizi e Plebei, fino alla nostra società dove esistono le classi di Borghesia e Proletariato. - La teoria del conflitto di Marx si basa esclusivamente sulla sfera economica, dove l'asse portante delle classi si trova nei: a.1 RAPPORTI DI PRODUZIONE a.2CLASSE PER SÉ. Questo avviene attraverso la presa di coscienza da parte degli individui della loro condizione di classe e dei loro interessi comuni. Marx sostiene che la classe sfruttata, non possedendo i mezzi di produzione, è costretta a vendere la propria forza-lavoro alla classe possidente, che trae profitto dall'attività lavorativa dei primi. Questo rapporto di sfruttamento crea una contraddizione sociale che, secondo Marx, porterà inevitabilmente a una lotta di classe e alla trasformazione della società.CLASSE PER SÉ:- COMUNICAZIONE, tra gli individui;- RIDUZIONE DELLA STRATIFICAZIONE INTERNA, quanto più è omogenea una classe;- RIGIDITA’ DELLE BARRIERE DI ACCESSO ALLA CLASSE.
b. TEORIA DEL CONFLITTO secondo WEBER- A differenza di Marx, Weber non considera come unica sfera quella economica, ma consideraDIVERSE SFERE per spiegare la teoria del conflitto: ECONOMICA, CULTURALE e POLITICA.- La Definizione Weberiana di CLASSE è: Il POSSESSO e la MANCANZA di POSSESSO costituiscono lecategorie fondamentali di TUTTE le situazioni di classe.- Se per Marx, l’asse portante delle classi sono i rapporti di produzione e le relazioni di proprietà, perWeber è:a.1 SITUAZIONE DI MERCATO: dove i mercati sono:a.1.1. DEL CREDITO dove si contrappongono DEBITORI e CREDITORI;a.1.2. DEL LAVORO dove si contrappongono IMPRENDITORI e LAVORATORI, i quali i primi comprano illavoro e i secondi lo vendono;a.1.3. DELLE MERCI dove si contrappongono CONSUMATORI e VENDITORI.
CAPITOLO UNDICESIMO - STRATIFICAZIONE E CLASSI SOCIALI
Weber classifica le classi in:
-
POSSIDENTI
a. Privilegiate in senso POSITIVO: Redditieri che posseggono terre e mezzi;
b. Privilegiate in senso NEGATIVO: Redditieri che non posseggono terre e mezzi;
-
ACQUISITIVE
a. Privilegiate in senso POSITIVO: Imprenditori e figure professionali;
b. Privilegiate in senso NEGATIVO: Lavoratori
Riguardo la sfera CULTURALE, menziona i CETI: ovvero comunità di persone con uno STESSO STILE DI VITA e un forte SENSO di APPARTENENZA.
Riguardo la sfera POLITICA, i cittadini si riuniscono in PARTITI, secondo le proprie IDEOLOGIE, per assicurarsene il POTERE.
SISTEMI DI STRATIFICAZIONE SOCIALE
I sistemi di stratificazione sociale esistiti nella storia dell'umanità sono stati quattro: schiavitù, caste, ceti e classi.
-
SCHIAVITÙ
È la forma estrema di disuguaglianza, in cui alcune persone POSSIEDONO altre PERSONE. Essa esiste solo in un'economia poco sviluppata che
1. LAVORO
Il lavoro è l'attività umana che permette di produrre beni e servizi. Può essere svolto in diversi settori, come l'agricoltura, l'industria o i servizi. Il lavoro richiede grandi quantità di impegno e sforzo fisico o mentale.
2. CASTE
Il termine casta viene dal latino CASTUS, che significa puro, disinteressato, integro, non contaminato. Le caratteristiche della casta sono:
- Ceto chiuso, ciò significa che ci si entra solo alla nascita e vi si resta per tutta la vita;
- Specializzazione ereditaria;
- Ordine gerarchico basato sulla purezza.
3. CETI
È la società che in Europa è esistita prima della Rivoluzione Francese. Le caratteristiche distintive sono:
- Ceto chiuso, se una persona aveva quel tipo di "sangue", nasceva e rimaneva in questo ceto;
- Differenze sociali non solo di fatto, ma anche di diritto. Certi ceti erano privilegiati e protetti da certi tipi di normativa;
- Prestigio.
4. CLASSI
Nascono nell'Europa Moderna, spazzando il vecchio Regime (l'Ancien Régime). Le classi dell'Epoca Moderna sono...