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Regime socialdemocratico

Si basano su programmi di tipo universalistico che hanno come riferimento il cittadino/residente e non la persona in base al reddito o al lavoro svolto. Abbiamo una destratificazione e demercificazione alta. I paesi scandinavi sono emblematici di questo regime.

A questa elaborazione si sono contrapposti filoni critici di integrazione o di revisione del modello:

  • Critica femminista: contesta al modello di Esping-Andersen il fatto di aver trascurato il ruolo della famiglia. Si introduce il concetto di defamilizzazione, cioè quanto più un soggetto riesce a sopravvivere indipendentemente dal ruolo svolto dalla famiglia. È una pecca di sottovalutazione della famiglia.
  • Critica volta ad integrare e rivedere i regimi considerando il welfare dei servizi; per poter costruire un modello che sia verosimile è necessario non solo guardare le prestazioni in denaro (modello di Esping Andersen) ma anche alle prestazioni in servizi. I regimi di Esping Andersen, per

Quanto siano importanti, va rivista quando si allarga la visione dei bisogni e delle politiche studiate. Quindi il modello del regno unito cambierebbe da liberale a social democratico (dove il SSN nasce nel 1946).

Critica volta ad integrare il modello rivedendo il numero e la composizione dei regimi stessi. È visto questo doppio ordine di critiche, si può meglio inquadrare l'ultimo filone che ha rivisitato la teoria dei regimi soprattutto per quanto riguarda il numero e la composizione dei filoni precedenti. All'interno di questa teoria si trova lo studioso Ferrera, con il 4° modello, che è quello mediterraneo, della "quarta Europa" (Italia, Grecia, Spagna, Portogallo).

Le specificità dei paesi mediterranei:

  1. Intervento pubblico misto: in parte è occupazionale e in parte è universalistico (sanità e istruzione)
  2. Scarso sviluppo delle politiche assistenziali (in particolare rivolte alla povertà)
  3. Forte dualismo

Il accesso dei servizi di welfare è piuttosto differenziato rispetto all'occupazione nel mercato del lavoro; ad esempio sui sussidi di disoccupazione (Naspi)

Elevato particolarismo di tipo clientelare: spesso, da quando il welfare è nato, l'erogazione di questo è sempre stata usata come arma politica, per acquisire consenso, creando così la frammentazione dei diritti sociali e delle prestazioni sulla base della capacità di contrarre delle categorie sociali con lo stato condizioni più o meno favorevoli.

Forte familismo - basso grado di defamilizzazione, poiché il welfare italiano ma in generale di questi paesi è debole. Lo Stato ha sempre pensato ci fosse la famiglia a fare da paracadute anche se non la sostiene. In altri stati questi compiti non sono affidati alla famiglia ma presi in carico dal welfare.

Il welfare mediterraneo ha un basso grado di defamilizzazione, basso grado di destratificazione, legato in parte alle

Classi sociali ed in parte ad altre linee di segmentazione quali ad esempio impiegati nel settore pubblico o nel privato, e c'è una demercificazione asimmetrica, ovvero molto forte per alcuni gruppi centrali del sistema mentre molto debole per gli altri.

I paesi dell'Europa orientale, nella prima parte del XX secolo, avevano un'impostazione simile a quella della Germania, anche perché erano stati per molto tempo sotto il suo dominio, mentre l'Urss si caratterizzava per un più limitato intervento dello Stato. Nel secondo dopoguerra avvenne un processo di omogeneizzazione nelle aree di influenza sovietica depotenziamento dei programmi assicurativi e rafforzamento dei programmi sanitari e d'istruzione, delle politiche familiari ed abitative.

Il caso italiano:

Il welfare, da quando nasce, è spesso sbilanciato su alcuni settori quali le pensioni, a svantaggio di altri settori quali quello degli ammortizzatori sociali (sussidi).

Il modello italiano, all'interno del quadro europeo, appariva estremamente generoso. Infatti, oltre al tasso di sostituzione elevato, il calcolo della pensione era fatto sulle 3 retribuzioni più alte della carriera lavorativa. L'età del pensionamento è sempre stata bassa (anche le baby pensioni) ed era notevolmente diffusa la pratica delle pensioni di invalidità e anzianità a condizioni molto vantaggiose.

I due principali sistemi di intervento, ovvero sanità ed istruzione, erano in linea con l'andamento europeo, anche se leggermente in ritardo. Istruzione (1962) e sanità (1978) universalistiche. Prima avevamo differenti indirizzi di scuola media, alcuni professionalizzanti, altri di stampo liceale (come la Germania).

La crisi del welfare state

Dagli anni '70 si assiste ad un indebolimento delle basi socio-economiche del compromesso di mezzo secolo (si verificano condizioni particolari che favoriscono

Il testo fornito riguarda lo sviluppo del welfare e i fattori che hanno contribuito alla crisi del modello produttivo basato sulla grande industria. I punti principali sono:

  1. Crisi del modello produttivo basato sulla grande industria (+costi energetici a causa della crisi petrolistica; +costo del lavoro; +competizione internazionale; +inflazione e restrizione del credito)
  2. Ampliamento dell'economia terziaria (meno produttiva del settore industriale, tassi di crescita più bassi e maggiore incertezza e volatilità dei mercati) - produzione di conoscenze, quindi beni immateriali - rallenta la crescita. Settore eterogeneo che racchiude conoscenze molto diverse - polarizzazione tra chi ha un lavoro molto retribuito qualificato e chi no
  3. Rallentamento dei tassi di crescita economica
  4. Crescente instabilità del mercato finanziario e globale

Questo scenario macroeconomico è caratterizzato da una bassa crescita economica e da difficoltà nel contenimento dei livelli di welfare.

di spesapubblica e tassazione raggiunta nei Trenta gloriosi, dall'altro elevato deficit pubblico in stato di potenziale crisi fiscale permanente e dunque austerità costante. Durante i Trenta gloriosi la tassazione era al 30% ma ce la si poteva permettere poi iniziò la crisi che portò quindi un periodo di austerità contenimento della spesapubblica, che è imposto oltre che dalle evidenti carenze di denaro anche da enti sovranazionali (Europa). Sul piano occupazionale, abbiamo un'inversione di tendenza sia per quanto riguarda la piena occupazione di tipo industriale, sia per la spiccata divisione di genere. Dagli anni '70 i nuovi rischi sociali emergono a causa del: Lavoro: - C'è un nuovo tipo di società definita postindustriale (Bell 1973): è una fase economica fondata sulla produzione di beni immateriali e servizi e sulla circolazione della conoscenza e dell'informazione. Il settore industriale, diun declino dell'occupazione

Si va verso l'economia del sapere (ICT); c'è un aumento dei livelli di istruzione che ha delle ricadute sociali molto importanti, le persone quindi aumentano le loro aspettative e quindi della forza lavoro; impiego nel terziario, soprattutto di occupazione femminile;

Dal punto di vista teorico: per alcuni continuità con rafforzamento dei legami tra scienza, tecniche e organizzazione del lavoro, che segna il passaggio verso migliori condizioni di lavoro e di salario (Bell) per altri, accento sulla discontinuità e sulle nuove problematiche (Touraine, 1969). 86

Dal punto di vista empirico: c'è uno sviluppo caratterizzato da forti differenziazioni interne (gap salariali sia alti che bassi) lavori postfordisti e neofordisti; categorie di lavoratori protette (contratti a tempo pieno) e categorie vulnerabili (quelle che iniziano a stipulare i contratti atipici).

Strategie produttive

fortemente orientate alla flessibilità (decentramento produttivo, esternalizzazione dei servizi; riduzione dell'organico - aumento della disoccupazione).

Negli anni '80 e '90 c'è un aumento dei disoccupati di lunga durata; dalla seconda metà degli anni '90 c'è un aumento della disoccupazione di breve durata, legata allo sviluppo dei lavori flessibili, e diminuisce quella di lunga durata (che riprenderà con la crisi del 2007).

C'è un rafforzamento delle voci critiche al capitalismo di mercato.

Negli ultimi due decenni, in generale, abbiamo avuto un aumento dell'occupazione temporanea.

Della famiglia: Il vento del femminismo nella società;

Aumento dei livelli di istruzione femminili

Aumento dell'occupazione femminile, soprattutto nell'Europa continentale e meridionale, (nel terziario, specialmente nella parte meno qualificata, come i servizi alla persona) che è da

difficoltà economiche.● Crescita delle famiglie monoparentali, in particolare quelle guidate da donne,con conseguente aumento del rischio di povertà.● Diffusione di nuove forme di lavoro precario e atipico, che rendono più difficilegarantire la stabilità economica delle famiglie.● Aumento delle disuguaglianze sociali ed economiche, con una polarizzazione trauna classe media sempre più ridotta e una fascia di popolazione in condizioni dipovertà sempre più ampia.● Crescita dei fenomeni migratori, che portano a una maggiore diversità culturaleall'interno delle famiglie e a sfide nella gestione delle differenze.● Cambiamenti nella concezione e nella pratica della genitorialità, con un maggiorefocus sull'educazione e lo sviluppo dei figli.● Diffusione delle tecnologie digitali e dei social media, che influenzano le dinamichefamiliari e la comunicazione tra i membri della famiglia.difficoltà di conciliazione tra lavoro e cura (ad esempio famiglie composte da genitore solo e figli minorenni) ● Emersione dei problemi di conciliazione tra lavoro e cura di minori e anziani Questo ha comportato un aumento della domanda dei servizi alla persona, sia privati che pubblici, perché lo stato non riesce a rispondere alle esigenze. Dei flussi migratori: ● Il gap di sviluppo, benessere e aspettative di vita per gli abitanti delle diverse aree del globo, a fronte della globalizzazione dei flussi di comunicazione; è si conosce tutto di tutti in pratica; ● Le migrazioni internazionali diventano un processo strutturale e non transitorio anche perché le informazioni sono più fruibili: ● La congiuntura economica non è favorevole, ci sono minori opportunità occupazionali (tipologia dei lavori non qualificati) e c'è un aumento dei problemi di integrazione sociali – è necessaria una politica di integrazione.
Dettagli
A.A. 2022-2023
116 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher studentedieconomia1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Politecnica delle Marche - Ancona o del prof Spina Elena.