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La struttura delle coppie adiacenti permette di di giungere a una formulazione che sia il prodotto di una decisione di 2
interagenti.3 grosse classi di formulazioni sulla base del loro argomento:
-formulazioni relative al parlante e alle sue azioni passate e future
-formulazioni relative agli interlocutori e alle loro azioni passate
-formulazioni relative ad aspetti dell'interazione cogestiti dagli interagenti.
FORMULAZIONI RELATIVE AL PARLANTE: se si parte dal fatto che l'abito fa il monaco si intuisce che ognuno di
noi spiega spesso,riformulando,ciò che sta facendo-per paura che possa emergere un immagine di se non desiderata.
Queste glosse mirano a fare emergere la propria posizione sociale e il proprio ruolo che non è certo unico: infatti
ognuno riveste sempre ruoli diversi, ma tutti tengono a costruire un proprio self nell'interazione. Si noti che per
ristabilire la propria posizione nella formulazione “lei non sa chi sono io”,la posizione di tema è occupata
dall'interlocutore. Dire “io sono un signora” e non “lei sta parlando con una signora” significherebbe affermare che c'è
una discrepanza fra ciò che essa assume e ciò che gli interagenti le attribuiscono. Se il tema è l'interlocutore invece si
sposta l'attenzione su di lui,è un falso argomento. Altre formulazioni vengono fatte in forma interrogativa “chi è che
comanda qui?” nell'assunzione che l'interlocutore conosca gia la risposta. Se questo non risponde l'identità del parlante
ne riemerge rafforzata. <esiste una forma standard per riconoscere le glosse? Solitamente il tipo sintattico è quello
dichiarativo (trasmissione di informazioni) questo è solo un esempio poiché il parlante spesso sceglie vie piu
arzigogolate e meno dirette. Le scelte lessicali non sono d'aiuto per riconoscere una glossa ( si pensi alle formulazioni
riepilogo).è soprattutto l collocazione nell'enunciato che ci permette di capire di quale mossa si tratti. È una sintassi
d'ordine superiore che regola il flusso conversazionale. L'enunciato ,poi, per diventare oggetto di commento o
descrizione deve per forza riferirsi a un fatto precedentemente emerso nell'interazione,nel passato immediato o lontano.
SI → “Prima hai detto chiaramente ciò che pensavi” V
NO → “ Poi dirai chiaramente ciò che pensi” X
SI → “ QUESTA è la mia opinione” è sia anaforico che cataforico può riferirsi a ciò che il parlante ha già detto o ciò
che dirà.
LE FORMULAZIONI RELATIVE ALL'INTERLOCUTORE E ALTRI INTERAGENTI: ciascun interagente può
assumendo il ruolo di “formulatore” comunicare la propria interpretazione di quanto l'altro interagente ha detto-e anche
fornire una valutazione. possono emergere fraintendimenti poiché emerge la concezione dell'immagine dell'altro. Le
formulazioni sugli altri interagenti sono sempre a posteriori,spesso costituiscono dei veri e propri demarcatori di
conclusione di episodi conversazionali. in queste formulazioni riepilogo troviamo delle differenze:
1. A:(entra e inciampa)
B: oggi non te ne va bene una → formulazione valutativa
A:si è proprio una giornata jellata → no accettazione / no rifiuto
2. A: Antonio è una carogna mi ha attaccato in faccia!
B: insomma avete litigato di brutto → formulazione interpretativa
A: si, di brutto assai → accettazione/rifiuto
tu hai detto come lui ha detto le citazioni stabiliscono legame coesivo nel discorso si riprendono parole di un altro anche
solo per dire se si è d'accordo o meno significa riconoscere la rilevanza.
CAP3
L'INTERVISTA GIORNALISTICA: L'intervista è un interazione volta ad ottenere informazioni, è di per se legata a
nessuna istituzione specifica in quanto può essere realizzata in contesti diversi: es. trasmissioni televisive,int.
Giornalistiche,selezione personale. CICOUREL adotta appunto l'espressione elicitation procedures meno specifica e
non il termine interview, che sembra restringere il discorso alla raccolta di info a determinate situazioni. Non è quindi il
luogo dove si svolge l' interazione a determinare il carattere istituzionale dello scambio comunicativo, ma è il rapporto
fra intervistato e intervistatore è finalizzato ad un obiettivo esterno e ciò porta alla definizione dei specifici ruoli
comunicativi. Chi parla facendo domande e chi da risposte, con particolare sensibilità ai vincoli contestuali.
CARATTERISTICHE STRUTTURALI DELL?INTERVISTA GIORNALISTICA in quanto interazione istituzionale
Nell'intervista giornalistica la distribuzione dei ruoli comunicativi è predeterminata sulla base della funzione
istituzionale dell'interazione. La distinzione fra intervistatore e intervistato si riflette sul tipo di mosse comunicative che
i partecipanti possono effettuare e sulla strutturazione dei turni. Poichè i ruoli (intervistatore – intervistato) non si
possono scambiare ,viene a cadere la tensione competitiva per il turno e di conseguenza anche la pressione per turni
brevi,per la massima alternanza dei turni di parola. Si tende cosi a produrre turni più estesi a differenza di quanto
avviene nella conversazione ordinaria. La sequenza domanda-risposta assume un ruolo centrale. Gli enunciati
dichiarativi sono prodotti fondamentalmente dall'intervistato per fornire risposte e se prodotti dall'intervistatore
rientrano nelle seguenti categorie:
1. formulazioni che hanno la funzione di specificare tema/i del discorso che verranno affrontati
2. formulazioni riepilogo che riprendono sintetizzandola la risposta dell'intervistato
3. enunciati su dati di fatto su cui verterà la domanda successiva
4. formulazioni relative a problemi di strutturazione e pianificazione dell'intervista “affronteremo questo
problema più avanti”
qualsiasi deviazione o allontanamento potrà essere stigmatizzato dall'intervistatore.
QUESTIONI DI FOOTING E CONSEGUENZE SULLA STRUTTURA FORMALE: L'organizzazione e la
costruzione dei turni deve tener conto di altre 2 esigenze derivanti da fini istituzionali:
1. obbiettivo di intervistato ed intervistatore di considerare come destinatario principale non il destinatario che è
in presentia ma un uditorio lontano , pubblico di lettori, tele-spettatori. L'intervistatatore rappresenta solo un
veicolo di trasmissione dell'informazione.
2. La necessità da parte dell'intervistatore di assumere un atteggiamento imparziale. CLAYMAN parla a questo
proposito di neutralism o neutralistic stance.
Per definire il grado di coinvolgimento dei partecipanti è necessario uscire dalla distinzione tradizionale di parlante e
ascoltatore e accogliere la proposta di GOFFMAN che scompone il ruolo di parlante in 3 formati di produzione: come
macchina fonica,come autore, come committente e responsabile. Nell'intervista per raggiungere la POSTURA
NEUTRALISTICA l'intervistatore dovrà fungere da macchina fonica piuttosto che da autore o mandante. Un esempio
di assunzione di questo specifico FOOTING casi in cui l'intervistatore enuncia un'opinione attribuendola ad altri usando
formule tipo “secondo X” discorsi riportati. Alcune ricerche inglesi e americane mettono in evidenza come
nell'intervista giornalistica vengano meno nel comportamento dell'inervistatore reazioni alle notizie contenute nelle
risposte dell'intervistato “rilevanti” (sono questi segnali di ricezione come mmm yes...) L'assenza di questi segnali nel
comportamento comunicativo dell'intervistatore può indicare la sua dissociazione nei riguardi del ruolo di destinatario
primario dell'info. L'adozione da parte dell'intervistatore di procedure di distanziamento può essere ricondotta sia a
variazioni culturali, differenze individuali di stile eal tipo di intervista.
CONTESTI MULIPLI NELL'INTERAZIONE MINOLI/BERLUSCONI: le scelte comportamentali dei partecipanti
stabiliscono caratteristiche strutturali dell'intervista e non che possono entrare in conflitto o coabitazione con la cornice
dell'intervista .Nell'intervista Minoli/Berlusconi Minoli realizza due mosse diverse una volta a dar ordine all'interazione
e un commento personale “non mi sembra” con cui avviene la rottura del frame intervista in quanto l'intervistatore si
libera dei panni stretti e diventa partecipante e esprime opinioni, comporta passaggio da footing di neutralità a un
coinvolgimento personale .Egli modifica il frame ma lo fa in maniera marginale rispetto alla cornice contestuale
dominante . Berlusconi invece approfitta dello spazio conversazionale per attaccare la tele pubblica e non per dare una
risp alla Minoli, questo turno per contenuto non è una risposta ma lo diventa a tutti gli effetti per un fatto strutturale
sequenziale .ci sono segnali che indicano la volontà di ambedue i partecipanti di mantenere lo schema dell'intervista ,
ogni mutamento di footing viene seguito da un immediato ripristino della normalità. entrambi hanno risorse ottime per
attivare cornici diverse dall'intervista: Berlusconi → approfitta dei spazi per la risposta (turno esteso)
Minoli → usa le domande e formulazioni ( riepilogo)
L'intervistato risponderà a tono solo nella prima parte nella seconda definisce la parte di se che vuole presentare e di
fatto fa propaganda politica. Il volere forzare troppo pesantemente le regole del frame intervista da parte di B fa
traballare il castello interazionale costruito da Minoli il quale ridefinisce la cornice stigmatizzando l'intervistato
(costretto ad accettare la ridefinizione). Questo è un esempio di attivazione indolore -o quasi- di cornici contestuali
diverse.
CAP4
L'INTERAZIONE IN CLASSE:alternanza di turni nella situazione comunicativa “interrogazione scolastica”
Il possesso delle regole che governano l'alternanza dei turni è un abilità di base nella competenza sociale, hanno la
stessa rilevanza dei rituali di accesso nel territorio altrui. Le regole esistono per rendere tale invasione nella maniera
meno offensiva possibile. L'ordine di distribuzione dei turni può riflettere i rapporti di potere nel gruppo, dove ognuno
può negoziare il proprio ruolo. Nella classe il bambino sa che l'insegnante è l'elemento determinante dell'interazione e si
stabilisce un rapporto( come madre bambino) asimmetrico con adulto/insegnante e un rapporto simmetrico con i
compagni. L'interazione in classe sarà orientata verso due FOCI interazionali e il bambino organizza il proprio
comportamento in funzione dei 2 destinatari e deve adottare diversi punti di vista. La possibilità dell'esistenza di
sistemi misti di presa del turno è stata sottolineata da SACKS, SCHEGLOFF, JEFFERSON secondo cui nelle
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