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Variabilità della caduta delle occlusive alveolari nell'inglese americano

Questa regola descrive la variabilità della caduta delle occlusive alveolari sorda e sonora [t] e [d], che avviene in modo variabile nel contesto finale di parola, quando sono precedute da una consonante. La caduta dipende da alcuni fattori: è più probabile che avvenga in parole monomorfemiche, meno probabile in verbi semi-deboli e ancora meno probabile in verbi regolari o deboli. Inoltre, la caduta è più frequente tra i parlanti giovani.

Attualmente, si preferisce utilizzare un'analisi multivariata con una tabella che riporti il valore di probabilità associato a ciascun fattore, insieme al numero di contesti presenti nel corpus, espressi sia in percentuale che in valore assoluto.

– ossia il numero di realizzazioni effettive della regola e quello di realizzazioni possibili.

Scale di implicazione. Il modello delle scale di implicazione, al contrario dei diagrammi e delle regole, non ha come obiettivo l’analisi di singole variabili sociolinguistiche, ma l’identificazione e l’analisi di relazioni di implicazione nell’uso di variabili linguistiche e nella realizzazione delle varianti di quelle variabili.

L’introduzione del modello delle scale di implicazione in linguistica, ispirato all’analisi di implicazione praticata nelle scienze sociali, si deve agli studiosi di lingue pidgin e creole come DeCamp e Bickerton, per i quali la variabilità è un elemento costitutivo della lingua. Una scala a implicazione raffigura uno spazio di variazione consistente in un continuum di varietà di lingua, legate fra loro da una serie di implicazioni fra tratti linguistici e identificate ciascuna da una particolare combinazione di tratti:

sulle colonne sono disposte le varianti, sulle righe le varietà (cioè i parlanti). La forma ideale di scala d'implicazione presenta uscite binarie e prevede che con variabili in relazione implicativa il numero delle combinazioni effettive è più limitato rispetto al numero di combinazioni possibili. Negli sviluppi successivi del modello, si è iniziato a rappresentare nelle scale di implicazione anche la realizzazione variabile delle varianti. L'analisi implicazionale è venuta così ad esprimere non soltanto regole realizzate categoricamente ma anche regole realizzate variabilmente, nella direzione di un'integrazione fra due modelli differenti. In questo caso le scale di implicazione prevedono, oltre alle uscite, un'uscita variabile che esprime intervalli di frequenza e più in particolare con valori di frequenza, prevede che un certo valore in una casella dellamatrice comporti valori equivalenti o.superiori a sinistra e sopra di sé, evalori equivalenti o inferiori a destra e sotto di sé. A garantire la validità di una scala di implicazione è l'indice di scalabilità, cioè una percentuale di celle non devianti pari al 90%, quasi mai raggiunto dalle scale di implicazione maggiormente fedeli alla realtà dei dati. Modelli di variazione. Nel modello laboviano di variazione: - la variazione opera 'in superficie', preservando l'invariabilità delle strutture retrostanti; - l'individuo, ossia il parlante nativo di una lingua, ha competenza di una sola grammatica, che quindi contiene al suo interno variabilità; - la grammatica dell'individuo è isomorfa alla grammatica di una comunità linguistica; - i membri di una stessa comunità linguistica condividono uno stesso insieme di regole; - le regole sono realizzate variabilmente; - i giudizi di grammaticalità dei parlanti non

Riflettono differenze strutturali. Secondo l'approccio generativista tradizionale, invece, la variazione è data dalla scelta tra regole diverse, ciascuna realizzata categoricamente. Un parlante ha competenza di più di una grammatica e i giudizi di grammaticalità dei parlanti riflettono differenze strutturali.

Negli ultimi anni la ricerca in linguistica generativa si basa su quello che da programma minimalista, Chomsky (1995) viene chiamato che mira a ridurre al minimo indispensabile l'apparato teorico necessario per spiegare le frasi. In questo modello non ci sono più le 'regole' precedenti, ma rimangono una serie ridotta di 'PRINCIPI' e un certo numero di 'PARAMETRI' che operano sulla grammatica universale. I principi sono proprietà universali condivise da tutte le lingue del mondo mentre i parametri riguardano la variazione fra lingue diverse.

Il modello di Henry (2005) spiega differenze parametriche date da regole diverse,

realizzate ciascuna in dipendenza da fattori linguistici edextralinguistici. Come nel modello generativista e diversamente da quellolaboviano, un parlante ha più grammatiche; ma come nel modello laboviano14e diversamente da quello generativista, le regole sono variabiliSecondo l'impostazione di Adger e Smith (2005), differentemente siadal modello laboviano sia da quello generativista, la variazione è dovuta allasola scelta degli elementi lessicali. Si ha variazione quando si scelgonoelementi lessicali costituiti da tratti sintattici diversi che producono formefonetiche diverse ma che sono associati alla stessa funzione semantica egrammaticale.Mutamento e variazione. Con il termine mutamento si indica il caratteredelle lingue di subire cambiamenti col trascorrere del tempo. I fenomeni dimutamento sono di solito alimentati da fenomeni di variazione linguistica.Perché si abbia un effettivo mutamento linguistico, è necessariainnanzitutto l'introduzione di una nuova forma o struttura nella produzione linguistica di un parlante (fase I), si ha poi la diffusione di tale forma (che diventa un'innovazione) nel comportamento linguistico di quel parlante (fase II), quindi la diffusione di tale forma nel comportamento linguistico di altri parlanti (fase III) e infine l'adozione generalizzata di tale forma nella norma condivisa (fase IV). I fenomeni di mutamento consistono nella sostituzione di una variante con un'altra. Nell'impostazione laboviana, viene effettuata una distinzione tra mutamenti dal basso e mutamenti dall'alto. I primi hanno origine nei gradini bassi della scala sociale e nel parlato spontaneo non accurato, e riguardano fatti di variazione di cui, almeno nelle prime fasi del processo, non c'è consapevolezza sociale. I secondi sono introdotti dalle classi sociali dominanti, non si manifestano (almeno all'inizio) nel parlato spontaneo non accurato, e

Interessano fatti di variazione di cui esiste consapevolezza sociale. Un processo di mutamento linguistico segue tendenzialmente una curva sigmoidale (a 'esse'): nelle prime fasi la frequenza d'uso di una variante innovativa conosce un aumento graduale, quasi impercettibile; inizia a crescere rapidamente e tende poi a calare nelle ultime fasi.

Dimensioni di variazione. Esistono delle dimensioni di variazione sincronica della lingua, ossia dei modi di manifestazione della lingua calati nei suoi usi sociali in un dato momento temporale.

  1. DIATOPIA: la lingua varia attraverso lo spazio geografico. La variazione diatopica è quindi connessa alla provenienza e alla distribuzione geografica dei parlanti;
  2. DIASTRATIA: la lingua varia attraverso la stratificazione sociale. La variazione diastratica è collegata alla collocazione e all'identità sociale dei parlanti (non solo classe sociale, ma anche gruppo sociale, gruppo etnico, il sesso, la classe d'età,

la rete sociale, ecc.);

3. DIAFASIA: la lingua varia attraverso le situazioni comunicative. La variazione diafasica presenta due sottodimensioni: la variazione di sottocodice e la variazione di registro.

A queste tre dimensioni di variazione, formulate negli anni '60 da E. Coseriu, negli anni '80 A. Mioni ha proposto di introdurne un'altra.

4. DIAMESIA: la lingua varia in dipendenza del canale fisico di comunicazione (fonico o grafico) dando vita all'opposizione tra uso scritto e uso parlato. Secondo alcuni una dimensione di variazione autonoma, secondo altri una sottodimensione della variazione diafasica.

Infine, ogni lingua varia nel tempo, ossia in DIACRONIA.

Ciascuna variante di una variabile è in co-variazione con una o più classi di fattori extralinguistici, che possono collocare tale variante come marcata su una o più dimensioni di variazione. Dire, ad esempio, che la variante [t] della variabile (th) è più frequente presso le

classi sociali più basse e nel parlato spontaneo non accurato equivale a dire che questa variante è marcata sia sulla dimensione diastratica sia su quella diafasica. La marcatezza sociolinguistica riguarda non riguarda la variante standard. Esistono rapporti tra dimensioni di variazione: la dimensione di variazione primaria è la diatopia che caratterizza per prima qualunque messaggio linguistico, collocandolo immediatamente nei termini dellaprovenienza geografica del parlante; la seconda dimensione è la diastratia. Dato un insieme di tratti linguistici marcati in diatopia, alcuni di questi sono propri di parlanti con collocazione sociale alta, altri di parlanti con collocazione sociale bassa; infine, la dimensione diafasica opera all'interno delle altre due: ciascun parlante parla una data varietà diatopica e diastratica che comprende anche un insieme di scelte diafasiche dipendenti dalle varie situazioni comunicative a cui si trova a partecipare.

Diafasia

o un continuum che va dal registro formale al registro informale, e possono variare a seconda del contesto e della relazione tra gli interlocutori. Il registro formale è caratterizzato da un linguaggio più complesso e articolato, mentre il registro informale è più colloquiale e familiare. Il tenore può anche influenzare la scelta delle parole, la pronuncia e la grammatica utilizzate durante la comunicazione; modo- Il modo si riferisce alla variazione stilistica della lingua, che può essere descritta come il modo in cui viene utilizzata la lingua per esprimere un determinato significato o atteggiamento. Ad esempio, il modo può essere descrittivo, narrativo, persuasivo, ironico, ecc. Il modo può influenzare la scelta delle parole, la struttura delle frasi e l'uso di figure retoriche. In sintesi, campo, tenore e modo sono tre fattori che contribuiscono alla variazione della lingua in diverse situazioni e contesti. La consapevolezza di questi fattori è fondamentale per comprendere e utilizzare correttamente la lingua in modo appropriato e efficace.
Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
26 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-FIL-LET/12 Linguistica italiana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher irenepratico di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sociolinguistica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Messina o del prof Rossi Fabio.