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La competenza comunicativa si riferisce al padroneggiamento del repertorio linguistico da parte di
un singolo parlante, e condivide con la competenza linguistica chomskyana il fatto che si tratta di
conoscenze e non di attività pratiche. Hymes definisce la competenza comunicativa: è la
“competenza riguardo a quando parlare e quando tacere, e riguardo a che cosa dire, a chi, quando,
dove, in qual modo” che ogni bambino acquisisce, interiorizzando “ la conoscenza delle frasi non
solo in quanto grammaticali, ma anche in quanto appropriate”. Essa si articola e si determina
secondo 4 parametri: 1) in qual misura qualcosa è formalmente possibile, 2) in qual misura qualcosa
è realizzabile in virtù dei mezzi di esecuzione disponibili. 3) in qual misura qualcosa è appropriato.
4) se e in qual misura qualcosa è effettivamente fatto, realmente eseguito.
La competenza linguistica alla Chomsky è l'oggetto finale di descrizione del linguista teorico, la
competenza comunicativa alla Hymes non può essere considerata parimenti l'oggetto finale di
descrizione del sociolinguista. Secondo un primo modo di vedere le cose, la competenza linguistica
è una parte specifica della competenza comunicativa, la quale comprende appunto la competenza
linguistica e altre competenze. Un secondo modo di vedere – minoritario tra i sociolinguisti – pone
la competenza linguistica e la competenza comunicativa sullo stesso piano. Infine, ed è la posizione
di Hymes, la competenza linguistica in senso chomskyano semplicemente non esiste, è una mera
astrazione inoperante: la competenza comunicativa assorbe la competenza linguistica. La concezine
di Hymes è certo quella più forte
3.2. Concetti sociali
3.2.1. Situazione comunicativa.
Il primo di questi concetti è quello di situazione. Discutendo la nozione di competenza
comunicativa è venuta in primo piano l'importanza della situazione comunicativa. In SL è un
concetto di scarso rilievo per la teoria, ma descrittivamente molto importante. La situazione Schutze
la definisce in termini di una costellazione in atto di eventi che si sviluppano gradualmente in
successione, in riferimento alla quale i partecipanti danno un senso al corso dell'interazione,
stabiliscono piani d'azione. La situazione è l'insieme di circostanze in cui avviene un evento di
comunicazione linguistica; è il luogo specifico in cui l'attività linguistica si esplica; ed è tipicamente
data da una costellazione di componenti realizzantisi in simultaneità, suscettibili ciascuno di
influenzare per qualche aspetto e in qualche maniera il comportamento linguistico messo in opera
dai parlanti, nei quali occorre scinderla. La più nota tassonomia dei componenti della situazione
comunicativa è proposta da Hymes che distingue 16 componenti dell'evento linguistico. 1) contesto
ambientale, 2) la scena, 3) il parlante, 4) il mittente, 5)l'ascoltatore, 6)il destinatario, 7) gli scopi
risultati, 8) gli scopi fini, 9) la forma del messaggio, 10)il contenuto del messaggio, 11) la chiave,
12) i canali di comunicazione, 13) le forme di parlata 14) le norme di interazione, 15) le norme de
interpretazione, 16) i generi.
Lo status è: la posizione di una certa persona all'interno di una struttura sociale, l'insieme delle
proprietà attribuite a una data posizione dall'organizzazione generale della società.
Il ruolo sociale è: l'insieme di ciò che ci si aspetta dato un certo status, la configurazione di
comportamenti esibiti dai membri di una comunità in base al loro status.
Ruolo comunicativo è: la funzione assunta da uno dei partecipanti nel corso dell'interazione verbale,
dal punto di vista dell'andamento della comunicazione.
Lo stile di un parlante in una data situazione è: una risposta all'immagine che egli si fa
dell'interlocutore e ne imita tratti considerati caratteristici del suo gruppo di appartenenza. (speakers
design their style for their audience).
Una situazione è formale quando è focalizzata sul rispetto delle norme sociali. Una situazione
informale sarà poco focalizzata sul rispetto delle norme.
Una situazione è incongruente quando uno dei tre fattori principali che la costituiscono (messa in
atto, luogo, momento), non è omogeneo con gli altri. È congruente quando tutti e tre gli ingredienti
vanno di pari passo in modo culturalmente accettato.
3.2.2 Dominio
Introdotto da Fishman, ed usato in sociologia del linguaggio, il dominio è: a cluster of interaction
situations grouped around the same field of experience, and tied together by a shared range of goals
and obligations: family, neighbourhood, religion, work. I domini tradizionalmente riconosciuti nelle
analisi di sociologia del linguaggio sono: famiglia, vicinato, lavoro, istruzione, religione.
3.2.3 Strato sociale, gruppo sociale, classe generazionale.
Lo strato sociale è la prima variabile sociale studiata, ed è alla base di tentativi di elaborazione
teorica della SL. Strati e gruppi sociali nella struttura della società, si intersecano a vicenda: ad uno
strato corrispondono tipicamente più gruppi sociali, e in un gruppo possono essere compresi più
strati.
Una comunità linguistica è formata da più gruppi di parlanti.
Fra le variabili demografiche, l'età dei parlanti ha un ruolo evidente nella differenziazione
sociolinguistica. La classe d'età dei parlanti è una variabile tenuta costantemente presente nelle
ricerche di SL. Anche il sesso dei parlanti è una delle variabili presenti nelle indagini
sociolinguistiche.
3.2.4 Rete sociale
Rete sociale o social network: è un insieme di persone che si conoscono e che hanno contatti, più
precisamente l'insieme con cui un ego di riferimento intrattiene rapporti comunicativi. Le proprietà
interne di una rete sociale sono: la molteplicità, la densità, la frequenza e durata dell'interazione fra
coppie di individui all'interno della rete, e la centralità dell'ego di riferimento. L'estensione esatta di
una rete sociale non è facile da determinare in maniera netta, perché costituita in una struttura a
cipolla, da più zone o strati. La prima zona è quella al centro del network formata da parenti stretti e
amici intimi della persona; attorno a questa stanno una zona confidenziale (parenti e amici a cui si è
legati comunque emozionalmente), una zona utilitaristica (amici strumentali), una zona nominale
(persone che si conoscono ma che hanno poca importanza), e una zona allargata (formata da
persone solo parzialmente conosciute).
3.2.5 Prestigio
Per prestigio si intende: una valutazione sociale positiva, ovvero la proprietà attribuibile a oggetti di
natura diversa: una persona, un gruppo, una professione, un insieme di comportamenti, un modello
culturale, una varietà di lingua, di essere degno di imitazione, perché positivamente valutato.
Più o meno il contrario di prestigio è lo stigma, vale a dire il marchio sociale che può colpire
caratteristiche o proprietà sfavorevoli.
3.2.6. Atteggiamenti
Atteggiamento è in prima ipotesi tutto ciò che la gente pensa di se o degli altri, i giudizi espliciti o
impliciti, la disposizione favorevole o sfavorevole verso qualcosa, schemi di valutazione di ciò che
succede e della società intorno a noi. La natura degli atteggiamenti non è sempre chiara. Hanno 4
funzioni fondamentali: 1) funzione utilitaristica, 2) funzione di orientamento cognitivo, 3)funzione
di manifestazione di valori, 4) funzione di difesa dell'ego e dell'identità personale.
Un tipo particolare di atteggiamenti sono i pregiudizi: cioè atteggiamenti che ci formiamo prima di
aver avuto contatto e conoscenza diretta con un oggetto.
Il pregiudizio è basato sugli stereotipi: caratteristiche rigide e irreversibili che vengono attribuite a
un oggetto in base a un'infondata o errata generalizzazione.
4. Lingua e stratificazione sociale.
4.1 La nozione di classe sociale.
In ogni società c'è diversificazione tra le collocazioni sociali delle persone che la formano. La
gerarchia sociale è diffusa in ogni comunità. Per stratificazione sociale si intende ogni ordinamento
gerarchico di insiemi di persone diversi in una società. Strato o classe sociale è dunque ogni insieme
di persone i cui membri occupano la stessa posizione nella gerarchia sociale.
4.2 La stratificazione sociale nelle indagini sociolinguistiche.
La SL fa i conti con 3 problemi: a) quali sono i fattori che stabiliscono e i criteri per stabilire la
stratificazione? b) quanti e quali strati esistono in una società? c) come assegnare singoli individui a
un determinato stato?
Sylos Labini propone una suddivisione della società italiana degli anni 80 in 5 classi sociali:
borghesia, classi medie urbane, coltivatori diretti, classe operaia e un sottoproletariato, costituito da
persone con attività precarie o illecite e difficilmente quantificabile.
Il primo sociolinguista che affronta il problema della variabile strato sociale è Labov che facendo
un'indagine a New York City, accetta come indice di classe sociale 3 fattori: il reddito, il grado di
istruzione e l'occupazione.
4.3 Modelli del rapporto fra lingua e stratificazione sociale.
4.3.1 Un modello sociologico.
Nella teoria di Bernstein del 1970 si distinguono tre fasi di pensiero. Nella prima partiva
dall'insuccesso scolastico dei bambini provenienti dal basso ceto operaio nell'Inghilterra degli anni
60: i bambini provenienti dalle classi inferiori avrebbero a disposizione solo un codice ristretto, non
adeguato alle richieste della scuola, mentre i bambini provenienti dalla classe media avrebbero a
disposizione sia un codice ristretto che uno elaborato. Negli anni 70 i due codici sociolinguistici
vengono definiti solo come modi di organizzazione e di formulazione verbale dell'esperienza.
In una terza fase, negli anni 80 la teoria di Bernstein diventa più complessa. Al centro della teoria
sta sempre la divisione sociale del lavoro, ma viene introdotto il concetto di relazione con la base
materiale. Ci sono ora due fattori indipendenti: la classificazione e l'inquadramento. Purtroppo
questa teoria soffre di generalizzazioni molto impegnative. Il suo modello ha poco a che fare con la
SL. 4.3.2. Un modello materialista. (inaccettabile per la SL)
Presupposto di Sanga (linguista antropologo) è che alla SL manca una fondazione teorica. Per
Sanga la differenza di classe diventa differenza linguistica attraverso la diversità degli usi
linguistici, raggruppati in registri, prodotti dalle classi sociali.
4.4 Effetti della posizione sociale sull'individuo parlante.
Da come un