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Tensioni e alleanze nella nobiltà cittadina nel XII secolo
Negli ultimi decenni del XII secolo vi fu tra i milites anche una tensione nuova, ovvero con la conclusione dello scontro con Federico I, rientrarono nelle città quegli individui e famiglie che erano filo imperiali e perciò erano state cacciate, ed escluse dal consolato. Con il loro rientro andarono ad ingrossare le fila dei consoli e riemerso con ostilità.
In questo periodo di contrasti molte famiglie si allearono ad altre contro altre famiglie nemiche, con questo meccanismo vi fu un rafforzamento di lignaggio di alcune famiglie, che detennero più incarichi consolari di altri, andando a restringere il numero di famiglie dell'aristocrazia consolare.
Le ragioni dell'affermazione del podestà: le minacce del bene comune. I conflitti interni alla milizia misero in crisi la relativa stabilità che aveva portato all'avvento del regime consolare. La giustizia fondata sul processo, veniva meno perché tra un
gruppo di famiglie molto più potenti d altre, e della commistione degli stili di vita tranobiltà cittadina e rurale. Nella seconda metà del XII secolo molti signori rurali entrarono in pieno titolo nelle istituzioni del vertice comune, ma molti cittadini o per effetto di matrimoni con la nobiltà, o perché consolidarono il controllo politico su aree rurali, divennero di fatto signorie rurali.La concorrenza di questi 2 fenomeni metteva in pericolo la giustizia del comune, sia quanto ente che amministrava la giustizia sia per l'esazione delle tasse. L'alleanza tra milites cittadini e rurali era un pericolo per il comune. Solo un magistrato esterno alle vicende poteva trovare un compromesso e ridare forza al comune superando i privilegi locali.
Quindi dalle cronache emerge che il consolato appariva come un sistema inadeguato perché i suoi membri non riuscivano a comporre i conflitti interni e eppure tale instabilità impediva di cittadina.
la cerchia della milizia, l'estensione per perseguire gli scopi del comune: la pacificazione del controllo sul territorio. Ad esempio a Bologna una revisione di bilancio del 1195 mostrava come i consoli avessero sfruttato la propria posizione per mettere le mani su beni comuni e diritti pubblici, e fu proprio un podestà ad avviare questa indagine consolare in retrospettiva stabilendo le responsabilità di ogni individuo. Il podestà forestiero costituì una delle istituzioni più durevoli dell'età comunale e sopravvisse fino alla metà del XIV secolo. Le ragioni dell'affermazione del podestà: la pressione dall'esterno. Per spiegare l'avvento del podestà forestiero gli studiosi non hanno evocato solamente le ragioni legate agli sviluppi interni delle città, ma anche le relazioni dei governi comunali con i poteri esterni.Enrico VI
Considerare il podestà come strumento di influenza e controllo oltre che di mediazione tra dispute, permette di comprendere la prospettiva del comune esportatore, che è utile a ricostruire le reti di alleanza diplomatica e militare.
La pace di Costanza aveva stabilito i termini dell'autonomia comunale per le città della Lega, che diversamente dai comuni fedeli all'impero, non avevano goduto dei privilegi speciali rilasciati negli anni precedenti. Per questo motivo molti comuni l'avevano assunta come testo di legittimazione del potere pubblico, ma Federico firmandola aveva ribadito che il potere dei comuni derivava da quello imperiale, e aveva previsto interventi di propri rappresentanti, come i giudici. Quindi l'impero a fine XII era percepito dai comuni come il potere di riferimento.
Le azioni e le scelte di Federico I negli anni dopo la pace di Costanza, furono guidate dall'intento di mantenere un equilibrio nelle complesse
Relazioni politiche tra i comuni. L'imperatore quando cambiò atteggiamento rispetto alla nemica storica Milano, nel 1185-86, togliendo a Cremona la zona posta intorno a Crema l'Insula Fulkurii, e la rivendicò per l'impero e ciò andò a vantaggio di Milano, che si scontrava con Cremona per questa fetta di terra. Inoltre concessi a Milano diritti imperiali importanti sulle zone del comitatus, e nel 1186 la scelse per il matrimonio del figlio Enrico e Costanza d'Altavilla. Di questo repentino cambio di direzione, vi era l'intenzione di creare un rapporto speciale tra l'impero e Milano la città più potente, distaccandola così dagli altri comuni e indebolire quindi la Lega. Ma dopo la morte di Federico I, Enrico VI fu condizionato dalla necessità di riconquistare il regno di Sicilia, dove la nobiltà non voleva accettare l'incoronazione degli Svevi, e per ottenere il denaro per le
spedizioni militari concesse nuovamente ai cremonesi, dietro pagamento L'Isulae cos' mutò gli assetti lasciati da Federico finendo col sollecitare l'unione tra i comuni Fulkerii, ancora insoddisfatti, sotto la guida di Cremona. Conflitti di confine e formazione delle alleanze tra XII e XIII secolo. Nel 1197 la morte precoce di Enrico VI arrestò i tentativi di riorganizzare la presenza imperiale in Italia e determinò un vuoto di potere.
1) Papa Innocenzo II avviò la conquista di Ancona, Umbria e parte del Lazio. I comuni avviarono nuove campagne militari per l'estensione dei confini.
2) Le nuove guerre tra i comuni si aprirono sulla base delle dispute di confine. Le guerre e guerriçoole sono numerosissime, e più le città erano grandi più le lotte divenivano guerre vere e proprie. Tra i comuni, oltre agli scontri, esisteva la possibilità di stringere patti scritti, che incrementarono molto dopo la pace di Costanza.
- Ulteriormente crebbero dopo la morte di Enrico VI. I patti avvenivano di solito tra comuni non confinati, che tendevano a coordinare l'azione contro un terzo, in altri casi il patto si stringeva tra città vicine ma comparabili per forza militare, che stabilivano i confini e tregua, in modo da poter far guerra altrove. Ma non tutte le città erano ugualmente forti.
- Tutti gli scompaginamenti delle guerre, nel corso del tempo provocarono un delinearsi di fronti sovra regionali, destinati ad assumere la valenza di schieramenti pro e contro Enrico VI. Alla guida di questi schieramenti si posero ben presto città forti: Cremona e Milano; Firenze e Pisa.
- La formazione degli schieramenti. Il fatto che i podestà provenissero soprattutto da Milano e da Cremona dimostra che queste due città promossero la costruzione di due reti tendenti a divenire sempre più ampie, ma i loro progetti presso i comuni trovavano consenso. Inseritisi in una alleanza più vasta.
- le inchieste relative al censimento e al recupero di beni comunali;
- i libri iurium, degli inventari dei diritti del comune comprendenti anche i patti dei cittadini, inizialmente formati attraverso la giustapposizione dei documenti esistenti;
- i primi statuti che raccoglievano la produzione normativa cittadina.
Sistemanuovo bilancio comunale. Vennero istituite delle commissioni che dovevano revisionare il lavorodel podestà, nel sindacatus, il processo che ogni podestà subiva per accertare se avesse svoltocorrettamente i suoi compiti. Nel caso in cui fossero state accertate irregolarità, la commissioneprovvedeva a stabilire il danno economico che avevano provocato, decurtandogli il salario.Inoltre si istituirono dei registri con gli stipendi dei funzionati, in modo da evitare una cattivagestione delle risorse comunali.
Il controllo della normativa: gli statuti. Come i libri iurium costituivano un riordinamento dei vari documenti riguardanti laconservazione e la tutela dei diritti vantati dal comune, così gli statuti del primo XIII secolorappresentavano una raccolta razionale delle norme comunali. Si trattava di norme di variaprovenienza: giuramenti degli ufficiali pubblici con i doveri d'ufficio, delibere dei consigli edelle assemblee, consuetudini cittadine.
fissate per mezzo della scrittura, ordinamenta, cioè disposizioni straordinarie de