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APPUNTI)
- Tesi Pirenne: sono stati gli arabi a mettere fine all’unità del Mediterraneo e a provocare in
Occidente la crisi del commercio, la scomparsa delle città e la nascita di un’economia interamente
agraria (di cui furono espressione le istituzioni feudali) => Pirenne ha ragione nel sostenere che gli
arabi hanno portato ad un vuoto politico nel Mediterraneo => più libertà alla Chiesa di Roma e al
rego franco.
- Nella zona centro-settentrionale della penisola araba troviamo tribù nomadi beduine e tribù
sedentarie che vivono in centri cittadini o piccoli villaggi. A sud troviamo invece popolazioni con un
più alto livello di civiltà = vari regni => Arabia del Sud = “Arabia felix”. Questi regni erano in rapporti
commerciali con Roma e Bisanzio; l’area venne desertificata dal crollo della diga di Marib.
- Allah era la divinità suprema, a cui le altre erano sottoposte, nel culto politeistico delle tribù
beduine.
- Yathrib (futura Medina) era luogo in cui era diffuso il culto ebraico; alcune tribù del Nord, in
continuo contatto con Bizantini e Persiani, avevano accolto il Cristianesimo sotto forma di
monofisismo e nestorianesimo.
- Itinerario di circolazione delle merci in Arabia = dallo Yemen a Gaza passando per la Mecca (resa
dalla dinastia dei Quraish un centro commerciale e religioso = riunirono tutte le divinità arabe nella
Kaaba, un santuario che si credeva costruito da Abramo e da Ismaele per custodirvi la pietra nera
portata dall’arcangelo Gabriele).
- Nel Corano compare l’obbligo, per il musulmano che ha sposato un’ebrea/una cristiana di educare i
figli all’Islam, mentre la moglie può conservare la propria religione. Un non musulmano non può
sposare un musulmana, a meno che non si converta prima.
Nel Corano viene anche detto che i non musulmani che cadono sotto la dominazione araba devono
convertirsi o essere messi a morte se politeisti, mentre se monoteisti possono conservare la propria
religione (pagando un’imposta ed astenendosi da qualsiasi forma di proselitismo).
- Nel Corano c’è scritto che la preghiera può essere recitata individualmente cinque volte al giorno e
in forma comunitaria (venerdì a 12.00).
- I non convertiti pagavano una tassa speciale in segno di soggezione e anche una tassa legata al
reddito, entrambe di entità non elevata.
- Othman (644-656) era già membro del clan degli Omayyadi (membri dell’aristocrazia dei Quraish
della Mecca) e già con lui ci fu la tendenza a stabilizzare il potere e a trasmetterlo ereditariamente.
Poi però persero temporaneamente il califfato (vd Ali). Gli Omayyadi riuscirono a riottenere il
califfato grazie al fatto che Othman aveva creato una vasta clientela politica (vd assegnazione di
terre ai guerrieri arabi stanziati nei territori occupati) => appoggiandosi a questa clientela
tornarono al potere con Muawija.
- In Iraq gli sciiti si mantennero a lungo in armi; in Africa del Nord i berberi, conquistati, si
convertirono all’Islam, ma mantennero comunque un forte spirito autonomistico aderendo al
movimento kharigita (vs ereditarietà potere califfale e rivendicavano uguaglianza di tutti i
musulmani => anche i nuovi convertiti dovevano entrare nell’esercito). Questo durante il periodo
omayyade.
- Nel 747 gli Abbasidi (discendenti dello zio paterno di Maometto che si ritenevano suoi successori
legittimi) si impadroniscono del potere con l’aiuto degli sciiti. La capitale viene spostata dalla Siria
(Damasco) all’Iraq perché lì c’era maggior instabilità dal punto di vista religioso => 762, fondazione
Baghdad.
- Con gli Abbasidi abbiamo una riorganizzazione dello Stato sul modello dell’assolutismo monarchico
di stampo imperiale => il califfo non è più vicario di Maometto, ma rappresentante di Dio in terra
=> è sopra gli uomini. I califfi si ritirano nella vita di palazzo e il potere si concentra nelle mani di
alcuni funzionari.
L’esercito perse il suo connotato tribale: era costituito sempre più da mercenari; l’esercito passa
sotto il controllo di capi militari (amir). Nel 936 venne istituito un capo degli emiri, la cui autorità
superava quella del visir.
- Al contrario di molte altre espressioni culturali, fiorite massimamente con gli Abbasidi, l’arte si
sviluppò soprattutto al tempo degli Omayyadi.
- L’aumento della ricchezza aveva accentuato gli squilibri sociali nel mondo musulmano, anche se si
attenuava la distinzione fra arabi e non arabi. Le terre erano concentrate nelle mani di funzionari
statali, capi militari ed esponenti della borghesia mercantile => costoro sono privilegiati rispetto ai
piccoli coltivatori = preferiscono cedere le terre ai grandi proprietari e mettersi sotto la loro
protezione.
Lo sviluppo delle città era avvenuto a spese delle campagne che si andavano spopolando. Nelle
città la povertà era sempre più diffusa => rischio rivolte.
- Ad un certo punto insorsero delle spinte autonomistiche con alla base motivazioni di tipo etnico e
religioso e ambizioni di governatori locali e rivalità nella dinastia regnante. Queste spinte furono
contenute durante il primo secolo della dinastia abbaside: all’inizio la formazione di dinastie locali
di emiri non mise in discussione formalmente l’unità dello Stato (fu sempre riconosciuto l’alto
dominio del califfo).
- Nel 900 il titolo di califfo fu rivendicato dai Fatimiti (portavoce dello sciismo che controllavano
l’Africa del Nord, la Siria e la Palestina) e dall’emiro di Cordova (discendente dell’antico superstite
degli omayyadi).
Ci furono tentativi secessionisti anche in Iraq, Iran e Afghanistan (vd pressione delle tribù turche
spinte verso Occidente da Cinesi e Mongoli). I turchi vennero accolti nell’esercito come mercenari,
vennero islamizzati (vs Selgiuchidi). Intanto gli abbasidi tentarono di espandersi verso il mondo
cristiano. Saranno al potere fino al 1258 = Baghdad viene saccheggiata dai Mongoli di Hulagu Khan.
GLI STATI ISLAMICI DI EGITTO E SPAGNA
- Al-Andlus (parte centro-meridionale della Spagna e del Portogallo odierni) = diventa nel 756 un
emirato indipendente dal governo di Baghdad e nel 929 divenne califfato indipendente (Spagna
musulmana). L’apparato politico-amministrativo era centralizzato e sfruttava anche schiavi cristiani
affrancati. Grande sviluppo e prosperità. La capitale è Cordova.
- Vennero realizzati interventi espansionistici verso i cristiani del Nord + verso i territori berberi del
Marocco e dell’Ageria occidentale (territori appartenenti ai Fatimiti).
- Questo califfato scomparve nel 1031, diventando una serie di piccoli stati (vd contrattacco dei
cristiani).
Nel momento in cui i possedimenti si stavano dividendo arrivarono gli Almoravidi, dinastia berbera
che, dopo essersi imposta in Marocco in nome del ritorno alla stretta osservanza di quanto scritto
nel Corano, estese il suo dominio sulla Spagna. Dopo arrivò un’altra dinastia berbera (Almohadi)
che inglobò il dominio degli Almoravidi in un vasto impero.
- Egitto: la dinastia fatimita creò qui un califfato autonomo che fu molto prospero. Capitale: Il Cairo
(969).
LA SICILIA ISLAMICA
- Gli Arabi erano arrivati in Sicilia già con le espansioni del 625, ma un’operazione di conquista vera e
propria ci fu solo nell’827. La Sicilia prima era dei Bizantini. La conquista della Sicilia occidentale
venne completata nel 840; poi proseguirono verso la Sicilia occidentale e verso il continente.
Ci fu una situazione di stallo dovuta ai contrasti fra Arabi e Berberi (inglobati nell’esercito). Le
ultime fortezze bizantine caddero solo nella seconda metà del 900.
- In Sicilia venne costituito un emirato indipendente sotto la dinastia del Kalbiti => grande crescita e
prosperità (traffici, produzione, agricoltura, studio del Corano, poesia).
GLI ARABI, IL MEDITERRANEO E L’EUROPA
- L’espansione dell’Islam non creò una frattura netta nella storia del mediterraneo: i contatti
diplomatici e gli scambi continuarono anche nel periodo delle razzie più violente.
- La civiltà araba fu fattore di stimolo e di ricerca di nuove forme politiche e nuovi valori spirituali per
l’occidente.
ECONOMIA E SOCIETÁ NELL’ALTO MEDIOEVO
IL PAESAGGIO E L’AMBIENTE
- Occidente, 500-600: scomparsa delle città e riduzione della loro estensione (i loro abitanti ne
occupano solo un’area ristretta). Questo fenomeno investì anche l’Italia meridionale, nonostante ci
fossero solidi legami con l’impero bizantino e arabo. Scompariva anche la fitta rete di villaggi e
venne distrutta anche la rete viaria antica; le strade diventano meno frequentate anche a causa
delle diminuzione degli scambi e della vita di relazione che collegava villaggi e città.
Ci fu un regresso nell’organizzazione del territorio e quindi anche un peggioramento delle
condizioni ambientali: manutenzione strade, argini dei fiumi, canalizzazione acque e sistemazione
pendii.
Ovunque ci furono asportazioni di terra dai fianchi delle colline e avanzata delle paludi +
aumento delle terre lasciate incolte.
IL BOSCO TRA REALTÁ E RAPPRESENTAZIONE MENTALE
- Dilatazione delle foreste, soprattutto nelle regioni al di là del Reno (l’agricoltura delle popolazioni
germaniche che vi erano stanziate non aveva quasi intaccato il manto boschivo).
- Nelle foreste si praticava liberamente la caccia (solo più avanti i nobili si riserveranno la possibilità
di cacciare certi tipi di selvaggina). Nei boschi venivano anche raccolti frutti spontanei + la legna per
il riscaldamento e per la fabbricazione di case ed attrezzi agricoli. I boschi erano anche il pascolo
ideale. Il bosco era anche regno del meraviglioso e del mistero.
IL CALO DEMOGRAFICO
- Il declino inizia nel 100/200. Infatti le popolazioni germaniche venivano accolte nei confini
dell’impero anche per favorire il ripopolamento delle zone periferiche.
- Le guerre e le devastazioni generarono dei vuoti nella popolazione; questi vuoti, al contrario di
quanto accade in condizioni di normalità, non furono compensati e ad essi si sommarono le
epidemie di peste, vaiolo, tubercolosi e malaria. Queste epidemie generavano ancora più danni
delle guerre perché lasciavano la popolazione fortemente debilitata (=> abbassamento dell’indice
di natalità + dato che gli organismi debilitati sono più esposti al contagio questo genera anche il
ripetersi delle ondate epidemiche).
- In Italia inoltre, dal 568/569 si aggiunsero le devastazioni dei Longobardi. L’Italia fu il paese in cui il
crollo fu più netto (da 7 milioni e mezzo nei I secolo a 2 milioni e mezzo a inizio 600).