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La rivoluzione proletaria e il comunismo secondo Marx

Nel momento in cui i proletari passano da classe in sé a classe per sé danno origine alla rivoluzione proletaria, inizialmente inevitabilmente violenta, che avrà come conseguenza la dittatura del proletariato. Essa vedrà soprattutto la socializzazione dei mezzi di produzione, e trasformerà tutti gli individui in salariati della società stessa, in quanto riceveranno dallo stato una quantità di beni equivalenti al lavoro prestato. Si tratta di una fase di transizione precedente alla formazione di una forma superiore di uguaglianza che tenga conto dei bisogni e non solo delle capacità di ciascuno: il comunismo, la fase finale. Si procederà con il comunismo alla divisione del lavoro, e ciascun individuo potrà cooperare in base alle sue inclinazioni e reali capacità. È la parte più utopistica del pensiero di Marx, mai realizzata.

Max Weber (Erfurt 1864 – Monaco di Baviera 1920)

molto diverso da quello di Marx, rispetto al quale è più articolato e tocca più tematiche ed argomenti relativi alla modernizzazione ed al capitalismo. Alla fine dell'800 in Germania si sviluppa un dibattito metodologico che coinvolge diversi studiosi, tra i quali sociologi, che partendo da una generale opposizione al positivismo (che voleva estendere il metodo scientifico alle scienze sociali) si interrogava sullo statuto epistemologico da attribuire alle scienze sociali. In questo quadro si sviluppano le tecniche metodologiche di Weber. L'interrogativo principale era: le scienze umane (o storiche, della cultura, dello spirito) sono analoghe alla scienza della natura o presentano una loro autonomia metodologica? Gli studiosi si sono separati in due orientamenti distinti: 1) attribuibile a Dilthey, distingue l'attività scientifica dello scienziato naturale (lo studio di determinati eventi: metodo induttivo, studio delle relazioni causa-effetto) difenomeni esterni all'individuo) da quello sociale (studio del comportamento degli individui: studio in modo empatico).
  1. La prima posizione, sostenuta da Comte e Durkheim, afferma che le scienze sociali devono seguire il metodo delle scienze naturali, cercando leggi generalizzabili e universali (approccio nomotetico).
  2. La seconda posizione, abbracciata da Windelband e Rickert, sostiene che le due scienze hanno diverse metodologie: la metodologia delle scienze naturali giunge a posizioni generalizzabili, leggi universali (approccio nomotetico), mentre quella delle scienze sociali è generalizzante, tende a spiegare eventi unici (approccio ideografico).
Weber critica ambedue le posizioni e cerca di trovare una terza via: accetta la distinzione metodologica tra scienze naturali e scienze sociali ma ritiene che la sociologia e la biologia possano utilizzare un metodo che sia generalizzante ed individualizzante; inoltre ritiene la posizione di Dilthey troppo lontana dalle scienze sociali (che perdono la possibilità di diventare una vera e propria scienza). Si può anche nelle scienze sociali arrivare alla comprensione dei fenomeni studiati attraverso metodi razionali, e l'interpretazione.così ottenutapuò poi essere sottomessa al metodo sperimentale. L’impostazione di Weber costituisce un tentavo di superare le posizioni storicistiche (il metodo scientifico si realizza sempre attraverso un processo di generalizzazione) e quelle positiviste (si può conoscere l’agire umano anche attraverso motivazioni e non solo comportamenti). La caratteristica delle scienze storico-sociali per Weber è il loro significato culturale: egli collega la conoscenza sociologica alla cultura. Infatti, le scienze sociali studiano la realtà attraverso una metodologia comprensiva (e non conducono a leggi); non a caso, la sociologia di Weber viene chiamata sociologia comprensiva. Ogni conoscenza va sempre considerata da particolari punti di vista, in quanto la ricerca non può prescindere dall’ottica dello studioso che la realizza, e la stessa scelta dell’argomento di studio dipende dai valori del ricercatore, che immette perciò i

propri valori nella ricerca. Questo vale sia per le scienze socialiche per quelle naturali; inoltre, ogni metodologia è costretta a selezionare solo alcuni elementi da analizzare, mentre la realtà empirica è solo infinita, eterogena e caotica (il ricercatore mette ordine a questo caos selezionando i temi a lui più cari). Questo rende impossibile una conoscenza perfetta e completa della realtà: la conoscenza è sempre parziale in quanto selettiva. L'oggettività delle scienze storico-sociali viene mantenuta attraverso la metodologia della ricerca, improntata alla verifica delle ipotesi. Weber introduce il concetto di avalutatività delle scienze storico-sociali: caratteristica che conferisce scientificità e oggettività alle discipline storico-sociali. Queste devono essere libere dai giudizi di valore: il scienziato una volta scelto il tema in base al proprio valore deve metterlo da parte. Differenza tra giudizi di valore

E «relazione ai valori»: lo studioso descrive e spiega la realtà nei limiti dell’orizzonte che si è dato senza mai ricorrere a giudizi di valore e giudicando i propri risultati esclusivamente in base agli obiettivi che si prefigge. I giudizi di valore sono incompatibili con l’oggettività scientifica, mentre la relazione ai valori fa riferimento alle premesse di valori che sono inevitabili durante la selezione dell’attività sociale. In conclusione, lo scienziato sociale deve valutare, scegliere quali problemi, isolare gli eventi rilevanti ma questa originaria col valore non deve sovrapporsi al giudizio di valore. L’essere deve rimanere separato dal dover essere; l’osservazione dei fatti dalla politica. Spetterà alla politica decidere cosa fare dei dati elaborati dallo scienziato. Essendo la realtà storico-sociale infinita, l’errore della concezione materialistica della storia non consiste

nell'analisi dei condizionamenti economici, bensì nell'aver presupposto che tale analisi sia l'unica valida da un punto di vista scientifico: Weber critica Marx nel suo approccio, il fatto che siano validi il suo solo punto di vista e metodi utilizzati. Concetti fondamentali per Weber sono quelli di idealtipo ed azione. L'idealtipo, o tipo ideale, è una rappresentazione semplificata della realtà, costruita lasciando da parte i valori del ricercatore e accentuando i tratti specifici del fenomeno, "come si fa disegnando una caricatura"; è il risultato dell'esasperazione di tratti tipici di un fenomeno. Non può perciò fornire una descrizione fedele del reale, ma ha un uso strumentale. Queste astrazioni concettuali assumono due diversi livelli di generalità: oggetti storici (come il cristianesimo o il capitalismo) e concetti particolari (come lo stato, la chiesa ed altre istituzioni). L'idealtipoè quello di utilizzare i tag HTML per formattare il testo fornito. Ecco come potrebbe apparire il testo formattato:

è quindi uno strumento ideologico utile a garantire l’oggettività, che il ricercatore utilizza per fare una comparazione con quello che riscontra nella realtà. Per Weber la scienza sociale doveva concentrarsi sulla comprensione del senso che gli individui davano alle loro azioni. La sociologia comprendente è quindi una sociologia dell’azione sociale: è una scienza che “sipropone di intendere in virtù di un procedimento interpretativo l’agire sociale, e quindi di spiegarlo causalmente nel suo corso e nei suoi effetti”. Due nozioni essenziali: intendere nel senso di comprendere il significato delle azioni e spiegare, nel senso di rivelare le cause die fenomeni evidenziandone le regolarità. Il processo di comprensione implica un processo empatico: comprendere vuol dire mettersi nei panni dell’altro, per capire il significato che gli individui danno inconsapevolmente alle loro azioni. Tuttavia, il compito

sociale può essere inteso come un comportamento intenzionale che ha un significato per gli altri. Secondo Weber, l'azione sociale può essere compresa attraverso l'empatia, ma richiede anche una verifica empirica e un'analisi quantitativa per fornire una spiegazione causale. Weber distingue tra l'azione di un gruppo di persone che non hanno alcun rapporto tra di loro, come ad esempio un gruppo di persone che aprono l'ombrello durante una pioggia, e l'agire sociale, che ha un significato intenzionale nei confronti degli altri. Nell'agire sociale, l'attore o il gruppo che agisce attribuisce un significato all'azione compiuta e questa azione si riferisce all'azione di altre persone, evidenziando l'aspetto relazionale dell'agire sociale.

Il concetto di azione sociale si realizza nella relazione e secondo le aspettative e gli orientamenti degli individui che sono in diverso modo coinvolti in quell'azione; il senso si stabilisce in riferimento al senso dell'agire degli altri. Ci sono diversi tipi di azione sociale:

  • Azione razionale rispetto allo scopo: l'attore concepisce chiaramente un fine, i mezzi che gli servono per raggiungere il fine e riesce a perseguirlo (l'ingegnere che deve costruire un ponte), è l'azione più vicina alla società occidentale capitalista ed è uno strumento valido per capire per comparazione e differenza le altre tipologie di agire sociale;
  • Azione razionale rispetto al valore: l'attore agisce razionalmente per rimanere fedele ad un suo principio (il capitano che abbandona per ultimo la nave);
  • Azione affettiva: quando l'azione riflette uno stato d'animo, dalle emozioni);
  • Azione tradizionale: quando riflette abitudini e tradizioni dell'attore.
un aspetto culturale.

L'etica protestante e lo spirito del capitalismo (1905). La domanda che si pone Weber con questa opera riguarda una regolarità statistica: come mai gli imprenditori capitalisti e il personale più qualificato sono di religione prestante? Alle origini del capitalismo, in particolare il calvinismo ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppare la predisposizione al guadagno, al profitto, al rendimento del profitto a fine di lucro. Weber nota che a partire dal sedicesimo secolo, vi è una correlazione tra alcune professioni e la loro appartenenza religiosa (al protestantesimo); infatti, alcune Chiese protestanti puritane, particolarmente fiorenti nelle colonie americane, hanno creato una serie di valori opposti a quelli dell'occidente medievale e favorevoli allo sviluppo del capitalismo, il che ha permesso l'affermazione del capitalismo in particolare nelle aree di religione protestante. Ritorna così l'aspetto

Dell'azione sociale: Weber utilizza la sua metodologia originale costruendo due idealtipi, quello dell'ascetismo protestante (pratica di vita totalmente disciplinata e austera) e quello dello spirito del capitalismo (ricerca del profitto). Weber ritiene che il ca

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Publisher
A.A. 2019-2020
51 pagine
SSD Scienze politiche e sociali SPS/07 Sociologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher carola2000x di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sistemi sociali comparati e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Massari Monica.