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Un altro problema legato all’acqua è quello della salinità, specialmente in
ortofloricoltura. La salinità nei suoli è dovuta all’infiltrazione di acqua salata nelle
acqua costiere, uso eccessivo della fertilizzazione. Durante la fertirrigazione se non
abbiamo percentuali di acqua abbastanza alte ci può essere questo accumulo di
fertilizzanti, sodio, fosforo e altri nei primi 20-30 cm dovuto soprattutto al cloruro di
calcio ma anche dovuto ad altri macroelementi. Quando misuriamo ad esempio la
conducibilità elettrica dell’acqua espressa normalmente in dS/m sono tutti cationi
all’interno dell’acqua, i fattori più imporranti sono sodio, cloro, boro ma anche altri.
Cosa succede alla pianta quando abbiamo acqua o suolo salino??
Avviene inizialmente uno stress osmotico, la concentrazione di acqua è maggiore
all’interno delle cellule rispetto alla soluzione circolante (salina) causando, per osmosi,
perdita di acqua dalla cellula. Se lo stress salino continua entra in
gioco un altro tipo di stress, chiamato stress tossico dovuto a sodio e cloro che iniziano
a traslocare all’interno della pianta. Le piante diventano gialle perché il sodio è
antagonista di alcuni cationi in particolare potassio; più il sodio aumenta a livello
fogliare e più il potassio diminuisce, il sodio è anche antagonista di calcio e magnesio
(bivalenti), cloro è antagonista dei nitrati. L’effetto è molto più tossico del cloro
rispetto al sodio.
Se abbiamo un acqua salina e facciamo un analisi a livello del tessuto vegetale, la
concentrazione di cloro è più alta del sodio. Come risolvere? Se abbiamo una serra, la
prima cosa è quella di analizzare suolo e acqua. Dell’acqua misuriamo pH (0-14) e EC
(misura di salinità). Se abbiamo un acqua di 3 dS/m e vogliamo una coltura di lattuga,
è adatta o no? Assolutamente no, perché la lattuga è molto sensibile alla salinità, ha
una soglia di 1.3-1.4. Per il pomodoro sì. Altrimenti si interviene sull’acqua ad esempio
con l’osmosi inversa; è possibile fare lo zucchino, ma non la fragola con 3
dS/m.
Un altro tipo di classificazione può essere fatto proprio sulla salinità. Non tutti gli
ortaggi sono uguali, abbiamo degli estremi: ad esempio fragola e lattuga stanno da un
lato, mentre l’asparago che può tollerare fino a 10-12 dS sta nella parte opposta.
Questa è una cosa molto importante.
Se abbiamo un acqua salina, facciamo il pomodoro. Stiamo irrigando però quest’acqua
sta accumulando sali nel suolo, siamo partiti da 3 dS ma si sta accumulando. In serra il
ciclo del pomodoro è di 5-6 mesi se abbiamo un acqua di 3dS alla fine del ciclo
colturale c’è un accumulo di sale nel suolo con un decremento della produzione anche
se la soglia del pomodoro è di 3-3.5. Come possiamo risolvere dal punto di vista
agronomico? Non abbiamo osmosi inversa, per esempio possiamo ogni 2-3 irrigazioni
aumentare il volume di acqua per lavare il substrato. Se la nostra salinità non è molto
elevata possiamo aggiungere più fertilizzanti visto che sodio e cloro sono antagonisti
di potassio, calcio e magnesio, ma se la salinità è troppo elevata è inutile mettere
fertilizzanti. Possiamo usare piante innestate perché sono capaci di bloccare il sodio a
livello radicale con una riduzione della salinità a livello della pianta. Abbiamo diverse
tecniche, possiamo adottare il fuori suolo con utilizzo di sacchi di perlite, ma ci sono
diverse soluzioni.
La salinità dell’acqua nelle zone costiere e nelle isole è determinata dalla risalita di
acqua marina (EC= 55 dS/m, molto elevata). Un’altra fonte di salinità è rappresentata
dalle coltivazioni intensive, ovvero di quello che abbiamo appena parlato, in pieno
campo con le pioggia da ottobre in poi il suolo viene lavato e tutti i fertilizzanti
vengono dilavati ed si può iniziare il ciclo colturale con salinità molto bassa. Un’altra
fonte di salinità è rappresentata dall’attività umana (es. irrigazioni e concimazioni
intensive).
Consumi di acqua in italia: 61% usi agricoli, 25 % usi industriali ed energetici, 14% usi
civili. In Almeria, uno dei metodi più utilizzati per la desalinazione di acqua è l’osmosi
inversa. Produzione: 120.000 m3/giorno,
Superficie servita: 5.000 ha,
Prezzo acqua 0,8 €/m3.
L’osmosi inversa non è solo utile per la diluire la salinità, ma anche per gestire meglio
la soluzione nutritiva. Noi quando abbiamo il fuori suolo, il substrato (perlite) non
apporta niente alla pianta dal punto di vista nutrizionale e quindi le 2 componenti sono
acqua e soluzione nutritiva da apportare. Se partiamo da un sistema di osmosi inversa
non abbiamo nessun elemento chimico e quindi risulta più facile fare la soluzione
nutritiva.
Perché in Italia, specialmente nel Sud non abbiamo tante serre in vetro come in
Olanda e viene sempre utilizzata plastica? Perché il vetro è un miglior isolante termico,
trattiene meglio il calore ma anche la trasmissione di luce è migliore visto che in
Olanda la radiazione solare è un fattore limitante. Anche l’effetto serra dispersione
minima per mantenere temperature alte.
Quando si parla del sistema orticolo-floricolo ci sono principalmente 4 cose importanti:
Produttività (sempre rese migliori, proprio per questo sono nate le colture
protette con condizioni ambientali favorevoli)
Efficienza (più alta in serra che in pieno campo)
Sostenibilità
Qualità del prodotto.
Agricoltura biologica: nei paesi europei la superficie più elevata di agricoltura
biologica è in Italia con circa 1.1 milioni di ettari rispetto ai 35 milioni di ettari europei.
Quando si parla di coltura biologica, la qualità dei prodotti è più alta (più vitamina C,
più polifenoli, meno nitrati) rispetto a quella convenzionale, perché nelle colture
biologiche abbiamo una frequenza di stress abiotico/biotico più forte come quelle
nutrizionali perché i concimi biologici sono a lento rilascio e quando ci sono questi
stress la piante producono difese, aumentano i metaboliti secondari come polifenoli,
glucosinati, che hanno importanti proprietà nutrizionali a livello umano ed inoltre il
prodotto biologico è più sicuro.
Ci sono quindi delle differenze qualitative tra i prodotti biologici e convenzionali:
Meno sostanze indesiderate (fitofarmaci, nitrati)
Generalmente più vitamina C
Generalmente più metaboliti secondari (antiossidanti), dovuto ai maggiori stress
Meno proteine
Migliori caratteristiche organolettiche.
Il consumo di ortaggi in Europa: al giorno dovremmo consumare circa 600 gr di frutta e
verdura, nuova piramide alimentare con frutta e verdura alla base di essa con 4-5
porzioni al giorno, spostandoci sopra il consumo deve diminuire, ad esempio la carne
rossa deve essere consumata 1 volta ogni due settimane.
Qualità degli ortaggi: la qualità del prodotto finale è il risultato di un percorso di
qualità che interessa tutti i processi operativi che intervengono nella sua produzione.
Strategie di innovazione di un prodotto –> ortaggi tipici/tradizionali e ortaggi
biologici/integrati (elevato contenuto di tradizione), ortaggi high-tech, funzionali e di IV
e V gamma (elevato contenuto di innovazione). Quali sono gli ortaggi funzionali? Sono
2: pomodoro (licopene) e il carciofo.
I gamma = prodotti vegetali tal quali (ortofrutticoli non pre-lavorati), freschi, si
trovano sul mercato
II gamma = prodotti trasformati (conserve, appertizzati, cioè conservati in
lattine di banda stagnata)
III gamma = prodotti vegetali surgelati
IV gamma = convenience food = prodotti vegetali, lavati, tagliati e imbustati,
pronti al consumo (più famosi).
V gamma = convenience food (cotti) = prodotti vegetali sottoposti a cottura
(bollitura, lessatura), confezionati sottovuoto, in atmosfera protetta o modificata
VI gamma = convenience food (cotti) = prodotti vegetali sottoposti a cottura
(grigliatura), confezionati sottovuoto, in atmosfera protetta o modificata.
I 4 caratteri della qualità:
1) Caratteristiche intrinseche (igienico-sanitari, dietetici, organolettici, aspetto,
consistenza)
2) Caratteri estrinseci (estetici, reperibilità, rapporto qualità-prezzo, presentazione
di vendita)
3) Tipicità (biodiversità, ambiente, cultura, tradizioni)
4) Organizzazione della filiera.
Un’altra cosa importante sono gli ortaggi funzionali: contengono silicio, ferro, zinco,
che non possono essere assimilati in maniera naturale e per questo tanti prodotti
vengono arricchiti di questi elementi e assimilati durate il consumo. Questo non può
essere fatto con la coltura su suolo ma su fuori suolo (galleggiante) e gli alimenti
funzionali.
Ortaggi arricchiti : Acido a-linolenico (raddoppia nella portulaca utilizzando una
soluzione in rapporto molare NH4:NO3 (0,5:0,5); Fe (triplica nelle foglie di lattuga in
NFT se nella soluzione è aggiunto citrato ferrico alla conc. di 50 mg/L nelle ultime 6 ore
del ciclo).
[NFT = Nutrient film technique]
Come possiamo intervenire sulla qualità?
Fattori che influenzano la qualità di un prodotto:
Genotipo (fattore più forte)
Clima
Intensità della luce
Qualità della luce
Pratiche colturali (se mettiamo una soluzione nutritiva con più calcio possiamo
diminuire il marciume apicale del pomodoro, oppure con dominanza di potassio,
possiamo incrementare il contenuto di licopene nel pomodoro).
Stadio di maturazione
Trattamenti post-raccolta.
Il grado Brix è una misura di tutti gli zuccheri, nel pomodoro varia tra 5-6 ma la
variazione è influenzata anche dal materiale genetico, ad esempio nel ciliegino il
grado brix può arrivare a 12. Il pomodoro in diversi
stadi ha diversi pigmenti, inizialmente la clorofilla (verde), carotene e licopene (rosso).
Nelle nostre serre il licopene viene degradato con temperature superiori a 32 °C, uno
dei problemi molto riscontrato nelle nostre zone, infatti è la temperatura alta che è
quella preoccupante che può influire sulla qualità in senso negativo. Soluzione:
raffreddamento statico con apertura laterale o con rete ombreggianti.
Effetto della gestione della soluzione nutritiva Effetto della salinità sulla qualità del
pomodoro
Aumento della sostanza secca causata dallo stress osmotico. Effetto negativo sulla
resa.
Il Carciofo è importante dal punto di vista