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ORDINAMENTO FEUDALE
Le forme di Stato sono state precedute da un assetto che, pur avvicinandosi allo Stato, non ne presentava le caratteristiche principali: politicità e pubblicità in quanto prevale il profilo privatistico.
Cos'è il feudo? Dal punto di vista territoriale è uno spazio dal quale si istaura un rapporto tra Signore e Vassallo. È un rapporto di reciproche prestazioni, che si disciplina sulla base di regole private e da cui il Signore offre sostentamento mentre il Vassallo offre difesa e mantenimento della terra. Il rapporto prende il nome di "beneficio". Il beneficio veniva poi formalizzato con una cerimonia solenne che prende il nome di "investitura" con cui il Vassallo giurava fedeltà al Signore e lui a sua volta, giurava sicurezza.
Quindi due sono i principali elementi che distinguono l'ordinamento feudale dallo Stato:
- Il potere coincide con la proprietà e non con il denaro;
- ...
Assoluto è l'assenza di vincoli al potere, tutti i poteri sono accentrati nelle mani del monarca (ancora non esiste il principio di separazione dei poteri). Dietro alla centralizzazione del potere c'è la teoria del contratto sociale, elaborata da Hobbes, secondo cui: gli uomini per loro natura vivono in uno stato di libertà e quindi in costante lotta di tutti contro tutti, una situazione di conflitto permanente che elimina totalmente la convivenza civile, pacifica. La naturale conseguenza è la necessità di ordine che solo il potere affidato ad un'autorità superiore può garantire. Potere che comprende la possibilità di emanare precetti, stabilire regole necessarie alla convivenza e quindi anche la possibilità di vigilare sul rispetto di queste norme. Da questo momento inizia ad emergere l'interesse pubblicistico dello Stato. Si inizia a parlare anche di burocratizzazione: il Re esercita il potere legislativo,
esecutivo e amm.stra la giustizia tramite un collegio di funzionari di nomina regia che ha il compito di decidere le controversie su tutto il territorio. Esiste anche un collegio di funzionari burocrati investito nel compito di gestire il denaro ricavato dai tributi. Quindi il Re ha nelle sue mani tutto il potere e non esistono controspinte a questo, non si pone limiti, è privo di vincoli e di conseguenza anche i diritti non trovano tutela. L'unica limitazione al potere sono le regole auree, leggi superiori come quelle dinastiche o le regole sull'indisponibilità della corona. Esistono delle corporazioni che tuttavia non vincolano il Sovrano.C) STATO DI POLIZIA
Lo Stato di polizia è una variante dello Stato assoluto. Si afferma in Russia, Gran Ducato di Toscana e Austria ovvero in Stati assoluti influenzati dai sovrani illuministi. L'idea di fondo di questi Stati è garantire il benessere ai sudditi ponendosi ai loro servizi. Ad es. un'ideacomune è impartire l'educazione, intervenire attivamente nella vita economica del paese. Inoltre c'è una novità non che caratteristica importante il patrimonio personale del Sovrano si distingue nettamente dai beni propri della corona, si assiste alla spersonalizzazione del Sovrano dalla Corona. La Corona ovvero il fisco si costituisce di risorse derivanti dalla collettività e sul quale quest'ultima ha delle pretese es sulle modalità di amministrazione. Questo significa che i sudditi iniziano a essere cittadini che godono di diritti principalmente sul fisco. D) STATO LIBERALE (di diritto) Lo Stato liberale nasce conseguentemente a due condizioni: - Pesantezza burocratica: il territorio aumenta, si allarga e maggiori sono i costi necessari al mantenimento dei funzionari; - La volontà della borghesia si partecipare attivamente alla vita politica soprattutto a seguito dei contributi pagati. Il passaggio da Stato assoluto a Stato liberaleIl passaggio allo Stato liberale avviene in maniera diversa a seconda dei contesti. In Francia e America il passaggio è dovuto alle Rivoluzioni, due eventi che hanno portato alla rottura netta con il passato, proprio per questo è stato un passaggio brusco. Nelle altre varie esperienze invece non troviamo una data che segna il passaggio, ma sono state varie le condizioni che possiamo definire come naturali che hanno favorito un passaggio più scontato.
Sei sono i tratti distintivi dello Stato liberale:
- Elaborazione del principio di separazione dei poteri da parte di Montesquieu: considerata la caratterista più importante. Separazione dei poteri significa diffusione dei poteri e non più concentrazione nelle mani del Re. Da questo momento è richiesta l'emancipazione del potere legislativo nelle mani del Parlamento dal potere esecutivo. Anche il potere giudiziario è attribuito ad un organo diverso ovvero la magistratura che assume un'eccezione di estraneità dal
circuito politico. Di conseguenza si avverte la necessità di predisporre meccanismi di controllo reciproco;
La garanzia dei diritti: significa tutelare una serie di libertà (dette di prima generazione) negative: queste sono diritti il cui soddisfacimento necessita di un comportamento passivo da parte dello Stato, di non facere: libertà da interferenze dello Stato, ma anche libertà di azione libera;
Rappresentanza politica: a differenza delle esperienze precedenti, nello Stato liberale la rappresentanza esiste ed è molto marcata grazie all'istituzione di un organo predisposto: il Parlamento. Tuttavia è una rappresentanza ancora molto limitata infatti si parla di rappresentanza monoclasse riconosciuta esclusivamente ai ceti più elevati. È inoltre una rappresentanza rafforzata dal principio del divieto del mandato imperativo: il parlamentare deve esercitare autonomamente il suo mandato senza vincoli da parte
dell'elettorato;
Influenza del liberismo economico: il liberismo economico presuppone che il mercato venga lasciato libero di equilibrarsi, lo Stato quindi deve intervenire limitatamente per garantire l'esercizio dei servizi essenziali e la protezione dei cittadini;
Principio della Rule of Law: principio per cui tutti i poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) ma anche il sovrano nelle monarchie devono rispettare il diritto, in qualche forma si presenti;
Principio di eguaglianza formale: ciò implica che tutti siano uguali dinanzi alla legge. A tutela della garanzia dei diritti e del principio di separazione dei poteri vi è la Costituzione.
STATO SOCIALE
Lo Stato sociale nasce tra le due guerre mondiali. È una forma di Stato che non si differenzia molto dallo Stato liberale, anzi può essere considerato come un'integrazione di questo prevendendo non solo la tutela dei diritti di prima di generazione ma anche i diritti sociali.
Due sono
gli elementi politici che caratterizzano lo Stato sociale:- Riconoscimento del suffragio universale: fu riconosciuto il diritto al voto prima di tutto agli uomini e dopo alle donne, prima alle sole persone appartenenti al ceto più elevato dopodiché a tutte le classi sociali;
- Abbandono visione individualista della società: quindi si supera quell'idea che la società è composta da singoli soggetti per abbracciare l'idea che la società si forma di tante persone, diverse tra loro, che hanno esigenze diverse, che appartengono a ceti diversi e che per questo motivo meritano tutele sociali, collettive.
- Condizione che ha portato al superamento del pluralismo politico;
- Svuotamento del principio di legalità: anche questo principio viene superato dalla predominanza del potere esecutivo;
- Ripudio di qualunque sistema di controspinta al potere centrale;
- Ritorno alla centralizzazione del potere: nelle mani del soggetto che è a capo del partito e che guida quindi il paese;
- Riduzione della sfera delle libertà, dei diritti;
- Uso della propaganda, del terrore.
Lo Stato democratico (plural-democratico) nasce all'indomani della seconda Guerra Mondiale con un elemento molto importante: il riconoscimento dei diritti fondamentali dell'uomo. In virtù di questo fondamentale è stato anche il suffragio universale che libera la rappresentanza monoclasse per lasciare spazio alla rappresentanza pluriclasse. Conseguenza ovvia è la nascita dei partiti politici composti da tanti rappresentati del popolo e suddivisi in base
all'ideologia politica. La democrazia assume un ruolo fondamentale soprattutto per: - Attribuire il potere; - Esercitare il potere; - Limitare il potere; - Garantire la partecipazione politica dei cittadini; - Tutelare i diritti e le libertà individuali; - Promuovere l'uguaglianza e la giustizia sociale; - Favorire il dialogo e il confronto tra diverse opinioni e interessi; - Assicurare la stabilità e la continuità del sistema politico; - Consentire il cambiamento e l'evoluzione delle istituzioni; - Rendere i governanti responsabili delle loro azioni; - Favorire lo sviluppo economico e sociale; - Preservare la pace e la stabilità internazionale.