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Il metodo di calcolo retributivo e il tasso di sostituzione

β*L,uguale al prodotto di quei tre prodotti allora TS = questo vuol dire che il metodo di calcolo retributivo aparità di anni di lavoro garantisce uguale tasso di sostituzione a tutti, a parità di condizioni. Per esempio: perètutti quelli che lavorano 40 anni e il coefficiente di rendimento pari al 2% allora il tasso di sostituzione saràuguale a 80%.Esempio: Luca e Fabiola.Si laureano lo stesso anno, lavorano nella stessa azienda, hanno una carriera identica (lavorano lo stessonumero di anni e hanno lo stesso lo stipendio) e vanno in pensione lo stesso giorno. Cominciano a lavorare a25 anni, lavorano per 40 anni e vanno in pensione a 65 anni. Cosa dice il metodo di calcolo retributivo?Il metodo di calcolo retributivo dice che Luca e Fabiola hanno diritto alla stessa pensione perché betaè è(coefficiente di rendimento) uguale per tutti, la retribuzione pensionabile, indipendentemente da comeè è ècalcola, identica perché la carriera stata uguale, il

numero di anni di lavoro identico. È Però qual la differenza tra Luca e Fabiola? Il genere. Biologicamente questo porta, in termini di vita attesa, un vantaggio a Fabiola. A 65 anni Luca potrebbe avere una speranza di vita attesa di 15 anni e Fabiola di 20 anni. Questo significa che a parità di carriera e di contributi versati, Fabiola in termini attesi ha diritto ad una pensione per 20 anni e Luca solo per 15 anni. In termini attesi chi ha una speranza di vita più elevata è avvantaggiato. In questo senso il meccanismo di calcolo retributivo offre una redistribuzione intra-generazionale (perché dagli uomini alle donne, o per meglio dire da chi ha un'aspettativa di vita inferiore a chi hanno la stessa età) ha un'aspettativa di vita superiore. Questo sarebbe stato ancor più vero se Luca avesse iniziato a lavorare a 30 anni mentre Fabiola a 20 anni anche in questo caso supponiamo che entrambi lavorano per 40 anni, stesso tipo di carriera, quindi

stessaretribuzione; vanno in pensione che Fabiola ha 60 e Luca ne ha 70 anni, prendono la stessa pensione, ma Fabiola ha un’aspettativa di vita di 25 anni quando ha 60 anni mentre Luca solo di 10 anni. In termini attesi, Fabiola si porta a casa 2 volte e mezzo la pensione che porta a casa Luca.

Il meccanismo di calcolo retributivo non considera l’aspettativa di vita al momento del pensionamento. Le uniche variabili di riferimento sono le retribuzioni, che non sono a scelta del lavoratore, e gli anni di lavoro.

Metodo di calcolo contributivo (sempre nel SR) l’ammontare dei contributi versati nel corso della vita lavorativa capitalizzato ad un certo tasso di rendimento, uguagliato al valore attuale delle pensioni. È cruciale quindi l’aspettativa di

vita perché se vai in pensione a 60 anni e sei una donna hai un'aspettativa di vita di 25 anni, la logica del metodo contributivo dice che devi suddividere il montante contributivo per 25 e quindi quello ti dà la pensione annua. Se vai in pensione a 60 anni e sei un uomo, allora la tua aspettativa di vita è di 10 anni e devi dividere il montante contributivo per 10 anni. Come si calcola il montante contributivo? Semplicemente la somma dei contributi versati (alfa, ovvero l'aliquota contributiva * la retribuzione R1 nel primo periodo. Mentre nel secondo periodo è R1 * il tasso di crescita della retribuzione. Nel terzo periodo R1 * il quadrato del tasso di crescita delle retribuzioni e così via). Questi contributi versati sono fatti rendere a un tasso di rendimento che è stabilito dalla legge, può essere definito con un numero fisso (come beta) o può essere agganciato ad una variabile macroeconomica. La cosa importante è che il metodo di calcolo.

Il sistema pensionistico contributivo caratterizza un sistema pensionistico a ripartizione a prestazione definita, cioè significa che i contributi versati non sono effettivamente capitalizzati, non sono investiti; i contributi versati dal lavoratore spariscono perché sono utilizzati per pagare le pensioni, ma resta un registro di contributi versati fittizi che viene utilizzato per calcolare la pensione a cui un soggetto ha diritto.

Esempio: Luca e Fabiola iniziano a lavorare insieme a 25 anni, vanno in pensione insieme a 65 anni, dopo 40 anni di servizio. Ma se il metodo di calcolo della pensione è un metodo di calcolo contributivo, allora a questo punto emerge una differenza: se la carriera è stata identica, allora il montante contributivo dovrebbe essere lo stesso, quindi l'aspettativa di vita è il numeratore della formula identico, però cambia il denominatore perché è diversa e elevata. Fabiola ha un'aspettativa di vita di 20 anni e Luca di 15: Luca ha quanto quella di

Fabiola più è denominatore più piccolo e quindi la pensione annua a cui ha diritto Luca più elevata di quella di Fabiola, perché Luca godrà in termini attesi di questa pensione per 15 anni, invece Fabiola per 20 anni. La differenza diventa ancora più evidente se Fabiola avesse 60 anni e Luca ne avesse 70: il denominatore in questo caso sarebbe 25 per Fabiola e 10 per Luca; a questo punto, in termini di pensione annua, lui prenderebbe due volte e mezzo la pensione di Fabiola. Gli elementi cruciali in questo caso sono due: • l'aspettativa di vita • il tasso di rendimento dei contributi Sistema a Capitalizzazione Ci sono 2 differenze rispetto al sistema di ripartizione: • èIl tasso di rendimento: con il metodo di calcolo retributivo il tasso di rendimento stabilito dalla legge mentre nel sistema a capitalizzazione il tasso di rendimento quello che si ottiene capitalizzando sul mercato i contributi versati • In un sistema a capitalizzazione i contributi

Versati sono effettivamente quelli che sono capitalizzati/investiti, sono quelli che tornano al lavoratore una volta che questo va in pensione.

In generale, è positivo il meccanismo di calcolare la pensione sulla base delle aspettative di vita? Per gli uomini generalmente sì perché sanno che vivono di meno ma spetta loro una pensione più elevata, mentre alle donne solitamente no.

In realtà i sistemi pensionistici operano redistribuzione solitamente a favore delle donne, anche con metodo di calcolo contributivo è possibile fare redistribuzione a favore del genere femminile.

Come si fa a redistribuire risorse a favore delle donne anche se le donne hanno aspettative di vita più lunghe rispetto agli uomini? Non c'è scritto nelle leggi che governano il mondo che bisogna necessariamente utilizzare l'aspettativa di vita per genere, ovvero ci sono sistemi pensionistici che lo fanno ma altri che non lo fanno e quindi che utilizzano l'aspettativa di vita media della popolazione.

di vita superiore? Significa che si prendono risorse da coloro che probabilmente vivranno meno anni e si trasferiscono a coloro che probabilmente vivranno più a lungo. Questo può essere fatto attraverso il sistema pensionistico, in cui le persone che vivono più a lungo ricevono una pensione più alta rispetto a coloro che vivono meno. In questo modo si cerca di garantire una certa equità nel sistema, tenendo conto delle differenze nell'aspettativa di vita tra i diversi gruppi di persone.

di vita superiore? Significa che redistribuiamo da chi ha un reddito più basso verso chi ha un reddito più elevato. Se si ha un coefficiente di aspettativa di vita unico per tutta la popolazione non stiamo semplicemente redistribuendo dagli uomini verso le donne, ma stiamo anche redistribuendo tra chi ha un reddito più basso e da chi ha un'aspettativa di vita inferiore verso chi ce l'ha superiore. chi ha reddito più alto, cioè

Esempio. Due lavoratori dello stesso genere: iniziano a lavorare a 25 anni e finiscono di lavorare a 65 anni, l'aspettativa media della popolazione è già in quel caso di 17 anni. Uno dei due 56 è magistrato/politico/professore, ovvero fa un lavoro che non propriamente usurante, prende un buon reddito, quindi ci si aspetta che abbia un'aspettativa di vita più elevata. L'altro invece ha lavorato per 40 anni in miniera, lavoro piuttosto stancante, ha quindi aspettative di vita inferiori. Quando vanno in pensione però i

due hanno diritto alla stessa pensione ma il lavoratore che ha lavorato in maniera si aspetta di vivere pochi anni rispetto all'altro lavoratore. Quindi in generale l'aspettativa di vita unica per la popolazione effettua una redistribuzione che a volte può risultare anche antipatica. In Svezia si usa come sistema pensionistico il metodo di calcolo contributivo e vige la redistribuzione per genere, quindi tra uomini e donne; quella per reddito molto difficile da applicare, ma in linea di principio si può fare anche questa. Distribuzione dei rischi tra le diverse generazioni I sistemi pensionistici si distinguono e si confrontano anche in riferimento alla loro capacità di affrontare determinati rischi che possono realizzarsi durante la vita, e si differenziano anche per come questi rischi sono distribuiti tra le categorie rilevanti del sistema pensionistico, ovvero i lavoratori e i pensionati. Ci sono tante tipologie di rischio tra cui: 1. Rischio di inadeguatezza dei redditi da lavoro durante la vita lavorativa; 2. Rischio di inadeguatezza delle pensioni durante la fase di pensionamento; 3. Rischio di longevità, ovvero il rischio di vivere più a lungo di quanto previsto; 4. Rischio di inflazione, che può erodere il valore reale delle pensioni nel tempo; 5. Rischio di investimento, legato alla performance dei fondi pensione e degli investimenti effettuati. La distribuzione di questi rischi può variare a seconda del sistema pensionistico adottato. Alcuni sistemi pensionistici possono adottare politiche di redistribuzione per ridurre l'incidenza di alcuni rischi, mentre altri possono puntare a una maggiore individualizzazione dei rischi, lasciando ai singoli individui la responsabilità di gestire i propri rischi pensionistici. In conclusione, la distribuzione dei rischi tra le diverse generazioni è un elemento chiave nella progettazione dei sistemi pensionistici e può influire sulla sostenibilità e l'equità del sistema stesso.

rendimenti: rischio che la pensione maturata sia troppo bassa rispetto alle aspettative.

Rischio demografico/occupazionale: rischio che ci siano troppi pochi lavorati rispetto al numero di pensionati.

Rischio di inflazione e salariale: rischio che i prezzi salgano.

Inadeguatezza dei rendimenti è con un metodo di calcolo retributivo, il rendimento fissato dalla legge, quindi tipicamente non c'è rischio di questo tipo. Un rischio che caratterizza maggiormente il metodo di calcolo contributivo. Quindi il problema esiste ma è abbastanza marginale poiché i contributi vengono stabiliti ex ante e sono poco volatili. È molto alto nelle pensioni a capitalizzazione. L'idea è che un individuo paga i contributi durante il corso della sua vita, ma se il tasso di rendimento di questi contributi è molto basso allora il montante contributivo capitalizzato al momento del pensionamento può essere appena sufficiente per garantire una pensione adeguata.

Dettagli
Publisher
A.A. 2020-2021
106 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/09 Finanza aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher armand.1995 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sistemi fiscali comparati e politiche di welfare e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università Cattolica del "Sacro Cuore" o del prof Balduzzi Paolo.