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LE DECISONI DI BREVE TERMINE FRA DIVERSE ALTERNATIVE

Non sempre le informazioni di costo pieno permettono al management di prendere

decisioni di fronte a delle scelte.

I costi e i ricavi differenziali

Un costo o un ricavo che si modificano a seconda della scelta che viene presa viene

chiamato costo differenziale mentre se il costo o ricavo non subisce variazioni a

seconda della scelta presa , il costo è irrilevante.

Principali differenze tra costi differenziali e costi pieni

1. La natura del costo il costo pieno è calcolato attraverso la somma dei costi diretti

più una quota equa dei costi indiretti del prodotto. I costi differenziali invece

includono solamente elementi che variano a seconda delle decisioni prese.

2. La fonte dei dati I costi pieni sono presenti nel sistema contabile , progettato per

raccoglierli e distribuirli regolarmente. Non è possibile , invece , determinare a

priori i costi differenziali e raccoglierli all'interno di un sistema contabile , in

quanto variano a seconda delle decisioni prese dal management.

3. Il costo storico il sistema contabile raccoglie i costi storici dei prodotti. I costi

differenziali si riferiscono sempre al futuro. Infatti attraverso i costi differenziali si

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vuole mostrare quali sono i costi rilevanti generati da una certa decisione e non

mostrare quali sono stati i costi consuntivi.

I costi differenziali

I costi differenziali sono quei costi che dipendono dalle scelte prese e che variano al

variare di queste. I costi che mantengono sempre la stessa quantità e che quindi non

variano al variare delle alternative considerate sono costi irrilevanti. Per quanto riguarda

i costi allocati bisogna procedere con maggiore cautela , in quanto possono essere

fuorvianti.

I costi opportunità

I costi opportunità sono dei costi ipotetici o potenziali ai quali si rinuncia per aver

intrapreso una scelta differente.

I costi sommersi(sunk cost)

Si tratta di costi già sostenuti in passato e che quindi non vengono presi in

considerazione nelle decisioni tra due alternative, infatti i costi sommersi non sono mai

costi differenziali.

I costi differenziali sono influenzati molto , dall’orizzonte temporale del problema. Infatti

nel caso di orizzonti temporali molto lunghi i costi differenziali saranno molto più

numerosi poiché quasi tutti i costi sono adattabili al fabbisogno. Mentre per orizzonti

temporali più brevi i costi differenziali sono minori.

LE DECISIONI DI LUNGO TERMINE: LA SCELTA DEGLI INVESTIMENTI

Un investimento è un impegno di risorse monetarie che presuppone degli effetti a lungo

termine. Attraverso l’investimento , l’impresa ha la possibilità di recuperare nel tempo

l’esborso effettuato e di avere un rendimento sulla somma investita adeguato alla durata

e al rischio dell’operazione (ritorno dell’investimento). Per scegliere l’investimento

adeguato si utilizzano delle tecniche di capital budgeting. Gli investimenti si

caratterizzano per richiedere , a differenza delle risorse a breve termine , ingenti

quantità di denaro , per generare risultati incerti lungo un ampio orizzonte temporale e

per la loro bassa reversibilità ( difficoltà di tornare indietro sulle decisioni prese).

Esempi di investimento:

1. Sostituzione di un impianto

2. Automazione

3. Espansione

4. Ampliamento dell’offerta

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Come faccio a capire quando è conveniente un investimento?

Gli investimenti vengono calcolati in termini di esborsi ed incassi generati

dall’investimento stesso. Il periodo di tempo che intercorre tra l’esborso iniziale e il

momento in cui l’investimento rende disponibile il suo ultimo beneficio all’impresa , è

chiamato vita economica dell’investimento. La lunghezza di questo periodo è

solitamente finita. Per calcolare la vita economica di un investimento non è possibile

sommare tra di loro esborsi ed incassi generati nel tempo. Esiste infatti un valore

economico del tempo (un euro oggi avrà un valore diverso rispetto ad un euro domani).

Infatti impiegando il denaro remunerato “oggi” in investimenti sicuri come ad esempio i

titoli di stato (BOT) , avrò una remunerazione certa “domani”. Ad esempio , se ottengo

1000€ adesso , tramite un investimento che mi genera una remunerazione del 2%

annuale, l’anno prossimo avrò quindi un utile pari a 1020€ che è maggiore nel caso in

cui i 1000€ fossero stati incassati un anno più tardi.

Per effettuare una decisione fra diversi investimenti è necessario introdurre il concetto di

costo opportunità del capitale. A causa del valore economico del tempo , non è possibile

infatti , confrontare flussi di cassa aventi manifestazione in diversi momenti temporali.

Per questo motivo è necessario determinare un coefficiente di capitalizzazione. Per

determinare questo coefficiente è necessario fare un’ipotesi sul rendimento di

investimenti alternativi finanziari. Il rendimento che si otterrebbe investendo in un

progetto alternativo nel mercato dei capitali con lo stesso livello di rischio è definito

costo opportunità del capitale (opportunity cost of capital) che indicheremo con il

simbolo r. In termini generali per equiparare capitale disponibile oggi con capitale

disponibile domani , è necessario effettuare la seguente formula:

1.1 € disponibili oggi x (1+r) = € disponibili domani

Esistono sostanzialmente due processi per decidere sugli investimenti da intraprendere:

1. capitalizzazione

Essa come detto in precedenza rappresenta il valore futuro del capitale calcolato

rispetto al suo valore attuale. Il valore degli € disponibili fra un anno rispetto agli €

disponibili oggi viene chiamato montante. Il montante si calcola attraverso la formula

1.1

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2) valore attuale

È possibile effettuare un ragionamento inverso , cioè chiedersi quanto un potenziale

acquirente è disposto ad investire oggi per ottenere una certa somma fra un anno.

Come costo opportunità del capitale solitamente viene preso in considerazione i BOT

ovvero i buoni del tesoro , i quali sono privi di rischio. Quindi per calcolare il valore

futuro del capitale a partire dal valore attuale bisogna moltiplicare il valore futuro per un

fattore di conversione detto coefficiente di attualizzazione (1/(1+r))

VA = valore futuro / (1+r)

Per calcolare il valore generato da un investimento si utilizza il VAN (valore attuale

netto). Se il VAN è positivo allora l’investimento produce valore mentre se l’investimento

è negativo , esso distrugge valore. IL VAN si calcola attualizzando il valore futuro del

capitale al momento dell’esborso ovvero momento zero.

VAN = - I + F x 1/(1+r)

I = esborso iniziale

F = flusso di cassa futuro generato dall’investimento

1/(1+r) = coefficiente di attualizzazione

Calcoli su un orizzonte temporale pluriennale

Fino ad ora abbiamo preso in considerazione solamente orizzonti temporali pari ad un

anno se invece dobbiamo effettuare dei calcoli su orizzonti temporali più ampi dobbiamo

effettuare delle modifiche alle formule prima elencate.

n

F = VA x (1+r) dove n rappresenta il numero di anni

n

VA = F / (1+r) n

VAN = - I + F/ (1+r)

Per calcolare il VA a partire da diversi flussi di cassa è necessario effettuare una

sommatoria dei vari flussi attualizzati. ( flussi / coefficiente di attualizzazione elevato al

numero di anni).

I COSTI STANDARD

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Il costo standard è una misura ipotetica che ci dice quale dovrebbe essere il costo di un

singolo prodotto. Può essere equiparato al significato di costo di budget. Il costo di

budget però a differenza del costo standard non si riferisce ad un unico prodotto. In un

sistema a costi standard , a ciascun prodotto viene associata una scheda a costi

standard. Essa è una sorta di ricetta contenente tutti gli ingredienti riguardanti la

trasformazione del prodotto , per ottenere infine il prodotto finito. Per calcolare il costo

standard dei materiali diretti basta moltiplicare una singola quantità standard necessaria

al processo di trasformazione del prodotto, per il prezzo standard di quella quantità di

materiale. Sommando poi tutti i valori monetari ottenuti si ricava il costo standard totale

dei materiali diretti. Analogamente si utilizza questo procedimento anche per calcolare

costo standard delle ore di manodopera diretta. Tutte le operazioni di trasformazione

presenti all’interno della scheda dei costi standard vengono raggruppate sotto il nome di

ciclo di lavorazione. Il costo standard è quindi dato dalla somma dei costi standard dei

materiali diretti + i costi standard della manodopera diretta + i costi generali di

produzione. Nel diagramma di flusso si avranno delle modifiche per quanto riguarda le

registrazioni contabili. Infatti la differenza tra i costi effettivi e i costi standard , deve

essere registrata all’interno di un conto di scostamento. Questa differenza tra costi

standard e costi effettivi determina una varianza che risulta favorevole , nel caso in cui

il costo effettivo è maggiore di quello standard , sfavorevole nel caso in cui il costo

effettivo è minore di quello standard.

LE VARIANZE

L’analisi delle varianze o scostamenti forniscono delle informazioni fondamentali al

management nell’ambito delle decisioni sugli investimenti che modificano l’andamento

dell’azienda. Esistono vari tipi di varianze:

VARIANZE DEI COSTI DI PRODUZIONE

1. Varianza del costo dei materiali diretti

Si ha una varianza del costo dei materiali diretti quando vi è una differenza tra il costo

standard e il costo effettivo dei materiali diretti. Poiché il costo standard ed il costo

effettivo dei materiali diretti è composto da due componenti ovvero da una dipendente

dalla quantità ed una dipendente dal prezzo , la varianza si calcola come somma

algebrica tra:

1. varianza di impiego dei materiali

Differenza tra la quantità effettiva di materiale utilizzata per realizzare i prodotti e la

quantità standard totale (input unitario standard x output effettivo)

2. varianza di prezzo dei materiali

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Differenza tra il prezzo effettivo di input e il prezzo standard

La somma di queste due varianze equivale alla varianza totale del costo di produzione

dei prodotti. Questo risultato andrà registrato all’interno del conto di scostamento nella

sezione dare. Nel caso delle varianze favorevoli esse sono iscritte in avere mentre nel

caso di varianze sfavorevoli esse sono iscritte in dare. Le varianze favorevoli non

indicano però necessariamente che la prestazione sia stata buona , indicano solamente

una di

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A.A. 2014-2015
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SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/10 Organizzazione aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher epidauro di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia ed organizzazione aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Bologna o del prof Munari Federico.