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Il tempio
- Naos: cella del tempio ove era ospitata l’immagine del dio.
- Pronao: il vestibolo costituito dal prolungamento fino alle
ante delle due pareti longitudinali fino alla cella.
- Opistodomo: ambiente adiacente alla parete posteriore
della cella; veniva talvolta utilizzato per ospitare il tesoro o
adito.
- Peristasi:(=recinto) la colonnata che cinge il tempio.
- Intercolumnio: lo spazio tra due colonne.
- Crepidine: basamento.
- Stilobate: la base o lo zoccolo sopra al quale è poggiata la
colonna.
- Peridolo: talvolta sinonimo di recinto, la zona sacra cinta da
un muro o da un porticato.
L'ambizione dell'architettura era di scoprire norme di forma e di proporzione eternamente valide, di erigere costruzioni a
scala umana eppure degna della sublimità dei loro dei, di creare un ideale classico di architettura.
L'architettura greca fu prevalentemente religiosa e ufficiale. Mentre i templi e gli edifici pubblici presentano la massima
magnificenza, sembra che le case e private siano state di grande semplicità, a un solo piano in materiali poveri. Gli ordini
architettonici sorsero in connessione con i templi, nel cui ambito il tipo più frequente fu quello periptero. Successivamente,
il genio dell'architettura greca non sta nello sviluppo di nuovi tipi di edifici, ma nell'incessante affinamento dei dettagli,
sempre più lontani dalla severità stereometrica originaria.
La Ionici furono caratterizzati da possenti templi dipteri con doppia fila di colonne su ciascun fianco, mentre le colonne
di facciata proseguirono ben entro il pronao creando l'impressione di u a foresta di colonne. L'ornamentazione plastica
venne impiegata nella religione ionica sia sulle colonne (columnae caelatea) , sia nelle forme di fregio nelle pareti di una
cella o di un architrave.
Nei templi Dorici l'ornamentazione si limitava al frontone e alle metope. Fanno eccezione il Partenone e il Tempio di Apollo
a Bassae
A parte la Sicilia, i cui grandi templi vennero pure iniziati al VI secolo aC, i templi della Grecia vera e propria erano di
dimensioni relativamente ridotte rispetto a quelle delle regioni ioniche.
Il tempio dorico toccò l'apogeo con il Tempio di Zeus a Olimpia le cui forme potenti combinano solennità ed essenzialità
cosi da produrre un insieme incomparabile che riassume le conquiste del periodo arcaico.
Dal V secolo a.C. in poi gli ordini, che si erano sviluppato nell'architettura dei templi, trovano un uso sempre più vasto in
altri campi: fontane monumentali, porte, teatri, palestre tombe, e sopratutto porticati.
Sullo scorcio del V secolo a.C. l'ornamentazione fitomorfica invase, con il capitello corinzio, anche le colonne.
Nel IV secolo a.C si fece sempre più spesso uso di rotonde periptere e venne condotta a compimento l'evoluzione della
membratura architettonica.
L'architettura greca si differenzia da quella romana e medioevale per il fatto che ogni elemento architettonico è posto in
rapporto propzionale dell'insieme. A ciò corrisponde della malta come legante . Questo elemento si impone subito dopo il
600 a.C. con il passaggio dall'architettura in pietra.
Nell'architettura templare permane l'uso di schemi tradizionali, con variazioni che riguardano l'uso di ordini diversi, come
nel tempio di Atena Alèa a Tegèa, progettato da Scopas di Paros attorno alla metà del IV secolo a.C. L'edificio risulta dorico
nell'insieme, ma presenta un colonnato, all'interno della cella, su due ordini: corinzio quello inferiore e ionico quello
superiore. La decorazione scultorea, di cui rimangono frammenti originali, celebra miti collegati alla città, come la caccia al
cinghiale calidonio e il combattimento fra Achille e Telefo, figlio di Eracle e di Auge, sacerdotessa tegeate del culto di Atena
Alea. Se i templi dorici non mostrano particolari innovazioni, quelli ionici conoscono una nuova fortuna nella seconda metà
del secolo, con la ricostruzione dell'Artemision di Efeso e del tempio di Demetra a Priène.
La pianta circolare e il capitello corinzio sono associati nella tholos di Epidauro, progettata da Policleto il Giovane (360-
340 a.C.) e nel monumento del corega Lisicrate, eretto ad Atene per onorare la sua vittoria in teatro nel 334 a.C, come
testimoniava il tripode di bronzo posto sull'elaborato elemento foliato alla sommità del tetto
L'urbanistica del IV secolo a.C. è basata sui principi definiti nei secoli precedenti, che vengono applicati con particolare
rigore soprattutto nelle città di nuova fondazione. Si teorizzano principi per la scelta adatta del luogo e norme per ottenere
una buona funzionalità, improntate al rigore e alla semplicità.
Olinto, in Calcidica, è un esempio di impianto urbanistico a griglia ortogonale e di architettura domestica del periodo.
La casa tipica consta di uno stretto accesso che immette in un cortile, dotato di colonne che formano portici (pastas) su uno
o più lati. La sala da banchetto è in diretta comunicazione con il cortile, su cui si affacciano altri ambienti a essa funzionali,
mentre le camere in genere sono collocate al piano superiore. Alcune stanze presentano pavimenti con mosaici a ciottoli e
pareti stuccate e dipinte. Un unicum in Grecia è invece la pianta di forma circolare della città di Mantinea in Arcadia,
ricostruita nel 370 a.C. in seguito alla distruzione causata dagli Spartani nel 385 a.C.Tale peculiarità è comunque dovuta a
un conservatorismo, tipico del Peloponneso, che richiedeva di riprendere lo schema circolare dell'impianto precedente.
Se in Grecia vengono riutilizzati motivi tradizionali, in Asia Minore, dove le città sono caratterizzate da una fusione tra
schemi ortogonali ippodamei e quelli tipicamente scenografici, si intravedono elementi che introducono all'ellenismo. Ad
esempio, alla metà del IV secolo a.C. circa, viene fondata Priene sulle pendici del monte Micàle, articolata su quattro
terrazze e con un impianto ortogonale che definiva in modo netto le funzioni delle varie parti della città, per cui la parte
centrale era destinata all'agorà, sovrastata dal tempio di Atena; in alto erano il teatro e alcune ricche abitazioni, mentre
nella parte bassa si trovavano il ginnasio e lo stadio.
In Egitto, nel 331 a.C, l'architetto Deinocrate di Rodi disegna la pianta di Alessandria facendo una sintesi tra ortogo nalità
dell'impianto e monumentalità della citta. Vengono tracciati ampi viali, su cui si svolgevano sfilate di carri e sontuose feste,
costruiti grandiosi complessi architettonici come il palazzo reale, il Museo e la
Biblioteca. Il Teatro
Il mondo greco distingueva tra l'odèion, destinato ad avvenimenti musicali (da ode che significa canto) e il thèatron per gli
spettacoli, dal verbo theaomai che significa "guardo, osservo", una parola che in origine indicava la massa degli spettatori
e solo più tardi anche il luogo destinate agli spettacoli. Il teatro aveva connotazioni religiose, civili e politiche; per i Greci,
infatti, non era solo occasione di divertimento e di evasione, ma era considerato un luogo dove rafforzare il senso della
comunità civica e imparare precetti religiosi. Non meraviglia dunque che il sacerdote di Dioniso, dio del teatro, sedesse sul
sedile centrale, che fosse presente un altare sacrificale (thymele) e soprattutto che le rappresentazioni facessero parte delle
numerose feste in onore degli dei. Nonostante il ruolo fondamentale del teatro nell'ambito dei santuari, originariamente
esso era una struttura provvisoria, essenzialmente in legno, e smontabile.
Il teatro di Dioniso ad Atene, negli anni centrali del V secolo a.C. che vedono il fiorire della tragedia attica e della cosiddetta
"commedia antica1' nonché la definizione dei principali generi teatrali, risulta una struttura relativamente semplice
edificata in materiale deperibile; solo nella seconda metà del IV secolo a.C. si trasforma in una struttura in pietra. Nel corso
del IV secolo a.C. in tutta la Grecia sembrano scomparire gli antichi teatri lignei sostituiti da edifìci in pietra di scenografica
monumentalità, che si inseriscono nel paesaggio urbano. Il teatro greco si evolve dunque da semplice spiazzo per il pubblico
a spazio delimitato con panche di legno infine a opera architettonica vera e propria, rimanendo però sempre una struttura
a cielo aperto.
Già nei più antichi teatri si ritrovano le tre parti essenziali: la cavea (kòilon), a pianta semicircolare, nella quale sono disposte
le gradinate suddivise in settori, è in genere addossata a una collina per sfruttarne il pendio naturale.
L'orchestra da orcheomai (che significa "danzare"), circolare, collocata tra il piano inferiore della cavea e la scena, è lo spazio
centrale del teatro greco, quello riservato al coro. I due ingressi per l'orchestra sono le pàrodoi, aperte fino al III secolo a.C.
e poi chiuse da porte.
Infine la scena (da skenè che significa tenda), una costruzione a pianta allungata, disposta perpendicolarmente all'asse della
cavea, inizialmente semplice e in legno, quindi sempre più complessa e abbellita da colonne, nicchie e frontoni, situata a
un livello più alto dell'orchestra con la quale comunica mediante delle scale.
Il Partenone
Tra le realizzazioni del periodo di Pericle spicca il grande programma edilizio realizzato ad Atene, nel quale un ruolo centrale
è rivestito dalla fabbrica del Partenone, di cui Fidia fu il sovrintendente. L'inizio dei lavori dell'edifìcio, progettato
dagli architetti Ictino e Callicrate e sorto sul luogo di un tempio precedente, risale al 448-447 a.C.
Il tempio presenta una peristasi di 8 x 17 colonne doriche, assai vicine tra loro e molto accostate al nucleo centrale della
cella. Il pronao e l'opistodomo avevano gli intercolumni chiusi da cancellate, per proteggere i doni preziosi depositati al loro
interno. Dall'opistodomo si entra in un vano non comunicante con la cella, chiamato Partenone e forse da porre in relazione
alle vergini (parthenoi) incaricate della tessitura del peplo offerto ad Atena in occasione delle feste panatenaiche. La cella
è lunga 100 piedi attici e per questo il tempio veniva chiamato Ekatòmpedon, prima che nel IV secolo a.C. il nome Partenone
venisse esteso a tutto l'edificio. All'interno della cella le colonne si dispongono lungo le pareti laterali e in corrispondenza
di quella di fondo, di fronte alla quale si trova il basamento della statua della Parthenos. Il tempio è inaugurato nel 438 a.C,
ma solo nel 432 a.C. viene terminata la decorazione architettonica a cui lavorano molti artisti sotto la direzione di Fidia.che
ne fu l’ideatore. Le metope rappresentano la lotta tra Centauri e Lapiti sul lato meridionale, la Gigantomachia a est, la
distruzione di Troia a nord e l'Amazzonomachia sul lato occidentale.
Il fregio continuo che