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SOLCO TEMPORALE SUPERIORE.
STP → area temporale superiore polisensoriale, si colloca a livello del solco temporale superiore,
è un’area INTEGRATIVA = non risponde solo a una sottomodalità visiva, ma mette insieme le
diverse informazioni sensoriali.
Per studiare quale funzioni deputare alle varie aree della corteccia inferotemporale, gli studiosi
hanno esaminato diversi casi di agnosia.
AGNOSIA = perdita sensoriale più perdita percettiva.
Prof. Fogassi
Neurofisiologia dei Processi Mentali dal 13/10 al 28/10
1. Agnosia appercettiva, provocata dalla lesione posteriore della corteccia inferotemporale:
incapacità di tipo percettivo → alterazione del processo di riconoscimento di un oggetto
come unione di diverse caratteristiche visive.
2. Agnosia associativa, provocata dalla lesione anteriore della corteccia inferotemporale:
alterazione di un livello funzionale di ordine superiore (connessioni con la memoria), che
permette di associare la rappresentazione sensoriale di un oggetto con la nozione del
significato o della funzione dell’oggetto stesso.
Nel processamento dell’informazione visiva, dall’area V2 alla inferotemporale i campi recettivi
aumentano di dimensione. Nella TE, in particolare, raggiungono le dimensioni di un intero
emicampo visivo (nonostante si mantenga la controlateralità). Quando il campo recettivo è grande,
il neurone risponde sempre al passaggio dello stimolo, indipendentemente dalla sua posizione
all’interno del campo visivo → si perde la RETINOTOPIA = non è più importante dove si trova
l’oggetto, a questo livello è importante riconoscerlo, ovvero assegnargli un significato.
I neuroni del sistema visivo rispondono, quindi, a stimoli via via più complessi.
→ i neuroni variano la loro frequenza di
Nell’area TE influisce largamente l’ATTENZIONE
scarica in base al grado di attenzione che l’individuo ha per lo stimolo al quale sono recettivi.
L’attenzione rende saliente la presenza di uno stimolo, e la sua azione è molto minore da V1 a V4.
Nella corteccia inferotemporale entra in gioco anche l’APPRENDIMENTO che ci permette di
riconoscere e attribuire un significato agli stimoli. In particolare l’APPRENDIMENTO
→ es. se un neurone è selettivo a ☆ ☆
ASSOCIATIVO e per molte volte alla presentazione di io
△, ☆che △
associo quello stesso neurone imparerà a rispondere sia a a (funziona anche per
associazioni non necessarie).
Anche l’ASPETTATIVA della presentazione di uno stimolo influisce sulla scarica elettrica del
→ quando il soggetto si aspetta che un determinato
neurone oggetto entri nel proprio campo visivo,
il neurone che risponde a quello stimolo risponde prima della presentazione dell’oggetto, più
velocemente e con maggiore intensità.
Nella corteccia inferotemporale ritroviamo ancora una ORGANIZZAZIONE COLONNARE, a
→
questo livello i neuroni di una stessa colonna rispondono alla somiglianza di sagoma
rappresentazioni simili dello stesso oggetto vengono riconosciute dai neuroni di una stessa colonna.
Rispetto a V1 (100 micron Ø), qui le colonne sono molto più grandi, nell’ordine dei 400 micron di
diametro.
Sono stati condotti studi sui neuroni della corteccia inferotemporale per quanto riguarda l’analisi
delle FIGURE ILLUSORIE. Si è visto che un neurone selettivo a una determinata sagoma risponde
→ un
anche quando essa è incompleta. Quindi si può parlare di SELETTIVITÀ GRADUALE
neurone risponde a uno stimolo ottimale, ma anche a stimoli di forma simile.
Non solo, ma gli studiosi hanno testato quello stesso neurone anche alla percezione del COLORE,
ed hanno riscontrato che lo stesso neurone che percepisce la forma, nella corteccia inferotemporale
risponde anche a una mescolanza di colori primari =
Principio Di Costanza nella corteccia inferotemporale abbiamo una prima fase
Percettiva di INTEGRAZIONE DI PROPRIETÀ
Capacità di riconoscere sempre PERCETTIVE (forma-colore) che in V4 ancora non
l’identità dei singoli oggetti nonostante c’era. Ciò sta alla base del PRINCIPIO DI
le loro immagini retiniche possano INVARIANZA PERCETTIVA il quale si basa sulla
essere molto diverse a seconda delle categorizzazione. Il cervello umano riesce a categorizzare
condizioni visive. uno stimolo grazie a diversi meccanismi:
Prof. Fogassi
Neurofisiologia dei Processi Mentali dal 13/10 al 28/10
★ COSTANZA RISPETTO ALLE DIMENSIONI = le risposte neurali non variano quando le
dimensioni dell’immagine sulla retina cambiano.
★ COSTANZA RISPETTO ALLA POSIZIONE = il neurone fornisce una stessa risposta allo
stesso stimolo proiettato in posizioni diverse del campo percettivo.
★ INVARIANZA DELLE FORME = l’oggetto viene sempre percepito come lo tesso
nonostante le variazioni di riflettanza (contrasto, colore, trama).
★ INVARIANZA RISPETTO AL PUNTO D’OSSERVAZIONE = costanza percettiva di
oggetti tridimensionali osservati da angoli visuali diversi → la maggior parte dei neuroni è
sintonizzata a vedere oggetti tridimensionali secondo angoli visuali particolari = in molte
condizioni viene meno.
Molti neuroni, quindi, vanno oltre la percezione dei dettagli per operare una generalizzazione di
caratteristiche e inserire gli stimoli in categorie → abbiamo bisogno di generalizzare per
riconoscere gli oggetti. → capacità di distinguere oggetti di categoria
PERCEZIONE DI CATEGORIA diversa anche
quando gli oggetti appartenenti a una stessa categoria non sono distinguibili fra loro → semplifica il
comportamento. Per la maggior parte degli stimoli le rappresentazioni categoria-specifiche si
generano nella CORTECCIA PREFRONTALE, dove le risposte visive sono legate al significato
comportamentale degli stimoli, ma neuroni con RISPOSTA CATEGORIA-SPECIFICA sono
presenti anche a livello della corteccia inferotemporale.
Riconoscimento Degli Stimoli Biologici Animati
Tutti gli animali riescono a discriminare tra stimoli animati e stimoli inanimati, siano essi appratenti
alla propria specie o a specie differenti. Questo perché, ad esempio, il movimento biologico ha
caratteristiche peculiari, come velocità e accelerazione (es. non si muovono a scatti), che
permettono di inserirli in categorie specifiche.
Per gli oggetti animati operiamo sia un riconoscimento generale che uno specifico.
I neuroni del SOLCO TEMPORALE SUPERIORE riconoscono parti del corpo specifiche (teste,
facce, mani, tronco e gambe). Ed esempio esistono dei neuroni specifici per il riconoscimento di
mani che interagiscono con oggetti → riconoscono l’atto, non gli oggetti componenti. Questo ci
dice che nel nostro cervello ci sono rappresentazioni specifiche di mani che manipolano, mani che
tendono, mani che spezzano e così via.
Riconoscimento Delle Facce
Domanda: le facce vengono riconosciute come stimoli unitari co come somma di componenti
(occhi, bocca…)?
Esistono entrambi questi tipi di neuroni: quelli che rispondono a facce complete e quelli che
rispondono alle caratteristiche dei volti. Questo è stato appurato studiando neuroni che
☺.
rispondevano anche a facce stilizzate Alcuni neuroni sono selettivi solo a un tipo di faccia.
Ci sono anche neuroni selettivi per la direzione dello SGUARDO.
Nell’uomo è stata localizzata una regione della corteccia visiva specifica per il riconoscimento
delle facce, accanto vi è un’altra regione specifica per la percezione di parti del corpo.
→ risultato
La faccia è uno stimolo complesso dotato di specificità neuronale in corteccia
dell’evoluzione (altre specie non hanno aree specifiche per il riconoscimento dei volti).
Prof. Fogassi
Neurofisiologia dei Processi Mentali dal 13/10 al 28/10
→ non riconoscono i
Gli studi sull’uomo sono stati fatti su pazienti affetti da PROSOPAGNOSIA
volti, anche se familiari, ma possono riconoscere le persone dal suono della voce, dal modo di
abbigliarsi = è specifica per il canale visivo che riconosce le facce.
Quindi…
L’analisi della forma è svolta a partire dalla via parvocellulare e si snoda, poi, nella via ventrale
attraverso il lobo inferotemporale, passando per V4. I neuroni ad alta complessità di elaborazione
della corteccia inferotemporale fungono da interfaccia per altre funzioni cerebrali (come la
memoria - ippocampo). Lungo la via ventrale (da V1 a IT) variano diversi aspetti e si arriva a
neuroni che presentano notevoli capacità invarianti che, inoltre, subiscono una forte influenza
dall’attenzione.
Oltre agli oggetti inanimati, il sistema visivo elabora anche gli stimoli animati attraverso neuroni
selettivi per questi stimoli. La maggior parte degli studi sono stati condotti sull’analisi delle facce.
Si possono distinguere due filoni: uno ritiene che lo stimolo faccia sia in realtà un aggregato di più
caratteristiche e che i neuroni rispondano a queste componenti; l’altro ritiene che la faccia sia uno
stimolo a sé stante, percepito nel suo insieme e riconosciuto da neuroni altamente selettivi. Gli studi
hanno dato credito a questa seconda ipotesi, localizzando una regione a livello del labbro inferiore
del solco temporale superiore (FFA) che contiene neuroni selettivi soltanto allo stimolo faccia. Tali
studi sono stati condotti attraverso la tecnica della risonanza magnetica funzionale su scimmie alle
quali venivano presentati diversi stimoli visivi e si andava ad osservare l’attivazione a livello
cerebrale. In questo modo è stata localizzata anche un’altra zona (EBA) che contiene una
somatotopia delle parti corporee esclusa la faccia, quindi contiene neuroni selettivi, per esempio,
alla mano, alla gamba, al tronco e così via.
Come abbiamo visto il sistema visivo opera diversi livelli di analisi dell’informazione visiva, sia in
modo gerarchico che in parallelo allo
stesso tempo → all’inizio processa le
componenti semplici degli stimoli e poi
le riunisce per operare il riconoscimento
dell’oggetto. Quindi abbiamo:
★ PROCESSAMENTO DI
BASSO LIVELLO: orientamento
(V1), colore contrasto (cell.
ganglionari), disparità, direzione del
movimento;
★ PROCESSAMENTO DI
LIVELLO INTERMEDIO:
integrazione dei contorni, proprietà
delle superfici, discriminazione della
forma, profondità delle superfici,
segmentazione delle superfici,
caratteristiche cinematiche degli
oggetti;
★ PROCESSAMENTO DI ALTO
LIVELLO: identificazione dell’oggetto
come qualcosa che rientra in una
categoria.
Prof. Fogassi
Neurofisiologia dei Processi Mentali dal 13/10 al 28/10
Evidentemente, il sistema nervoso non può permettersi di analizzare tutte le informazioni visive in
un unico circuito, per questo lo fa in parallelo, dividendo