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L'ovogenesi

Ancor prima della nascita, durante la vita embrionale, le cellule destinate a diventare cellule uovo (ovogoni) si moltiplicano. Possono essere prodotti anche milioni di ovogoni, ma solo una parte di questi si trasforma in ovocita I. Questi sono in grado di iniziare la meiosi I bloccandosi però nella fase di diplotene della profase I. È in questo momento che gli ovociti I aumentano le loro dimensioni accrescendo la propria massa citoplasmatica. Lo scopo è quello di accumulare sostanze che saranno utilizzate in un secondo momento. Gli ovociti restano bloccati fino alla pubertà, quando vengono attivati da alcuni ormoni. Ciclicamente un singolo ovocita termina la meiosi I ed inizia la meiosi II bloccandosi di nuovo, in metafase II. Ad ogni ciclo sono prodotti un ovocita II ed un polocita I o globulo polare. Si ha una divisione ineguale e non simmetrica della cellula madre. Nel momento della fecondazione l'ovocita II riprende e termina la meiosi.

II per poi fondere il proprio nucleo con quello dello spermatozoo: solo se si ha la fusione tra ovocita e spermatozoo, si avrà la maturazione definitiva dell'ovocita. In questo momento viene prodotto un altro polocita II ed una cellula uovo (ovulo).

Nella femmina la produzione degli ovociti, ossia la maturazione delle cellule germinali (ovogoni), inizia già durante l'embriogenesi. Gli ovogoni migrano nelle prime settimane di gestazione nelle gonadi, e iniziano a moltiplicarsi, tanto è che intorno al V-VI mese di gravidanza si hanno circa 7 milioni di ovociti I contenuti all'interno dei follicoli primari nell'ovaio. Il numero degli ovociti dopodiché comincia a diminuire, tanto è che alla nascita ne abbiamo circa 400 mila.

Nella donna, proprio perché alla nascita il numero di ovociti che hanno intrapreso la maturazione è già stato definito e c'è stata anche, con un meccanismo di morte

cellulare programmata, un ridimensionamento del numero, la gametogenesi non può avvenire per tutta la vita, ma gli ovociti verranno liberati dall'ovario in numero di 1 al mese dalla pubertà fino ai 45-50 anni di vita. Dopo questo arco di tempo non si hanno più ovociti che possono intraprendere la maturazione e pertanto si entrerà in uno stadio chiamato menopausa, nel quale non si produrranno più gameti femminili. Alla nascita si hanno quindi 400 mila ovociti maturi, questi matureranno nel numero di 1 al mese (seppur siano più di uno gli ovociti che intraprendono la maturazione, è solo uno che effettivamente la completerà, e gli altri regrediranno). Nel maschio invece la gametogenesi inizia a partire dalla pubertà e si mantiene inalterata per tutta la vita, nonostante dopo una certa età, nell'anziano, si vada incontro ad andropausa, una diminuzione sostanziale della gametogenesi, non una cessazione. Questa

è una differenza molto importante tra uomo e donna e se ne deve tener conto per alcune patologie: per esempio i raggi X e altre radiazioni possono essere dannose sulle gonadi, così come alcuni farmaci, dunque nel maschio possono causare un danno non definitivo poiché la spermatogenesi è continua, nella donna invece un danneggiamento della corticale dell'ovaio può comportare la sterilità. Se si pongono a confronto la maturazione dell'ovogonio e la maturazione dello spermatogonio, si nota che lo spermatogonio matura attraverso due divisioni riduzionali, che comportano la formazione per ogni spermatogonio A che viene prodotto di quattro spermatozoi, quattro gameti aploidi con un corredo cromosomico di 23 cromosomi. Nel caso della cellula uovo, siccome questa è una cellula che richiede moltissimo nutrimento per potersi sviluppare essendo molto grande, la meiosi porta alla formazione di un solo ovulo, un solo ovocita maturo. Se si

Osservano le due divisioni meiotiche, si nota che delle due cellule che si formano, una delle due, chiamata globulo polare, verrà espulsa sia alla fine della divisione meiotica sia alla fine della seconda. Soltanto una delle due cellule che derivano dalla divisione mitotica I e poi successivamente dalla divisione meiotica II compirà il processo di maturazione.

Il primo globulo polare viene espulso quando l'ovocita ricomincerà la meiosi a partire dalla pubertà, mentre il secondo globulo polare o corpuscolo polare verrà espulso poco prima della fecondazione perché la seconda divisione meiotica verrà completata soltanto al momento della fecondazione.

Le tube uterine, dette anche salpingi o trombe di Falloppio o ovidutti, sono organi cavi che rappresentano il primo tratto delle vie genitali femminili. Sono poste al lato dell'utero e circondano le ovaie, collegandole all'utero.

Ogni tuba è suddivisibile in tre

Parti:

  1. L'infundibolo, che è formato da prolungamenti mobili della parete detti fimbrie, il più lungo dei quali, la fimbria ovarica, è fissato all'ovaio. Le fimbrie sono fondamentali per captare e convogliare all'interno delle tube l'ovocita, che è stato precedentemente liberato nella borsa ovarica.
  2. La parte iniziale dell'infundibolo è dilatata e prende il nome di ampolla, nella quale avviene la fecondazione, che non avviene dunque nell'utero ma nelle tube uterine. Gli spermatozoi sono risaliti verso la vagina, l'utero e attraverso le tube fino a raggiungere l'ampolla. Una volta avvenuta la fecondazione, lo zigote, che continua a dividersi divenendo blastocisti, si implanterà poi nella parete dell'utero.
  3. L'istmo della tuba, la parte uterina o intramurale, che attraversa la parete dell'utero.

La parete della tuba si modifica man mano progredendo dall'infundibolo fino alla parte intramurale.

Essendo un organo cavo, presenta una parete costituita da varie tonache:

- una tonaca mucosa. La tonaca mucosa a livello dell'istmo e della parte intramurale assume un aspetto regolare, mentre nell'ampolla si estroflette profondamente nel lume dell'organo rendendolo anfrattuoso, e rendendo difficile per l'ovocita attraversare questa zona. Dunque l'ovocita staziona nell'ampolla una volta che viene catturato dalle fimbrie. In questa sede aspetta lo spermatozoo, affinché questo possa fecondarlo. La parete della tuba è dunque adatta ad accogliere l'ovocita e a mantenerlo. La tonaca mucosa è formata da un epitelio cilindrico semplice in cui sono intercalate numerose cellule basali e cellule ciliate, il cui numero e presenza varia nel corso del ciclo ovarico: le ciglia hanno il compito di creare una corrente di secreto in direzione dell'utero. Al di sotto dell'epitelio è presente una lamina propria di tessuto.

connettivo lasso.- una tonaca sottomucosa quasi assente- una tonaca muscolare, la quale aumenta il suo spessore nella parte intramurale della tuba perché si arricchisce anche dellamuscolatura della parete uterina- una tonaca avventizia, rappresentata dal peritoneo. Le tube sono organi intraperitoneali, infatti sono avvolte dallamesosalpinge, la quale è una lamina peritoneale che è dipendenza del legamento largo dell’utero. La mesosalpinge contiene numerosi vasi sanguigni, estremamente ramificati, che danno nutrimento a tutta la parete delle tube.

L’utero è l’organo della gestazione, nel quale si annida la blastocisti, dalla quale si svilupperà l’embrione e infine il feto. L’utero contribuisce inoltre alla fuoriuscita del feto durante il parto grazie alla contrazione della sua parete. È un organo impari, e rappresenta una dilatazione delle vie genitali femminili. È ospitato nella cavità

L'utero è un organo situato nella cavità pelvica, dove occupa una posizione mediana. È posto obliquamente nella cavità addominale, orientato dall'indietro in avanti e dal basso verso l'alto. È circondato completamente dal peritoneo, che si ispessisce lateralmente a formare i legamenti larghi, i quali ancorano l'utero alle pareti laterali della cavità addominale. Superiormente e posteriormente il legamento largo si ispessisce per dar luogo alla mesosalpinge e al mesovario, nonché al legamento proprio dell'ovaio. Inoltre, dal legamento largo si forma il legamento rotondo che, portandosi in avanti nello spessore del legamento largo, raggiunge la parete addominale anteriore, attraversa il canale inguinale e si porta esternamente nello spessore delle grandi labbra. Inferiormente il legamento largo si ispessisce per dare origine al legamento sacro-uterino, che collega il collo dell'utero all'osso sacro. Questo è fondamentale per mantenere l'utero in una posizione stabile.

così come gli altri mezzi di fissità, possiamo menzionare i legamenti cardinali, che tengono adeso l'utero al pavimento della cavità addominale, ossia al diaframma urogenitale; inoltre a mantenere l'utero in posizione è presente del tessuto adiposo che colma gli angoli e le depressioni che rimangono tra l'utero e gli organi adiacenti. L'utero ha la forma di una pera ed è formato da tre parti: - una parte superiore a cupola, il fondo - una parte centrale, il corpo, che presenta internamente una cavità di forma triangolare chiamata 'arbor vitae', perché a questo livello avviene la gestazione e dunque la produzione della vita. - una parte inferiore che entra parzialmente nella vagina e che prende il nome di collo o cervice. Questo termina con un'estremità che prende il nome di muso di tinca. L'aspetto dell'utero cambia dalla nascita alla menopausa: nel neonato il collo ha dimensioni molto grandi.

più grandi di quelle del fondo e del corpo, e durante l’infanzia queste proporzioni vengono mantenute, mentre dalla pubertà in poi aumentano le dimensioni del corpo a discapito di quelle del collo che rimangono invariate. Cambia l’aspetto dell’utero anche tra le donne nullipare (che non hanno mai avuto figli) e le donne che hanno avuto figli: l’aspetto del corpo cambia e il lume diventa più ampio nelle donne con figli. Nella menopausa si ha una regressione delle dimensioni del corpo e del fondo, che si atrofizzano, mentre il collo rimane delle stesse dimensioni.

L’utero rispetto alla vagina forma un angolo ottuso aperto anteriormente, che prende il nome di antiversione. Inoltre tra corpo e collo dell’utero viene a crearsi un altro angolo, sempre aperto anteriormente che assume il nome di antiflessione. Dunque l’utero risulta essere antiflesso e antiverso (rispetto alla vagina) nella sua posizione naturale. In alcune persone o in

Alcuni momenti durante l'arco della vita si può avere uno spostamento dell'utero rispetto al suo asse e quindi lo possiamo trovare retroflesso (l'angolo formato tra corpo e collo dell'utero è proi
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Scienze biologiche BIO/16 Anatomia umana

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Giuliapeis di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Anatomia dell'uomo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Cagliari o del prof Serra Maria Pina.
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