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RELAZIONE SFORZI/DEFORMAZIONI
Quando una roccia si comporta elasticamente, le
deformazioni e le forze agenti sono direttamente
proporzionali (legge di Hooke). Raggiunto un
determinato valore delle forze agenti (dipendente
dalla roccia e dalla condizioni al contorno), la
relazione tra sforzi e deformazioni non è più lineare.
Raggiunto il limite di rottura della roccia
(dipendente anch’esso dalla roccia e dalla
condizioni al contorno) la roccia si frattura e viene
liberata l’energia potenziale accumulata nello
sforzo.
ROCCE POROSE: nelle rocce porose la resistenza
alla rottura può diminuire bruscamente in caso di
aumento della pressione del fluido contenuto nei
pori (apporto di acqua da aree esterne)
Genesi dei terremoti FAGLIE
SISMOGENETICHE: faglie in grado di generare terremoti
SISMOGENETICHE PRIMARIE: faglie che hanno generato in tempi recenti i terremoti di
maggiore magnitudo
CAPACI: faglie suscettibili di movimento in seguito ad un sisma generato da un’altra faglia e
responsabili di deformazioni superficiali del terreno
ASPERITA’: area di maggiore resistenza sul piano di faglia in cui si accumula lo sforzo e che può
causare, a causa dell’accumulo di energia, terremoti di grande magnitudo
AREA DI DEBOLEZZA: solitamente è l’area in cui la roccia si rompe e da cui si origina il
terremoto. Da questo punto la rottura si muove lungo il piano di faglia con una velocità di circa 3
km/s. Non bisogna confondere il movimento della rottura lungo il piano di faglia con la propagazione
delle onde sismiche
BARRIERA: zona di maggiore resistenza di una faglia ed in corrispondenza della quale non si
verifica rottura che invece avviene nelle zone adiacenti fino all’isolamento della barriera stessa che, in
questo caso, diviene una ASPERITA’. In corrispondenza delle asperità gli sforzi continuano ad
accumularsi fino al raggiungimento del limite di rottura con conseguente genesi di un terremoto di
grandi proporzioni.
Genesi dei terremoti
TIPOLOGIA DI FAGLIE
DIRETTA INVERSA
TRASCORRENTE
Genesi dei terremoti
TETTONICA DELLE PLACCHE
PLACCHE LITOSFERICHE: la litosfera risulta
suddivisa in un certo numero di placche in moto
relativo tra di loro dell’ordine del cm/anno. Ne sono
state individuate più di 10 ed i loro confini non
coincidono mai con quelli dei continenti
UBICAZIONE e GENESI: la teoria della tettonica
delle placche fornisce informazioni sulle aree dove è
più probabile che si generino terremoti e sulle modalità
della loro genesi
IL MOTORE DELLE PLACCHE: i movimenti
convettivi nel mantello superiore fornirebbero
l’energia per il movimento delle placche e la genesi dei
terremoti. Secondo alcune teorie, la spinta delle
placche oceaniche dense che si immergono sono quelle
continentali più leggere determinerebbe il movimento
delle placche stesse. I materiali del mantello inferiore
sui tempi geologici hanno comportamento fluido. Se
sottoposti invece a sollecitazioni brevi come le onde
Genesi dei terremoti sismiche hanno comportamento rigido.
TETTONICA DELLE PLACCHE
AREE A MAGGIORE SISMICITA’: le aree a maggiore sismicità sono quelle in cui
le placche interagiscono con movimenti differenziali. Queste zone sono: le dorsali
oceaniche, le fosse di subduzione, le catene montuose recenti
MARGINI: i margini delle placche sono di 3 tipi.
CONVERGENTI: due placche convergono, si genera una fossa di
subduzione, viene consunta litosfera
DIVERGENTI: due placche divergono, si ha una dorsale, viene
prodotta nuova litosfera
TRASCORRENTI: i movimenti relativi sono prevalentemente
orizzontali, si generano i terremoti più imponenti
Genesi dei terremoti
DISTRIBUZIONE TERREMOTI
Genesi dei terremoti
TEORIA DEL RIMBALZO ELASTICO
REID: studiando il terremoto di San Francisco del 1906 il
sismologo Reid formulò la teoria del Rimbalzo elastico (Elastic
rebound theory) per descrivere la genesi dei terremoti. Tale teoria
è ancora oggi valida
MECCANISMO: il terremoto consiste in un veloce rilascio
elastico dell’energia che si è accumulata nelle rocce sottoposte a
forze che risiedono nel mantello. Tali forze deformano le rocce
della litosfera; superata, in un determinato punto dell’area
deformata, la soglia di resistenza della roccia si genera una faglia
che si propaga velocemente al resto dell’area deformata. Le rocce
deformate, nel recuperare la posizione originaria precedente alla
deformazione, rilasciano l’energia accumulata
VELOCITA’ DI PROPAGAZIONE DELLA FAGLIA: la
frattura si origina in un punto di debolezza del volume deformato e
si propaga nella roccia ad una velocità inferiore a quella delle onde
sismiche
Genesi dei terremoti
LE PLACCHE “MEDITERRANEE”
SITUAZIONE COMPLESSA: nel Mediterraneo
convivono tipologie di sforzi diversi dovuti
principalmente all’interazione della placca
euroasiatica con quella africana. Le due placche
convergono secondo una direttrice
approssimativamente disposta NW-SE. La tettonica
compressiva ha generato le Alpi, nel Tirreno ci sono
indizi di sforzi distensivi e in Turchia sono altresì
presenti movimenti trascorrenti
DISTRIBUZIONE DEI TERREMOTI: gli
epicentri si concentrano in una fascia che va dalle
Azzorre alla Sicilia, lungo tutto l’Appennino, nel
Mare Egeo ed in Turchia
Genesi dei terremoti
TERREMOTI NEL MEDITERRANEO
Genesi dei terremoti