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Estratto del documento

Il neorealismo pone invece l'enfasi sulla struttura del sistema internazionale ed evita di far

discendere la violenza nelle relazioni fra stati dalla natura egoistica e violenta dell'uomo.

Per quanto riguarda il punto di vista neorealista rispetto al processo di integrazione europea, questo

si basa sull'idea che la nascita della CEE si spiegherebbe in termini di intensificazione della

cooperazione tra stati nel contesto della Guerra fredda voluta da un gruppo di stati per tutelare i

propri interessi nazionali e guidata dalla volontà degli stati più forti.

Il neoliberalismo mette in primo piano la formazione delle preferenze nazionali e i processi

negoziali tra stati. Anche in tale approccio però gli stati rimangono gli attori principali del processo

di integrazione europea e la negoziazione intergovernativa fornisce la chiave per spiegare le

dinamiche dell'integrazione.

Un altro approccio è quello dell'istituzionalismo intergovernativo che con Keohane affronta il tema

della crescente istituzionalizzazione in seno alla politica internazionale.

L'Ue è considerata un'istituzione quasi costituzionale e il comportamento dello stato è condizionato

dallo sviluppo dei processi di istituzionalizzazione.

L'analisi che si ispira a tale approccio dedica ampio spazio allo studio della relazione tra stati e

istituzioni dell'UE.

Questione centrale è perchè gli stati hanno deciso di caratterizzare l'UE con istituzioni sia

intergovernative (Consiglio), sia sovranazionali (Commissione e Corte di giustizia), sia

rappresentative (Parlamento).

L'approccio dell'intergovernativismo liberale ha quali assunti principali:

1. la nascita e lo sviluppo dell'integrazione europea possono essere spiegati solo con

riferimento alle teorie generali delle relazioni internazionali

2. l'UE è assimilabile a un regime internazionale creato per governare l'interdipendenza

economica attraverso una coordinazione di politica negoziata

3. il neo- funzionalismo non ha saputo spiegare in maniera sufficiente l'integrazione

europea

4. lo sviluppo del processo integrativo è solo in parte riconducibile al meccanismo dello

spillover, poichè esso si deve alla volontà politica e alle capacità negoziali dei governi

degli stati membri

5. il neofunzionalismo è un idealtipo o una pre teoria dell'integrazione regionale.

Il punto di partenza è fornito da quelli che sono i limiti dell'approccio neofunzionalista.

Secondo Moravcsik la teoria dell'integrazione regionale dovrebbe essere integrata, se non sostituita,

da una teoria generale della risposta politica nazionale all'interdipendenza mondiale.

Tutto ciò significa che la CE dovrebbe essere considerata come un regime internazionale progettato

per promuovere la coordinazione politica e come il risultato di strategie elaborate dai governi in

base alle loro preferenze e al loro potere.

Le istituzioni sovranazionali dunque:

contribuiscono a gestire l'interdipendenza mondiale attraverso complesse tecniche negoziali

• si sobbarcano direttamente di gran parte dei costi che le politiche di gestione

• dell'interdipendenza comportano.

Le istituzioni dell'UE sono dunque considerate strutture passive la cui utilità deriva dal loro essere

funzionali allo sviluppo di un'efficace negoziazione intergovernativa.

Per l'autore sarebbero due gli elementi che distinguono l'UE dagli altri regimi internazionali:

il voto a maggioranza qualificata

◦ l'esistenza di istituzioni centrali semi autonome alle quali è stata trasferita

◦ parte della sovranità statale.

Le critiche rivolte a tale approccio si riferiscono al fatto che:

è un approccio senza contenuti teoretici

▪ è troppo concentrato sulle politiche di formazione delle

▪ preferenze nazionali e sulla negoziazione che perde di vista le

importanti innovazioni sovranazionali

pone scarsa attenzione al ruolo dei funzionari internazionali e

▪ agli attori economici transnazionali

non tiene conto delle interazioni tra istituzioni sovranazionali.

La multi-level governance( MLG)

Tale teoria nasce dalla presa d'atto di crescente importanza che le autorità locali e regionali stanno

assumendo nel sistema dell'UE. Hooghie individua una pluralità di sistemi di governi lungo un

continuum di ruoli che collegano fra loro vari livelli e, fra questi dovrebbe realizzarsi una

distribuzione di poteri attraverso reti della politica.

Il contenuto complesso di tale approccio può così riassumersi:

1. le competenze decisionali sono condivise da una pluralità di attori che agiscono a vari livelli

2. si sviluppa così un processo decisionale collettivo che provoca una significativa riduzione

delle capacità di controllo e di rappresentanza da parte dei governi nazionali

3. entra dunque in crisi la tradizionale distinzione tra politica interna e internazionale.

La MLG studia in particolare i modi con cui:

1. l'europeizzazione influisce sulla governance regionale

2. le autorità regionali rispondono alle sfide lanciate dall'europeizzazione

3. le autorità regionali attivano attori economici, politici, sociali

4. le istituzioni e politiche regionali influenzano la governance europea

5. come la governance europea e regionale si integrano reciprocamente nel sistema europeo di

presa delle decisioni.

Si individuano poi due aree in cui il processo di europeizzazione influenza le strutture subnazionali:

quella economica circa la competizione regionale per gli investimenti e quella politica del

coordinamento e della rappresentanza.

Aalberts parla di fuga tripartita d'autorità dai governi nazionali:

--> verso l'alto, quale conseguenza dello sviluppo del processo di integrazione

--> verso il basso, come conseguenza dell'emprowerment degli enti di governo locale e regionale

--> attorno, in virtù della nascita di networks in funzione di governance pubblica/privata.

Sul Libro bianco della MLG essa è definita come l'azione coordinata dell'UE, degli Stati membri,

degli enti di governo locale e regionale, fondata sul partenariato e volta a definire e attuare le

politiche dell'UE.

La MLG dunque come processo dinamico che fa perno sul principio di sussidiarietà, che consente

di evitare che le decisioni si concentrino su un solo livello di potere.

La dinamica analizzata dalla MLG produce due effetti:

a) investe il sistema delle relazioni internazionali nel senso di guidarlo da una situazione di anarchia

a una di ordine

b) provoca la messa in discussione della struttura ordinata dei sistemi politici nazionali.

Quanto più si rafforza la condizione di interdipendenza, tanto risultano esposte le realtà

subnazionali.

La supanational governance

Tale concetto è inteso come il modo in cui strutture di governo centralizzate hanno giurisdizione su

specifici settori politici all'interno degli stati membri.

L'integrazione è definita come un processo attraverso il quale legami orizzontali e verticali tra attori

sociali, economici e politici emergono ed evolvono. I primi sono quelli che intercorrono in maniera

stabile tra attori non statali che operano nei diversi stati membri dell'UE e che formano il sistema

transnazionale dell'UE. I secondi sono quelli rappresentati dalle relazioni tra le istituzioni dell'UE e

i governi nazionali e subnazionali degli stati membri.

La teoria della supranational governance può riassumersi in blocchi concettuali:

1) la crescita e lo sviluppo degli attori e delle relazioni transnazionali alimentano il processo

sopranazionale dell'integrazione attraverso un potenziamento del ruolo di governo delle

istituzioni sovranazionali

2) le relazioni transnazionali sono all'origine di una nuova domanda politica rivolta alle

istituzioni sovranazionali, le quali sono sollecitate a dare risposte rapide ed efficaci

attraverso gli strumenti legislativi comunitari. Questo processo mette in moto il meccanismo

dello spillover, per cui ad un aumento delle richieste rivolte al sistema UE corrisponde un

aumento dei poteri delle istituzioni sovranazionali

3) il processo di istituzionalizzazione che ne scaturisce provoca uno sviluppo del processo

integrativo

4) i due poli dell'integrazione sono quello intergovernativo e quello sovranazionale.

L'integrazione sovranazionale procede attraverso un continuum di ruoli in tre dimensioni:

normativa, delle istituzioni di governo e della società transnazionale.

Ciò che gli autori intendono spiegare è la natura e l'estensione della governance sopranazionale e il

loro variare lungo le tre dimensioni.

L'attività transnazionale è il vero catalizzatore dell'integrazione europea. Un aumento di tale attività

in una o più politiche comunitarie ha come conseguenza immediata quella di aumentare i costi che

derivano dal mantenere un numero troppo elevato di normative nazionali, per questo i governi sono

più motivati a trasferire alle istituzioni comunitarie nuovi poteri e competenze.

La statualità sostenibile

E' un approccio che condivide con quello della global governance e della democrazia internazionale

l'inadeguatezza qualitativa e di capacità di prestazione del sistema internazionale statocentrico e la

scelta del paradigma dei diritti umani quale paramentro per la trasformazione del sistema in

direzione umanocentrica.

Ciò che invece lo differenzia è il rilievo dato all'individuazione delle forme di statualità sostenibile.

Al centro dell'analisi sta la critica radicale della vecchia forma di stato che non è più in grado di

gestire il monopolio dei contenuti della statualità nè di assicurare la sostenibilità della pratica della

democrazia nello spazio nazionale.

Secondo questo approccio il diritto internazionale dei diritti umani rappresenta il principale punto di

riferimento per la redistribuzione della statualità lungo una scala di livelli che ha come poli l'ente

locale e regionale e le istituzioni sovranazionali.

Per un'efficace riforma strutturale dello stato occorre armonizzare l'ordinamento interno con le

norme e i principi del diritto internazionale dei diritti umani e introdurre gli elementi di stato

sostenibile.

L'Europolity

Schmitter si concentra sui possibili esiti del processo integrativo ed è convinto che l'Europolity

potrebbe assumere una forma di governo di tipo inedito.

Egli immagina due possibili esiti: il consorzio e il condominio.

Il primo assomiglia ad un Europa a geometria variabile con confini territoriali definiti, competenze

distribuite fra i vari livelli di governo, la possibilità per ciascuno stato di scegliere gli obblighi che

intende assumere e la presenza di una pluralità di autorità pr

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A.A. 2018-2019
25 pagine
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SSD Scienze politiche e sociali SPS/02 Storia delle dottrine politiche

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher angela.desimone di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Sistema politico dell'Unione Europea e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Mascia Marco.