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PERCEZIONE
La Gestalt e le leggi di percezione
Gli psicologi della Gestalt nel xx secolo cercarono di capire in che modo organizziamo le diverse
parti del nostro campo di percezione per costruire un insieme che abbia un significato.
"Gestalt=Modello, insieme o forma".
Affermarono allora che gli insiemi che percepiamo sono qualcosa di più della somma delle loro
parti.
Sottolineano così l'importanza della relazione figura-sfondo, cioè la tendenza ad organizzare le
parti dell'immagine separando quelle dello sfondo a quelle della figura. Quando percepiamo i
bordi, iniziamo a fare la distinzione tra lo sfondo e la figura, e consideriamo quei bordi parte di
essa, non dello sfondo.
Considerano 4 elementi secondo i quali tendiamo a distinguere gli stimoli in un determinato
modo o in un altro:
la somiglianza, la vicinanza, la chiusura e la continuità.
In base alla legge della somiglianza si tende ad associare gli elementi con la stessa forma, o in base
alla distanza, o chiudendo un cerchio incompleto perchè nella mente si immagina un cerchio, o a
continuare il percorso delle linee incomplete.
La percezione e le costanze percettive
Le costanze percettive ci permettono di riconoscere stimoli familiari in condizioni variabili.
Ogni volta che qualcosa di conosciuto appare in una condizione diversa, siamo in grado di
riconoscerla lo stesso (es. Una porta che si apre improvvisamente e ''sparisce'' dalla forma che
vedevamo, resta per noi sempre una porta).
Come per le melodie se suonate con un'altra nota.
Le costanze percettive importanti sono:
La costanza della forma (un oggetto, anche se cambia posizione o forma, resta sempre lo stesso)
La costanza della luminanza (anche se cambia la luce lo riconosciamo)
La costanza della dimensione (anche se cambia dimensione a causa della distanza, sappiamo
riconscere).
La percezione della profondità, della distanza e del movimento
La capacità di adattarci a un mondo spaziale ci richiede di distinguere distanze e movimenti degli
oggetti nell'ambiente.
Profondità e distanza: la retina percepisce le immagini in 2D (lunghezza e larghezza) e il nostro
cervello le converte in 3D e lo fa utilizzando le indicazioni di profondità monoculari e quelle
binoculari.
Le indicazioni binoculari richiedono l'uso di entrambi gli occhi. Ogni occhio vede la stessa
immagine leggermente diversa. La profondità viene integrata grazie a rilevatori di
caratteristiche (neuroni sensibili) che sono tarati sulla profondità. Alcuni di questi rilevatori
rispondono solo agli stimoli che si trovano davanti o solo dietro il punto su cui stiamo fissando
lo sguardo.
Con la convergenza, inoltre, possiamo notare che i muscoli dell'occhio convergono verso
l'interno per osservare un oggetto vicino.
Movimento: la retina è il mezzo grazie al quale riusciamo a percepire il movimento.
Il moto relativo di un oggetto su uno sfondo (un uccello) è sinonimo di movimento.
È possibile produrre un'illusione di un movimento fluido se predisponiamo la comparsa in
sequenza di due o più stimoli (come la luce che creano le bolas, la ''scia'').
Questa illusione è detta movimento stroboscopico, e avviene se l'intervallo tra l'accensione di
una luce nel buio e il suo spegnimento, con conseguente riaccensione vicina al posto
precedente, è perfettamente calcolato.
Esempio più comune lo troviamo nei fotogrammi di un film.
La percezione e le illusioni ottiche
Le illusioni sono percezioni affascinanti ma inesatte e sono utili per fornirci informazioni
riguardo il lavoro dei processi percettivi in condizioni normali.
Sono date dai nostri set, ipotesi e costanze.
CAP 7
L’enigma della coscienza
La coscienza è la consapevolezza momento per momento di noi stessi e dell'ambiente.
Essa è soggettiva e privata, dinamica, autoriflessiva, connessa con l'attenzione selettiva.
Per studiare le regioni del cervello che lavorano, si usano tecniche di imaging cerebrale.
Resta il problema della coscienza: come capirla? L'imaging non capta pensieri, opinioni ed
emozioni.
I livelli di coscienza secondo Freud sono tre: Conscia, preconscia (pensieri nascosti), inconscia.
Il livello inconscio poteva essere analizzato tramite la psicanalisi, e conteneva paure,
aggressività, ricordi negativi, che dovevano restare nascoste alla consapevolezza onde evitare ansie
e sensi di colpa.
Nonostante la psicoanalisi sia stata criticata, la scienza resta d'accordo con l'idea che i processi
inconsci possono influenzare il comportamento.
Gli psicologi cognitivi rifiutano l'idea di una mente inconscia guidata da istinti repressi.
Considerano invece la mente conscia e quella inconscia due parti che cooperano in armonia.
Molte attività richiedono l'attenzione (conscia), come svolgere un compito o leggere, altre
richiedono un'elaborazione automatica in cui non serve l'attenzione (compiti di routine o azioni
ben note) perchè già applicata in precedenza per apprendere il compito. Essa però può ridurre la
possibilità di scoprire nuovi approcci, ma facilita l'attenzione divisa, capacità di eseguire più
compiti insieme.
L’attenzione focalizzata
L'attenzione focalizzata è considerata la capacità di rispondere a determinati stimoli.
In un ambiente ricco di stimoli dobbiamo concentrarci solamente su uno e distinguerlo. Come
la voce dell'interlocutore in una discoteca.
Il fenomeno del cocktail-party ne è un esempio.
Con i modelli basati sul filtro si spiega come ci si focalizza su una fonte filtrando gli argomenti
di maggior interesse.
Il filtro iniziale si applica appunto all'inizio ma ha dei limiti in quanto non fornisce spiegazioni
sulla scelta.
Il filtro tardivo si attiva solo dopo aver elaborato tutto. Ha un limite anch'esso: attivandosi alla
fine, si prendono in considerazione solo alcuni elementi e info. È uno spreco di tempo ed energie.
Il filtro dell'attenuazione permette di attenuare gli stimoli e metterli in pausa, appena si
vogliono riconsiderare si possono riattivare. Molto utile.
Il filtro dell'attenzione selettiva ci aiuta a mantenere il focus su una cosa isolando in blocchi il
resto, per una migliore ricerca visiva. Come un riflettore.
L'attenzione divisa
Capacità di svolgere contemporaneamente più compiti.
La somiglianza è un elemento che influenza lo svolgimento di due compiti in simultanea.
Se i due compiti richiedono entrambi capacità visive, la risposta sarà peggiore di due compiti che
richiedono capacità visive e olfattive.
Il controllo esogeno ed endogeno ha influenza sull'attenzione divisa in quanto l'attenzione può
essere richiamata da voci esterne o da voci interne.
Gli effetti intermodali sono due stimoli diversi che possono produrre risultati ottimi.
es. labbra e orecchie ci fanno comprendere meglio una frase. (endogeno: labbra + esogeno:udito).
I ritmi circadiani
Orologi biologici quotidiani.
Circa(intorno) + dies (giorno).
È un andamento ritmico fatto di 24 ore.
Le funzioni ormonali e corporali cambiano in modo da regolare il passaggio da veglia a sonno
in modo ritmico e ciclico.
Nell'ipotalamo, la ghiandola pineale secerne la melatonina, la quale rilassa il corpo e permette di
passare alla fase sonno.
Il ritmo circadiano spontaneo è composto da 25 ore e si attiva se esposti a troppa luce con il tempo.
I mattinieri vanno a letto prima e si alzano presto, la loro vigilanza e temperatura salgono prima.
I ritmi circadiani sono influenzati da natura e cultura. Nei paesi caldi c'è prevalenza di mattutini.
Anche le cause ambientali incidono molto sull'alterazione dei ritmi. Il jet lag ad esempio accade
quando il corpo si adegua ai vari fusi orari.
I turni notturni a lungo andare possono avere effetto disastroso. Incide anche il giorno di riposo che
sconvolge il nuovo ritmo costruito.
S.A.D: seasonal affective disorder
Deprimersi in alcune stagioni dell'anno. In autunno a causa di meno ore di luce.
Il sonno
è visto come un adattamento all'ambiente e alla sopravvivenza. Nel corso dell'evoluzione ogni
specie adatta il suo sonno in base alle esigenze.
Il sonno è fatto di diverse fasi che attraversiamo ogni 90 minuti, le funzioni cerebrali e le
funzioni fisiologiche si modificano.
In fase di veglia le onde beta con cicli di 15-30 al secondo.
Fase 1: La + leggera. Onde Theta tra 3,5 e 7,5 cicli al secondo. È la fase più corta e accenna
sogni e voci.
Fase 2: Iniziano i fusi del sonno con accesso periodico e rapido di attività cerebrale. 12-15 c.s.
I muscoli sono rilassati e respiro e battiti più lenti. Iniziano i sogni.
Fase 3: Onde Delta costanti tra 0,5 e 2 c.s. Più si intensificano, più ci si avvicina alla fase 4.
Fase 4: Insieme alla 3 è considerata sonno a onde lente.
Dopo mezz'ora si torna alla fase 3 e 2 e inizia la fase REM. Con il passare delle ore la fase 3 si
accorcia e si allunga la REM.
La fase REM è utilizzata per studiare il sogno. Se si viene svegliati durante questa fase, si ricorda il
sogno. Le attività cerebrali registrate in questa fase sono simili a quelle della veglia. Il cervello invia
segnali che rendono difficile la contrazione dei muscoli volontari: causa di paralisi del sonno.
Il cervello non dorme. Ecco alcune zone che restano attive e hanno un ruolo chiave:
La zona del prosencefalo resta attiva e regola l'addormentamento.
La formazione reticolare pontina contiene i neuroni che attivano funzioni come muscoli e occhi.
Il sistema limbico fa si che l'amigdala regoli le emozioni.
La corteccia visuale primaria permette la proiezione delle immagini del sogno.
La corteccia prefrontale invece riduce l'attività: non è infatti possibile effettuare operazioni
complesse come i calcoli.
La quantità del sonno varia per età:
I neonati dormono 16 ore circa (50% in REM)
Gli adulti circa 6 ore.
La fase REM aumenta con l'età.
La deprivazione del sonno influisce sull'umore, memoria e sulle capacità cognitive. Ci vogliono
diverse notti per recuperare le capacità perse, mentre le ore non si recuperano.
La velocità di processazione delle informazioni diminuisce se aumentano le ore di sonno perse.
Quando si viene privati della fase REM, ci sarà l'effetto rimbalzo e le fasi REM successive
aumenteranno. Per questo motivo si pensa che la fase rem sia essenziale.
L'adenosina inibisce i circuiti cerebrali che tengono svegli i soggetti e avverte il cervello del
bisogno di riposo. È sempre prodotta dalle cellule in base all'attività svolta.
I disturbi del sonno:
Insonnia
Difficoltà cronica ad addormentarsi, restare addormentati