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Teoria tematica: modulo del generativismo, definisce la natura delle correlazioni sintattiche che
intercorrono tra gli elementi linguistici di una proposizione (cioè di una frase contenente un elemento
predicativo, come un verbo).
La teoria tematica fa riferimento alle informazioni codificate nel lessico dei diversi elementi linguistici che,
oltre a informazioni di tipo categoriale e semantico, esprime:
proprietà argomentali e di sottocategorizzazione, cioè le caratteristiche che implicano quali
costituenti devono necessariamente accompagnare l’elemento affinché abbia senso compiuto;
proprietà di selezione, cioè le caratteristiche che implicano la referenza a determinati concetti,
affinché l’elemento abbia senso compiuto nella frase.
NOTA: le categorie lessicali portatrici di tali proprietà, cioè che richiedono certi costituenti ed assegnano
ruolo tematico (o logico-semantico), sono tipicamente i verbi (ad eccezione degli ausiliari), i nomi, gli
aggettivi e le preposizioni.
Principio di proiezione: principio della grammatica generativa secondo il quale le proprietà insite nel lessico
si proiettano nella sintassi a qualunque livello strutturale.
Principio di proiezione esteso: forma estesa del principio di proiezione secondo cui la posizione del
soggetto come specificatore del sintagma flessionale debba essere sempre riempita, indipendentemente
dal carattere dei verbi in gioco.
Argomento: costituente del sintagma che non può essere omesso, in quanto portatore di un ruolo logico-
semantico.
NOTA: i costituenti non argomentali, cioè privi di un ruolo logico-semantico, sono gli aggiunti e possono,
infatti, essere omessi.
Valenza: dato un elemento linguistico (una testa predicativa), la sua proprietà, codificata lessicalmente, di
richiedere un numero preciso di costituenti obbligatori, cioè di argomenti.
NOTA: si distinguono elementi zerovalenti, monovalenti, bivalenti e trivalenti.
Griglia argomentale (o quadro valenziale): matrice immaginaria che rappresenta il numero di argomenti
richiesto da una determinata testa.
19. Assegnazione dei ruoli tematici
I ruoli tematici che una testa predicativa può assegnare ai suoi argomenti sono:
agente, se corrisponde all’entità che compie l’azione espressa dalla testa (es: Mario compra la
mela);
paziente (o tema), se corrisponde all’entità implicata nell’azione espressa dalla testa, per lo più
subendola (es: Mario ha mangiato la mela);
beneficiario, se corrisponde all’entità che trae vantaggio dall’azione espressa dalla testa (es: Mario
regala una mela a Marco);
esperiente, se corrisponde all’entità che sperimenta la condizione espressa dalla testa (es: la nave
affonda);
possessore, se corrisponde all’entità che possiede la caratteristica espressa dalla testa (es: il libro
appartiene a Mario);
fine, se corrisponde all’entità a cui è diretta l’azione espressa dalla testa (es: Mario smise di
lavorare per mangiare);
provenienza, se corrisponde all’entità da cui qualcosa si muove a seguito dell’azione espressa dalla
testa (es: Mario tornò da Londra ad agosto);
locativo, se corrisponde all’entità (al luogo) in cui si sviluppa o si manifesta l’azione espressa dalla
testa (es: Mario si trovò da solo sulla strada deserta). 9
Principio di corrispondenza della selezione: la selezione categoriale (o selezione-c), cioè l’appartenenza
degli argomenti aventi ruolo tematico ad una certa categoria lessicale, dipende dalla selezione semantica (o
selezione-s), cioè dalla posizione che occupa nella griglia argomentale della testa predicativa a cui fa capo.
NOTA: le dipendenze argomentali e tematiche che intercorrono tra gli elementi linguistici si possono
rappresentare attraverso una scrittura come Consegnare: V, [----- NP, PP], dove il tratto orizzontale indica la
posizione della testa predicativa.
Criterio tematico: assunto secondo cui ogni argomento deve ricevere uno e un solo ruolo tematico e per
mezzo del quale si esprime il legame tra la selezione degli argomenti da parte di una testa predicativa e
l’attribuzione, appunto, del loro ruolo.
Le modalità con cui una testa predicativa assegna determinati ruoli tematici non si evidenziano nella
distribuzione lineare degli elementi linguistici che costituiscono gli argomenti, ma attraverso la loro
configurazione strutturale. In particolare assegnatore e assegnatario sono legati da una relazione di c-
comando:
l’argomento interno (il complemento) riceve il ruolo direttamente (ruolo interno) dalla testa
predicativa;
l’argomento esterno (lo specificatore) riceve il ruolo indirettamente (ruolo esterno) dal nodo
intermedio cui fanno capo la testa e l’argomento interno.
20. PRO e le proposizioni infinitive
Le proposizioni infinitive, cioè all’infinito, sono prive di soggetto esplicito, né sottointeso.
PRO (pro grande): categoria lessicale nulla corrispondente al soggetto di frasi infinitive, che in ogni caso
non può essere sostituito da alcun elemento fonico.
NOTA: mentre il soggetto pronominale di frasi flesse (pro) può essere anaforico o deittico (cioè può riferirsi
a un elemento linguistico che lo precede o a un referente extralinguistico), il soggetto nullo di frasi prive di
flessione (PRO) può essere solo anaforico.
Quanto all’assegnazione di ruolo tematico, PRO è sempre argomentale, diversamente da pro che lo è solo
se non espletivo (i soggetti espletivi non ricevono ruolo theta).
21. La teoria del caso
Caso: secondo la grammatica tradizionale, la manifestazione linguistica della funzione logico-sintattica di un
elemento lessicale.
Il generativismo ritiene che il caso sia una caratteristica comune a tutte le lingue, sebbene in alcune non si
realizzi al livello superficiale della frase. Perciò distingue tra:
caso astratto, presente in tutte le lingue nella struttura profonda delle frasi;
caso morfologico, presente in alcune lingue nella struttura superficiale (cioè manifesta) delle frasi.
Inoltre, in relazione alle modalità di assegnazione del caso, il generativismo distingue:
casi strutturali, assegnati ai costituenti nominali che si trovino in una specifica posizione strutturale
rispetto alla testa da cui dipendono;
casi inerenti, assegnati ai costituenti nominali assieme ad un particolare ruolo tematico.
NOTA: seppure in modalità diverse, assegnano caso inerente le teste verbali, preposizionali, nominali e
aggettivali, assegnano caso strutturale le teste flessionali, in quanto appartenente ad una categoria
funzionale e non lessicale.
In particolare, si può avere:
assegnazione diretta, se il caso è assegnato dalla testa all’elemento assegnatario;
assegnazione indiretta, se il caso è assegnato attraverso un elemento in funzione di mediatore.
NOTA: le testa nominali e aggettivali assegnano caso indirettamente attraverso una preposizione.
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NOTA: si ha assegnazione di caso quando la testa assegnatrice è in relazione di reggenza con l’elemento
assegnatario.
Filtro del caso: principio della grammatica generativa secondo cui tutti i sintagmi nominali (NP) espliciti
(ovvero visibili alla superficie della frase) che siano argomenti di una testa devono necessariamente
ricevere uno e un solo caso astratto.
Requisito di visibilità: principio della grammatica generativa che lega l’assegnazione di caso all’attribuzione
dei ruoli tematici, secondo cui un qualunque costituente nominale (NP) per ricevere un ruolo theta deve
necessariamente aver ricevuto un caso.
22. Caso nominativo (strutturale) e accusativo (inerente)
Caso nominativo: caso normalmente assegnato da testa flessionale (I) al costituente nominale (NP) che
occupa la posizione di specificatore della testa stessa.
Caso accusativo: caso normalmente assegnato da testa verbale (V) o preposizionale (P) al costituente
nominale (NP) che occupa la posizione di complemento della testa stessa e che riceve da quest’ultima un
preciso ruolo tematico.
In generale si ha assegnazione di caso esclusivamente se testa ed assegnatario si trovano in relazione di
reggenza della prima rispetto al secondo, e se nessuna proiezione massimale esterna intervenire tra i due.
23. Assegnazione speciale del caso
Nelle frasi infinitive oggettive e con soggetto pronominale (es: Hanno visto te rubare al supermercato),
prive di flessione, si ha una particolare assegnazione del caso accusativo, strutturale anziché inerente.
Assegnazione speciale del caso: poiché si ritiene che la testa flessionale vuota (I) sia troppo “debole” per
assegnare caso (nominativo) al suo soggetto, tale funzione è normalmente assolta dal verbo della
proposizione reggente, che tuttavia gli assegna il caso accusativo in quanto suo argomento interno
(complemento).
NOTA: l’assegnazione speciale del caso è possibile in quanto la flessione nulla di subordinate infinitive non è
ritenuta in grado di costituire una barriera per la condizione di reggenza.
Condizione di prossimità sull’assegnazione di caso: principio della grammatica generativa secondo cui il
caso viene sempre assegnato dalla testa reggente più prossima all’assegnatario.
24. Casi inerenti genitivo e dativo
Caso genitivo: caso normalmente assegnato (indirettamente) da testa nominale (N) o aggettivale (A) al
costituente che occupa la posizione di complemento della testa stessa, attraverso una preposizione e
insieme ad un ruolo tematico preciso (agente, paziente, beneficiario).
Caso dativo: caso normalmente assegnato (indirettamente) da testa nominale (N) o aggettivale (A) al
costituente che svolge la funzione grammaticale di oggetto indiretto rispetto alla testa stessa, attraverso
una preposizione (tipicamente a) e insieme ad un ruolo tematico preciso.
NOTA: l’assegnazione di caso genitivo o dativo sul piano categoriale si realizza tipicamente in un sintagma
preposizionale (PP).
25. La passivizzazione
Le frasi passive sono il risultato di particolari trasformazioni sintattiche applicate elle corrispondenti frasi
attive, per cui:
il verbo muta diatesi, cioè il rapporto tra l’azione che esprime e il suo soggetto, e valenza, cioè non
presenta lo stesso quadro argomentale del corrispondente in forma attiva; 11
gli argomenti verbali aventi funzione di soggetto ed oggetto cambiano posizione, funzione
sintattica, ruolo tematico e caso;
NOTA: solo i verbi transitivo possono realizzare frasi passive, nelle quali, però, non sottostanno all’obbligo
di esprimere il costituente cui spetta il ruolo esterno nelle corrispondenti frasi attive (l’agente è assorbito
dalla morfologia passiva o collocato, tramite preposizione, nella posizione di aggiunto del verbo).
Anche l’assegn