vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Cosa succede nel sintagma del verbo?
1) Si inserisce la testa verbale = si inserisce la RADICE del verbo, cioè, il verbo senza morfologia flessiva, che porta solo informazioni semantiche. La flessione viene dopo, nel sintagma della flessione.
2) Si "sceglie" con quali elementi nominali completarlo, e li si colloca nella posizione appropriata.
VP: verb phrase (phrase significa sintagma).
Quando creiamo il sintagma del verbo non siamo obbligati ad inserire tutti gli elementi nominali presenti nella frase. Nel sintagma del verbo ospitiamo solo quelli più importanti, ossia quelli che servono per realizzare l'informazione importante. "Gianni taglia la carne con il coltello" Gianni, la carne, il coltello sono sintagmi nominali che si trovano su livelli differenti.
Ci aiuta la teoria della valenza.
Abbiamo il verbo e immaginiamo che esso per creare una struttura che esprima il significato abbia bisogno di un certo numero di elementi nominali. Il numero
Varia a seconda del verbo considerato. Per esempio, i verbi transitivi necessitano di due elementi nominali, altri tre, altri non ne vogliono nemmeno.
- Verbi zerovalenti: non necessitano di elementi nominali. Sono i verbi metereologici. Ciò varia da lingua a lingua: in inglese il verbo "to rain" necessita del soggetto "it". La teoria della valenza non è universale.
- Verbi monovalenti: un elemento nominale = con valenza una.
- Verbi bivalenti: due elementi nominali per realizzare le informazioni semantiche.
- Verbi trivalenti: tre elementi nominali (dare, scrivere, mandare). C'è un soggetto, ma anche un tipo di destinazione o destinatario che svolge la funzione di beneficiario. Per esempio, "vendere": ci deve essere qualcuno che vende e qualcuno che compra.
Vi sono alcuni problemi. Il verbo "scrivere" può essere bivalente (<io scrivo la tesi>) oppure trivalente (<io scrivo una lettera a>).
SilviaI verbi possono agire come bivalenti o trivalenti in base al contesto in cui vengono utilizzati.→Gianni corre monovalente; →Gianni corre la maratona di Roma elemento in più.Argomenti e circostanziali →Maria scrive ogni mattina una lettera a suo padre verbo trivalente.→È accaduta una disgrazia in cantiere verbo bivalente.La bottiglia è stata rotta per il varo della nave.Il timore della neve inquieta Gianni a causa del pericolo.Il generale ordina l’attacco.Il generale ordina di attaccare.Il generale ordina che i soldati attacchino. 8Possiamo fare una distinzione non solo in base al numero degli elementi nominali, ma anche in base alla loroimportanza. Infatti, vi sono alcuni elementi che sono più importanti rispetto ad altri perché dannoinformazioni essenziali in merito al verbo. Vi sono dei livelli differenti. Gli elementi nominali “secondari” sonodei satelliti, cioè non sono indispensabili per la
Comprensione della frase. Chiamiamo argomenti solo gli elementi nominali che sono indispensabili per realizzare la valenza del verbo. Quelli non indispensabili sono circostanziali. Negli esempi, gli elementi sottolineati sono gli argomenti. Sottolineato con i punti: circostanziali. Le ultime tre frasi sono tre strutture sintattiche diverse, ma che ci danno la stessa informazione. Informazione semantica – struttura sintattica: vi è sempre questo binomio. Vi è sempre un lavoro tra ciò che noi vogliamo esprimere e le parole che noi pronunciamo che devono essere allineate. Questo è ciò che fa la sintassi. "Attacco": sintagma del determinante; "Di attaccare": frasi implicita con verbo all'infinito; "Che i soldati attaccano": frase esplicita e completiva. Sono tutti e tre argomenti del verbo. La stessa informazione viene realizzata in modi diversi. Ciascun argomento è legato al proprio verbo perché
Quest'ultimo deve completare il significato attribuendo una funzione agli elementi nominali che lo circondano. Non avviene in modo casuale. Si parla, infatti, di ruolo tematico.
Ogni argomento riceve dal verbo un ruolo tematico (e uno solo), cioè un'indicazione della funzione semantica che esso ha rispetto al verbo.
Lista di ruoli tematici:
Gianni guarda la Luna/Gianni vede la Luna.
Sono due frasi diverse: la prima è un'azione volontaria, la seconda è involontaria.
Ciò significa che non tutti i verbi sono azioni (costare, nascere, vedere). Azione è un evento in cui c'è un'entità che controlla e provoca quell'evento.
I verbi che indicano stati (comprare, puzzare), sentimenti (amare), movimenti, non sono azioni.
→ Elementi nominali che svolgono un'azione agenti.
→ Elementi nominali che subiscono l'azione pazienti/temi.
→ Elementi nominali che descrivono un'esperienza fatta con i sensi.
esperiente (sentire un rumore/odore, vedere). Stiamo ragionando sul significato. Ci permette di comprendere il senso di molti fenomeni linguistici.9“Gianni guarda la Luna” / “La Luna è guardata da Gianni”. Sono due frasi diverse: la prima è attiva, la seconda è passiva. Cambia anche l’ordine delle parole. Ciò che non varia è il senso generale e il significato.
→Scendere, correre, nascere, cadere, morire sono verbi monovalenti (anche se non sempre). L’argomento associato al verbo è chiamato tema o paziente. Con un po’ di approssimazione possiamo considerarli come lo stesso ruolo tematico. Possiamo considerarli come verbi di processo.
Verbi di esperienza (provare percezioni o sensazioni): pentirsi, vedere, sentire odore, udire, odiare, aver paura, temere. Possiamo parlare, dunque, di esperiente (interessato alla sensazione sensoriale o psichica).
→“Gianni sente il rumore delle onde” Gianni
Il tuo compito è formattare il testo fornito utilizzando tag html.
ATTENZIONE: non modificare il testo in altro modo, NON aggiungere commenti, NON utilizzare tag h1;
non svolge l'azione, ma sente qualcosa ed è coinvolto grazie ai sensi. La cosa di cui si fa esperienza si chiama fonte, ciò da cui deriva l'esperienza. "La nebbia preoccupa Gianni". Preoccupare è un verbo che indica un'esperienza sensibile. La posizione dell'elemento source varia rispetto alla frase precedente, funziona come se fosse il soggetto. Nonostante ciò ha lo stesso ruolo tematico. Le nozioni come soggetto e complemento oggetto sono proprietà sintattiche indipendenti dalla funzione semantica degli elementi rispetto al verbo. "Luna": è soggetto in una frase e oggetto nell'altra. Stessa cosa accade con "nebbia". Beneficiario: con i verbi trivalenti che indicano che qualcosa viene dato a qualcun altro. Possessore: con i verbi che descrivono rapporti di possesso (avere, possedere, appartenere, essere "La casa è di Gianni" → "Gianni sta in
casa” “in casa” ha un ruolo tematico locativo. Come segnaliamo che una parola ha un determinato ruolo tematico? E come comprendo quale ruolo abbia una parola? Le relazioni semantiche tra il verbo e i suoi argomenti vengono “mappate” in posizioni sintattiche costanti, all’interno della proiezione del VP. Ai ruoli tematici è assegnata una posizione nel VP: per es., il Paziente/Tema è generato (= inserito nella struttura sintattica) in posizione di Complemento, l’Agente in posizione di Specificatore. Per gestire tutti gli elementi che si collegano al verbo ho degli schemi. Il sintagma del verbo ha una posizione per la testa, uno per il complemento e uno per lo specificatore. La posizione di complemento del VP (parte a dx della testa) in genere ospita gli elementi nominali che ricevono il ruolo tematico di paziente. 10 Lo specificatore può ospitare diversi argomenti: con i verbi di azioni ospita l’agente, può anche
ospitarel’esperiente. → questo simbolo indica “ruolo tematico”.
Si scrive “mangiare” all’infinito perché la flessione sta fuori dal significato base del verbo.
Questo è lo schema generale. “Gianni dorme”: c’è solo un elemento.
Se un verbo non ha i due elementi, l’unico presente dove va posizionato?
Una scoperta fondamentale degli anni ’70 del secolo scorso è che i verbi intransitivi non sono tutti uguali.
Se vogliamo distinguere i verbi in base alla possibilità di avere o meno il complemento oggetto non basta la distinzione tra verbi transitivi e intransitivi. Essa non è sbagliata, ma deve essere rivista.
La categoria dei verbi intransitivi si divide in due sotto-classi:
- Verbi inergativi: dormire, riposare, lavorare, ridere, piangere (…).
- Verbi inaccusativi: scivolare, morire, arrivare, partire, riempirsi (...).
Vanno distinti perché ci sono
proprietà diverse a seconda che un verbo sia inergativo o inaccusativo. Ci sono delle piccole prove per capirli. Hanno un comportamento diverso a seconda di quale ausiliare scelgono con i tempi composti. Alcuni verbi prendono avere, altri essere. Non è una differenza casuale. Compongono "classi" di verbi con caratteristiche sintattiche diverse.
I verbi transitivi prendono sempre l'ausiliare avere. Spesso, i verbi intransitivi che prendono l'ausiliare essere (inaccusativi) possono avere un significato che implica il momento finale o il risultato di un processo. "Il treno arriva", "la bomba scoppia". Prevede un risultato. Sono verbi telici.
Questi due tipi di verbi hanno possibilità sintattiche diverse, ossia possibilità di andare in certe posizioni. L'argomento di un verbo inaccusativo può prendere posizioni in una frase che sono precluse ad un verbo inergativo. Frase 3b. Gli argomenti dei verbi inaccusativi
anche quando fungono da soggetto possono essere collocati dopo il verbo più facilmente di quelli dei verbi inergativi. Frase 4c: vi è una costruzione particolare. Il verbo "giocare" è messo al participio passato e si accorda con un nome "carte". Se fosse una frase esplicita "carte" sarebbe il complemento oggetto. I verbi inaccusativi possono costruire al participio passato con un nome accordato. Ciò non accade con i verbi inergativi: Gli amici sorridono, *Gli amici sorrisi hanno fatto una buona impressione. Il soggetto dei verbi inaccusativi ha qualcosa in comune con l'oggetto dei verbi transitivi. Entrambi si accordano con il verbo al participio perfetto. Punto 5: viene considerata la costruzione participiale assoluta, per esempio "Giocate le carte, abbiamo visto chi vinceva", "Letto il manuale, ne sapevo più di prima". Nome + participio: sta un po' al di fuori dalla frase e non halegami. Anche con i verbi transitivi possono fare queste costruzioni: posso p