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FOSFOLIPASI-C-ϒ
SEGNALE 2
PRIMING (attivazione): segnale 1+ segnale 2
Per avere l’attivazione della cellula naive ci serve un segnale 2:
Linfociti t (se non arriva il segnale 2 la cellula resta in una fase di anergia).
Dipende dal legame di B7 presenti sulle APC e di CD28 localizzati sui linfociti.
Questo è un limite per una risposta immunitaria contro il cancro (intesa come terapia) in quanto le B7
sono esclusive delle APC per cui sulla cellula tumorale non le trovo.
Le cellule tumorali riescono a internalizzare l’antigene e ad esporlo legandolo ad MHC1, questo viene
riconosciuto dal TCR ma poi non si ha il segnale 2 in quanto manca B7. Ciò mi garantisce la tolleranza :
le cellule epiteliali non possono indurmi un PRIMING e quindi una reazione immunitaria
Quando la cellula si trova in uno stato di anergia non è più attivabile
Questo signaling ricorda vagamente il signaling del recettore dell’insulina in quanto ha due vie:
una via classica (Ras-dipendente) ① e una via RAS-indipendente ②
①Quando B7 e CD28 si ha la fosforilazione di una tirosina nel versante extracellulare di CD28. Questa
viene riconosciuta Da GRB2 e SOS….via delle MAP chinasi che porta a RAS
②La fosforilazione a livello extracellulare di CD28 può essere anche riconosciuta da PI 3-chinasi (fosfatidil-
inositolo 3 chinasi) con successiva attivazione di PIP e attivazione della proteina chinasi Akt (PKB).
Questo avviene grazie a delle chinasi SRC che interagiscono con CD28 fosforilandolo nella parte
citoplasmatica
Non si conosce la fine ma è assolutamente indispensabile
Ci sarebbe anche un segnale 3 (solo di supporto) ma bastano questi 2 più l’interleuchina 2. Tutto ciò
porta all’attivazione, sopravvivenza e differenziazione.
L’interleuchina-2 è essenziale in quanto permette la proliferazione dei linfociti t già attivati. Il suo
segnale agisce solo su quelli già attivati.
Questa proliferazione deve essere interrotta grazie al fatto che la produzione di CD28 si spegne
lentamente e al posto di questo viene sintetizzata la CTLA-4 che gli somiglia molto nella parte
extracellulare. Questo lega B7 in modo molto più forte rispetto a CD28 in quanto riesce a legarne 2
contemporaneamente. A vincere è il CTLA-4 che è difettivo nel segnale visto fino ad ora, per cui inibisce
bloccando la proliferazione. CTLA-4 è considerata un checkpoint : i linfociti attivi smettono di proliferare
(essendo che non sono immortali, vanno incontro a morte) e restano però cellule della memoria
Gli anticorpi anti-CTLA-4 sono stati i primi farmaci usati in immunoterapia in modo da mantenere i linfociti
attivi per lungo tempo .
CD428 è un blocco dei linfonodi ad opera del contatto tra dentriti e cellule b. il signaling non è del tutto
chiaro CHECKPOINT DI CONTROLLO
Un altro è rappresentato da PD1 e PD1lingand: blocco che
avviene in periferia sui tessuti.
Nasce come sistema di controllo della proliferazione e delle reazioni immunitarie (il sistema immunitario è
tarato per dare reazioni ma non è efficientissimo per reazioni croniche come il tumore) .
PD1 (presente sui linfociti) lega PD1-L presente su APC o tessuti periferici (come cellule tumorali) tramite le
ITAM (sequenze di tirosina fosforilabili con attività inibitoria riconosciute, nei siti SH2, da fosfatasi quali:
tirosina-threonina-serina fosfatasi per cui inibiscono tutte le fosforilazioni del signaling).
i consenso vengono riconosciuti dalle fosfatasi tra cui SHP e SHIP che sono in grado di attivare la fosfatasi
del fosfatidilinositolo: fosfatidil-inositolo-3-fosfatasi (PTEN) che blocca la chinasi impedendo dunque il
signaling. Viene bloccato il signaling che porta ad AKT che va a bloccare anche il CD28 (sia segnale 1 che 2)
la proliferazione dei linfociti è limitata nel tempo
LINFOCITI B il loro signaling è dovuto al legame tra un epitopo e il BCR
(immunoglobulina). Questo causa:
1. l’attivazione del linfocita : permette l’internalizzazione dell’antigene legato
all’immunoglobulina di membrana (si comporta come APC).
2. Degradazione e presentazione dell’antigene e ad un T specifico che
l’aiuta
L’internalizzazione è specifica: viene internalizzato solo quello che è legato
all’immunoglobulina
La presentazione al T-helper non coinvogle un linfocita naive e ciò si vede dalla presenza di
CD40L (presente su un T attivato)
I linfociti T e b sono stati attivati in spazi e tempi diversi e poi si mettono insieme
per produrre Ig specifiche.
Un tempo si parlava di antigeni T:
T-dipendenti
T-indipendenti
Il linfocita B è in grado di produrre IgM solubili anche senza il contatto con il linfocita T: infatti tramite
CROSSLINKING elevato è in grado di produrre IgM e trasformarsi in plasmacellula deputata alla
produzione di IgM.
Per produrre altre Ig necessita il contatto con il linfocita T in quanto si ha uno SWITCH DI CLASSE
Gli anticorpi sono in grado di riconoscere gli zuccheri che per loro natura sono delle strutture ripetutissime,
ma in tal caso non avremo il contatto con il TH (in quanto non li riconosce) per cui saranno prodotte solo
IgM.
LINFOCITI EFFETTORI (sia segnale 1 che 2) perdono B7 e CD28
Si riconoscono tramite la presenza di CD40 e CD40-L :
CITOTOSSICI: uccidono il bersaglio come i virus. Le molecole effettrici sono
perforine : creano dei pori nella membrana
Agranzine simili alle perforie
Fas fas-ligand induce apoptosi
T-HELPER PRO-INFIAMMATORI (TH1) : coadiuvano macrofagi e cellule dentritiche (APC). Le
molecole effettrici producono:
interferone gamma
Interleuchine
GFsm
Le APC grazie ai TH1 esprimono maggiormente le MHC e le B7 quindi le rendono più efficienti
TH2 aiutano il linfocita B producendo le citochine che attivano quest’ultimo in grado così di
differenziarsi in plasmacellula e produrre tutte le Ig. Le molecole effettrici sono principalmente le
interleuchine di classe 2 che presentano i recettori sui linfociti B.
Queste molecole permettono lo switch di classe (conversione in plasmacellula). Quando il linfocita
B diventa plasmacellula non si divide più.
Proliferazione → switch di classe → plasmacellula
La cellula B attivata da antigene può:
Andare verso T-cell differenziando producendo varie Ig
Non va verso T-cell ma con tanti cross-linking produce IgM non cambio isotipo
Invece nel caso normale, quando c’è incontro tra cellula b e cellula t attivata, a seconda dei fattori che
vengono prodotti si produrranno diversi tipi di immunoglobuline.La ricombinazione dei geni VDJ mi genera
diversi tipi di immunoglobuline (diversi tipi di ISOTIPI)
Il tipo di Ig che produce dipende dal tipo di interleuchine e citochine prodotte dal T-helper: le IgG ad
esempio grazie all’interferone
Per cambiare l’isotipo (classe) conta solo la catena pesante :
a valle del gene VDJ si trova μ.
Il gene viene trascritto e successivamente si avrà uno splicing che mi causa la rimozione di geni dal
frammento di DNA.
A questo punto VDJ viene ricombinato con una qualsiasi catena pesante di conseguenza otterrò una Ig
diversa rispetto a quella di partenza
SWITCH DI CLASSE/ISOTIPICO si ha solo con l’aiuto di linfocita t
Durante un’infezione le prime immunoglobuline prodotte sono appunto le IgM in quanto non si ha ancora
l’attivazione di b e di t e quindi lo switch di classe. È comodo che le prime siano le IgM in quanto hanno
meno affinità con gli antigeni . RISPOSTA PRIMARIA
RISPOSTA SECONDARIA ho le cellule della memoria che mi producono IgG per cui si ha una maggiore
affinità e la risposta è più veloce
Durante la proliferazione, i linfociti vanno incontro a un processo di AFFINITY MATURATION ovvero si ha un
aumento d’affinità delle immunoglobuline in quanto i sistemi di trascrizione sono poco precisi. Ciò causa
l’accumulo di mutazioni ,durante la differenziazione, sulle regioni VDJ (regioni di riconoscimento degli
antigeni). Quando la trascrizione è poco efficace ( troppe mutazioni) si parla di un’ipermutazione somatica
e si possono ottenere anticorpi con affinità migliore o peggiore rispetto a quella di partenza. Il BCR
accumula mutazioni sulla membrana delle cellule B che possono attivare/diminuire o non causare
cambiamenti nell’affinità (SELEZIONE DARWINIANA):
Se l’affinità si abbassa quei BCR saranno meno capaci di legare l’antigene, di ricevere l’aiuto degli
helper e quindi di proliferare. MUOIONO
Se l’affinità aumenta il BCR è in grado di legare meglio l’antigene per cui darà luogo al signaling,
presentano l’antigene a TH e riescono a proliferare. VIVONO
PER SELEZIONE DARWINIANA QUELLI CON AFFINITA’ MINORE VENGONO ELIMINATI
LINFOCITA B RESTING: PLASMACELLULA:
Presenta MHC 2 Non presenta MHC2
Ha sistemi inducibili (isotype Insensibile alle induzioni in
switch, crescita, somatic quanto si trova già allo stato
ipermutation) terminale
Presenta solo Ig di membrana Produce Ig in forma solubile
STIMOLAZIONE CELLULA NAIVE (CITOTOSSICO)
1. Attivazione TC tramite legame con APC. Ci sono sia il segnale 1 che il 2
2. Dopo essere stati attivati secernono e rispondono a IL-2 che mi determina espansione clonale e
differenziamento in ARMED CITOTOSSICI (stato effettore)
3. Gli armed reagiscono ogni volta che incontrano un peptide senza il bisogno del segnale co-
stimolatorio (2)
Una cellula che esprime un peptide non-self e che non sia un APC non può attivare il linfocita t (diventa
anaenergico) : la necessità d’indurre sia il segnale antigene specifico sia quello co-stimolatorio è cruciale nel
prevenire le risposte immunitarie dirette verso antigeni self.
Ad esempio in una cellula infettata da virus: se il linfocita T riconosce un non self solo su una cellula
epiteliale (e non nelle cellule dentritiche), riconosce l’MHC con il peptide ma non succede niente e
sviluppano la tolleranza. →evitare l’autoimmunità
Le cellule DENTRITICHE che presentano un peptide non-self presentano molte molecole B7 e arrivano ai
linfonodi dove stimolano un linfocita T naive che diventa CITOTOSSICO
Le cellule dentritiche e i macrofagi possono passare da uno strato immaturo a maturo e si assiste ad un:
Aumento di MHC1 e MHC2
Aumento B7
Aumento molecole di adesione che permettono anche di attraversare i vasi
I MACROFAGI sono predominanti nelle infezioni batteriche: le infezioni rappresentano già di per se uno
stimolo per la proliferazione e l’attivazione. Vengono attivati dai polisaccaridi batterici e l’ANTIGENE è
costituito da componenti batterici e non da un patogeno intero:
Se l’antigene è costituito da una proteina purificata (non