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T presenteranno
unaumentata sopravvivenza per una maggiore espressione dei fattori
antiapoptotici della famiglia
delle Bcl-??Inoltre l?aumentata produzione locale di IL-10 da parte dei
linfociti T CD4 determina
l?attivazione ed espansione dei linfociti B (CD5), con conseguente produzione di
Immunoglobuline,
Anticorpi anti-nucleo, Fattore reumatoide e formazione di immunocomplessi
circolanti responsabili
delle manifestazioni extraghiandolari (meccanismo di tipo III). In particolare
in questi soggetti vi
sarà sempre iper-gammaglobulinemia e positività per il fattore reumatoide.
Questo spiega anche
perch?, al di fuori dell?attivazione policlonale e dell?iper-gammaglobulinemia,
la prognosi è buona:
l?unico rischio ?infatti l?insorgenza di un linfoma a cellule B, a causa dell?
espansione clonale dei
linfociti B. Ecco perché la malattia deve essere sorvegliata attentamente, in
quanto i soggetti affetti
da Sjögren hanno un rischio di andare incontro ad un linfoma di quaranta volte
superiore rispetto ai
pazienti normali.
Perché dunque la flogosi si automantiene? Perché le cellule epiteliali
ghiandolari diventano esse stesse in
grado di presentare gli autoantigeni, proprio per l?aumento della loro apoptosi
e per l?espressione degli
antigeni MHC-II con le molecole costimolatorie, a cui si associa l?aumentata
sopravvivenza dei linfociti T e
l?aumento dell?espressione dell?RNA messaggero per la sintesi di IL-10.
DOMANDA??noto da cosa sia indotta l??espressione di MHC-II nelle cellule
epiteliali ghiandolari?
-No, probabilmente è dovuto alla predisposizione genetica, in quanto non avviene
nei soggetti normali. In
questi soggetti l??infezione stranamente determina l??espressione di questi geni
che normalmente sono
repressi.
Il complesso MHC-II espone gli autoantigeni, tra cui uno caratteristico delle
ghiandole salivari ?l?alfafodrina?l?attivazione delle caspasi durante il
processo di apoptosi sembra che determini la liberazione di
questa proteina da un?altra struttura proteica, rendendola attiva come
autoantigene e determinando le
varie conseguenze sulla ghiandola salivare. Stesso meccanismo lo ritroviamo
anche nelle altre ghiandole
esocrine.
SINTOMATOLOGIA:
Si ?detto che l?inizio della malattia ?subdolo, quindi non vi saranno
manifestazioni acute come febbre,
malessere generale;Ma la paziente comincerà ad accusare?
Xerostomia, in quanto la ghiandola salivare comincia ad essere distrutta e la
saliva comincia ad
essere carente, la bocca sarà asciutta e per ingerire cibi solidi sarà
necessario aiutarsi con l?acqua?
Inoltre vi sarà il caratteristico segno del cracker. Si ricorda che nella saliva
sono anche contenuti
enzimi e sostanze che hanno azione battericida, per cui i pazienti che hanno un
deficit della saliva
vanno più facilmente incontro a stomatiti, carie, arrossamento della mucosa
gengivale e della
lingua (si ritroverà liscia, glossite). Questo ovviamente comporta anche
difficoltà a parlare per
lungo tempo, quindi problemi nella fonazione. Mentre nella xeroftalmia è
possibile utilizzare le
lacrime artificiali, nella xerostomia si può fare ben poco: utilizzare caramelle
per stimolare la
secrezione di saliva o nei casi più gravi si da la Pilocarpina, che va a
stimolare la funzione
colinergica, ma solo se la ghiandola ?ancora funzionante e può rispondere all?
effetto
parasimpaticomimetico. In generale è un disturbo molto fastidioso.
(Esiste anche un test che si conduce per vedere il grado di salivazione e che
non si fa mai perché
particolarmente fastidioso: il paziente deve stare con la bocca aperta quindici
minuti per vedere
quanta saliva si forma, con un valore che dovrebbe essere almeno superiore ad
1,5 ml; oppure si
può usare una spugnetta dentro la bocca).
Xeroftalmia, secchezza dell?occhio?si manifesta nei pazienti con una sensazione
di ?sabbia dentro gli
occhi?, congiuntiva arrossata proprio per riduzione delle lacrime, che anche in
questo caso
predispone più facilmente a cherato-congiuntiviti?Un test che l?oculista fa per
riconoscere
l?associazione alla s?di Sjögren ?il test di Schirmer, in cui si prende una
striscetta di carta
assorbente, si mette nel fornice congiuntivale per cinque minuti e si vede
quanto si imbibisce in
lunghezza: alcuni testi indicano un valore al di sotto dei 5 mm, altri al di
sotto dei 9 mm perché il
test sia positivo?E?un test da richiedere sempre quando c??il sospetto di
malattia?
Questi soggetti soffrono anche di fotofobia?In generale l?uso delle lacrime
artificiali migliora la situazione.
Tumefazione mono o bilaterale a carico delle parotidi e/o delle ghiandole
salivari minori (nel 30%
dei casi). La tumefazione non si presenta persistente, anzi, quando si protrae e
tende ad aumentare
si deve sospettare un?evoluzione di tipo adenomatoso?Questo avviene sia per le
parotidi che per le
Libera distribuzione. Non soggetto a commercio.
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ghiandole salivari minori. A questa tumefazione può contribuire in alcuni casi
anche la saliva, che
diventa più densa e forma dei calcoli che ostruiscono lo sbocco della ghiandola,
condizione che può
essere dolorosa. Queste tumefazioni sono più frequenti nella forma primitiva.
Xerotrachea, a carico delle ghiandole mucipare. Questo non avviene solo nella
trachea, ma in tutto
l?albero bronchiale?In questo modo si altera anche la clearance muco-ciliare,
impedendo la difesa
contro i microrganismi patogeni. In più a livello dei bronchi può determinare
frequentemente
bronchiti acute e un quadro di broncopatia ostruttiva?L?infiltrato di linfociti
a carico della mucosa
circostante alle ghiandole mucipare determina un?iperreattività della mucosa che
può scatenare
attacchi di asma. Conducendo la spirometria dunque si vedrà che a livello del
polmone ci saranno
delle alterazioni sia di tipo ostruttivo (broncopatie croniche ostruttive) sia
di tipo restrittivo (fibrosi
polmonare -> fibroadenosi restrittiva) [si rimanda alle spiegazioni di
pneumologia]
Xeroderma, secchezza della cute e vaginale, in quest?ultimo caso con
dispareunia, ovvero con
rapporti sessuali dolorosi legati alla carenza di muco.
Dispepsia iposecretiva, data ad esempio da gastrite atrofica, in quanto anche
le ghiandole che
secernono l?HCl sono esocrine, mentre in alcuni rari casi ?possibile l?
interessamento della parte
esocrina del pancreas, con conseguente digestione lenta, meteorismo, anoressia,
ecc... In questi
casi esistono dei preparati che migliorano la situazione.
MANIFESTAZIONI EXTRAGHIANDOLARI:
Di queste si devono distinguere quelle date da immunocomplessi (meccanismo di
tipo III):
Artrite: ha caratteristiche cliniche che ricordano quelle dell?AR, con reuma-
test positivo (presenza di
fattore reumatoide) e infiammazione a livello articolare, soprattutto nelle
mani. Questo può far
confondere una condizione di Sjögren con una di AR. In realtà questa artrite non
è mai erosiva, non
c??mai formazione del panno sinoviale, a meno che non sia associata realmente
all?AR?
Vasculite, porpora negli arti inferiori, sintomatica e ben distinguibile da
quella caratteristica delle
piastrinopenie. Inoltre a volte è presente crioglobulinemia, ovvero la presenza
di immunoglobuline
che precipitano a temperatura inferiore a 37°C. (N.B: studiare a parte la
crioglobulinemia in quanto
la professoressa non arriverà a trattarla).
Nevriti periferiche ed interessamento del SNC, per vasculite dei vasa nervorum
e dei vasi centrali
del SNC rispettivamente, accompagnata in quest?ultimo caso da cefalea?Un nervo
spesso
interessato è il trigemino, per cui questi pazienti spesso presentano cefalea
localizzata nelle
diramazioni trigeminali. E?un fenomeno molto comune?
Fibrosi polmonare, quindi processo restrittivo causato da un processo
infiammatorio che interessa
l?interstizio e porta a fibrosi?E?importante attenzionarla in quanto ?quella che
può condizionare la
prognosi della malattia.
Pericardite fibrosa o pleurite
E quelle date non da immunocomplessi:
Nefropatia interstiziale: si potrebbe pensare che sia derivata dalla
precipitazione degli
immunocomplessi circolanti con danno di tipo glomerulonefritico, come avviene
nel LES con gli
anticorpi anti-DNA nativo. Al contrario qui il danno glomerulonefritico si ha in
una percentuale
bassissima (20% dei casi) e non è mai grave, mentre si manifesta una nefrite
interstiziale, con
infiltrato peritubulare e danno quindi a carico dei tubuli renali, con acidosi
tubulare causata
dall?alterato riassorbimento del K?e dalla mancata escrezione degli ioni H??
Cirrosi biliare primitiva. In questi pazienti spesso si associano altre
malattie autoimmuni, come la
tiroidite autoimmune o la cirrosi biliare primitiva, a patogenesi immunologica,
caratterizzata dalla
Libera distribuzione. Non soggetto a commercio.
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distruzione dei duttuli biliari, per cui uno dei primi segni riscontrati è la
positività agli anticorpi
anti-mitocondrio e l?aumento della gamma-GT?E?quindi importante andare a
controllare gli indici
di funzionalità epatica, di colestasi e gli anticorpi anti-mitocondri.
ALTERAZIONI SIEROIMMUNOLOGICHE:
Dopo aver fatto protidogramma ed emocromo si evidenzierà:
Ipergammaglobulinemia
Immunocomplessi circolanti
Il complemento può essere ridotto
Presenza di Fattore Reumatoide
Crioglobulinemia (frequente)
ANA: si richiede titolo e pattern di fluorescenza , che sarà di tipo
punteggiato (ovvero con anticorpi
rivolti non contro il DNA in se?ma contro le ribonucleoproteine del DNA??
Anticorpi anti-ENA : SSA/Ro e SSB/La, di cui i primi si possono riscontrare
anche nel LES, mentre gli
SSB sono più specifici della Sjögren.
Anticorpi anti alfa-fodrina (non si possono ricercare in laboratorio)
Anticorpi anti-recettore muscarinico, sottotipo M3. Difatti in alcuni casi
conducendo un?ecografia
od una scintigrafia delle ghiandole salivari si vede che sono funzionanti,
eppure tali pazienti
presentano una secchezza ingiustificata della bocca. In questi casi è utile
ricercare gli anticorpi antirecettori
muscarinici, in quanto potrebbe verificarsi la stessa situazione della Miastenia
Gravis, in
cui tali anticorpi anticolinergici vanno a bloccare lo stimolo colinergico
parasimpatico. Quindi la
secchezza non sarà dovuta alla distruzione della ghiandola ma all?azione sui
recettori muscarinici.
INDAGINI STRUMENTALI:
Ecografia??l?indagine più utile e meno dannosa per il paziente, attraverso la
quale ?po